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Conosciamoci - Un incontro interreligioso

Il potere della preghiera e della meditazione: una prospettiva scientifica interreligiosa

(In calce a questo articolo, riporto un documentario di Voyager)

In una recente riunione buddista a proposito della "non violenza", ho spiegato che, nella mia esperienza quotidiana, la non-violenza nasce dalla "compassione" che emerge con il "Daimoku", cioè con la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, ovvero con la preghiera. Compassione significa allargare il più possibile la propria vita comprendendo all'interno di essa anche gli altri, andando il più possibile oltre il proprio microcosmo. Siamo tutti collegati in una rete di inter-dipendenza, quindi il male che facciamo agli altri lo facciamo anche a noi stessi, il bene che facciamo agli altri lo facciamo anche a noi stessi: sebbene da un punto di vista strettamente razionale una tale comprensione sia difficile ma comunque possibile (riflettendo sul principio di causa ed effetto che regola tutto l'universo), a un livello più concreto, più quotidiano, il modo più diretto e più pratico per arrivare ad un tale modo di vivere compassionevole parte con la preghiera. Quando ci preoccupiamo seriamente del benessere di noi stessi e delle altre persone, degli animali, delle piante, di tutti gli esseri viventi, senza lasciarci intrappolare dagli schemi mentali, dai rancori, dagli attaccamenti, dall'orgoglio, allora stiamo sviluppando uno spirito compassionevole che crea la pace. Ma per tutto ciò serve una seria preghiera quotidiana: senza il sostegno d’una salda fede, gli istinti negativi possono prendere il sopravvento. Anche il leader della non-violenza, Gandhi, dava alla religione un ruolo centrale nel benessere sia individuale, sia della società: egli, infatti, riteneva che la politica avesse bisogno del sentimento religioso per tenere a freno i propri impulsi. Quando le persone perdono il sentimento religioso, che costituisce il sostegno per lo spirito, divengono preda degli istinti e ciò scatena l’animalità, la stupidità, la distruttività, l'angoscia e più in generale la negatività insita nell’essere umano. La preghiera e/o la meditazione cambiano invece significativamente in meglio la nostra vita, la vita di chi abbiamo intorno e il corso degli eventi.

Il documentario seguente propone una discussione su questi temi da un punto di vista scientifico e il più possibile interreligioso. Io penso che certi aspetti della nostra natura e della vita siano comprensibili solo tramite una salda fede e una preghiera sincera, e che pertanto sfuggano all'analisi strettamente razionale... ma la ragione è indispensabile per vivere, perché una fede senza ragione è fanatismo, mentre una ragione senza fede può prendere strade assai controproducenti e distruttive. Quindi ben venga un'analisi scientifica e interreligiosa sul potere della preghiera e dei suoi effetti personali e sociali.

Buone riflessioni e buona preghiera,
Francesco Galgani,
5 gennaio 2017

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Per andare insieme verso la Pace

Religioni per la Pace - World Alliance of Religions for Peace Summit
18 sett 2014 - Religioni per la Pace

Il summit del WARP, Alleanza Mondiale delle Religioni per la Pace, si è tenuto a Seoul, in Corea del Sud, il 18 settembre 2014. Molti leader religiosi mondiali si sono riuniti per firmare un accordo di pace.

Il 13 novembre 2016 si è tenuto un incontro pubblico, a Massa Marittima, nel quale alcuni aderenti all'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai sono intervenuti per illustrare i fondamenti del loro credo. Guardando questa iniziativa da una prospettiva più ampia, notiamo che in Italia c'è il desiderio di unire le persone e le religioni in uno impegno condiviso per il bene di tutti. Ad esempio, il 29 settembre 2016 il Centro culturale piemontese della Soka Gakkai ha ospitato l'incontro "Religione e Ambiente. Sviluppare un profondo rispetto a tutela della vita di tutti gli esseri" nell'ambito della dodicesima edizione di Torino Spiritualità. L'incontro è stato condotto dal sociologo Pierluigi Zoccatelli, vicedirettore del CESNUR (Centro studi sulle nuove religioni) che ha guidato gli esponenti di nove confessioni religiose (cristiana, Baha'i, ebrea, induista, buddista Soka Gakkai, mormone, musulmana, ortodossa e buddista Zen) in un'agile presentazione del loro credo sul rapporto tra esseri umani e natura. Domenica 4 settembre 2016, inoltre, a Chiavari (GE), nell'ambito della Festa dei diritti (iniziativa legata all'integrazione interraziale organizzata da CGIL e Comune) si è svolto l'incontro "Religioni per la Pace". Il dialogo tra le religioni è un segno dei tempi. Dialogo significa confronto, scambio di idee, rispetto, ascolto reciproco. I diversi rappresentanti religiosi, dalla Chiesa ortodossa alla Comunità ebraica, da quella islamica alla Chiesa evangelica battista, dalla Comunità cattolica all'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, hanno offerto il loro contributo su questi temi incontrandosi in un pensiero comune: condivisione e integrazione per aprire la strada al dialogo basato su valori comuni. Al centro dell'incontro il ruolo delle religioni come potenti motori per realizzare la pace mondiale.

