L'illusione di conoscere la realtà

«Ieri ho visto una scena terribile: un grosso cane lupo - ma forse era proprio un lupo - che cercava di azzannare una bambina. Questa non aveva il coraggio di scappare perché sapeva che l'animale era molto più veloce di lei. Per difendersi gli ha dato prima da mordere una specie di coperta, già a brandelli, poi, vedendo che quello non desisteva, ha cercato di distrarlo buttando lontano la palla con cui giocava. Questo per due o tre volte, infine la bambina, terrorizzata, mentre l'altro aggrediva la palla, si è nascosta dietro un albero, ma invano... Non so come è andata a finire perché sono corso via a chiedere aiuto».

Oppure:

«Ieri ho visto una scena deliziosa: una bambina che giocava con un cane lupo più grosso di lei. Cercavano di strapparsi a vicenda una vecchia coperta a brandelli, ma si vedeva chiaramente che il cane tirava piano per non far cadere la bambina. Poi lei ha cominciato a lanciargli una palla e quello correva a riprenderla. Questo per due o tre volte, finché la bambina si è nascosta dietro un albero, e il cane per un po' ha fatto finta di non vederla... A una certa distanza c'era un altro bambino che evidentemente avrebbe voluto giocare anche lui, ma qualcuno deve averlo richiamato, perché un certo punto è corso via».

Storielle che aprono la mente anche a bambini molto piccoli: non ci sono soluzioni precostituite su qual è il modo corretto di interpretare [la realtà]. Te lo devi cercare da solo.

(tratto da un'intervista a Boris Porena, pubblicata sulla rivista "Buddismo e Società" n. 162, gennaio / febbraio 2014)

Non esiste una realtà, non esistono fatti oggettivi: esiste piuttosto il nostro personale modo di interpretarli. Noi non percepiamo e interpretiamo il mondo in un certo modo perché la realtà è in un certo modo, ma innanzitutto perché noi, in un certo momento, siamo fatti in un certo modo e ci troviamo in un certo stato psico-fisico e relazionale.

Mi tornano a mente le parole che Bud Spencer, nel ruolo di Bulldozer (film del 1978), disse a un giovane: "Non dar credito a quello che gli altri dicono, ma impara a cercarti da solo la verità".

Francesco Galgani,
19 marzo 2017

Ridono di te

Ridono di te…

e falli pure ridere,

difendi ogni creatura,

che al mondo vuole vivere…

Non conta cosa dicono

nemmeno che gli piaccia,

ti chiuderan la bocca,

sperando che poi taccia,

ma un giorno capiranno,

e si uniranno al coro,

non giudicar sta gente

perchè eri uno di loro.

Se poi non cambieranno

almeno ci hai provato,

la voce di ogni schiavo

percosso e poi umiliato…

e brilla il cambiamento

che sai, sarà fatale…

aprendo ogni gabbia

con dentro un animale.

Vincent

http://www.larionews.com/lario/langolo-della-poesia-di-vincent-tutti-ridono-di-te

Sport: prevenzione e cura di tante malattie (tumori compresi)

Vedi anche: i 12 COMANDAMENTI CONTRO IL CANCRO, passaparola del Dott. Franco Berrino, epidemiologo presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano

Ad avere un effetto preventivo sulla prevenzione del cancro sono soprattutto le attività aerobiche, perché aumentano la frequenza cardiaca. Via libera dunque a passeggiate, escursioni in montagna, percorsi in bicicletta, nuoto e corsi in palestra. Quante volte esercitarsi? L'Oms raccomanda 30-60 minuti di attività moderata-intensa almeno 5 volte alla settimana. Anche se molto, naturalmente, dipende dal livello di forma fisica e di allenamento individuale.

Vi propongo un breve video, poi alcuni dati:

DOWNLOAD MP4

Passiamo ai dati. Il 20% dei tumori è causato dalla sedentarietà. I benefici dell’attività fisica sono evidenti e diversi studi hanno dimostrato la sua influenza su alcune delle neoplasie più frequenti, sia a livello preventivo, sia a livello curativo: l’attività fisica è sempre consigliata, infatti, anche quando la malattia si è già manifestata. In presenza di una massa tumorale alcune cellule del sistema immunitario, le Natural Killer (NK), si spostano dal circolo sanguigno e migrano verso il tumore con l’obiettivo di attaccarlo. Negli studi animali, l'attività fisica ha portato ha una riduzione del 50% delle masse tumorali iniziali.

