L'alternativa alla violenza usata come metodo democratico

Il tentato omicidio di Trump, associato all'uccisione di altre persone e al grave ferimento di altre, è la dimostrazione di quanto ancora siamo lontani da quella pace interiore che permette di "[...] ascoltare quasi tutto senza perdere la calma o la fiducia in se stessi", come scrisse il poeta americano Robert Frost. Abbiamo ancora tanta strada da fare. Siamo ancora molto lontani dalla via del Dharma.

Senza indugiare in commenti politici o di analisi dello stato disastroso delle nostre democrazie, preferisco lasciare la parola a Umberto Ridi:

DIALOGO POSSIBILE TRA VERITÀ DIVERSE

Le Guide, in tanti anni, ci hanno raccontato la storia dell'evoluzione di una coscienza che, in innumerevoli forme e verità, ha espresso il proprio sentirsi di esistere che tende ad allargare la sua sensazione di vita fino a identificarsi nell'Assoluto.
Dunque ogni sentire esprime il tassello di una verità così immensa che nessuno (nemmeno i Maestri) ci hanno potuto spiegare.

Da queste spiegazioni si può dedurre che ognuno sia nella verità per quello che rappresenta, sente e crede. Ma essendo la verità dinamica, egli deve mutare insieme ad essa per poter raggiungere il suo equilibrio.
Succede che quando si osserva un qualsiasi evento si percepisca solo quello che può entrare nel nostro schema di pensiero.
E' normale.
Lo stesso fenomeno accade quando si cerca di trasmettere un'idea a qualcuno: non si saprà mai quello che l'interlocutore ha interpretato di ciò che abbiamo spiegato.
Anche questo è normale.
Eppure si continua a parlare e discutere perché attraverso questo dialogo qualcosa si trasferisce, anche se nessuno saprà mai cosa si è veramente trasferito nell'altro.
Così si cresce; ciascuno con la sua verità e le sue "certezze dinamiche" prosegue a parlare e ascoltare, ma sempre un pochino diverso da quello che era nel precedente dialogo.

Da questo emerge la necessità della tolleranza e, ancora di più, della comprensione; non tanto nel condividere ciò che pensa l'altro perché questo sarebbe ipocrita; piuttosto nel rispettarlo come punto di riferimento imprescindibile per un processo di apprendimento ed evoluzione, e "vero" per la caratteristica mutevole e poliedrica della Realtà.

Possiamo considerare verità ogni opinione espressa?
Le opinioni, in se stesse, non sono una verità; ma dimostrano una sensibilità verso una propria verità che cerca di acquisire sostanza attraverso uno schema mentale; ecco che si forma l'opinione.

Questa successivamente si verifica con il confronto e l'esperienza; ecco che allora prende forma, si rafforza, si deprime o si trasforma attraverso i risultati delle proprie esperienze.

Anche la maschera, che ognuno di noi si mette per apparire, è una verità; quella che ha strutturato l'io cogliendo le speranze, i timori e i desideri dell'individuo. Li ha resi "vivibili", quindi verificabili.
Tutto è un momento di espressione di una verità interiore, derivata da innumerevoli dinamiche fisiche e psicologiche che caratterizzano ogni individuo.

Se non venissero vissute come vere e se non venissero verificate con la mente, il cuore e l'esperienza diretta, rimarrebbero immobili come potenza, illusorie come sostanza.
L'attimo di espressione di tutte queste verità di passaggio, non appartengono solo all'individuo che le sente, ma anche alla molteplicità della manifestazione, la quale le racchiude e le trascende nell'unità.

Per questo è importante vivere questo insegnamento e le parole delle Guide, per quello che si sente come vero; per quanto parziale, rispetto alla Realtà Assoluta, e per quanto limitato rispetto a concezioni più vaste, è il senso dell'esistere che rende quello che siamo nel momento che proviamo questi sentimenti-pensieri.

Questo mi fa pensare come ciascuna verità sia preziosa, e sempre comprensibile per chi la crede; e che sia "vera" perché sentita e vissuta sulla propria pelle e col proprio cuore, e sia unica perché intima e individuale.

(14 luglio 2024)

Bisogna studiare, senza fermarsi al settarismo di nessuno

Il risultato più alto dell'educazione è la tolleranza.
(Helen Keller)

L'istruzione è la capacità di ascoltare quasi tutto senza perdere la calma o la fiducia in se stessi.
(Robert Frost)

Sappiamo ciò che c'è, ma non sappiamo ciò che potrebbe esserci. Desiderare un mondo migliore è possibile.
(Giulio Ripa, aforismi)

Se vogliamo comprendere la realtà con il ragionamento, inciampiamo in una contraddizione dopo l'altra.
(Francesco Galgani, Studiare serve a confermare la propria ignoranza?)

