Durata della vita
Nella mia precedente riflessione, intitolata "Lo spazio e il tempo", avevo espresso l'importanza di allargare la concezione degli effetti delle proprie azioni oltre la durata della presente esistenza, ovvero oltre la morte.
Nella mia precedente riflessione, intitolata "Lo spazio e il tempo", avevo espresso l'importanza di allargare la concezione degli effetti delle proprie azioni oltre la durata della presente esistenza, ovvero oltre la morte.
Ho un pensiero, riguarda la dimensione spaziale e temporale della vita, ovvero come cambiano i nostri pensieri e comportamenti in base a quanto piccolo o grande concepiamo il nostro microcosmo e a quanto corto o lungo è il tempo nel quale immaginiamo gli effetti del nostro agire.
Ci sono malattie che non conoscono religione, politica, filosofia, credo, istruzione, genere, reddito, lavoro, ecc.: quando arrivano, non si curano del fatto se sei una persona buona o cattiva, bella o brutta, intelligente o stolta, con famiglia o sola, con figli a carico o meno.
Quando arrivano, arrivano. Ma la vera differenza possiamo farla noi.
Ho una sensazione. Non credo di avere la verità in mano, ma nemmeno di sbagliarmi troppo...
La mia sensazione è che quando una persona o un insieme di persone hanno "troppi" soldi rispetto alla gente comune, da qualche parte sia stato commesso un inganno nei confronti di molti, anche quando tali soldi non implichino attività considerate illecite.
Passo della Bibbia su alimentazione vegetariana e sul rapporto con la natura
Il passo è Genesi, cap. 1, frase 29:
Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.»
(fonte, sito del Vaticano: http://www.vatican.va/archive/bible/genesis/documents/bible_genesis_it.html)
Nello stesso capitolo, Dio dice che l'uomo deve "dominare" su tutti gli animali, ma in quel passo specifica che non deve "mangiarli". Dominare su tutto il creato, secondo me, può significare tante cose, a cominciare dal fatto di averne rispettosamente cura e attenzione, perché noi esseri umani siamo effettivamente l'unica specie vivente del pianeta che può intervenire sulla natura. Avevo già incontrato questi passi della Genesi duranti i miei studi di Psicologia. Nella mia tesi di laurea su "Solitudine e contesti virtuali", nella sez. 2.4.1, avevo scritto:
La graduale specializzazione dell’homo sapiens sapiens, con la prima separazione “tacita” dalla natura, è iniziata circa 30000 anni fa e trova un’analogia nel racconto biblico: «Nella Genesi, 1, 27, troviamo il resoconto della visione che i primi agricoltori avevano di sé in relazione al mondo naturale. “Dio disse prolificate, moltiplicatevi e riempite il mondo, assoggettatelo e dominate su tutti gli animali che si muovono sopra la Terra”. Eldredge ritiene che questa sia la più grande dichiarazione di indipendenza mai pronunciata dall’umanità. L’indipendenza alla quale si riferisce è, ovviamente, quella dal resto della natura» (Tattersall, 2004). Tale mito dell’indipendenza dalla natura è oggi estremizzato ed esasperato nelle attività umane moderne, che stanno persino mettendo a rischio la stessa sopravvivenza della specie umana (Eldredge, 2000). A livello psicologico, la coscienza dell’unicità umana e della separazione dal mondo naturale ha portato con sé un’emozione profonda, continua e non eliminabile: la solitudine (Cutolo et al., 2013). Questo è ancor più vero nella nostra epoca ipertecnologica e individualistica: secondo il sociologo polacco Zygmunt Baumann, l’individualismo esasperato è causa ed effetto della solitudine (Bauman, 2002).
Secondo me, è tempo di entrare nell'ordine di idee che ritrovare unità con la natura e con noi stessi è più che mai necessario.
Tornando al discorso dell'alimentazione, come ho scritto nella poesia "L'ultima guerra", l'importante è "uccidere la voglia di uccidere": di tutti i possibili comandamenti, sento che questo è il più importante. Per me ciò significa, come minimo, vivere vegan. Questo tema compare anche nella Religione dell'Ultima Lotta, pure essa si presenta come testo rivelato.
Mi viene a mente Plutarco, che nell'opera "Sul mangiar carne", scrisse:
«Tu chiedi per quale ragione Pitagora si astenesse dal mangiar carne; io invece, mi chiedo, stupito, con quale sentimento, con quale stato d'animo o in base a quale ragionamento, il primo uomo abbia toccato con la bocca ciò che era frutto di un assassinio, abbia accostato alle labbra la carne di un animale morto e, poste dinnanzi a sé tavole di corpi morti e corrotti, abbia chiamato pietanze e nutrimento quelle parti che poco prima muggivano, emettevano voci, si muovevano, vedevano il mondo.
Ma quale furore e quale follia spinge voi oggi alla sete di sangue, voi che avete in abbondanza tutto quanto è necessario? Perché accusate falsamente la terra, come se non fosse in grado di nutrirvi?
E poi chiamate selvaggi i serpenti, i leopardi, i leoni, mentre proprio voi siete assetati di sangue; quanto a crudeltà non siete affatto inferiori a quelli. Essi infatti uccidono per avere di che nutrirsi; voi per avere pietanze prelibate.»
Sarebbe interessante confrontare il passo della Bibbia sopra citato con il Vangelo Esseno della Pace: Gesù dà indicazioni chiare in tema di alimentazione.
Francesco Galgani,
inizialmente scritto il 21 aprile 2014, finito di scrivere il 23 novembre 2019.