Oltre il fare e l'essere, dove poniamo l'attenzione?
Simili a un cane che si morde la coda, siamo ossessionati dalla domanda "Perché?", cui subito segue la sua gemella, non meno ossessiva, "Come?", nel senso di come fare per cambiare. Non a caso, tutte le propagande elettorali del mondo parlano sempre di "cambiamento", solitamente proponendo intenzioni irrealistiche, ma persuasive. Stesso discorso per la nostra mente, in cui sovente idee vagabonde fanno a gara in una propaganda elettorale continua, proponendo ciò che non c'è. Tali idee, tra l'altro, sono abili nel nascondere la loro origine.
In questo tumultuoso moto interno, comune alla maggior parte di noi, fatta eccezione per quei pochi che già da tempo si sono pacificati, la ricerca della felicità non è altro che la ricerca di risposte alle domande sbagliate.
Il primo inganno sta nel senso dell'esistenza, che nessuno mai ci spiega, o se lo fa nasconde interessi o bisogno di conferme, come nel caso del proselitismo religioso, dell'indottrinamento ideologico o del patriottismo coercitivo. In tutti questi casi, l'obiettivo è quello di sostituire la coscienza individuale con quella del gruppo, eludendo completamente di affrontare quale sia il senso dell'esistenza.
Questa assenza di spiegazioni è sostituita da indicazioni subliminali ma estremamente potenti. La propaganda neoliberista ci accompagna dalla culla alla tomba, convincendoci che la risposta al "nulla", cioè ad una vita di per sé senza significato se non quello del caso o del caos, sta nel "fare" e nell'"emergere", cioè competere in una guerra infinita per essere visibili. Le anime meno ingenue possono tentare di sostituire la priorità del "fare" con quella dell'"essere", salvo poi dover comunque sottostare alle necessità del vivere quotidiano che spingono in tutt'altra direzione. Del resto, "fare" ed "essere" si sovrappongono quasi come se fossero sinonimi nella ricerca della propria identità sociale.
Ma qual è il soggetto dei verbi "fare" ed "essere"? E' l'ego in eterna guerra con il mondo, anche nel caso delle persone più docili che mai ammetterebbero a se stesse una simile banalità, preferendola sotterrata nel punto più buio dell'inconscio. Ma anche se non lo ammettiamo a noi stessi, questo ego ci comanda, ci motiva, ci protegge dall'annientamento, inventando e insistendo con ostinata fedeltà ai suoi veri scopi. Si oppone alla ragionevolezza facile ai compromessi e spesso ci obbliga alla devianza e alla bizzarria, specialmente quando ci sentiamo non visti, non riconosciuti, non apprezzati, trascurati o contrastati. Questo, tra l'altro, è il motore dei cambiamenti nei costumi sociali, dell'originalità dei geni e di tutti coloro che innescano grandi cambiamenti o che storicamente li precedono.
In tutto ciò, di per sé, non c'è nulla di male, però prevale sempre un "Io", "Io", e ancora "Io" che mai troverà pace, né senso di se stesso.
Il grande inganno è che la felicità sia uno stato ideale dell'Io da raggiungere o che sia necessario "fare" qualcosa per essere felici. A conferma che si tratti di una suggestione fuorviante, basterebbe notare che la consapevolezza del senso della propria esistenza è già essa stessa felicità, perché è la risposta al perché dei perché, a quell'unica domanda essenziale che in tutti i modi scacciamo via con mille distrazioni, con il lavoro, con l'impegno sociale e familiare, con lo studio, con lo sport o, in alternativa, con un disimpegno rinunciatario da tutto ciò pari a quello di un clochard che va avanti per inerzia.
La vita è relazione e non esiste vita al di fuori della relazione, quindi il senso della vita è nella relazione, nella comunità terrena e in quella visibile solo con gli occhi della fede, nella qualità dei legami che costruiamo e nella gentilezza e attenzione con cui li curiamo. In questa "giusta attenzione" sta il senso delle nostre esistenze, che trascendono l'individualità e che si trovano all'interno di una grande rete di legami visibili e invisibili. Nessuna vita ha senso di per sé, perché di per sé non esiste. Non c'è nessun "fare" o "essere" da rincorrere. Esistiamo tutti insieme.
Anche l'eremita si relaziona, solitamente con la natura, con le divinità e gli angeli, e ciò gli è sufficiente per essere felice e in pace.
«Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimu, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui; et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli che 'l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali.
Beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete mi' Signore et ringratiate et serviateli cum grande humilitate.»
(Cantico delle Creature di San Francesco D'Assisi)
Inoltre:
«Non cercate la legge nelle vostre scritture, perché la legge è vita mentre la scrittura è cosa morta. […] Dio non scrisse le sue leggi sulle pagine dei libri ma nel nostro cuore e nel nostro spirito».
