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Cos'è l'Arte? Chi può giudicarla? Riflessioni

Si veda anche: Frammenti sull'Arte, di Giulio Ripa, tratto dalla pagina Riflessioni - Archivio di Giulio Ripa


Scimmia che disegnaDa un punto di vista antropologico, la nozione di "Arte" cambia da cultura a cultura, da società a società, da un periodo storico all'altro, ragion per cui è possibile che la produzione artistica di un popolo, di un gruppo, o anche di un singolo, non sia riconosciuta come tale da chi la crea, ma da "altri".
Molte produzioni "artistiche" acquistano questa etichetta grazie ai meccanismi del mercato dell'arte. La scoperta della "propria arte" da parte delle popolazioni interessate ha scatenato conflitti in nome della propria identità, e spesso gli antropologi si trovano a fare da mediatori.
Non esiste un significato universale di arte, ma esistono una sensibilità e un'espressione estetica (che concerne la sensazione e riguarda il sentimento del bello) che suscita stati d'animo e giudizi diversi in ciascun individuo. L'arte è culturalmente orientata anche all'interno della stessa società. I modelli estetici sono interiorizzati e collegati ad altri modelli che in parte dipendono dall'epoca, dal contesto sociale e dal potere dominante (che può intervenire non solo sulla produzione artistica, ma anche sui gusti), i quali portano continui cambiamenti che riguardano sia la sensibilità degli artisti che il gusto estetico.

Una scimmia può produrre opere di valore artistico?

«Picasso e Dalì restarono stupefatti. Mirò volle comprarle. Le opere di Congo lo scimpanzè artista, sono notevoli. Lo dimostra il fatto che Mirò volle barattare un suo disegno e mettersi in salotto proprio Congo, lo scimpanzè che aveva mostrato al mondo la capacità "artistica" dei primati» (tratto dall'articolo "Congo, lo scimpanzè pittore", di cui invito alla lettura)

Io, Francesco Galgani, ho visto personalmente, circa sette anni fa, in un museo a Trento, le opere artistiche di primati non umani (ovvero scimmie) messe a confronto con opere di artisti umani: erano tutte degne di attenzione e rispetto, e soprattutto gli stessi critici d'arte (secondo quanto riportato nella mostra che vidi) valutarono le opere delle scimmie credendo che fossero di autori umani... quindi, chi può giudicare chi?!

Vorrei invitare ad una riflessione con questa email di Serafina Barbara Greco, che mi ha autorizzato alla pubblicazione e che ha contribuito alla stesura di questo articolo:

«Le gare artistiche, per quanto riguarda l'aspetto della valutazione dell'opera d'arte, mi sembrano qualcosa un po' così...

Chi può giudicare, chi può dire che un'opera è più bella di un'altra? Sarebbe come dire che un'artista "prova", "sente", meglio di un altro artista.
E' una cosa senza senso.
Ognuno ha il suo modo di "sentire".
Ci sono altri punti di vista che considerano non solo la parte riguardante il livello sentimentale, ma anche la tecnica, per essi anche la tecnica è arte.
Ma è tutto soggettivo e relativo.
In ciò consiste la libertà dell'arte. L'arte è un segno tangibile di qualcosa di divino in questa vita mortale.
 
Le gare, i concorsi, possono servire per farsi conoscere e giustamente sono anche un modo per trovare lavoro, per avere opportunità.
Il gusto, che è qualcosa di personale, spesso nell'opinione delle masse è legato ad altri fattori, come la notorietà dell'artista: non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che è propagandato, e se una grande maggioranza dice che quell'opera è bella, allora è bella e piace!»
 
Buone riflessioni,
Francesco Galgani e Serafina Barbara Greco,
articolo iniziale del 21 dicembre 2014, aggiornato il 27 settembre 2015
 

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