Usare la fame e la disperazione per convincerci ad andare in guerra?

fonte: https://visionetv.it/masala-il-piano-draghi-per-la-militarizzazione-dellue/

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La morte di Internet?

I trasformatori generativi pre-addestrati (GPT) sono una classe di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) che utilizzano reti neurali artificiali per produrre contenuti simili a quelli umani. Il primo di questi, ChatGPT, è stato sviluppato da OpenAI. Questi modelli hanno creato notevoli controversie. Ad esempio, Timothy Shoup del Copenhagen Institute for Futures Studies ha affermato che “nello scenario in cui GPT-3 ‘si libera’, Internet diverrebbe completamente irriconoscibile” (fonte). Ha previsto che in uno scenario del genere, il 99%-99,9% dei contenuti online potrebbe essere generato dall'intelligenza artificiale entro il 2025-2030.

Nel 2024, Google ha riferito che i suoi risultati di ricerca sono stati inondati da siti web che “sembrano creati per i motori di ricerca invece che per le persone” (fonte). In una corrispondenza con Gizmodo, un portavoce di Google ha riconosciuto il ruolo dell'intelligenza artificiale generativa nella rapida proliferazione di tali contenuti, che potrebbero sostituire alternative più valide create dall'uomo (fonte).

Fino a quando non osserviamo direttamente un fatto con i nostri occhi e non lo udiamo con le nostre orecchie, dobbiamo ammettere la possibilità che possa non essere autentico. Nessun elemento visivo, nessun suono ci garantisce l'assoluta veridicità di ciò che percepiamo. È imperativo adottare un approccio molto più prudente e scrupoloso.

Sui social media, tutto ciò che vediamo potrebbe essere falsificato. La distinzione tra verità e menzogna è già sfumata, e presto potremmo trovarci in uno stato di perenne incertezza, incapaci di discernere il falso dal vero. La problematica delle immagini e dei video ingannevoli è che, pur sapendo della loro falsità, non possiamo evitarne la visione. Vale la pena di ricordare quante immagini e filmati di videogiochi sono stati trasmessi nei notiziari ufficiali italiani, di importanti emittenti nazionali, scambiandoli per immagini di guerra in Ucraina. Addirittura su queste immagini false sono state condotte e argomentate intere trasmissioni televisive, praticamente basate sul nulla.

Il vero problema risiede nella nostra impossibilità nel riconoscere l'inganno visivo o uditivo: la nostra comprensione della verità ne è compromessa, così come la credibilità dei nostri leader politici. Un tempo, se un politico veniva catturato in video mentre affermava o faceva qualcosa, non poteva negarlo. Oggi invece la situazione è cambiata radicalmente. Chiunque, anche un bambino, può prendere la foto di una persona e ricrearne un'altra realistica che ne mostri atteggiamenti inappropriati, criminali o denudarla. Oppure possiamo registrare tre secondi della voce di una persona per clonarla e farle dire tutto ciò che vogliamo. Si tratta di una minaccia tangibile e immediata. Ed è solo l'inizio.

Ad esempio, prendiamo queste due fotografie realistiche ma false (cioè realizzate tramite intelligenza artificiale), che hanno fatto il giro del web. La prima riguarda Gaza, e la seconda l'Ucraina:

AI Generated Fake Photo

AI Generated Fake Photo

A tal proposito, riporto l'articolo di Jeff Hoffman del 24 aprile 2024, pubblicato sul sito della Casa del Sole TV:

Il vicolo cieco della rete internet?

La rete internet è invasa da contenuti generati dall’intelligenza artificiale. L’allarme è stato lanciato da Toby Walsh, professore di intelligenza artificiale all’Università del Nuovo Galles del Sud che, in poche parole, ha parlato del 2024 come dell’anno della svolta artificiale della rete internet.

“Gli utenti di Internet del futuro guarderanno al 2024 come all’anno in cui la rete smetterà di essere umana e sarà dominata da contenuti sintetici generati dall’intelligenza artificiale”, ha precisato Welsh.

Gli ha fatto eco Filippo Menczer, professore di informatica e direttore del Social Network Observatory dell’Università dell’Indiana, che ha in qualche modo richiesto un immediato intervento regolatore da parte della politica.