E' proprio partendo da questi presupposti che avevo proposto un mio intervento nell'incontro pubblico a Massa Marittima, che però non ha trovato spazio nella scaletta degli interventi. Affinché non vada perso, lo regalo ai miei lettori, con l'auspicio di contribuire a gettare acqua sulle fiamme di disperazione che stanno bruciando il nostro povero mondo... come quel colibrì, di cui parlai tanto tempo fa, il 22 gennaio 2015, nell'articolo "Fare la propria parte per cambiare il mondo".

Possibile intervento per domenica 13 novembre 2016 a Massa Marittima
(proposto da Francesco Galgani)

Criteri per confrontare e verificare gli insegnamenti religiosi

Quanto segue sono parole di Daisaku Ikeda (che si riferisce a se stesso con lo pseudomino Shin'ichi Yamamoto), pubblicate in questa puntata della Nuova Rivoluzione Umana:

«Le epoche cambiano e la religione ha la missione e la responsabilità di continuare a infondere nello spirito umano la luce della saggezza per la costruzione della pace e della felicità.

A tale scopo è essenziale che le persone di fede continuino ad approfondire insieme la ricerca della suprema verità e si sforzino di confrontare e verificare gli insegnamenti stimolandosi reciprocamente per migliorare se stesse, altrimenti la religione finisce con l’allontanarsi dalla sfera sociale.

Quali sarebbero dunque i criteri che dovremmo utilizzare per confrontare e verificare gli insegnamenti religiosi? In parole semplici, potrebbero esprimersi sinteticamente nelle seguenti domande:

“Tali insegnamenti rafforzano o indeboliscono gli individui?”,

“Li rendono migliori o peggiori?”,

“Più saggi o più stolti?”.

Le religioni dovrebbero inoltre competere tra loro per poter contribuire al meglio all’umanità, ovvero dovrebbero sforzarsi di fare quella che il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunsaburo Makiguchi, chiamava “competizione umanitaria” (*).

Ciò significa che, invece di sottomettere l’altro con la forza, ad esempio militare, impegnarsi per conquistare la simpatia e l’approvazione della gente per ciò che si fa per la propria e l’altrui felicità, e per far crescere persone di valore che possano contribuire alla pace mondiale.

Se necessario per il conseguimento della pace e della felicità, sarà ugualmente importante collaborare e creare rapporti di solidarietà che trascendano le differenze religiose.

[...]»

(*) Ho trovato questo documento in cui, da pag. 4 (ultimo paragrafo), è spiegato cos'è la "competizione umanitaria": http://www.sgi-italia.org/pdf/SokaGakkai/Ikeda%20presenta%20SGI_INTEGRALE.pdf

Democrazia e religioni non nascono per fomentare controversie e guerre

Quanto segue sono parole di Josei Toda, pubblicate in questa puntata della Nuova Rivoluzione Umana (in cui l'autore, Daisaku Ikeda, si riferisce a se stesso con lo pseudomino Shin'ichi Yamamoto):

[...] Nel 1956, quando Josei Toda era secondo presidente della Soka Gakkai, accaddero i “fatti d’Ungheria”, sullo sfondo della tensione tra est e ovest: l’esercito sovietico varcò il suolo ungherese dove venne instaurato un governo filo-sovietico. Con il desiderio di far sparire dalla terra simili dolorosi avvenimenti, Toda scrisse subito dopo: «Posso affermare con certezza che sia la democrazia che il comunismo non sono stati pensati per creare conflitti tra gli individui. Malgrado ciò, è penoso constatare il fatto che queste due correnti di pensiero stiano suscitando nel mondo, politicamente ed economicamente, occasioni di controversia».

