Da che parte stai?

Durante la guerra di Corea, Toda, pensando alle sofferenze di quel popolo, scrisse:

«Soffro per i tanti che in questa guerra avranno perso il marito o la moglie e che andranno inutilmente in cerca dei loro cari. Ci sarà chi, perduti i propri averi e ridotto in miseria, in poco tempo morirà di stenti. Ci saranno giovani morti senza sapere perché e vecchie uccise mentre gridavano “Non ho fatto niente di male”. Ci saranno tanti bambini ignari di cosa significhi avere genitori e fratelli e chissà quante madri di famiglia penseranno che sia normale vivere con il solo vestito che hanno addosso. Quanti anziani si sorprenderanno a sognare il riso che una volta mangiavano? C’è forse chi, alla domanda “Da che parte stai?” non risponda subito con stupore “Dalla parte del cibo e di un tetto”?»

(tratto da: “I capitoli Hoben e Juryo”, Daisaku Ikeda, ISBN 8886031904, pag. 88, Esperia editore, 2013)

La Suprema Conoscenza

Nel santuario nascosto dell'essere, la Suprema Conoscenza attende, nascosta nell'ombra ma desiderosa di essere svelata. Gli uomini, inconsapevoli della loro sete di questa saggezza, vagano perduti in un dedalo oscuro, dove strade tortuose conducono a sofferenza e desolazione, a barbarie e conflitti senza fine.

Tale conoscenza rivela l'armonia insondabile fra soggetto e oggetto, il mistero dell'unità degli esseri. Riconoscere che l'intero cosmo è un tessuto di Coscienza è come scorgere l'universo in una goccia d'acqua. Noi, come onde, siamo l'infinita espressione dell'oceano della Coscienza, individualità illusorie in un mare di unità, entità connesse nell'intreccio della stessa essenza vitale.

Nell'abbraccio di questa verità, il miraggio dell'avidità, della collera e della stupidità si dissolve. L’atroce spettro della guerra si dilegua, sostituito dalla consapevolezza che il danno inflitto al prossimo è danno al proprio sé.

La Suprema Conoscenza è dunque la quiete profonda dell'anima, il riconoscimento di sé nell'Uno, la forza sublime che annienta ogni impulso violento.

Essa è il fulgore cosmico, eterno e ubiquo, che disperde le tenebre dell'ignoranza e spezza la catena sanguinosa che lega le creature alla violenza.

(4 novembre 2023)

L'Era della Persuasione Bellica > Dinamiche comunicative e psico-sociali per giustificare la guerra

Mentre il mondo si schiera e il conflitto si espande, sorge una domanda pressante: «Perché ci infliggiamo simili sofferenze?». È una questione che sfida ogni tentativo di spiegazione esaustiva, poiché la guerra, nella sua brutale semplicità, è un antico modo di affrontare i problemi, radicato nelle profondità della storia umana.

Diverse chiavi di lettura cercano di dare senso a questo fenomeno ancestrale. Alcuni individui, ad esempio, evocano l'intervento di entità aliene, in una cosmica contrapposizione che si ripercuote sulla Terra, mentre altri scrutano le configurazioni astrali, attribuendo a Marte, il dio della guerra, un'influenza diretta sui nostri comportamenti bellicosi.

Tuttavia, preferisco ancorare la riflessione a noi stessi, ad una "introspezione collettiva". È nostro, infatti, il talento nel creare illusori giustificativi, nel raggirarci con argomentazioni che dipingono la violenza come un percorso necessario o addirittura giusto.

Ma quali meccanismi ci portano a sostenere la guerra? La risposta può risiedere in una serie di sofisticate trappole comunicative e psicologiche, che vanno ben oltre la propaganda superficiale:

1. Polarizzazione: dividere nettamente la popolazione in due gruppi contrapposti.

2. Mostrificazione: raffigurare uno dei due gruppi come intrinsecamente malvagio e mostruoso.

3. Morale binaria: assegnare etichette di "bene" e "male" ai due gruppi, stabilendo una dicotomia morale assoluta.

4. Legittimazione e delegittimazione: celebrare le azioni di un gruppo come giuste e legali, mentre si denunciano le azioni dell'altro come criminali.

5. Dissenso come eresia: etichettare come "traditori" o "simpatizzanti del nemico" coloro che mettono in dubbio la guerra o le sue giustificazioni.

6. Esaltazione del martirio: glorificare chi va in guerra e chi supporta la causa bellica come eroi.

7. Ostruzione al dialogo: commettere atti volti a rendere il dialogo tra i gruppi impossibile.

8. Rabbia indotta: sostituire il pensiero critico con emozioni negative attraverso l'uso di immagini e narrazioni che provocano indignazione.

9. Costruzione del conflitto: adottare la sequenza "(1) creare un problema, (2) creare un  nemico additandolo come causa del problema, (3) proporre l'annientamento del nemico come soluzione".

10. Revisionismo storico: inventare una narrativa storica che giustifichi la guerra, ignorando o distorcendo le vere cause e la storia recente o passata.

11. Propaganda: diffondere sistematicamente messaggi che rafforzino la narrazione di guerra, utilizzando i media per escludere prospettive alternative.

12. Censura informativa: controllare l'informazione disponibile per sopprimere punti di vista contrastanti e rinforzare il messaggio ufficiale.

13. Simbolismo: creare e utilizzare simboli e slogan per rafforzare l'unità interna e l'opposizione al nemico.

14. Autoritarismo: sfruttare l'autorità e la tradizione per legittimare l'azione bellica.

15. Manipolazione degli eventi: utilizzare o inventare incidenti e attacchi per giustificare il rinnovato fervore bellico.

Queste tattiche ingannevoli tendono ad essere speculari e parallelamente impiegate da entrambe le parti in conflitto, portando a crimini e giustificazioni simili sotto la bandiera di presunti beni supremi.

Stiamo attenti. Cerchiamo di rimanere vigili contro ogni manipolazione.

Finché rimarremo in contatto con la nostra Coscienza, avremo ben chiaro che l'unico bene supremo è la Vita stessa, intrinsecamente opposta agli orrori della guerra. Ogni filosofia di pace, ogni religione e ogni sistema etico degno di considerazione pone al centro i diritti umani, sostenendo la loro inalienabilità e sacralità. È dovere di ciascuno di noi proteggere e valorizzare la vita di ogni persona, a cominciare dalla propria.

Coloro che onorano e curano ogni vita umana con rispetto incarnano le qualità di un'umanità profondamente evoluta, che è ciò di cui oggi, più che mai, abbiamo bisogno.

(3 novembre 2023)

Coscienza (Francesco Galgani's art, November 3, 2023)
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