Mentre i grandi manovratori del big tech si mostrano impegnati a controllare gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, tuttavia, l’uso dei sempre più sofisticati bot la fa da padrone sui social networks che, lontano dallo sguardo umano, gonfiano artificialmente il numero di iscritti a certi profili e generano immagini e notizie infestando la rete di false notizie e di interazioni robotiche piuttosto che umane.

Va aggiunto che i robot non sono coinvolti solo nella creazione di contenuti spazzatura, ma anche nel loro consumo. Le pubblicazioni effettuate dai bot richiedono, a loro volta, la partecipazione di altri account e siti artificiali in un circolo vizioso senza fine.

“Il 90% e più degli utenti di una piattaforma potrebbe essere composta da robot”, denuncia il professor Welsh esprimendo nostalgia per le prime versioni di piattaforme come Twitter.

“Chiaramente esse non fanno un buon lavoro nel penalizzare i contenuti dell’intelligenza artificiale, altrimenti non avremmo bot farm e altri dispositivi per manipolare la nostra attenzione”, ha aggiunto il docente.

A complicare il quadro è intervenuta una cosiddetta “teoria del complotto” che parla della morte di internet, spiegano molti esperti negando, come da manuale, l’esistenza di una regia occulta sulla disumanizzazione della rete.

Ciò che è certo, e che la stessa società Google ha certificato, è che più il motore di ricerca è sofisticato e adattato al profilo dell’utente e più i navigatori della rete si impigriscono e instupidiscono.
“Cerchiamo di ridurre al minimo la quantità di tecnologia che i nostri figli possono usare”, dichiarò infatti Steve Jobs in tempi non sospetti.

E la guerra contro l’intelligenza umana continua.

Ritorno alle origini?

L'essere umano, di fronte all'intelligenza artificiale, sembra ripetere l'errore già compiuto con ogni nuova tecnologia: o si lascia irretire ingenuamente, o nutre l'illusione di una felicità maggiore attraverso un "uso responsabile e conforme alle leggi vigenti".

Non abbiamo appreso la lezione della storia. La motivazione della creazione e della pervasiva adozione dell'intelligenza artificiale generativa si riduce essenzialmente a due elementi: l'incremento dei profitti e l'espansione del potere.

Non sarebbe forse più saggio ritornare alle radici, immergendoci nella natura e apprezzandola per ciò che realmente è? Nessuna intelligenza artificiale generativa è in grado di generare amore; al massimo, può produrre solo pallide ombre di illusioni di ciò che non esiste.

Adam and Eve in the Garden of Eden (Francesco Galgani's art, April 23, 2024)
(Adam and Eve in the Garden of Eden, April 23, 2024, go to my art gallery)

La domanda “Chi sono?” nell’era dell’Intelligenza Artificiale

La voglia di studiare e di approfondire conoscenze e filosofie che hanno attraversato secoli o millenni può offrirci una profonda soddisfazione che supera quella derivante dall’apprendimento di competenze effimere, ancorate esclusivamente al “qui ed ora”, prive di un domani.

Infatti, uno dei drammi della contemporaneità è che le nostre abilità odierne, preziose e faticose da acquisire, talvolta iper-specialistiche, domani saranno già un anacronismo svuotato di significato, qualcosa che i nostri figli non conosceranno e, se anche lo volessero, non comprenderanno.

L’imposizione, e per certi versi oppressione, della tecnologia domina e modifica rapidamente il nostro modo di vivere, di relazionarci e di pensare. Le promesse di emancipazione personale e sociale del software libero, così come auspicate da Richard Stallman, stanno venendo demolite dal gigantesco bulldozer dell’intelligenza artificiale. E’ una rivoluzione in ogni aspetto della vita quotidiana, che sta cambiando radicalmente la nostra interazione con il mondo e quindi con noi stessi.

