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(Francesco Galgani)
Dall'illusione del cosmismo russo ai poveri transumanisti come Elon Musk
Il pensiero transumanista, con la sua fiducia incrollabile nella tecnologia come strumento per risolvere ogni problema umano, trova inaspettate similitudini con le visioni utopiche dei cosmisti comunisti russi del XX secolo. Sebbene i due movimenti abbiano radici culturali ed economiche profondamente diverse, condividono l'idea che il progresso scientifico possa trascendere i limiti della condizione umana e portare l'umanità a un futuro radicalmente nuovo.
L'eredità dei cosmisti russi
I cosmisti russi, tra cui Nikolaj Fëdorov e Konstantin Tsiolkovsky, sognavano una fusione tra spiritualità e scienza. Il loro obiettivo era l'immortalità, non solo per i vivi, ma anche per i morti. L’imbalsamazione di Lenin, orchestrata con l’idea che un giorno la tecnologia potesse resuscitarlo, è uno degli esempi più emblematici di questa visione. Il cosmismo combinava un profondo misticismo con un ottimismo quasi illimitato nei confronti della scienza, considerata la chiave per superare la morte e colonizzare l’universo.
Un concetto centrale del cosmismo è quello di "noosfera", introdotto da Pierre Teilhard de Chardin e Vladimir Vernadskij. La noosfera rappresenta una fase evolutiva in cui l'attività mentale umana, basata sulla conoscenza scientifica e sulla coscienza collettiva, diventa una forza geologica capace di influenzare il destino fisico e sociale del pianeta, trasformandolo in un luogo governato dalla razionalità e dalla conoscenza collettiva.
A me piace immaginare che le idee siano entità viventi, in grado di evolversi e plasmare il destino della Terra. Questo spiegherebbe tante cose, sia nel bene che nel male. Ma questa mia visione è più simile al concetto di eggregora che di noosfera. Andiamo oltre...
Elon Musk: il cosmista capitalista
Tra i moderni transumanisti, Elon Musk è forse il più emblematico. Con le sue ambizioni di colonizzare Marte, costruire un’intelligenza artificiale benevola e spingere oltre i limiti conosciuti la scienza medica, Musk incarna una versione capitalista dei sogni cosmisti. Non è un caso che Musk citi spesso Tsiolkovsky, ricordando la sua famosa frase: “La Terra è la culla dell'umanità, ma l'umanità non può rimanere nella culla per sempre”. Musk sembra vedere in questa massima un mandato morale per spingere l’umanità verso un futuro interplanetario.
Il transumanesimo di Musk si basa su una convinzione fondamentale, ovvero che la tecnologia può risolvere tutto. Le sue parole – “Voglio costruire un futuro per il quale ci si possa alzare la mattina ed essere entusiasti”, aggiungendo che “la vita non dovrebbe consistere solo nel risolvere un misero problema dopo l'altro” – riecheggiano un ottimismo quasi religioso, che rifiuta l’idea che l’esistenza umana debba essere ridotta alla mera sopravvivenza o alla soluzione di problemi contingenti. Per Musk, la tecnologia non è solo uno strumento, è anche una promessa di redenzione.
L'illusione del futuro?
Musk, e con lui molti transumanisti, sembra ignorare una verità fondamentale: non è necessario aspettare il futuro per trovare entusiasmo nella vita. Molti di noi, oggi, vivono già con una gioia e una curiosità quotidiane che non dipendono da macchine avanzate o dalla colonizzazione di Marte. La meraviglia è già accessibile, nella semplicità del presente, nello stupore e nel mistero della vita, e nelle relazioni umane.
Non è neanche necessario affaticarsi costantemente a risolvere un problema dopo l'altro, seguendo i ritmi alienanti della nostra società, né tantomeno autoingannarsi che il proprio valore sia in funzione di quante cose difficili riusciamo a fare. Cosa dire allora degli eremiti, dei monaci, o delle ragazze che nella clausura sono più felici di tanti altri? Cosa dovremmo pensare dei semplici contadini che gioiscono nel vedere l'alba dal loro campo e nel parlare con i loro animali?
A questa "incapacità di gioire del presente", va aggiunta anche un'altra questione. I cosmisti russi credevano che il futuro fosse un progetto collettivo, un sogno che richiedeva la partecipazione di tutti. Il transumanesimo contemporaneo, invece, è spesso dominato da una visione individualistica e capitalistica, in cui il progresso è guidato da imprenditori visionari piuttosto che da comunità unite. Questa differenza non è trascurabile, perché la tecnologia, per quanto avanzata, non può sostituire i valori umani fondamentali.
