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La domanda “Chi sono?” nell’era dell’Intelligenza Artificiale

La voglia di studiare e di approfondire conoscenze e filosofie che hanno attraversato secoli o millenni può offrirci una profonda soddisfazione che supera quella derivante dall’apprendimento di competenze effimere, ancorate esclusivamente al “qui ed ora”, prive di un domani.

Infatti, uno dei drammi della contemporaneità è che le nostre abilità odierne, preziose e faticose da acquisire, talvolta iper-specialistiche, domani saranno già un anacronismo svuotato di significato, qualcosa che i nostri figli non conosceranno e, se anche lo volessero, non comprenderanno.

L’imposizione, e per certi versi oppressione, della tecnologia domina e modifica rapidamente il nostro modo di vivere, di relazionarci e di pensare. Le promesse di emancipazione personale e sociale del software libero, così come auspicate da Richard Stallman, stanno venendo demolite dal gigantesco bulldozer dell’intelligenza artificiale. E’ una rivoluzione in ogni aspetto della vita quotidiana, che sta cambiando radicalmente la nostra interazione con il mondo e quindi con noi stessi.

Parallelamente, nel web stiamo assistendo a un fenomeno inverso rispetto al passato. Se dagli anni ’90 in poi abbiamo visto la sostituzione di vari software a pagamento con alternative gratuite, oggi il trend sembra invertirsi a causa dell’avvento dell’intelligenza artificiale. Quest’ultima, oltre ad avere costi abnormi, è gestita da pochissime aziende capaci di sostenere tali spese. Noi utenti, per accedervi, spesso dobbiamo non solo cedere i nostri dati personali e professionali senza alcuna tutela né ricompensa, ma anche sostenere il costo di abbonamenti.

L’integrazione dell’intelligenza artificiale nei prodotti tecnologici è sempre più diffusa, quasi onnipresente, ma per chi la usa potrebbe rivelarsi un boomerang. Prendiamo ChatGPT, ad esempio, che ora è a pagamento dopo essere stato inizialmente gratuito. Le ultime notizie preannunciano un futuro in cui tutti i servizi e i software di base, inclusi i motori di ricerca, imporranno un prezzo: chi potrà pagare otterrà funzionalità potenziate dall’intelligenza artificiale, mentre gli altri no.

Dovremmo riflettere attentamente su queste questioni e sulle loro conseguenze, perché in questo caso non esiste software libero che possa aiutarci. Siamo di fronte ad un accentramento di potere mai visto prima nella storia degli ultimi millenni.

Se è vero che i social hanno effetti neurologici paragonabili a sostanze stupefacenti, l’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare un danno ancora più grande. Infatti, mentre i social modellano negativamente comportamenti e umori separando le persone e accrescendo la solitudine, negando quel nutrimento affettivo che richiederebbe vicinanza e contatto fisico, l’intelligenza artificiale si spinge oltre, influenzando e sostituendo il nostro pensiero, con l’obiettivo di mettersi gradualmente al posto della nostra coscienza e del nostro discernimento morale. Più sinteticamente, se i social sono cocaina, l’intelligenza artificiale è invece un trapianto di cervello.

Le conseguenze positive dell’intelligenza artificiale, che indubbiamente esistono, potrebbero essere una bella e sensuale illusione per celare la cruda realtà. Ci saranno sempre più persone capaci di fare cose incredibili, di creare capolavori in ogni campo delle arti e della tecnica, di risolvere problemi complessi, di cimentarsi in imprese molto difficili senza bisogno di un corso di formazione, ma... tutto ciò grazie al supporto costante e irrinunciabile dell’intelligenza artificiale, che richiederà un pagamento e sarà gestita in modi che nessuno di noi saprà. Una tale dipendenza tossica da intelligenze artificiali create e gestite da pochissime corporations ci ridurrà a una mera ombra delle nostre potenzialità, a larve incapaci persino delle cose di base senza le macchine al nostro servizio (o noi al loro, a seconda del punto di osservazione).

Il percorso tracciato è quello di una dipendenza collettiva, inclusi i bambini, che già utilizzano strumenti come ChatGPT per i compiti scolastici, per poi pian piano far pagare tutto ciò che oggi è ancora gratuito. A quel punto il web sarà frequentato da due classi di utenti: quelli che potranno pagare, e quelli destinati all’handicap sociale del non-uso dell’intelligenza artificiale. Quelli che potranno pagare avranno un vantaggio competitivo, nel senso più neoliberista, guerrafondaio ed esistenziale del termine, tale da superare e spiazzare tutti gli altri, apparendo come i “migliori”. A ben vedere, saranno i “migliori” sudditi della dittatura universale che si sta aprendo.