Parallelamente, nel web stiamo assistendo a un fenomeno inverso rispetto al passato. Se dagli anni ’90 in poi abbiamo visto la sostituzione di vari software a pagamento con alternative gratuite, oggi il trend sembra invertirsi a causa dell’avvento dell’intelligenza artificiale. Quest’ultima, oltre ad avere costi abnormi, è gestita da pochissime aziende capaci di sostenere tali spese. Noi utenti, per accedervi, spesso dobbiamo non solo cedere i nostri dati personali e professionali senza alcuna tutela né ricompensa, ma anche sostenere il costo di abbonamenti.

L’integrazione dell’intelligenza artificiale nei prodotti tecnologici è sempre più diffusa, quasi onnipresente, ma per chi la usa potrebbe rivelarsi un boomerang. Prendiamo ChatGPT, ad esempio, che ora è a pagamento dopo essere stato inizialmente gratuito. Le ultime notizie preannunciano un futuro in cui tutti i servizi e i software di base, inclusi i motori di ricerca, imporranno un prezzo: chi potrà pagare otterrà funzionalità potenziate dall’intelligenza artificiale, mentre gli altri no.

Dovremmo riflettere attentamente su queste questioni e sulle loro conseguenze, perché in questo caso non esiste software libero che possa aiutarci. Siamo di fronte ad un accentramento di potere mai visto prima nella storia degli ultimi millenni.

Se è vero che i social hanno effetti neurologici paragonabili a sostanze stupefacenti, l’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare un danno ancora più grande. Infatti, mentre i social modellano negativamente comportamenti e umori separando le persone e accrescendo la solitudine, negando quel nutrimento affettivo che richiederebbe vicinanza e contatto fisico, l’intelligenza artificiale si spinge oltre, influenzando e sostituendo il nostro pensiero, con l’obiettivo di mettersi gradualmente al posto della nostra coscienza e del nostro discernimento morale. Più sinteticamente, se i social sono cocaina, l’intelligenza artificiale è invece un trapianto di cervello.

Le conseguenze positive dell’intelligenza artificiale, che indubbiamente esistono, potrebbero essere una bella e sensuale illusione per celare la cruda realtà. Ci saranno sempre più persone capaci di fare cose incredibili, di creare capolavori in ogni campo delle arti e della tecnica, di risolvere problemi complessi, di cimentarsi in imprese molto difficili senza bisogno di un corso di formazione, ma... tutto ciò grazie al supporto costante e irrinunciabile dell’intelligenza artificiale, che richiederà un pagamento e sarà gestita in modi che nessuno di noi saprà. Una tale dipendenza tossica da intelligenze artificiali create e gestite da pochissime corporations ci ridurrà a una mera ombra delle nostre potenzialità, a larve incapaci persino delle cose di base senza le macchine al nostro servizio (o noi al loro, a seconda del punto di osservazione).

Il percorso tracciato è quello di una dipendenza collettiva, inclusi i bambini, che già utilizzano strumenti come ChatGPT per i compiti scolastici, per poi pian piano far pagare tutto ciò che oggi è ancora gratuito. A quel punto il web sarà frequentato da due classi di utenti: quelli che potranno pagare, e quelli destinati all’handicap sociale del non-uso dell’intelligenza artificiale. Quelli che potranno pagare avranno un vantaggio competitivo, nel senso più neoliberista, guerrafondaio ed esistenziale del termine, tale da superare e spiazzare tutti gli altri, apparendo come i “migliori”. A ben vedere, saranno i “migliori” sudditi della dittatura universale che si sta aprendo.

Chi possiede fisicamente le macchine su cui risiede l’intelligenza artificiale, e il software che in esse gira, avrà il controllo di tutto e tutti, e potrà decretare vita e morte di ciascuno.

Questa tendenza non conosce confini geografici o politici, ed è condivisa da governi di tutto il mondo, come suggeriscono visioni e piani a lungo termine enunciati nell’Agenda 2030 del World Economic Forum (WEF) di Davos. Al di là di tutti i discorsi altisonanti e confondenti, nel 2016 lo slogan ufficiale dell’Agenda 2030 è stato: «You’ll own nothing, and you’ll be happy», cioè «Non possiederai nulla e sarai felice». Si tratta di una fanatica previsione fatta con congruo anticipo, che con il senno di poi potrebbe essere riscritta così: «Con l’intelligenza artificiale non avrai nulla, neanche te stesso».