Egli aveva colto e respingeva categoricamente le contraddizioni di tali ideologie nate per la felicità delle persone, chiedendosi perché provocassero invece ostilità e conflitti. «Se pensiamo alla figura di Shakyamuni, a quella di Gesù Cristo o di Maometto, sicuramente essi non avrebbero dato origine a dispute o controversie. Se questi personaggi di esemplare saggezza si riunissero tutti insieme, e se a tale consesso si unissero anche Karl Marx o David Ricardo, e se la riunione si ampliasse fino a includere Immanuel Kant o T’ien tai, sicuramente essi non solleverebbero controversie infondate».

Tra le cause che provocano i conflitti, Toda individuava l’atteggiamento di «non comprendere correttamente e non accettare il punto di vista di persone con più esperienza, come i fondatori di religioni e correnti filosofiche, e di diffondere nel popolo idee distorte, guidati dall’egoismo, dall’invidia e dalla collera».

Fondamentalismo religioso: capirne le cause e l'atteggiamento necessario per prevenirlo

Quanto segue è stato scritto da Daisaku Ikeda (che si riferisce a se stesso con lo pseudonimo Shin'ichi Yamamoto) e pubblicato da "Il Volo Continuo" alle pagine seguenti:

«[...] Pavel Ivanovič Birjukov, discepolo di Lev Tolstoj, sintetizzò in sei punti le ragioni per cui, secondo il suo maestro, gli esseri umani non possono vivere senza una religione.

«Primo: solo la religione attribuisce all’individuo la capacità di stabilire ciò che è bene e ciò che è male. Secondo: senza una religione l’essere umano non può comprendere se ciò che sta facendo è positivo o negativo. Terzo: solo la religione può distruggere l’egoismo. Quarto: solo la religione può eliminare la paura della morte. Quinto: solo la religione può dare un significato all’esistenza umana. Sesto: solo la religione può instaurare l’uguaglianza tra le persone».

Tali affermazioni dimostrano che l’esistenza della religione è indispensabile per realizzare la felicità degli esseri umani e la pace nel mondo.

Durante il colloquio, Bryan Wilson e Shin’ichi Yamamoto scambiarono i loro punti di vista riguardo alla missione che avrebbe dovuto avere in futuro la religione. Mentre dialogavano, Shin’ichi disse: «Vorrei chiederle, professor Wilson, di dirmi molto francamente e obiettivamente la sua opinione sulla Soka Gakkai, nel caso in cui ne abbia una. Desidero ascoltarla molto umilmente per lo sviluppo futuro della Gakkai, concepita come una religione per l’umanità rivolta verso il ventunesimo secolo».

Il professore, con gli occhi raggianti, rispose: «Le sue parole, presidente, sono indice di una mentalità davvero progressista e di un atteggiamento estremamente importante per un leader religioso». E motivò la sua affermazione spiegando che molte religioni tendono ad aggrapparsi al passato, a cadere nel fondamentalismo e nel dogmatismo e a perdere l’energia necessaria per rivitalizzare la propria epoca. Poi aggiunse: «Vorrei continuare questo sincero scambio di opinioni con lei, presidente».

I due concordarono quindi di rincontrarsi per approfondire i loro dialoghi e pubblicarne una serie in un prossimo futuro.

Shin’ichi Yamamoto sentiva che il colloquio con il professor Wilson era stato estremamente significativo. Si erano trovati d’accordo su molti punti, in particolare aveva condiviso profondamente la preoccupazione e il segnale d’allarme espresso dal professore sul rischio che correvano le religioni di cadere nel fondamentalismo e nel dogmatismo. Gli esseri umani, come pure le religioni, si adattano alla loro epoca, alla loro società.

Anche i fondatori delle varie religioni hanno rivelato i loro insegnamenti in determinate epoche e società. Di conseguenza, se è vero che un insegnamento si basa su princìpi immutabili, è anche vero che dovrà includere aspetti mutabili per poter rispondere flessibilmente alle differenti culture, alle abitudini locali dei singoli paesi e ai cambiamenti delle diverse epoche.

Il Buddismo si basa sul concetto di zuiho bini, che spiega come l’insegnamento buddista debba adattarsi alle culture, alle usanze e alle consuetudini locali relative alle varie epoche, purché non siano in contrasto con i suoi princìpi fondamentali. Tale concetto non indica semplicemente l’importanza di adeguarsi alle differenze e ai cambiamenti in atto nella società e nel periodo in cui si vive, ma soprattutto insegna a rispettare attivamente le diversità culturali e dei vari ambiti dell’esistenza.

