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CETA: il coraggio di prender posizione con un secco "NO!"

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In questo blog avevo già chiaramente espresso i pericoli derivanti dal TTIP, che per fortuna è tramontato. Ricordo ai miei lettori un paio di articoli al riguardo: "STOP TTIP: un NO al trattato che cancella i diritti! Qui puoi firmare" e "STOP TTIP: Una poesia-denuncia da diffondere". Rimane però il gravissimo pericolo del CETA (l'accordo tossico Europa-Canada, figlio del TTIP), che il nostro attuale governo vuole ratificare, con l'obiettivo di creare maggior ricchezza per pochissimi e tanta disoccupazione e disgrazia per tutti gli altri. Tutto questo con il disinteresse totale dei mass-media, come al solito.

Nel video seguente (di cinque minuti), la regista belga Kristien Pottie, autrice del documentario "Ceta, un silenzioso colpo di Stato?", spiega in sintesi i pericoli che il CETA comporta. Kristien Pottie ha viaggiato per tutta l'Europa e intervistato esperti e politici che hanno analizzato nel dettaglio il testo del Trattato CETA. Di seguito riporto la trascrizione dell'intervista, con l'auspicio che i miei lettori vogliano condividere queste informazioni.

DOWNLOAD MP4

fonte: https://www.youtube.com/watch?v=Nhv9tiPpEW8

trascrizione dell'intervista sopra riportata a Kristien Pottie, regista del documentario "Ceta, un silenzioso colpo di Stato?"
(fonte: http://www.movimento5stelle.it/parlamentoeuropeo/2017/02/documentario-shock-s.html)

"Solo le persone che sanno davvero cosa è ne parlano ed è incredibile come possano mettere una specie di velo tutt'intorno: "Non parlarne, sarà molto buono per le nostre imprese". Non è vero, sarà buono per il business dell'1% della popolazione e non per tutti. Non sarà buono per gli aspetti economici, non sarà buono per la protezione delle norme, non sarà buono per i servizi, per i servizi pubblici. Quasi per niente. E neanche per la democrazia.

Il CETA è il trattato di libero scambio tra l'Europa e il Canada. Allora, la mia prima idea è stata quella di parlare con gli "specialisti", le persone che lavorano nelle associazioni e che stavano studiando il CETA. Quando ho iniziato le mie prime interviste, il testo del CETA era appena stato pubblicato - era lo scorso mese di marzo 2016 - e poi ho pensato che con queste informazioni potevo andare dai politici, porgli delle domande e vedere quanto ne sapevano su di esso. Quando ho parlato con loro, ho notato che quelli che erano contro il Trattato conoscevano abbastanza di che cosa si trattava, ma quelli che erano generalmente a favore quasi non ne sapevano nulla e non erano realmente interessati a conoscere il contenuto del Trattato.

Questi Trattati sono creati su misura per le multinazionali, per le grandi aziende e le grandi industrie perché mettono molto di più in concorrenza i vari Paesi. Questo significa che l'Europa sarà messa in concorrenza con il Canada e se la gente viene messa in concorrenza, i più forti tendono a vincere. Questo significa che le piccole e medie imprese e le entità locali, come quelle agricole, avranno molta difficoltà a competere contro le grandi multinazionali e la fortissima industria agricola in Canada. Questa è la parte economica, e poi ci sono, naturalmente, gli ICS: una corte privata grazie alla quale le multinazionali possono attaccare, usando un metodo unilaterale, i governi quando vengono modificate le leggi che vanno contro i loro profitti. Di solito, qui in Europa, i governi provano a proteggere i consumatori, i cittadini, la salute, l'ambiente, il lavoro, eccetera, ma quello che sta succedendo adesso è che questa politica neoliberista sta cercando di mettere il più possibile tutto ciò che ha a che fare con il pubblico nelle mani private. Ciò significa che i privati proveranno a fare nuovi profitti. Questo comporta che non tutti avranno più il diritto all'educazione, alla salute, a un ambiente sano, eccetera, e questo è una catastrofe.

Per me, uno dei temi più importanti è quello della finanza. Abbiamo avuto la crisi del 2008 e stavano dicendo che dovevamo mettere delle regole. È stata la Commissione di Stiglitz che affermava: bisogna regolamentare, dobbiamo fare in modo che ci sia una divisione tra i due diversi tipi di banche di investimento e le banche in cui i cittadini mettono i loro soldi e ciò che vediamo col CETA è che ci sarà anche una deregolamentazione ancora più grande. Stanno dicendo che non possiamo più dividere una banca, non possiamo limitare la forza di una banca. Questa è una pazzia. Quando ho sentito questo, ho pensato: "Oh mio dio, è ancora peggio. Tutto quello che ho imparato era ancora peggio di quanto potessi immaginare". Quindi, il CETA è davvero un grande colpo ma nessuno ne parla.

Quello che vediamo, prima di tutto, è che nei media mainstream nessuno quasi mai ne parla. E in secondo luogo, le istituzioni stanno cercando di spingere questi Trattati senza discuterne troppo. Per esempio, abbiamo avuto tre milioni e trecento mila firme di cittadini europei che erano contro il CETA e il TTIP. Questo è immenso, enorme e non ne hanno mai parlato, non hanno mai parlato di quelle 3.300.000 firme e questo è sbalorditivo.

Notiamo che i media sono diretti anche dalle stesse persone che stanno dirigendo l'Europa, in un certo modo. Vediamo, ogni volta, che se siete veramente per la strada, se state veramente vedendo quello che sta succedendo, vi ripetono sempre sui media e in TV, "non vi preoccupate, prenderemmo cura di voi. Tutto andrà bene". E questo non è vero. Tutto ciò non andrà bene".

APPROFONDISCI guardando il documentario di Kristien Pottie: "Ceta, un silenzioso colpo di Stato?"

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