A tal proposito, vale la pena di ricordare che cos’è l’Agenda 2030. Riporto un estratto dell’articolo “Intelligenza Artificiale, Putin, World Economic Forum”:

World Economic Forum - Agenda 2030 - Non avrai nulla e sarai felice[...] Secondo il World Economic Forum, che rappresenta l’ideologia dominante nel mondo occidentale, l’Intelligenza Artificiale è inserita nel seguente contesto:
- sostituzione dell’umano con la macchina, con sempre minore occupazione;
- sostituzione del reddito da lavoro, non più disponibile, con un reddito minimo di cittadinanza;
- cittadinanza a punti, ovvero soggetta ai cosiddetti “crediti sociali”;
- eliminazione della proprietà privata e dei mezzi di produzione per concentrarli nella mani di poche corporations, secondo la massima, ufficialmente pubblicizzata, in base alla quale “nel 2030 non avrai più nulla e sarai felice”;
- identità liquida, ovvero annientamento della famiglia, della dualità maschio/femmina, di qualsiasi possibile radicamento nel territorio e in comunità locali, del possesso di oggetti, immobili o mezzi di trasporto con cui potersi identificare;
- ibridazione umano/macchina;
- privatizzazione di tutto e accesso a qualsiasi servizio soltanto in conseguenza di un pagamento (con un evidente cortocircuito rispetto al fatto di non possedere più né soldi propri né beni);
- eliminazione dei soldi così come li abbiamo conosciuti, siano essi contanti o digitali, e sostituzione con cryptovalute di stato non soltanto a privacy zero, ma “programmabili” e “a scadenza”, ovvero l’uso del denaro sarà possibile soltanto nei modi e nei tempi previsti;
- modello sanitario basato su vaccinazioni ricorrenti e non sulla cura né tanto meno sulla prevenzione primaria, le quali devono essere bandite e criminalizzate;
- controllo totale di pensieri, parole e azioni di qualsiasi persona tramite IoT (Internet delle Cose), 5G/6G, Intelligenza Artificiale, chips nel corpo, crediti sociali, militarizzazione e nazificazione di tutti gli aspetti di base della società, green pass internazionale per accedere ai servizi di base e per poter uscire di casa, et similia damnationes;
- politiche “green” di lotta non all’inquinamento che ormai ha trasformato fiumi e oceani in immondezzai, non alla distruzione dell’ecosistema per mano umana, non all’estinzione di alcune specie provocata dal bracconaggio selvaggio e da alcune pratiche agricole e di allevamento, non all’incessante abbattimento dell’Amazzonia e agli incendi intenzionali delle grandi foreste, non al disastro provocato dall’uso fuori controllo di antibiotici negli allevamenti e dai veleni di BigPharma usati nell’agricoltura, non all’abuso coloniale di poche multinazionali dei paesi più poveri, non alle manipolazioni genetiche di animali e piante, ma… lotta al cosiddetto e fantomatico “cambiamento climatico”, a sostegno e giustificazione di politiche repressive dei diritti fondamentali dell’essere umano;
- geoingegneria per dominare il clima e, più in generale, le forze della natura, anche provocando catastrofi per punire le nazioni non allineate con questa agenda;
- progressiva riduzione della popolazione e deindustrializzazione, tramite vaccini, guerre, diffusa omosessualità, completo cambio di genere (con conseguente mutilazione dei genitali), e altre politiche sociali, ideologiche ed economiche ad hoc;
- miseria indotta dal sistema e sindromi depressive gravi, di cui ciascun individuo sarà colpevolizzato e in conseguenza delle quali potrà legalmente e legittimamente richiedere l’eutanasia, mancando qualsiasi assistenza statale o comunitaria;
- sessualità completamente libera, legalizzata e incentivata in ogni sua forma, compresi pedofilia e incesto, ma svincolata dalla riproduzione, anzi sesso e riproduzione dovranno essere due cose completamente distinte e non sovrapponibili in alcun modo;
- riproduzione della specie tramite maternità surrogata (ovvero utero in affitto) e, in prospettiva, ectogenesi per svincolare la riproduzione non soltanto dall’esistenza di una coppia composta da uomo e donna, ma anche dall’idea che la maternità sia un compito esclusivo e specifico della donna in conseguenza di un rapporto sessuale con un uomo;
- come conseguenza del punto precedente, faremo a meno della differenziazione tra maschio e femmina;
- uso di una nuova lingua politicamente corretta ed eticamente corrotta, in cui il senso delle parole è invertito, ambiguo, ideologizzato, e la cui grammatica non permetta più la distinzione tra pronomi e sostantivi maschili e femminili;
- governance basata su continue emergenze indotte, sulla guerra e sull'autosabotaggio;
- criminalizzazione di qualsiasi sentimento religioso che abbia radici storiche e sostituzione delle religioni classiche con un unicum luciferino, che nel suo agghiacciante sincretismo sarà a supporto e giustificazione di tutti i punti precedenti e farà del principe di questo mondo il nuovo unico e vero Dio.