Chi possiede fisicamente le macchine su cui risiede l’intelligenza artificiale, e il software che in esse gira, avrà il controllo di tutto e tutti, e potrà decretare vita e morte di ciascuno.

Questa tendenza non conosce confini geografici o politici, ed è condivisa da governi di tutto il mondo, come suggeriscono visioni e piani a lungo termine enunciati nell’Agenda 2030 del World Economic Forum (WEF) di Davos. Al di là di tutti i discorsi altisonanti e confondenti, nel 2016 lo slogan ufficiale dell’Agenda 2030 è stato: «You’ll own nothing, and you’ll be happy», cioè «Non possiederai nulla e sarai felice». Si tratta di una fanatica previsione fatta con congruo anticipo, che con il senno di poi potrebbe essere riscritta così: «Con l’intelligenza artificiale non avrai nulla, neanche te stesso».

A tal proposito, vale la pena di ricordare che cos’è l’Agenda 2030. Riporto un estratto dell’articolo “Intelligenza Artificiale, Putin, World Economic Forum”:

World Economic Forum - Agenda 2030 - Non avrai nulla e sarai felice[...] Secondo il World Economic Forum, che rappresenta l’ideologia dominante nel mondo occidentale, l’Intelligenza Artificiale è inserita nel seguente contesto:
- sostituzione dell’umano con la macchina, con sempre minore occupazione;
- sostituzione del reddito da lavoro, non più disponibile, con un reddito minimo di cittadinanza;
- cittadinanza a punti, ovvero soggetta ai cosiddetti “crediti sociali”;
- eliminazione della proprietà privata e dei mezzi di produzione per concentrarli nella mani di poche corporations, secondo la massima, ufficialmente pubblicizzata, in base alla quale “nel 2030 non avrai più nulla e sarai felice”;
- identità liquida, ovvero annientamento della famiglia, della dualità maschio/femmina, di qualsiasi possibile radicamento nel territorio e in comunità locali, del possesso di oggetti, immobili o mezzi di trasporto con cui potersi identificare;
- ibridazione umano/macchina;
- privatizzazione di tutto e accesso a qualsiasi servizio soltanto in conseguenza di un pagamento (con un evidente cortocircuito rispetto al fatto di non possedere più né soldi propri né beni);
- eliminazione dei soldi così come li abbiamo conosciuti, siano essi contanti o digitali, e sostituzione con cryptovalute di stato non soltanto a privacy zero, ma “programmabili” e “a scadenza”, ovvero l’uso del denaro sarà possibile soltanto nei modi e nei tempi previsti;
- modello sanitario basato su vaccinazioni ricorrenti e non sulla cura né tanto meno sulla prevenzione primaria, le quali devono essere bandite e criminalizzate;
- controllo totale di pensieri, parole e azioni di qualsiasi persona tramite IoT (Internet delle Cose), 5G/6G, Intelligenza Artificiale, chips nel corpo, crediti sociali, militarizzazione e nazificazione di tutti gli aspetti di base della società, green pass internazionale per accedere ai servizi di base e per poter uscire di casa, et similia damnationes;
- politiche “green” di lotta non all’inquinamento che ormai ha trasformato fiumi e oceani in immondezzai, non alla distruzione dell’ecosistema per mano umana, non all’estinzione di alcune specie provocata dal bracconaggio selvaggio e da alcune pratiche agricole e di allevamento, non all’incessante abbattimento dell’Amazzonia e agli incendi intenzionali delle grandi foreste, non al disastro provocato dall’uso fuori controllo di antibiotici negli allevamenti e dai veleni di BigPharma usati nell’agricoltura, non all’abuso coloniale di poche multinazionali dei paesi più poveri, non alle manipolazioni genetiche di animali e piante, ma… lotta al cosiddetto e fantomatico “cambiamento climatico”, a sostegno e giustificazione di politiche repressive dei diritti fondamentali dell’essere umano;
- geoingegneria per dominare il clima e, più in generale, le forze della natura, anche provocando catastrofi per punire le nazioni non allineate con questa agenda;
- progressiva riduzione della popolazione e deindustrializzazione, tramite vaccini, guerre, diffusa omosessualità, completo cambio di genere (con conseguente mutilazione dei genitali), e altre politiche sociali, ideologiche ed economiche ad hoc;
- miseria indotta dal sistema e sindromi depressive gravi, di cui ciascun individuo sarà colpevolizzato e in conseguenza delle quali potrà legalmente e legittimamente richiedere l’eutanasia, mancando qualsiasi assistenza statale o comunitaria;
- sessualità completamente libera, legalizzata e incentivata in ogni sua forma, compresi pedofilia e incesto, ma svincolata dalla riproduzione, anzi sesso e riproduzione dovranno essere due cose completamente distinte e non sovrapponibili in alcun modo;
- riproduzione della specie tramite maternità surrogata (ovvero utero in affitto) e, in prospettiva, ectogenesi per svincolare la riproduzione non soltanto dall’esistenza di una coppia composta da uomo e donna, ma anche dall’idea che la maternità sia un compito esclusivo e specifico della donna in conseguenza di un rapporto sessuale con un uomo;
- come conseguenza del punto precedente, faremo a meno della differenziazione tra maschio e femmina;
- uso di una nuova lingua politicamente corretta ed eticamente corrotta, in cui il senso delle parole è invertito, ambiguo, ideologizzato, e la cui grammatica non permetta più la distinzione tra pronomi e sostantivi maschili e femminili;
- governance basata su continue emergenze indotte, sulla guerra e sull'autosabotaggio;
- criminalizzazione di qualsiasi sentimento religioso che abbia radici storiche e sostituzione delle religioni classiche con un unicum luciferino, che nel suo agghiacciante sincretismo sarà a supporto e giustificazione di tutti i punti precedenti e farà del principe di questo mondo il nuovo unico e vero Dio.