Per quanto riguarda la prevenzione, chi ha l'abitudine di fare sport ha una minor incidenza di adenocarcinoma dell'esofago (-42%), di tumore del fegato (-27%), del polmone (-26%), del rene (-23%), dello stomaco a livello del cardias (-22%), dell'endometrio (-21%), della leucemia mieloide (-20%), di mieloma (-17%), di tumore del colon (-16%), di tumori della testa collo (-15%), di tumore del retto (-13%), della vescica (-13%) e della mammella (-10%). L'effetto protettivo dell'attività sportiva contro il tumore rimane evidente anche dopo aver considerato la dieta e l'eventuale status di fumatore. Addirittura, nel caso dei tumori di polmone ed endometrio, l'attività fisica è risultata ancor più protettiva nei soggetti in sovrappeso e obesi. Complessivamente, chi fa sport ha il 7% di rischio in meno di ammalarsi di tumore, ma in un quarto dei tumori considerati la riduzione del rischio supera il 20%.

Solo per due neoplasie l'attività fisica ha dimostrato di avere un effetto 'negativo', quello della prostata (+5%) e soprattutto nel melanoma maligno (+27%). Almeno in quest'ultimo caso però la colpa è facilmente attribuibile non all'attività sportiva, ma ai raggi del sole visto che il dato è riferibile solo agli stati statunitensi più soleggiati, quelli cioè con i più elevati livelli di radiazione ultravioletta. In questo caso il consiglio è quello di ricordare sempre di proteggersi con adeguati filtri solari durante le attività sportive all'aria aperta.

Va sottolineato che diminuire del 20% l'incidenza dei tumori equivale all'effetto terapeutico di molte terapie oncologiche usate in senso preventivo o come terapia adiuvante. In altre parole, lo stile di vita, in termini di riduzione del rischio di tumore, può avere lo stesso impatto delle terapie oggi disponibili.

Fonti:

Francesco Galgani,
19 marzo 2017

Il potere di un sorriso: chi sorride è forte!

Fotografia di Francesco GalganiChi sorride è forte

La vita è lunga. Alcune volte vinciamo e altre perdiamo. Non dobbiamo sentirci imbarazzati da un insuccesso temporaneo, la cosa importante è vincere alla fine, non perdere mai lo spirito combattivo per quanto possa essere difficile una circostanza. Chi rimane positivo e allegro anche nelle avversità è veramente forte.
[...] Chi sorride è forte. Chi vive un'esistenza positiva è sempre allegro e ottimista
.
Se sembrate sempre stressati e depressi, butterete giù anche le persone che vi stanno intorno, non potrete essere d'ispirazione per gli altri né riuscirete a rinvigorirli. Proprio quando le cose vanno male è il momento di incoraggiare chi vi sta intorno con un sorriso splendente. Se la situazione è senza speranza, create voi la speranza. Non dipendete dagli altri, fate ardere la fiamma della speranza nel vostro cuore.

(Daisaku Ikeda, tratto dalla rivista "Buddismo e Società", n. 172, pag. 24)

Fotografia di Francesco GalganiUn sorriso fa bene al cuore

«Un sorriso allunga la vita». «Don't worry, be happy». Sono considerazioni, molto diffuse nella opinione comune, che hanno avuto negli ultimi tempi una conferma scientifica dai risultati di diverse ricerche cliniche.

Si sapeva da tempo che le emozioni negative - invidia, odio, astio, depressione - si associano ad un aumento del rischio di avere un infarto del cuore, ma è più recente invece la dimostrazione che le emozioni positive - gioia, felicità, entusiasmo, eccitazione - sono in grado di allungare la vita, migliorare le difese del nostro organismo contro gli agenti infettivi, ridurre il rischio di sviluppare ipertensione arteriosa e diabete mellito.

Un recentissimo studio effettuato nella Nuova Scozia (Stati Uniti), su oltre 1500 persone, ha ora anche documentato come vivere intense e frequenti emozioni positive comporta un più basso rischio di andare incontro ad un infarto cardiaco. Sappiamo qualcosa, ma non tutto, sul perché questo possa succedere. Innanzitutto le emozioni positive aumentano la attività di quella parte del nostro sistema nervoso autonomo, cioè non soggetta al controllo della volontà, chiamata «sistema parasimpatico».

[...]

Risulta quindi evidente, alla luce di tutte queste osservazioni, che cercare di vivere la propria vita con serenità, riuscendo ad apprezzare ogni piccolo piacere del quotidiano, limitando per quanto possibile le reazioni aggressive e rabbiose, permette di attivare nel nostro corpo processi che agiscono molto favorevolmente sulla salute del cuore. Possiamo tranquillamente affermare che «sorridere alla vita allunga la vita».

Cerchiamo quindi, per quanto chiaramente non sia sempre facile, di affrontare la nostra esistenza in modo sereno e positivo: non abbiamo che da guadagnarci.

(Flavio Doni, direttore della Cardiologia e Unità coronarica - policlinico «San Pietro» - Ponte San Pietro, l'articolo completo è su l'Eco di Bergamo)

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