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La scienza è un bene pubblico? Riflessioni su un documentario su Aaron Swartz

Aaron Swartz dovrebbe essere ricordato come un eroe (in calce a questa pagina c'è un documentario su di lui, in inglese, ma con i sottotitoli in italiano attivabili): chi ruba al bene pubblico centinaia di miliardi di euro all'anno viene premiato (come fa notare Dario Fo in questo video), mentre questo giovane, geniale e onesto ragazzo ha invece pagato con la vita la sua lotta per la libera condivisione dell'informazione in Internet, è stato perseguitato come il peggior criminale per aver condiviso testi scientifici di pubblico dominio.

Secondo quella che è la mia visione della scienza, i brevetti di qualunque genere dovrebbero essere assolutamente vietati e additati per ciò che sono, cioè come una piaga tecnico-legale che danneggia l'umanità intera e il progresso scientifico (come già dissi nel 2008 nel mio talk "La libertà a partire dal software" e come ho ripetuto nel 2014 nella mia tesi di laurea su "Solitudine e Contesti Virtuali", nella sez. 3.2.1), mentre il diritto d'autore andrebbe completamente rivisto prendendo come punto di partenza i principi delle licenze GNU/GPL e Creative Commons.

L'intera ricerca scientifica, inoltre, dovrebbe pesantemente mettere in discussione se stessa sotto molteplici aspetti: oggi non stiamo seguendo l'esempio di Galileo Galilei, ma solo il dio quattrino e le sue logiche lesive e perverse. Una scienza che non rispetta la dignità e sacralità della vita, che non ha il coraggio di andare in controtendenza rispetto al potere dei soldi e anche di esporsi contro lo strapotere dei colossi economici, che non è libera e che non condivide gratuitamente e liberamente con il resto dell'umanità i propri risultati, che cos'è?!

La scienza dovrebbe essere valorizzata e protetta come bene pubblico. I brevetti e gli eccessivi diritti d'autore hanno lo scopo diametralmente opposto e uccidono il progresso... e anche i giovani talenti come Aaron Swartz.

Francesco Galgani,
31 gennaio 2015

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