Essere single e stare da soli non è un fallimento, ma può essere una conquista

Oggi c'è un'epidemia di solitudine, di malessere e di paura di "stare da soli". Viene qui esaminato il tema della solitudine, anche citando alcune ricerche scientifiche, in maniera costruttiva e positiva, evidenziando quegli aspetti che possono contribuire alla costruzione di sé e al miglioramento delle relazioni interpersonali. Le relazioni di coppia e l'esser single sono condizioni viste da una prospettiva che sicuramente aiuta a riflettere.
Questo articolo, tratto dal blog "Pollicino era un grande", è della Dott.ssa Marzia Cikada, psicologa e psicoterapeuta, ed è distribuito con "Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale".

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La Solitudine fa Brillare. Psicologia ed Essere Da Soli

Odio coloro che mi tolgono la solitudine senza farmi compagnia. (Friedrich Nietzsche)

hhC’è molta paura intorno a noi. La paura di stare soli. Per non restare soli con noi stessi siamo continuamente alle prese con ogni possibilità che ci tenga occupati. Il telefono per esempio, in attesa del treno, in tram, mentre si cammina tutti, o quasi tutti, armeggiano con il telefono. Un gioco, un messaggio, scorrere nervosamente i social alla ricerca di qualcuno che ci dica che non siamo soli. O anche solo distrarsi, non essere con se stessi, ma immersi nel mondo dei social, dei disegnini, del qualcosa da leggere e condividere. Ci terrorizza la possibilità di essere nudi davanti a noi stessi, di vedere e sentire le nostre emozioni e allora ci riempiamo, il corpo, l’agenda, la testa di impegni, di cose da fare, di cibi da ingurgitare. Cose non necessarie se non a difenderci da noi stessi.

I social network sono il regno della non-comunicazione

«Scrivo perché nessuno mi ascolta!»
Questo è il messaggio che leggo e rileggo ogni volta che mi trovo alla stazione ferroviaria di Navacchio (Pisa): poche parole che indicano le difficoltà esistenziali di un'intera società...

Scrivo perché nessuno mi ascolta!

Smartphone alienazioneSu questo tema, segue la recensione del libro "Parlarsi. La comunicazione perduta" di Eugenio Borgna, psichiatra, docente e saggista, a cura di Lelio Demichelis e pubblicata su Alfabeta2.

Siamo una società che parla molto, ma che non ascolta. Ed è un parlare compulsivo e veloce, dove tutti dicono tutto, tutti vogliono dire qualcosa e non importa cosa. Ma se tutti dicono, anzi gridano, bisogna infine dire gridando più forte per superare il rumore di fondo di grida senza comunicazione. Tutti parlano e tweettano e bloggano e sui social network il dire o i selfie sono subito superati dal dire e dal selfie successivo, il dire non ha sedimentazione, non nasce da riflessione interiore, non dialoga anche quando si crede di condividere (condividere non è dialogare) perché ciò che si è detto in realtà non si sedimenta in chi riceve. Producendo appunto un rumore fatto di parole in libertà che passano attraverso molteplici canali di comunicazione, dando l’illusione di una grande libertà ma che cadono quasi sempre nel vuoto del non ascolto, o dell’ascolto appunto istantaneo (che produce un vuoto analogo), tutti futuristicamente sedotti dal mito della velocità delle parole mentre in realtà comunichiamo monologhi, stimolati dalla potenza facile del mezzo tecnico che sembra offrire a tutti una tribuna immensa di potenziali ascoltatori.

La nuova religione tecno-capitalista: tutti connessi in Rete, ovunque e sempre

Stay connected is religionNonostante l'euforia diffusa sulle potenzialità della Rete – che è sempre più mezzo di connessione e sempre meno mezzo di comunicazione e di conoscenza; che è sempre più capitalista e sempre meno libera e anarchica come alle origini, cautela e scetticismo sul valore emancipativo delle tecnologie digitali sembrano più che sensate. "Essere in Rete" non è forse un processo di cattura che impedisce la partecipazione reale alla vita democratica? L'articolo che segue è un'intervista di Paolo Bartolini al Prof. Lelio Demichelis, docente di Sociologia, che analizza il mondo attuale con uno sguardo critico, profondo e multidisplinare, coinvolgendo settori come la sociologia, l'economia, la psicologia, le politiche internazionali, ma anche l'antropologia e altri ancora. La prospettiva offerta concorda con vari scritti presenti in questo blog, tra cui "L'era della persuasione tecnologica" e "L'era della simulazione ovvero l'oscuro desiderio di essere sempre connessi".

Francesco Galgani, 23 maggio 2016

Internet is the religion

Il dio che non voleva morire. Tecnica, Capitalismo e limiti del vivente

Un'intervista a Lelio Demichelis a cura di Paolo Bartolini, fonte: megachip.globalist.it, 13 maggio 2016

Proposta di Pace 2016 - Il rispetto universale della dignità umana: la grande strada che porta alla pace

Si veda anche: Proposta di Pace 2017 - La solidarietà globale dei giovani annuncia l'alba di un'era di speranza

SCARICA AUDIO DELLA PROPOSTA DI PACE 2016 - LETTURA IN MP3
(registrazione realizzata da "Buddismo e Società")

Le proposte di pace - http://www.sgi-italia.org/approfondimenti/PropostePace.php

Dal 1983, il 26 gennaio di ogni anno – in commemorazione del giorno della fondazione della Soka Gakkai InternazionaleDaisaku Ikeda invia una “Proposta di Pace” alle Nazioni Unite e a personalità di tutto il mondo.
Al centro del suo pensiero si trovano riflessioni sulla pace, sulla convivenza degli esseri umani nel pianeta, sul rispetto per l’ambiente e per ogni forma di vita, sull’abolizione delle armi nucleari, della guerra e della violenza, sul rafforzamento delle Nazioni Unite.
Ikeda pone una particolare attenzione ai processi educativi: strumenti fondamentali per la formazione di cittadini che sentano il mondo intero come loro casa e siano preparati per quella che Ikeda definisce “la diplomazia della gente comune”.
Gli scritti prendono in esame tutti i problemi che l’umanità si trova ad affrontare e mettono in risalto – oltre alle possibili soluzioni – anche le basi filosofiche che possono sostenere e promuovere un radicale cambiamento.
(Su questo blog è presente anche la Proposta di Pace 2015).

Fonte originale: Buddismo e Società n.176 - maggio giugno 2016 (link all'articolo originale)
Autorizzazione alla ripubblicazione nel presente blog concessa dall'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Proposta di pace 2016

di Daisaku Ikeda

Il rispetto universale della dignità umana: la grande strada che porta alla pace

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