L'insegnamento fondamentale della vita a cui partecipiamo è comprendere la vita stessa.
(Giulio Ripa, aforismi)

Non puoi insegnare qualcosa a un uomo; puoi solo aiutarlo a scoprirla dentro di sé.
(Galileo Galilei)

Gli uomini che non sanno nulla degli argomenti di discussione possono parlare, mentre gli uomini che sanno molto spesso tacciono.
(George Bernard Shaw)

Dalai Lama - Il senso della vita: Karuna (compassione) e Ahimsa (non-violenza)

In calce riporto un video del 2021, pieno di cuore, del Dalai Lama (fonte). Qui di seguito una sintesi degli argomenti trattati.

Introduzione a Karuna e Ahimsa: Karuna (compassione) e Ahimsa (non-violenza) sono due concetti fondamentali nel buddismo e nella filosofia indiana. Karuna si riferisce alla compassione, che nel buddismo riguarda il desiderio di alleviare la sofferenza degli altri e portare loro felicità. Questo tipo di compassione non è limitato solo agli esseri umani, ma si estende a tutti gli esseri senzienti. Ahimsa, invece, è il principio della non-violenza, che implica non solo l'astensione dalla violenza fisica, ma anche da quella verbale e mentale. Ahimsa promuove un atteggiamento di gentilezza e rispetto verso tutti gli esseri viventi.

Il Dalai Lama evidenzia come la compassione sia la chiave per un mondo migliore. La compassione porta a una maggiore comprensione e tolleranza, riducendo conflitti e promuovendo la pace. Inoltre, la pratica della non-violenza aiuta a risolvere i problemi in modo costruttivo e senza causare ulteriori sofferenze.

Saggezza antica indiana: Il Dalai Lama esprime grande ammirazione per la saggezza antica indiana, che ha contribuito significativamente allo sviluppo della filosofia e della logica. Egli menziona come la filosofia indiana abbia influenzato profondamente il buddismo tibetano, in particolare attraverso l'approccio investigativo e logico alla comprensione della realtà.

Questa saggezza antica è vista come una risorsa preziosa per l'umanità moderna, offrendo strumenti per affrontare le sfide contemporanee. Il Dalai Lama incoraggia lo studio e l'integrazione di questi antichi insegnamenti nella vita quotidiana, poiché essi promuovono un modo di vivere etico e consapevole.

Importanza dell'educazione secolare: Il Dalai Lama enfatizza la necessità di un'etica secolare che abbracci i valori di non-violenza e compassione, indipendentemente dalla fede religiosa. Egli crede che l'educazione dovrebbe insegnare questi principi per migliorare la società nel suo complesso. La compassione e la non-violenza, infatti, non sono solo valori religiosi, ma universali e fondamentali per il benessere collettivo.

L'educazione secolare deve quindi includere insegnamenti sull'etica e sulla gestione delle emozioni, fornendo agli studenti gli strumenti per vivere in armonia con gli altri. Questo approccio può contribuire a ridurre la violenza e promuovere una cultura di pace e rispetto reciproco.

Relazione tra salute fisica e mentale: Il Dalai Lama discute la stretta connessione tra la salute fisica e mentale. Egli spiega che una mente tranquilla e priva di ansia può avere un impatto positivo sulla salute fisica, contribuendo a ridurre problemi come l'ipertensione. Una mente serena è meno soggetta a stress, che è una delle principali cause di molte malattie moderne.

D'altro canto, egli riconosce che anche le malattie fisiche possono influenzare negativamente la mente. Tuttavia, mantenere una mente pacifica e compassionevole può aiutare a gestire meglio le malattie e le difficoltà fisiche, promuovendo un equilibrio generale tra corpo e mente.

L'importanza della conoscenza interiore: Il Dalai Lama parla dell'importanza di comprendere la mente e le emozioni umane, come insegnato nella tradizione buddista. Egli afferma che l'altruismo e la compassione sono antidoti all'egoismo e alle emozioni negative. La pratica della compassione aiuta a sviluppare una mente calma e centrata, riducendo l'influenza di emozioni distruttive come la rabbia e la gelosia.