L’assenza di una visione come quella espressa dal concetto di zuiho bini può portare al fondamentalismo e il dogmatismo. In altre parole, facendo del proprio insegnamento religioso, della propria cultura, dei propri usi e costumi un “bene assoluto”, si assume una posizione di rifiuto della diversità e del cambiamento.

In definitiva, ciò porta a giudicare arbitrariamente tutto ciò che è diverso da noi come un “male” che bisogna discriminare ed escludere.

Con profondo acume il filosofo, fisico e matematico francese Blaise Pascal dichiara: «Più un individuo si basa su una coscienza religiosa, più sarà in grado di eliminare radicalmente, con gioia ed entusiasmo, il male dalle sue azioni».

Non bisogna quindi perdere la consapevolezza che la religione può diventare un’arma a doppio taglio. In origine essa esiste per la felicità degli individui, per la prosperità della società e per la pace mondiale. Per un ripristino delle sue funzioni è necessario che la religione svolga la sua missione originale, ma per realizzare ciò deve continuare a chiedersi quale sia il suo ruolo.

È solo attraverso una costante riforma e crescita individuale che una religione potrà sviluppare una forza così grande da realizzare una riforma della società.

È naturale che i religiosi siano fortemente convinti della veridicità dell’insegnamento che professano, altrimenti non potrebbero né propagarlo, né farne un solido e irremovibile pilastro spirituale. L’importante è che le loro dottrine siano avvalorate da prove sicure in modo da non essere contraddette nel momento in cui vengono verificate.

Una convinzione non validamente comprovata rimane una fede cieca, un atteggiamento autocompiacente. [...]»

Buone riflessioni,
Francesco Galgani,
25 agosto 2016

Per il bene della pace. Sette sentieri verso l'armonia globale. Una prospettiva buddista

Per amore della pace e del benessere di ognuno di noi, suggerisco un'attenta lettura del libro "Per il bene della pace. Sette sentieri verso l'armonia globale. Una prospettiva buddista" (titolo originale: "For the Sake of Peace. Seven Paths to Global Harmony. A Buddhist Perspective", edito da Middleway Press SGI-USA, Santa Monica CA, 2001), che raccoglie discorsi tenuti presso università e proposte di pace presentate all’ONU da Daisaku Ikeda dal 1976 al 2001.

I capitoli, tradotti in italiano, sono stati pubblicati a puntate sulla rivista "Buddismo e Società" tanti anni fa (da BS 88 del 2001 a BS 102 del 2004), ma i contenuti sono ancora tremendamente attuali e in grado di illuminare il nostro presente e le nostre vite. Riporto in questa pagina i link originali agli articoli di Buddismo e Società (liberamente consultabili senza bisogno di login) e, di seguito, la loro trascrizione completa. L'autorizzazione alla ripubblicazione nel presente blog è concessa dall'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.

Poiché il testo è lungo, per agevolare sia coloro che preferiscono "ascoltarlo" magari durante una passeggiata o altri momenti non impegnativi, sia coloro che sono ipovedenti o che hanno altre difficoltà di lettura, accanto ad ogni capitolo riporto un MP3 generato con un buon sintetizzatore vocale, che, pur con i suoi limiti e i suoi errori, nel complesso permette un ascolto agevole. Seguono link agli articoli originali, lista degli MP3 e la trascrizione completa del libro.

L'ultima guerra - Non è guerra di religione - Un vero uomo non odia nessuno

L'ultima guerra

Come un messaggio in una bottiglia,
trasportata dalle correnti della vita,
per giungere in mani giuste
e orecchie pronte,

così io lascio queste parole,
affidate a una sincera speranza,
affinché il tuo cuore possa leggerle
ora e per sempre.

Custodiscile e trasmettile,
affinché possa esistere un futuro
per te, per le persone intorno a te,
per coloro che verranno:

«Lavati da ogni bisogno di dominio,
liberati dal desiderio di sofferenza altrui,
e soprattutto, se vuoi esser degno d'esser nato,
uccidi la voglia di uccidere».

(Francesco Galgani, 14 aprile 2014)
https://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/99-lultima-guerra


 
PaceIl breve comunicato che segue è tratto dalla sezione "Notizie" del sito della Soka Gakkai Italiana. L'immagine a lato è da fonte sconosciuta (dovrebbe trattarsi di una foto scattata a Budapest).

