Tutto è illusione
Intermezzo di sogno
tra gli incubi d’una vita
sadica e burlona
nutrita di illusioni.
La meta non è qui,
e neanche là,
cambia solo la forma
della giusta fustigazione.
Il corpo in sobbuglio
cuoce sulla piastra
di quell’inferno terreno
chiamato felicità.
Dolori strazianti
gli annodano i pensieri,
contorcono le budella,
gli indicano il patibolo.
Tutto si spegne.
Gli occhi si chiudono.
L’ultimo respiro
e il colpo della falce.
Della sua esistenza
rimarrà una goccia
da cui nascerà
un fiore bello e ignoto,
illusione di fine,
illusione di inizio,
illusione di lotta,
illuso del bene e del male.
(13 marzo 2024)
Evitare afflizioni della mente
Tutto va come deve andare, tutto va nella giusta direzione. E non potrebbe essere altrimenti, perché esiste una giustizia intrinseca nella tessitura stessa dell'esistenza.
Nell'abbraccio dell'amore e nella luce dell'onestà, possiamo navigare attraverso le tempeste più oscure e persino passare attraverso l'apocalisse, e andare oltre. Come un fiume mantiene il suo corso senza che nessun ostacolo possa farlo retrocedere, così la vita vince sempre.
Le cose andrebbero guardate da un punto di vista dell'eternità della vita, non di durata della singola esistenza. Non è il contenitore corporeo, perituro e temporaneo, a definirci, ma la nostra anima immortale. Con la giusta prospettiva, ogni evento, ogni incontro si carica di un significato profondo, lasciando intuire la trama nascosta dietro l'apparente caos del sogno condiviso in cui ci troviamo immersi.
Godiamo della felicità quando c'è, perché siamo esseri desideranti e ne abbiamo bisogno, ma ricordiamoci che è un miraggio. Ciò che conta davvero è qualcosa di più profondo.
Una vita felice è quella di coloro che non sono afflitti da disordini corporei o mentali. E' quella di coloro, in particolare i giovani, che sono dotati di forza, energia, fama, coraggio e intraprendenza adeguata. E' quella di coloro che possiedono conoscenza, erudizione, forza degli organi di senso e delle loro percezioni. E' quella di coloro che sono molto ricchi in senso materiale, che hanno vari godimenti piacevoli, che sperimentano successo in tutte le attività e che si possono muovere come desiderano. Il contrario di ciò è una vita infelice, che è la condizione più comune.
Tuttavia, più importante di una vita felice è una vita buona.
E' detta buona la vita di colui che desidera il bene delle creature, che è indifferente ai beni altrui, che dice il vero, che è dedito alla quiete, che agisce in modo riflessivo, che non è negligente, che onora le persone degne di rispetto, che ha un carattere inclino alla conoscenza, all'erudizione e alla tranquillità, e che serve gli anziani. E' detta buona la vita di colui che ha padroneggiato gli impulsi di passione, collera, invidia, ebbrezza e orgoglio, che pratica costantemente varie forme di generosità, che è dedito all'ascesi, alla conoscenza e alla pace interiore. E' detta buona la vita di colui che conosce ciò che è spirituale e vi si dedica, che guarda a questo mondo e all'altro, che è provvisto di memoria e di intelligenza. Una vita cattiva è il contrario di tutto ciò, ed è anche la condizione più comune.
L'ideale sarebbe vivere una vita felice e buona, ma è molto raro che ciò possa capitare. Evitiamo afflizioni della mente, perché le preoccupazioni e il ronzio dei pensieri ci rubano forza vitale. Facciamo il possibile per vivere una vita buona.
(10 marzo 2024)
Oltre gli schieramenti: verso una comprensione profonda dei conflitti, e di noi stessi
Mystery
Life is a mystery.
Every meeting of souls is a mystery.
Little is needed to be at peace.
I believe that nothing is by chance.
(March 6, 2024)
Il mio articolo precedente, "Mobilitiamoci contro il genocidio!", può alimentare possibili fraintendimenti, cosa non insolita dato il clima di polarizzazione del discorso pubblico. Non divido il mondo in un dualismo di "buoni" contro "cattivi". Questa tendenza alla semplificazione è uno dei motivi per cui, in genere, esito a trattare certi argomenti.
È fondamentale chiarire che, in conflitti come quello israelo-palestinese, non esistono parti coinvolte interamente virtuose o interamente malvagie. Se così fosse, infatti, non ci sarebbe speranza e ogni discorso sarebbe vano. Ma evidentemente non è così, perché le parole contano. Un discorso sbagliato, infatti, può portare violenza e distruzione, creando ferite assai difficili da superare. Parole un po' più sagge possono invece aiutarci a vivere meglio.
Il mio condividere un appello a una delle parti, cioè Israele, non implica una presa di posizione "contro" di essa o un sostegno incondizionato all'altra. Il mio intento è quello di promuovere ciò che è più urgente, non di alimentare divisioni.
La sofferenza arrecata intenzionalmente è un boomerang che torna sempre indietro, per questo, secondo me, esortare Israele a fermarsi è innanzitutto nell'interesse di Israele stessa. Stesso discorso per chiunque altro, a cominciare da noi stessi, sia come popolo mal governato e mal consigliato, sia come individui che possono essere preda di emozioni tristi. Immagino che questo punto di vista possa risultare paradossale se osserviamo la realtà con rabbia e sdegno, infatti sto invitando ad osservare le cose con un altro stato d'animo. Non possiamo sostenere la pace con un cuore che odia, sarebbe impossibile.