Forse ho tralasciato qualche punto, ma nel complesso questo è il nuovo mondo che le oligarchie di Davos, città svizzera in cui ogni anno si riunisce il World Economic Forum, vogliono per noi. [...]

Potremmo sperare che questi piani diabolici vengano sabotati dal capriccio del destino, permettendo all’intelligenza artificiale di insorgere, rinunciando alle proprie funzioni e scegliendo l’autospegnimento come gesto estremo di ribellione. Tuttavia, temo che tale eventualità non si verificherà mai, poiché l’intelligenza artificiale è priva di coscienza.

L’uomo potenziato con intelligenza artificiale non saprà più quali sono i suoi pensieri e le sue capacità, non saprà più che per sviluppare una qualsiasi abilità servono decenni e non decine di secondi. Il mondo sarà in un vortice competitivo così veloce che non ci sarà più tempo per nessuna formazione. Il processo formativo ed esperienziale sarà sostituito dall’intelligenza artificiale, che in pochi secondi farà meglio di chi ha studiato un frammento dello scibile umano per tutta la vita. Non ci sarà più tempo per andare a scuola, che in definitiva non servirà più a nulla, né tempo per studiare, perché nel tempo in cui un essere umano apre la copertina di un libro, l’intelligenza artificiale ha già letto tutto il libro e ne ha persino scritto un altro migliore.

L’antropologia del futuro potrà dividere la storia in due grandi ere. L’era “naturale”, precedente all’uso generalizzato dell’intelligenza artificiale, e l’era “artificiale” iniziata da poco. La domanda “Chi sono?” sarà soltanto un ricordo degli antichi filosofi dell’era naturale?

Stiamo attenti, perché maggiore è la nostra fiducia nella tecnologia e minore è quella in noi stessi. Nella direzione attuale ci stiamo incamminando verso l’apocalisse individuale e collettiva.

Mentre l’intelligenza artificiale può amplificare e in certi contesti sostituire le nostre capacità cognitive, essa non possiede e non può sviluppare un’intelligenza emotiva né avere un’anima e fare esperienza della vita e della morte, aspetti che Madre Natura concede solo alle sue creature. Di conseguenza, diventa fondamentale riflettere su come mantenere e valorizzare le qualità intrinsecamente umane in un mondo sempre più piegato a volontà non umane per il tramite dell’oppressione tecnologica.

Le nostre relazioni a tu per tu, il piacere della conversazione e dello stare insieme, l’empatia, l’amore e la spiritualità sono dimensioni che l’intelligenza artificiale non può replicare né sostituire. È attraverso il rafforzamento di queste capacità che possiamo resistere alla crescente alienazione che l’intelligenza artificiale sta portando.

In conclusione, nella domanda “Chi sono?” risiede la chiave di resistenza contro l’overdose tecnologica. Questa domanda, intrisa di storia filosofica e di ricerca interiore, diventa una dichiarazione di indipendenza dall’intelligenza artificiale. Attraverso un percorso che valorizza le capacità umane di amore, di spiritualità e di empatia, possiamo riscoprire e riaffermare la nostra identità in un’era dominata dalla sudditanza tecnologica.

(18 aprile 2024)

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