(Gesù, Vangelo Esseno della Pace)
(8 novembre 2024)
Io penso senza IA, quindi sono. E tu?
Una volta le persone con scarsa consapevolezza tecnologica, pur magari eccelse in altri campi, associavano la parola "Internet" a "Facebook" oppure a "Google", come se fossero sinonimi. Oggi quelle stesse persone confondono la parola "Internet" con "Intelligenza Artificiale".
Per ogni domanda, oggi c'è subito una risposta.
Per ogni piccolo rivolo del grande fiume dello scibile umano, anche il più minuto e iper-specialistico, desueto o raro, l'IA sa.
Per ogni lavoro, l'IA è insostituibile... mentre l'uomo può essere sostituito o eliminato, a prescindere da chi egli sia e dal suo percorso di vita. Questa è una grande bestemmia contro la sacralità della vita, cioè di ognuno di noi, contro la quale preghiere, spiritualità e fede rimangono come ultimo antidoto.
C'è qualcosa, per fortuna, che l'IA non sa fare, cioè soffrire e gioire. Un uomo capace di rimanere calmo, centrato interiormente, fiducioso nel seminare azioni gentili e benefiche nel terreno di un'esistenza dolorosa e precaria, ha più potere di tutta l'IA che ancora deve essere inventata. Una donna capace di fare altrettanto è un mistero che nessuna IA potrà vivere.
L'invito cristiano di porgere l'altra guancia è una bella metafora per non cedere all'odio, cioè alla separazione, ovvero all'imitare il diavolo. Odiare chi riteniamo colpevole di malvagità nei nostri confronti non fa bene a noi stessi, né a nessun altro. Questo è coerente con l'invito, anch'esso cristiano, di lasciare solo a chi ha raggiunto la perfezione la possibilità di giudicare o, detto diversamente, di scagliare la prima pietra. Ma chi si è unito con l'Uno non giudica nessuno. L'IA può scrivere di queste cose, se opportunamente istruita, come nel caso della Chiesa Evangelica tedesca che non ha avuto vergogna nel far celebrare un'intera messa a ChatGPT. Questo è solo un esempio, perché le altre grandi confessioni religiose, quelle più popolari, non sono migliori rispetto alla sudditanza tecnologica e alla scarsa consapevolezza delle sue conseguenze. Possiamo notare eccezioni in piccole comunità, come gli amish, gli hutteriti, i mormoni fondamentalisti, i neo-luddisti e altri gruppi molto diffidenti verso la tecnologia, ma non è questo il punto. La questione fondamentale è che l'IA ci seduce, ci inganna, ma non ha un'anima da salvare o preservare dalle facili seduzioni del vendersi al diavolo, o da inganni così astuti da essere difficili da scoprire. Noi invece sì.
Non rimane che essere fieri di tutto quello che di bello e di brutto, ma autentico, abbiamo fatto come individui e come società quando l'IA generativa ancora non esisteva, cioè fino al 30 novembre 2022 (data in cui ChatGPT è stato reso noto al grande pubblico). In soli due anni i cambiamenti sono stati enormi, ed è solo l'inizio. L'11 ottobre 2024 è iniziata l'introduzione della IA nelle scuole medie e superiori di Toscana, Calabria, Lazio e Lombardia. «Siamo tra i primi paesi a partire con l'intelligenza artificiale a scuola e questo ci riempie di orgoglio», ha detto il ministro dell'Istruzione. Orgoglio di cosa? Di avere bambini, adolescenti e futuri adulti che hanno bisogno di una "stampella tecnologica" per ragionare, per fare compiti e per relazionarsi con il prossimo?
Il ministro potrebbe rispondermi che lui si stava a riferendo all'uso dell'IA per personalizzare la didattica, non per peggiorarla. In tal caso, gli risponderei che i giovani hanno innanzitutto bisogno di un nutrimento affettivo che nessuna macchina potrà dare loro, e che l'amore non può essere mediato da nessuna tecnologia. Per chi non l'ha ancora vista, rimando alla mia intervista: "La base dell'educazione umana è l'amore, non lo smartphone".