Non è guerra di religione (http://www.sgi-italia.org/press/Notizie.php?id=587)

Ormai da settimane si susseguono stragi che coinvolgono persone inermi, donne, bambini, sacerdoti: Nizza, Saint-Etienne du Rouvray, Monaco, Pakistan, Iraq e altre zone del mondo

04/08/2016: Ormai da settimane si susseguono stragi che coinvolgono persone inermi, donne, bambini, sacerdoti: Nizza, Saint-Etienne du Rouvray, Monaco, Pakistan, Iraq e altre zone del mondo dove, senza clamore mediatico, migliaia di umani – e in special modo bambini – vedono quotidianamente a rischio la loro vita.
La Soka Gakkai Italiana esprime solidarietà e vicinanza alla comunità cattolica e a tutti i parenti delle vittime, e condanna chi specula su tali sofferenze per convogliare l'opinione pubblica verso l'idea di una guerra di religione. Cosa ha imparato l'umanità dalla lezione di violenza del secolo scorso? Scrive a tal proposito il Maestro Daisaku Ikeda: «In questo nuovo secolo, il XXI, il principio che l'uccisione non è accettabile o giustificata in nessuna circostanza deve diventare l'assunto morale fondamentale dell'umanità. Se non riusciamo a diffondere ampiamente e impiantare profondamente in ogni persona il principio che la violenza non è mai giustificata come mezzo per sostenere le proprie convinzioni, l'umanità non avrà imparato niente dalla lezione del XX secolo. La vera battaglia del XXI secolo non sarà tra le civiltà o tra le religioni, ma piuttosto tra violenza e nonviolenza. Tra barbarie e civiltà nel senso più autentico della parola» (Daisaku Ikeda, novembre 2001). I praticanti buddisti della Soka Gakkai ogni giorno pregano per la trasformazione pacifica del loro cuore e dell'umanità e, allo stesso tempo, agiscono in tal senso aprendo dialoghi di pace nelle loro comunità di vita.


 
Un vero uomo non odia nessuno - A true man hates no one

Non so come Napoleone Bonaparte, che è passato alla storia come uomo di guerra, abbia potuto esprimere un pensiero così bello, che ho trovato su più fonti. Comunque, al di là del fatto che siano state veramente parole sue o no, penso che meritino di essere tenute a mente.
Io aggiungo: anche una vera donna non odia nessuno.

Un vero uomo non odia nessuno - A true man hates no one

Cibo e spiritualità, alimentazione e religione: una proposta interreligiosa per un'educazione ecologica

Nel maggio 2016, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso ha inviato una lettera a tutti i buddisti, in occasione della festa del Vesakh che cade l'ultima domenica di maggio, intitolata: "Buddisti e Cristiani: Promuoviamo Insieme un'Educazione Ecologica".

Desidero condividere con quante più persone possibili la seguente risposta, che ho inviato il 7 giugno 2016, con l'auspicio di contribuire a un dialogo produttivo di cambiamenti più che mai urgenti.

Al Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso
 
Ogg.: Risposta al messaggio per le comunità buddiste in occasione della Festa di Vesakh 2016
 
