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Pillole di Informatica - Prendiamo il controllo del nostro destino

Il tecno-turbo-capitalismo neoliberista contemporaneo è sostanzialmente predatorio e distruttivo, cioè ladro di vita, mentre l’essenza animica che ci sostiene e che ci dona la vita, attimo dopo attimo, si nutre delle qualità positive che mettiamo in comune.

Da una parte abbiamo quindi la predazione, dall’altra la condivisione.

L’attuale deriva tecnocratica mondiale ci toglie il controllo delle nostre vite, rendendoci dipendenti in tutto e per tutto da tecnologie che, nel migliore dei casi, forse riusciamo in minima parte a usare, ma di cui realisticamente non sappiamo nulla e che in qualsiasi momento possono esserci tolte.

Maggiore e totalizzante è la dipendenza dall’erogazione di un servizio tecnologico, minore è il controllo che possiamo avere sulle nostre vite e sul nostro destino.

La chiave per una vera rivoluzione, per un vero salto di consapevolezza, parte dal voler riprendere in mano le nostre vite e i nostri destini.

Questo significa opporsi attivamente all’attuale centralizzazione tecnologica nelle mani di poche corporation, cioè psicopatiche multinazionali che distruggono il bene comune e coltivano solo il proprio interesse economico immediato.

Questo, tradotto in termini concreti, significa che, a partire dalla scuola e dall’università, quello “che ci serve” ce lo facciamo, invece di affidarci ai servizi (falsamente) gratuiti di pochi soggetti privati.

Ovviamente servono persone altamente formate e specializzate (da valorizzare) in grado di fare, con relativamente poche risorse e pochi soldi, quello su cui certe aziende investono capitali paragonabili o superiori al PIL di una nazione.

Queste persone esistono, noi abbiamo seguito le orme e la direzione del maestro Richard Stallman, abbiamo compreso quello che la quasi totalità del popolo ignora.

Siamo capaci di mettere in piedi, da soli e con pochi soldi, un social migliore di Facebook (giusto per fare un esempio) e di regalare aiuto a una moltitudine di studenti con strumenti pensati per agevolare la condivisione di conoscenza e il mutuo aiuto. Già abbiamo fatto questo e molto altro.

Il nostro segreto? Nella nostra anima abbiamo scolpito gli ideali del software libero, per cui, quando sembra che agiamo da soli, in realtà dietro ogni nostra azione c’è il sostegno di mille, diecimila, centomila, un milione di persone invisibili che alimentano la nostra forza.

Fu così che feci da solo quel che altri giudicarono impossibile.

Ciò che conta veramente non è quanto è abile il nostro scrivere codice, ma quanto siamo disposti ad usare tale abilità per un bene che va oltre il nostro “piccolo io”, per servire piuttosto un “grande noi”.

Più condividiamo, più impariamo.
Maggiore è il nostro dono, maggiore è la nostra forza collettiva.

(23 luglio 2021)

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