Monte di Venere

Ai piedi del monte c'è un boschetto
che di cercare alla mia età non smetto
le han dato il nomignolo di Venere
dice, qualcuno, cambi l'uomo in cenere.

A volte mi ci perdo coi pensieri
lo gusto come fichi nei panieri
che poi consumo all'ombra di un platàno
certi piaceri van gustati piano

perché se li consumi troppo in fretta
resti giù al piano senza andare in vetta
e perdi il gusto del boschetto nero
che allieta spesso ogni tuo pensiero.

Sì, si lo so, non me lo ricordare
Ma certe gioie non le potrò scordare
E fin che posso il monte vo a scalare
Anche se poca strada posso fare.

Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 25.7.2023 - 17:49)

Venere

Libertà di parola? Vietato commentare la Pubblica Amministrazione

Nel mio precedente articolo, avevo commentato la libertà di dissentire, prendendo spunto dal putiferio accaduto per il disegno di una bambina.

Vediamo adesso come vanno le cose in Italia. C'è una notizia riportata dal Fatto Quotidiano che inizia così:

Il Governo Meloni mette definitivamente il bavaglio ai dipendenti pubblici e nel mondo della scuola scatta la preoccupazione. Presidi, maestri, professori, dirigenti amministrativi, collaboratori scolastici (così come tutti gli impiegati dello Stato) dal 14 luglio [2023] non potranno più fare un commento, esprimere un’opinione su Facebook, su Twitter, su Instagram o su qualunque altro social media. [...]

Poteva anche andare peggio, ad es. proibendo per sempre a qualsiasi cittadino di esprimere un'opinione non gradita al Potere del momento. Questa è la strada auspicata da quei pochi fanatici che comandano il mondo, e ci arriveremo... se non ci sarà prima un sussulto di dignità da parte di noi persone comuni e soprattutto la capacità di creare comunità, oggi completamente assente.

(13 luglio 2023)

Libertà di dissentire?

Masha Moskaleva

Mentre la raccolta firme in Italia per indire due referendum contro la guerra e uno a protezione della sanità pubblica è sostanzialmente fallita, salvo improbabili sorprese degli ultimi giorni, mi sto ancora ponendo domande sull’area del dissenso.

Il problema, forse, è all’origine del concetto stesso di libertà di pensiero e di espressione: dissentire è un diritto? Oppure quando ci troviamo dentro un gruppo, per scelta, per costrizione o per destino, l’unico pensiero ammesso è quello che si conforma a tale gruppo?

Il disegno qui riportato risale a marzo 2013 ed è di Masha Moskaleva, bambina russa di 12 anni. E’ un disegno che ha scatenato sia un bel putiferio nella sua vita, sia una grande strumentalizzazione in rete e nella stampa filo-occidentale. La conseguenza di tale libera espressione di pensiero è stata l’arresto del padre e la consegna della bambina ad un orfanotrofio. Io non sto minimamente sostenendo le idee di Masha, di cui però apprezzo il cuore compassionevole e anche la grande ingenuità. La situazione reale della guerra, e delle sue cause, è molto più complessa di come da lei disegnata, ma non è questo il punto.

Quello che mi interessa notare è che lei sta esprimendo un’opinione minoritaria all’interno del sistema russo, facendo parte di una certa “area del dissenso” contro l’operazione militare speciale, e per questo sia lei che il padre sono stati pesantemente puniti.

Anche in Italia bambini e genitori che fanno parte di un’altra area del dissenso, e nello specifico di quella contro l’obbligo vaccinale, sono stati pesantemente puniti, anche in questo caso con l’allontanamento dei bambini dalla famiglia, con ricatti, violenze, esclusione sociale, scolastica e lavorativa.

Sembra che le aree del dissenso siano sempre mal tollerate dal sistema. Ma anche il dissenso dentro l’area del dissenso è poco tollerato.

Tra l’altro, l’area del dissenso italiana, che è fortemente critica verso il sistema NATO, spesso cerca di esprimere amicizia verso la Russia piuttosto che ostilità, per cui non sottolinea troppo le vicende come quella di Masha Moskaleva, altrimenti la divisione in buoni e cattivi non funziona più. Ciò non toglie che la NATO stia causando un’infinità di sofferenze evitabili.

(8 luglio 2023)

Ognuno di noi si sceglie il medico che gli dica quel che vuole sentirsi dire

Ognuno vede quel che “vuole” vedere e sente quel che “vuole” sentire, a prescindere dall’eventuale connessione con la realtà, ammesso che questa esista in senso oggettivo. Anzi, ormai sappiamo bene che non esiste. Al massimo, più che di realtà, potremmo parlare di un insieme di probabilità e di possibilità contrapposte, di cui ognuno di noi sceglie quel che vuole creandosi la propria realtà.

Quando parlo di scelta o di volontà, in questo caso, mi riferisco a qualcosa di sovente lontano dalla propria consapevolezza.

Per queste ragioni, quando riusciamo ad avere un vero dialogo con una persona, di solito questa è abbastanza simile a noi, almeno a livello di consapevolezza e di analisi di realtà, o, se lo si preferisce, di confusione mentale. Da un certo punto di vista, disordine e ordine mentale sono la stessa cosa.

A dimostrazione di tutto ciò, ognuno di noi si sceglie il medico che gli dica quel che vuole sentirsi dire. E infatti i modelli di medicina più deresponsabilizzanti sono quelli più ricercati e giustificati in mille modi (e più remunerativi per chi produce veleni). Indubbiamente il comfort, cioè il rimanere dove si è senza progredire, piace.

Ne segue che quando incontriamo l’altro stiamo incontrando una parte di noi stessi. Viceversa, il proprio sé è anche parte del sé altrui.

Insomma, siamo tutti sulla stessa barca, anzi, siamo la stessa barca.

(3 luglio 2023)

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