Egli sottolinea che la conoscenza interiore è fondamentale per il benessere personale e collettivo. Comprendere come funzionano la mente e le emozioni permette di gestire meglio i propri stati d'animo e di vivere in modo più equilibrato e soddisfacente.

Riflessioni sulla fisica quantistica: Il Dalai Lama confronta la filosofia buddista con la fisica quantistica, osservando che entrambe riconoscono che la realtà non esiste come appare superficialmente. Egli spiega che la comprensione profonda della realtà, come insegnato nella filosofia indiana, può aiutare a ridurre le emozioni negative che si basano su percezioni errate.

Questa riflessione mostra come antichi insegnamenti filosofici possano avere rilevanza anche nel contesto della scienza moderna. La fisica quantistica, come la filosofia buddista, suggerisce che la realtà è molto più complessa di quanto appare, invitando a un approccio più aperto e investigativo alla conoscenza.

Risposta ai problemi globali ed ecologia: Il Dalai Lama, nel rispondere a una domanda sui problemi globali come il riscaldamento climatico e la pandemia, sostiene che affrontarli richiede un approccio olistico e cooperativo, basato sulla compassione e la non-violenza. Egli usa il termine "ecologia" per sottolineare l'importanza di preservare e aver cura dell'ambiente naturale.

L'ecologia, per il Dalai Lama, è una questione che va oltre il cambiamento climatico e riguarda il nostro modo di vivere in armonia con la natura. Promuovere pratiche ecologiche è fondamentale per il benessere di tutti.

Ruolo della spiritualità e religione: Il Dalai Lama rispetta tutte le tradizioni religiose, sottolineando che il concetto di compassione e non-violenza è comune a tutte le principali religioni del mondo. Egli crede che questi principi possano unire l'umanità e promuovere una convivenza pacifica e armoniosa.

Egli risponde anche a una domanda su Dio, mostrando grande saggezza e rispetto per le diverse credenze. Spiega che per miliardi di persone, inclusi ebrei, cristiani e musulmani, credere in un Dio creatore "pieno di amore" è utile e positivo, poiché li ispira a vivere in modo amorevole e compassionevole. Tuttavia, per i buddisti, l'attenzione è posta sull'autoresponsabilità e sulla pratica personale per raggiungere la pace interiore.

Esperienze personali: Il Dalai Lama condivide esperienze personali e aneddoti per illustrare l'importanza della compassione, anche in situazioni di grande difficoltà, come il suo esilio dal Tibet. Un aneddoto particolarmente significativo è quello di un monaco tibetano imprigionato per 18 anni in Cina. Questo monaco riferì di essersi sentito in pericolo più volte, spiegando che il "pericolo" era la perdita di compassione per i cinesi. Questo esempio enfatizza il ruolo cruciale della compassione nella pratica buddista.

Queste storie personali mostrano come la pratica della compassione e della non-violenza non sia solo teorica, ma possa essere applicata concretamente nella vita quotidiana per superare le difficoltà con serenità e forza d'animo.

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Storia delle campagne vaccinali in Italia, dalle promesse alle conseguenze

Ecco un riepilogo delle fasi che hanno portato alle (disastrose conseguenze delle) campagne vaccinali di massa.

1. Iniziativa Children Vaccination Initiative (1990)

Nel 1990, la Banca Mondiale, la Fondazione Rockefeller, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'UNICEF e il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite hanno lanciato la Children Vaccination Initiative. Questa iniziativa mirava a estendere le vaccinazioni a tutta la popolazione pediatrica mondiale, collaborando strettamente con l'industria farmaceutica per aumentare la copertura vaccinale tra i bambini. Questo programma rappresentava un primo passo significativo verso la promozione delle vaccinazioni come misura preventiva fondamentale per la salute pubblica globale.

2. Costituzione della Gavi Alliance (2000)

Nel 2000, è stata fondata la Gavi Alliance, nota anche come Alleanza Globale per le Vaccinazioni, su iniziativa della Bill & Melinda Gates Foundation, che ha donato 750 milioni di dollari per la sua costituzione. Gavi è una fondazione privata di diritto svizzero che promuove una partnership tra pubblico e privato per migliorare l'immunizzazione nei paesi in via di sviluppo. L'alleanza mira a garantire che i bambini nei paesi più poveri del mondo abbiano accesso alle vaccinazioni salvavita, inizialmente sperimentando sui paesi più bisognosi prima di estendere le pratiche ai paesi più sviluppati.