Tuttavia, è innegabile che anche i richiami più benevoli possono essere interpretati come attacchi, rendendo arduo il compito di trasmettere visioni che possano essere percepite come minacciose o accusatorie a livello identitario. Quindi, cosa fare?
Nell'articolo "Mobilitiamoci contro il genocidio!", ho cercato di esprimere preoccupazione per entrambe le parti coinvolte, accennando al concetto di karma ma senza approfondire quanto ritengo sia essenziale per costruire una pace duratura: la comprensione reciproca.
La situazione è intrinsecamente complessa e la strada verso la pace richiede il coinvolgimento di mediatori in ogni ambito delle società in conflitto. La pace, tuttavia, rimane un traguardo irraggiungibile senza un'autentica comprensione delle narrazioni, delle identità e delle relazioni interculturali che definiscono ciascuna comunità. Dobbiamo entrare nell'ordine di idee che, in questi casi, anche chi compie i peggiori crimini non lo fa perché è psicopatico in senso clinico, ma perché si trova all'interno di una società modellata da lunghissimo tempo secondo certe idee che, nel caso specifico, trovano fondamento in testi e tradizioni considerati sacri. Non si può comprendere Israele e il suo operato senza conoscere a fondo la Bibbia ebraica, così come non si può comprendere una parte consistente di mondo senza il Corano. La comprensione è il primo requisito minimo indispensabile per tentare di iniziare un dialogo.
Tutto ciò che nega che "l'altro" sia un interlocutore, additandolo come sub-umano o mostro, è solo propaganda di guerra che si ritorce contro chi ci crede.
Ovviamente, dobbiamo avere anche un minimo di consapevolezza di come si muovono i soldi nel mondo e di chi e cosa li fa muovere. Le guerre servono anche per far fare tanti soldi. A ciò andrebbe aggiunta una considerazione su chi realmente muove i militari, perché spesso le cose sono più intricate e occultate di come potrebbero sembrare. Ma non voglio allargare troppo il discorso, altrimenti entrerei in argomentazioni che distoglierebbero l'attenzione dal problema principale.
Solo attraverso un dialogo aperto e uno sforzo congiunto verso l'empatia possiamo sperare di superare le divisioni e costruire un futuro condiviso. Con la rabbia, l'odio o con una triste e depressa rassegnazione, invece, non risolviamo nulla.
Ciascuno di noi è come un contenitore di desideri, desideri spesso inappagati. Le sofferenze non mancano mai. Eppure, forse la cosa più importante è avere la pace come desiderio principale. Ciascuno di noi può “essere pace”.
Ciò richiede un costante sguardo attento su noi stessi, che è essenziale. Mi riferisco al fatto di trasformare le nostre emozioni negative in emozioni di pace. Ciò è più che mai necessario, perché i demoni si alimentano delle nostre energie negative, mentre le forze protettrici della vita e dell’ambiente se nutrono delle nostre energie positive.
In linea generale, le persone più inconsapevoli sono quelle che fanno le peggiori cattiverie. Le persone che invece hanno maggiore consapevolezza di se stesse sono coloro che riescono a fare del bene per sé e per gli altri.
Tutto inizia con la sfida interiore di non cedere alle negatività. E’ una sfida quotidiana, con la quale possiamo iniziare e concludere ogni giornata.
(9 marzo 2024)
Concepimento, Anima che sta per reincarnarsi
(March 9, 2024, go to my art gallery)
Festa della donna?
Anche quest’anno siamo arrivati alla festa della donna.
Guardandomi attorno, non so bene quale significato possa avere.
L’unico significato che io posso darle è legato all’amore, al dono e alla protezione della vita.
Al di là di questo, tutto sembra svanire in un mare di parole e di gesti rituali.
Già... amore, dono e protezione della vita, concetti così puri in un mondo che ha preso tutt’altra direzione e dove il senso stesso dell’esistenza sembra inafferrabile.
Allora, quale significato può avere festeggiare “la donna” in un contesto sociale in cui le parole “uomo” e “donna” sembrano aver perso valore? Il significato esiste, ma è percepibile solo da coloro che hanno intrapreso il viaggio interiore verso la conoscenza di sé, una qualità sempre più rara.
Facciamo un respiro profondo. Troppe domande possono confondere.
E’ nel silenzio che ritroviamo spazio per l'anima. Attraverso la meditazione, la contemplazione o la preghiera, espandiamo il nostro essere oltre i confini dello spazio e del tempo. Lasciando andare la paura, anche solo in parte, ci alleggeriamo e ritroviamo serenità. Ci avvolge una sensazione di gentilezza, di liberazione, come se le nostre limitazioni si dissolvessero in un luogo pacificato e pieno di luce del nostro essere.
La scelta di amare, che ogni giorno si rinnova, ci guida verso un luogo sicuro interiore. Non ci chiudiamo più in noi stessi di fronte alle delusioni o alla vanità di voler controllare l'incontrollabile. Ci abbandoniamo al fluire della vita, così come è.
Il mio augurio per la Festa della Donna è semplice: “Pace”.
(8 marzo 2024)
(March 8, 2024, go to my art gallery)