Innanzitutto esprimo la mia gratitudine a Sua Santità Papa Francesco e alla Chiesa Cattolica da Egli rappresentata per l'impegno accalorato nel dialogo interreligioso e nel rispetto delle diversità culturali. Sono rimasto particolarmente colpito dal messaggio di grande “Amore” per la natura e per tutti gli esseri viventi veicolato dall'evento Fiat Lux: illuminare la nostra casa comune dell'8 dicembre 2015, nella Basilica di San Pietro.
Credo fermamente, come ribadito dal Vostro messaggio rivolto alle comunità buddiste, che un impegno serio e condiviso per salvaguardare la nostra casa comune dalla progressiva distruzione operata dall'essere umano sia la necessità più urgente per ogni religione. Io, come cittadino del mondo e come persona particolarmente attenta alle ricerche operate per valute l'impatto ambientale delle attività umane e l'impronta ecologica degli stili di vita, ho seri e comprovati motivi per ritenere che il peso maggiore sull'ambiente e, collateralmente, sulla salute delle scelte individuali di ogni cittadino sia innanzitutto nelle scelte alimentari. A tal proposito, il Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione ha diffuso dati che non lasciano spazio a equivoci:
Anche recenti documentari, come Cowspiracy, chiariscono ogni dubbio in proposito:
A tutto ciò andrebbe aggiunto che gli allevamenti animali sono lager in cui l'essere umano contemporaneo sta manifestando crudeltà e disprezzo per la vita, mancando completamente di amore, compassione e gratitudine per il Creato.
La maggior parte delle persone in Italia e nei paesi più ricchi si sta nutrendo della sofferenza arrecata a creature innocenti, acquatiche e terrestri, contribuendo massicciamente alla devastazione ambientale e ad autoinfliggersi malattie anche gravi, altrimenti evitabili. I dati ecologici, salutistici, medici, nonché le recenti informazioni sull'“apocalisse antibiotica” (*) causata principalmente dagli allevamenti animali, non fanno altro che confermare che la scelta più rilevante che ogni persona può attuare per tutelare l'ambiente, e la propria salute, è adottare uno stile alimentare strettamente vegano:
Un tale cambiamento di abitudini, se si diffondesse, basterebbe per cambiare il mondo e molti altri miglioramenti verrebbero di conseguenza.
Purtroppo un semplice messaggio come questo è spesso contrastato dai mass media e dalla pubblicità commerciale ovunque imperante, innanzitutto per interessi economici di parte, oltreché per non conoscenza o peggio per colpevole offuscamento della verità. A tal proposito, basta osservare come le recenti indicazioni alimentari dell'OMS, che ha invitato il mondo ad astenersi dal consumo di carne rossa e di carne lavorata, siano disattese dalla popolazione e, al contempo, in che modo siano state diffuse dai giornali travisandole; da aggiungere che un cambiamento di regime alimentare delle popolazioni più ricche è il requisito minimo indispensabile per assicurare che tutte le persone del mondo abbiano la possibilità di nutrirsi:
La politica non sta facendo nulla in tal senso. E le religioni? Credo che stile alimentare e spiritualità non siano separabili, sia per gli effetti che il cibo ha sul corpo e sulla mente, sia perché non è possibile parlare di amore, di giustizia e di un cambiamento interiore dell'essere umano seguitando a uccidere e a provocare infinite sofferenze alle creature di questo mondo. Non c'è licenza d'uccidere che possa trovar posto nel cuore di chi ama la natura, la vita, le persone. Anche la produzione di latte e uova implica uccisione di animali e problemi di salute.
Ciò non toglie, ovviamente, che occorre attivarsi su molti fronti per salvaguardare il nostro pianeta, ma una seria messa in discussione dello stile alimentare dominante mi pare imprescindibile. E' mia opinione che l'essere umano dovrebbe imparare a contenere i propri desideri e a trovare appagamento nell'incontro cuore a cuore con altre persone, anziché cadere nell'avidità senza fine che governa la nostra società e la nostra economia, avidità che si sta rivelando distruttiva sia per le persone sia per l'intero pianeta.
 
Vi sarei immensamente grato se Sua Santità Papa Francesco potesse leggere questa mia e-mail.
 
Porgo rispettosi saluti,
con un desiderio di pace e felicità per tutti,
dott. Francesco Galgani
 
 

Proposta di Pace 2016 - Il rispetto universale della dignità umana: la grande strada che porta alla pace

Si veda anche: Proposta di Pace 2017 - La solidarietà globale dei giovani annuncia l'alba di un'era di speranza

SCARICA AUDIO DELLA PROPOSTA DI PACE 2016 - LETTURA IN MP3
(registrazione realizzata da "Buddismo e Società")

Le proposte di pace - http://www.sgi-italia.org/approfondimenti/PropostePace.php

Dal 1983, il 26 gennaio di ogni anno – in commemorazione del giorno della fondazione della Soka Gakkai InternazionaleDaisaku Ikeda invia una “Proposta di Pace” alle Nazioni Unite e a personalità di tutto il mondo.
Al centro del suo pensiero si trovano riflessioni sulla pace, sulla convivenza degli esseri umani nel pianeta, sul rispetto per l’ambiente e per ogni forma di vita, sull’abolizione delle armi nucleari, della guerra e della violenza, sul rafforzamento delle Nazioni Unite.
Ikeda pone una particolare attenzione ai processi educativi: strumenti fondamentali per la formazione di cittadini che sentano il mondo intero come loro casa e siano preparati per quella che Ikeda definisce “la diplomazia della gente comune”.
Gli scritti prendono in esame tutti i problemi che l’umanità si trova ad affrontare e mettono in risalto – oltre alle possibili soluzioni – anche le basi filosofiche che possono sostenere e promuovere un radicale cambiamento.
(Su questo blog è presente anche la Proposta di Pace 2015).

Fonte originale: Buddismo e Società n.176 - maggio giugno 2016 (link all'articolo originale)
Autorizzazione alla ripubblicazione nel presente blog concessa dall'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Proposta di pace 2016

di Daisaku Ikeda

Il rispetto universale della dignità umana: la grande strada che porta alla pace

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