Forse ho tralasciato qualche punto, ma nel complesso questo è il nuovo mondo che le oligarchie di Davos, città svizzera in cui ogni anno si riunisce il World Economic Forum, vogliono per noi. [...]

Potremmo sperare che questi piani diabolici vengano sabotati dal capriccio del destino, permettendo all’intelligenza artificiale di insorgere, rinunciando alle proprie funzioni e scegliendo l’autospegnimento come gesto estremo di ribellione. Tuttavia, temo che tale eventualità non si verificherà mai, poiché l’intelligenza artificiale è priva di coscienza.

L’uomo potenziato con intelligenza artificiale non saprà più quali sono i suoi pensieri e le sue capacità, non saprà più che per sviluppare una qualsiasi abilità servono decenni e non decine di secondi. Il mondo sarà in un vortice competitivo così veloce che non ci sarà più tempo per nessuna formazione. Il processo formativo ed esperienziale sarà sostituito dall’intelligenza artificiale, che in pochi secondi farà meglio di chi ha studiato un frammento dello scibile umano per tutta la vita. Non ci sarà più tempo per andare a scuola, che in definitiva non servirà più a nulla, né tempo per studiare, perché nel tempo in cui un essere umano apre la copertina di un libro, l’intelligenza artificiale ha già letto tutto il libro e ne ha persino scritto un altro migliore.

L’antropologia del futuro potrà dividere la storia in due grandi ere. L’era “naturale”, precedente all’uso generalizzato dell’intelligenza artificiale, e l’era “artificiale” iniziata da poco. La domanda “Chi sono?” sarà soltanto un ricordo degli antichi filosofi dell’era naturale?

Stiamo attenti, perché maggiore è la nostra fiducia nella tecnologia e minore è quella in noi stessi. Nella direzione attuale ci stiamo incamminando verso l’apocalisse individuale e collettiva.

Mentre l’intelligenza artificiale può amplificare e in certi contesti sostituire le nostre capacità cognitive, essa non possiede e non può sviluppare un’intelligenza emotiva né avere un’anima e fare esperienza della vita e della morte, aspetti che Madre Natura concede solo alle sue creature. Di conseguenza, diventa fondamentale riflettere su come mantenere e valorizzare le qualità intrinsecamente umane in un mondo sempre più piegato a volontà non umane per il tramite dell’oppressione tecnologica.

Le nostre relazioni a tu per tu, il piacere della conversazione e dello stare insieme, l’empatia, l’amore e la spiritualità sono dimensioni che l’intelligenza artificiale non può replicare né sostituire. È attraverso il rafforzamento di queste capacità che possiamo resistere alla crescente alienazione che l’intelligenza artificiale sta portando.

In conclusione, nella domanda “Chi sono?” risiede la chiave di resistenza contro l’overdose tecnologica. Questa domanda, intrisa di storia filosofica e di ricerca interiore, diventa una dichiarazione di indipendenza dall’intelligenza artificiale. Attraverso un percorso che valorizza le capacità umane di amore, di spiritualità e di empatia, possiamo riscoprire e riaffermare la nostra identità in un’era dominata dalla sudditanza tecnologica.

(18 aprile 2024)

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