3. Adesione dell'Italia a Gavi (2006)

Nel 2006, l'Italia ha aderito a Gavi sottoscrivendo titoli obbligazionari per sostenere finanziariamente l'alleanza. Questo impegno ha segnato un passo significativo per l'Italia nel contribuire alle campagne vaccinali globali, mostrando il sostegno del governo italiano agli sforzi internazionali per migliorare la copertura vaccinale nei paesi in via di sviluppo. Questo supporto è stato ulteriormente consolidato attraverso successivi finanziamenti e impegni economici.

4. Legge Finanziaria Italiana (2008)

La Legge Finanziaria del 2008 ha previsto ulteriori contributi italiani a Gavi, stanziando 2,074 milioni di euro attraverso "Advance Market Commitments" (AMC). Questo stanziamento è stato inserito nel capitolo "Competitività e Sviluppo delle Imprese", evidenziando l'importanza attribuita dal governo italiano alle politiche vaccinali come parte dello sviluppo economico e sociale del paese. Questo passo ha contribuito a rafforzare l'impegno dell'Italia nelle campagne vaccinali globali e nel supporto alle iniziative di Gavi.

5. Decade dei Vaccini (2010-2020)

Al Forum Economico di Davos del 2010, la Bill & Melinda Gates Foundation ha annunciato la "Decade dei Vaccini", impegnandosi a donare 10 miliardi di dollari per promuovere la vaccinazione globale nel periodo 2010-2020. Questo decennio è stato concepito per rafforzare la ricerca, lo sviluppo e la distribuzione di vaccini in tutto il mondo. L'obiettivo era di aumentare la copertura vaccinale e ridurre la mortalità infantile, con particolare attenzione ai paesi in via di sviluppo. La decade si è conclusa proprio con l'inizio della pandemia di COVID-19, rendendo ancora più urgente e rilevante l'importanza delle vaccinazioni.

6. Epidemia di Morbillo in Italia (2011)

Nel 2011, l'Italia ha affrontato un'epidemia di morbillo con oltre 4.600 casi (dichiarati e poi smentiti), molti dei quali in età adulta. Questo evento ha spinto il governo italiano a rivalutare le politiche vaccinali, portando nel 2012 alla discussione del Piano Nazionale Vaccini, che ha anticipato l'intenzione di superare l'obbligo vaccinale in favore di raccomandazioni vaccinali più forti. Questo piano mirava a migliorare la copertura vaccinale attraverso l'educazione e l'informazione della popolazione, cercando di raggiungere un equilibrio tra obbligatorietà e libertà di scelta.

I 4600 casi sono stati poi messi in dubbio. Infatti, il contesto e l'utilizzo di questi numeri hanno contribuito a creare un clima di allarme che ha giustificato l'introduzione di misure vaccinali più stringenti, nonostante le critiche e le contestazioni sulla reale entità dell'epidemia.

7. Assemblea Generale dell'OMS (2012)

Durante l'Assemblea Generale dell'OMS del 2012, la direttrice Margaret Chan ha promosso la Decade dei Vaccini, integrandola nell'agenda della salute globale. Chan ha sottolineato che l'attività dell'OMS è vincolata dai desideri dei suoi principali donatori, tra cui la Bill & Melinda Gates Foundation e Gavi Alliance. Questo riconoscimento ha evidenziato l'influenza delle donazioni private sulle politiche globali di salute pubblica e ha rafforzato l'impegno dell'OMS nella promozione delle vaccinazioni come priorità globale.

8. Finanziamenti dell'Italia a Gavi (2014)

Nel 2014, l'Italia è stata insignita del ruolo di capofila nelle strategie vaccinali mondiali dalla Global Health Agenda. Questo incarico, conferito a Washington, ha visto l'Italia impegnarsi ulteriormente con finanziamenti diretti a Gavi per 120 milioni di dollari. L'Italia è stata scelta come laboratorio politico per sperimentare nuove politiche vaccinali, consolidando il suo ruolo di leader nella promozione delle vaccinazioni a livello globale.

9. Documento Europeo sulle Vaccinazioni (2018)

Nel 2018, la Regione Puglia ha pubblicato un rapporto osservazionale condotto con metodologie di vaccinovigilanza attiva sui bambini vaccinati contro morbillo, parotite, rosolia e varicella. Questo rapporto ha riportato una frequenza di reazioni avverse gravi del 4%, molto superiore allo 0,005% rilevato con la vaccinovigilanza passiva. Questo studio ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza dei vaccini e ha evidenziato la necessità di una vigilanza più rigorosa e trasparente.

