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Mangiare di meno, con sobrietà, fa bene (ma a certe condizioni) - Studio scientifico

Restrizione calorica - Mangiar poco - Mangiar di menoCosa significa "mangiare di meno"?
"Mangiare di meno" non vuol dire né digiunare né mangiare così poco da mettere a rischio la propria salute o da non avere più energia per le proprie attività. In questo articolo "mangiar di meno" o "mangiar poco" fa riferimento ad una "restrizione calorica senza malnutrizione". Più precisamente, la rivista scientifica Cell ha pubblicato a marzo 2015 un approfondimento su questo tema (Promoting Health and Longevity through Diet: From Model Organisms to Humans), con indicazioni chiare: quando si parla di restrizione calorica si intende la riduzione delle proteine, la progressiva sostituzione delle proteine di origine animale con quelle di origine vegetale e l’assunzione di cibo soprattutto nelle prime ore della giornata riducendone progressivamente le quantità andando verso sera.

Mangiar di meno migliora l'umore, la qualità della vita, del sonno e della sessualità (in adulti sani non obesi)

La fonte dello studio scientifico che qui di seguito sarà preso in esame è: Effect of Calorie Restriction on Mood, Quality of Life, Sleep, and Sexual Function in Healthy Nonobese Adults (pubblicato nel giugno 2016 sulla rivista scientifica Jama Internal Medicine)

Come è stato condotto lo studio
Un gruppo di ricercatori statunitensi ha arruolato in tre centri universitari (Durham, Boston e Saint Louis) 220 uomini e donne con indice di massa corporea compreso tra 22 e 28: dunque alcuni normopeso e altri sovrappeso. Età media: 38 anni. Gli studiosi hanno suddiviso le persone in due gruppi: uno che per due anni ha seguito una dieta con un taglio delle calorie pari al 25 per cento, l’altro che non ha mutato di una virgola la sua dieta (gruppo di controllo). Le risposte a tre questionari - all’inizio dello studio, dopo uno e due anni – hanno svelato in prima battuta un drastico calo dei chili in eccesso nel primo gruppo: 16,7 chili (in media), rispetto al chilo perso in meno di due anni dai soggetti inseriti nel gruppo di controllo. Ma, ed è qui la novità per le persone normopeso, chi era sottoposto a una dieta «ristretta» ha segnalato un generale miglioramento dell’umore e una riduzione dei livelli di stress. A ciò occorre aggiungere una vita di relazione e sessuale più soddisfacente, un miglioramento della qualità e della durata del sonno. Nei due anni dell'esperimento, non sono stati riscontrati effetti negativi della restrizione calorica.

Per approfondimenti: http://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/la-restrizione-calorica-fa-bene-anche-chi-e-normopeso

Mangiar di meno allunga la vita (astenendosi dal cibo per 14-16 ore al giorno)

«Non basta contare solo le calorie. Cosa si mangia è ovviamente importante. Ma a giocare un ruolo fondamentale è anche quando si mangia. Una delle differenze fra i due studi era proprio questa. Le scimmie della Madison University mangiavano una volta al giorno, con un frutto la sera. Quelle del National Institute on Aging due volte. I nostri studi sui topolini confermano che limitare il numero di pasti ha un effetto enorme sul metabolismo. Nell'uomo, l'ideale sarebbe ridurre a 8-10 ore nell'arco della giornata l'intervallo di tempo in cui si assume cibo. E restare a digiuno per le restanti 14-16 ore».

Fonte: Luigi Fontana: "Mangiare in 8 -10 ore, poi si resti a digiuno" (Repubblica, gennaio 2017)

Queste sono le parole di Luigi Fontana, professore all'università di Brescia e all'università di Washington a St. Louis, specialista in biologia dell'invecchiamento e nutrizione. L'assunzione di cibo prevalentemente nelle prime ore della giornata, con solo verdura alla sera, è descritta anche nell'articolo: "Ecco la nuova dieta che allunga la vita: cinque giorni in libertà e due di semi-digiuno" (Repubblica, marzo 2015).

Luigi Fontana, Nutrizione, salute e longevità: le basi scientifiche - Conferenza integrale, tenutasi alla Scuola Normale Superiore di Pisa del 21 dicembre 2015

Link al video: https://www.youtube.com/watch?v=jLZ-obUVOWU

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Presentazione del libro "La grande via" di Franco Berrino e Luigi Fontana (di cui consiglio la lettura)

Le cause della maggior parte delle malattie croniche si nascondono nella nostra vita quotidiana. In tutto il mondo le istituzioni scientifiche e sanitarie sono purtroppo chiamate a rispondere a leggi di mercato che hanno interesse a mantenerci in vita ma non in salute: non possiamo, per ora, contare su di loro per ridurre il rischio di ammalarci.

Ci sono d’altra parte sempre più prove scientifiche che indicano come opportune scelte nutrizionali e di esercizio fisico, associate a tecniche di training cognitivo, di respirazione e di meditazione, siano essenziali per rallentare i processi d’invecchiamento, favorire una longevità in salute, prevenire le malattie croniche tipiche della nostra era o facilitarne la guarigione.

Traendo spunto dal Codice europeo contro il cancro e da recenti studi sperimentali, in questo libro illustreremo come alcune conoscenze empiriche di molte tradizioni culturali e le attuali conoscenze scientifiche stanno convergendo nel dimostrare che la chiave per mantenere e riacquistare la salute è la combinazione di pratiche per nutrire il corpo con la giusta quantità di cibo sano, mantenerlo in forma con un esercizio fisico regolare e adottare tecniche per coltivare la mente, lo spirito e la felicità interiore. Abbiamo scritto in base alla nostra esperienza scientifica e clinica, con gratitudine e rispetto per le migliaia di persone che hanno partecipato ai nostri studi scientifici e per i pazienti che ci hanno affidato la loro speranza di guarigione.

Ci auguriamo che il nostro libro contribuisca a proteggere i lettori da informazioni distorte e interessate e dai venditori di magici piani nutrizionali o integratori miracolosi. Il nostro metodo è semplicemente di proporre quello che l’antica saggezza dei popoli ha tramandato e che la ricerca scientifica ha confermato.

Franco Berrino e Luigi Fontana

Francesco Galgani,
15 aprile 2017

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