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Lezioni di psicologia umana... grazie ad una macchina

Quanto segue è un articolo del 4 settembre 2015 pubblicato su Zeus News. E' interessante quel che si può imparare sulla psicologia umana... grazie ad una macchina.

Buona lettura,
Francesco Galgani,
15 settembre 2015

Google Car, incidente per eccesso di prudenza

L'auto senza pilota è troppo ligia al Codice della Strada e ''causa'' incidenti per l'imprudenza degli umani.

Se l'incontro con il ciclista si è risolto in un divertente "balletto di precedenze", quello con un pedone ha avuto conseguenze più serie per l'auto senza pilota di Google.

A rivelarlo è il New York Times, il quale riporta la notizia dell'ultimo incidente di cui è stato protagonista il veicolo autonomo di Google.

Eppure, la colpa non è dell'auto. L'incidente si è verificato a un incrocio lo scorso 20 agosto: l'auto si è avvicinata all'incrocio e, rilevando la presenza di un pedone che stava per attraversare la strada, ha segnalato al suo "autista di sicurezza" di azionare i freni.

Questi, intervenendo manualmente, così ha fatto, ma gli autisti delle auto che seguivano la Google Car non si aspettavano tale decisione: come capita spesso quando un pedone che sta attraversando è ancora dall'altro lato della strada, erano convinti che l'auto di Google avrebbe accelerato per passare prima dell'uomo a piedi, non che si fermasse per lasciarlo passare. E così l'hanno tamponata.

Non si può quindi dare la colpa dell'incidente all'auto, che ha quindi semplicemente applicato le regole del Codice della Strada con le quali è programmata: sono stati gli autisti dei veicoli al seguito che si aspettavano quella che è ormai un'infrazione comune.

L'avvenimento ha però fatto riflettere i progettisti, i quali hanno compreso che per funzionare al meglio l'auto deve riuscire a muoversi in modo fluido in un mondo in cui gli esseri umani non sempre rispettano le regole: «Il vero problema è che l'auto è troppo sicura» ha dichiarato Donald Normna, direttore del Design Lab all'Università della California a San Diego. «Deve imparare a essere aggressiva quanto basta, e il "quanto basta" dipende dalla cultura».

Uno degli autisti impiegati da Google per seguire dall'interno dei veicoli i test delle autoe senza pilota è sostanzialmente d'accordo: «Seguirà sempre le regole» commenta Tom Supple, l'autista. «Voglio dire, lo farà fino a spingere gli autisti umani all'interno a dire "Ma perché fa così?"».

Quello avvenuto lo scorso mese è il sedicesimo incidente in cui sono stati coinvolti i veicoli autonomi di Google dal 2009: nella maggior parte dei casi si è trattato di ricevere qualche ammaccatura, e solo in un caso una persona è stata coinvolta.

Courtney Hohne, portavoce di Google, conferma che uno dei campi di ricerca su cui si stanno concentrando i progettisti è proprio trovare il modo per ottimizzare l'interazione tra esseri umani e veicoli. Spesso gli autisti umani risolvono le questioni di precedenza «guardandosi in faccia e stabilendo al volo chi deve passare» commenta il professor John Lee, dell'Università del Winsconsin. «Ma dov'è la faccia in un veicolo autonomo?».

 

 

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