10. Passaporto Vaccinale (2019)

Nel settembre 2019, durante il Global Vaccination Summit a Bruxelles, è stato discusso e promosso il concetto di passaporto vaccinale, con l'obiettivo di implementarlo entro il 2022. Questo summit ha visto la partecipazione di 400 personalità da tutto il mondo, che hanno discusso di come migliorare la copertura vaccinale e contrastare l'esitazione vaccinale. Il passaporto vaccinale è stato visto come uno strumento per garantire che le persone vaccinate potessero viaggiare liberamente e per aumentare la fiducia nelle vaccinazioni.

11. Pandemia di COVID-19 (2020)

La pandemia di COVID-19 ha messo in pratica molte delle politiche discusse e pianificate negli anni precedenti. Le tecnologie sviluppate per il monitoraggio e la distribuzione dei vaccini sono state utilizzate per gestire la crisi sanitaria globale. Le campagne vaccinali di massa sono state implementate rapidamente, e il concetto di passaporto vaccinale è stato introdotto per "facilitare" (?) i viaggi e garantire la sicurezza sanitaria (o, detto diversamente, per porre verso i cittadini un ricatto di tipo mafioso basando la campagna vaccinale su intimidazioni, ricatti, violenza, falso ideologico, procurato allarme e ghetizzazione). Questo evento ha "dimostrato" l'importanza della pianificazione e della preparazione a lungo termine per affrontare emergenze sanitarie globali...

12. Risultato: i vaccinati antiCOVID-19 muoiono più dei non vaccinati (2024)

I risultati di un’importante ricerca italiana appena pubblicata sulla rivista scientifica Microorganisms che vede tra gli autori il noto epidemiologo Franco Berrino.

Tempo fa fece scalpore uno studio realizzato sulla popolazione di Pescara che confrontava la mortalità totale in base allo stato di “vaccinati” e “non vaccinati” per COVID-19 negli anni 2021-2022.

Gli autori, pur ammettendo una significativa maggior mortalità nei vaccinati con 1 o 2 dosi, concludevano che, più ci si vaccinava dalla 3° dose, meno si rischiava di morire per tutte le cause. In realtà questo studio era viziato da gravi errori metodologici (in gergo epidemiologico bias), al punto che la revisione ha dimostrato esattamente il contrario (qui https://cmsindipendente.it/pubblicazionepescara un’analisi critica di Alberto Donzelli). Tale revisione è stata realizzata da un team di epidemiologi (con il dottor Franco Berrino, già direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto dei Tumori di Milano), matematici e ricercatori, tra cui il dottor Alberto Donzelli della Commissione Medico Scientifica indipendente (CMSi). La ricerca, appena pubblicata sulla rivista scientifica Microorganisms (Alessandria M, et al. A Critical Analysis of All-Cause Deaths during COVID-19 Vaccination in an Italian Province. Micro-organisms 2024, 12(7),1343; https://doi.org/10.3390/microorganisms12071343), mette in evidenza per le persone vaccinate con 1 e 2 dosi un rischio di morte ancora superiore rispetto al lavoro originale, per quelli con 2 o 3 dosi un rischio di morte simile, ma con una piccola ma significativa perdita di speranza di vita.

«Il lavoro è importante perché documenta al meglio delle attuali possibilità che le vaccinazioni antiSARS-CoV-2, ribattezzate antiCOVID-19 da quando è diventato notorio che non proteggano dall’infezione, non hanno protetto neppure dalla mortalità totale, anzi» sottolinea il dottor Donzelli. «In poche parti del mondo i dati sono stati presentati in questo modo fondamentale, e in questo caso anche tenendo conto delle patologie di cui soffrivano i deceduti». Al punto che scienziati di rilievo mondiale come il matematico e Professore di Rischio Norman Fenton e lo statistico bayesiano Prof. Martin Neil della Queen Mary University di Londra hanno definito questa ricerca “chiaramente lo studio di miglior qualità che abbiamo a disposizione oggi sulla vaccinazione COVID-19”.


Per approfondire e verificare: Preparare il terreno (alle campagne vaccinali), Teleragione, Giorgio Bianchi, 3 luglio 2024 (fonte)

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Sullo stesso tema, per confronto con una ricerca analoga su morti e vaccinazioni antiCOVID-19 in Australia: "Ricerca scientifica dimostra nesso di causa ed effetto tra vaccinazioni e morti"

Per confronto sulle conseguenze del vaccino antinfluenzale: Il vaccino antinfluenzale aumenta la probabilità di ammalarsi di Coronavirus Codiv-19? Sì

(12 luglio 2024)

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