Il presente è già meraviglioso
La fiducia smisurata nella tecnologia va di pari passo ad una sfiducia crescente in noi stessi, nella vita e nelle relazioni. L'innovazione tecnologica sta gettando l'umanità in un abisso di disperazione, e siamo solo all'inizio. La tecnologia non solo ci sta rubando il lavoro e il senso di identità che ne consegue, ma rischia anche di farci dimenticare che la bellezza della vita è già qui, ora.
La capacità di svegliarsi ogni mattina con entusiasmo non è un lusso riservato a un futuro tecnologico, ma una "scelta" che possiamo fare ogni giorno. Invece di guardare costantemente avanti, potremmo imparare a riconoscere e celebrare ciò che già abbiamo, in un mondo ricco di possibilità, connessioni e meraviglie.
Il transumanesimo promette falsamente di allargare i nostri orizzonti, disconoscendo però la straordinarietà del presente. Invece di pensare all'illusorio potenziale della tecnologia, che può solo "spostare" i problemi ma non "risolverli", potremmo meglio abbracciare la bellezza intrinseca delle nostre esistenze.
(13 gennaio 2025)
Per approfondimenti:
La tecnologia si mangerà il lavoro (con Giuseppe Masala)
(Elon Musk e il cosmismo russo sono discussi a partire da 58 minuti)
https://m.youtube.com/watch?v=9Ijs_kaLd_g
Elon Musk: A Dangerous ‘Evolution’
https://bylinetimes.com/2024/10/02/elon-musk-a-dangerous-evolution/
Tutti al fronte
Soldato,
perché vai in guerra,
volontario e pazzo,
a difendere cosa?
Ora servi,
ma poi sarai gettato,
come triste scarpa vecchia
tra l'immondizia dei potenti.
(11 gennaio 2025, galgani.it)
La vita e i sogni sono pagine dello stesso libro
Tutto ciò che percepiamo come realtà, compresi gli oggetti fisici, i pensieri, le emozioni e persino il nostro senso di sé, non è altro che un sogno, un'allucinazione, una bolla, una goccia di rugiada o un lampo di luce.
Qual è quindi la natura delle nostre gioie e sofferenze?
Vorrei raccontarti una storia...
C'era una volta un re chiamato Vayuna, noto per la sua saggezza e giustizia. Un giorno, mentre si trovava nel suo palazzo, ricevette la visita di un misterioso asceta con poteri magici. Costui, desideroso di dimostrare la natura illusoria della realtà, chiese al re di guardarlo negli occhi. Il re accettò, e cadde in una trance profonda.
Vayuna si ritrovò in una nuova realtà, completamente immemore del suo passato di re. Era diventato un mendicante, che vagava per i villaggi in cerca di cibo, affrontando privazioni e difficoltà d'ogni genere. Si innamorò di una donna povera, la sposò e con lei visse grandi difficoltà e tanta miseria. Ebbero dei figli, la cui vita fu segnata da tragedie, carestie, malattie e morte di alcuni di loro in giovane età. Vayuna soffrì immensamente, ma continuò a lottare per la sopravvivenza della sua famiglia.
Dopo anni di questa tragica esistenza, Vayuna, ormai segnato dal tempo e dalle difficoltà, si addormentò un giorno sotto un albero. Quando si svegliò, si ritrovò improvvisamente nel suo palazzo, nel corpo di un re. Era circondato dai suoi cortigiani e servitori, che lo guardavano con preoccupazione.
Si rese conto che tutto ciò che aveva vissuto come mendicante era stato un sogno, eppure l'esperienza gli sembrava incredibilmente reale. La sofferenza, l'amore, le difficoltà... tutto gli appariva vivido e significativo, come se l'avesse vissuto veramente.
Dopo essersi ripreso, il re Vayuna rimase perplesso e chiese ai saggi di corte:
"Qual è la vera realtà? Sono il re Vayuna che ha sognato di essere un mendicante, o sono un mendicante che sta sognando di essere un re? Qual è la differenza tra il sogno e ciò che ora chiamo realtà?"
Questa domanda lo tormentò a lungo, lasciandolo immerso in un dubbio profondo. La vividezza del sogno e la concretezza della sua vita reale sembravano fondersi, facendogli percepire entrambe come illusioni effimere. Vayuna rimase a riflettere, consapevole che forse ciò che chiamiamo realtà non è altro che un'illusione transitoria, come un sogno che svanisce al risveglio.
Gli stati di veglia e di sogno sono come onde di un oceano misterioso, o come pagine di un libro inafferrabile. Hanno la stessa natura e, in ogni caso, sfuggono alla nostra comprensione.
(10 gennaio 2025)