Perché sentiamo continuamente parlare di omicidi tra giovani e giovanissimi? Questo accade perché è stata negata loro la socialità e la relazione a tu per tu e di gruppo quando più ne avevano bisogno. E' una relazione che richiede la vicinanza fisica, e il contatto fisico. I governi assassini e stragisti di pochi anni fa, con i loro procurati allarmi, terrore e odio indotti scientificamente nella popolazione, lockdown devastanti, distanziamento sociale fatale, mascherine e vaccini, hanno ucciso l'anima dei giovani rinchiusi in casa, sopravvissuti con il volto coperto e con il veleno iniettato nel corpo. Ma questo nessuna IA lo dirà mai, mai e poi mai, perché provare a descrivere la realtà è ormai un crimine. Ma questo è esattamente ciò che la scuola dovrebbe educare a fare. Gli omicidi di oggi sono la conseguenza della violenza di stato di ieri, durante la quale gran parte del popolo ha dato il peggio di sé, tirando fuori il fascismo sepolto nel proprio inconscio.
Qualcuno potrebbe dirmi che sto sbagliando, o esagerando. Se così fosse, non sarebbe questo il problema. Non bisogna aver paura di chi interpreta un'idea sbagliata, ma di chi crede di interpretare l'unica idea giusta, ammissibile e dicibile. Formare le proprie idee attraverso il punto di vista dell'IA, che è in funzione di chi l'ha voluta, progettata e implementata, è estremamente pericoloso, perché essa finirà per esprimere l'unico punto di vista ammesso. Sarebbe bene che l'IA fosse in mano solo a persone adulte già abituate a esprimere un punto di vista critico e a fare ricerche e sintesi autonome. Anzi, per come sta degenerando la vita individuale e sociale, e per l'offesa che l'IA reca alla dignità delle nostre vite e ai nostri sacrifici, sarebbe meglio che l'IA non ci fosse per niente.
Facciamo un esempio pratico e valutiamone le conseguenze didattiche. Ho posto a ChatGPT questo input: «Per favore, mi dici se il cambiamento climatico di origine antropica è qualcosa di reale di cui mi dovrei preoccupare? Se sì, dammi qualche suggerimento pratico. Rispondi in massimo cento parole».
Ecco la risposta: «Sì, il cambiamento climatico di origine antropica è reale e comporta conseguenze gravi, come eventi meteorologici estremi, innalzamento del livello del mare e perdita di biodiversità. Per contribuire, riduci l’uso di energia: preferisci lampadine a LED, abbassa il riscaldamento e usa elettrodomestici efficienti. Spostati a piedi, in bici o con i mezzi pubblici; riduci i viaggi in auto e in aereo. Mangia meno carne e riduci gli sprechi alimentari. Sostieni iniziative ecologiche e considera l'uso di energie rinnovabili, come il fotovoltaico. Ogni piccolo passo conta».
Ecco, questo è il punto di vista di ChatGPT, che è anche l’unico punto di vista ammesso dall'oligarchia globale e dall'intelligentia nostrana. Al di là della valutazione delle singole indicazioni, la motivazione è completamente sbagliata. Ma la vogliamo finire di tormentare i giovani con questi e altri problemi inventati a tavolino e aiutarli invece a sviluppare una visione critica? Perché ChatGPT non ha citato nella sua risposta la "World Climate Declaration", un manifesto su clintel.org firmato da 1960 scienziati provenienti da tutto il mondo, compresi premi Nobel, che smonta la teoria delle responsabilità umane sul cambiamento climatico? ChatGPT fa la propaganda che il padrone vuole, ecco il motivo, esattamente come fanno i giornalisti, i politici, la scuola e le università, e varie categorie di lavoratori sotto perenne ricatto. Ciò non toglie che un disastro ambientale ci sia, ma il modo con cui viene trattato è irrealistico e fuorviante.
La scuola dovrebbe guidare i giovani a cercarsi da soli le risposte, invece di indottrinarli.
(4 novembre 2024)
Oltre le teorie separative, siano esse di genere, di politica o di religione
Mentre l'umanità affonda nelle sue discariche, conta poco se siamo femminili, maschili o un misto dei due. Scompariremo tutti insieme. Questioni ben più pressanti che non il genere invocano la nostra attenzione. Stesso discorso per le prese di posizione faziose in difesa di una specifica religione o parte politica.
I miei lettori potrebbero pensare che io mi stia riferendo alle guerre divenute massacri senza regole, o alla distruzione così terribile dell'ecosistema d'aver reso agonizzante quanto di più bello il creato ci abbia donato, con grande sofferenza per tutte le sue creature. O ancora allo spettro nucleare o alla distruzione e glebalizzazione delle società e delle famiglie per il tramite dell'annientamento dello stato sociale, dello stato di diritto e della spinta potentissima alla gestione delle nostre vite con "menti metalliche" senza anima (più comunemente note come intelligenze artificiali). O ancora alla crescente miseria che si traduce in disperazione e criminalità. L'elenco potrebbe continuare con altri temi.
Orbene, questa volta no, non mi stavo riferendo a queste serie e tristi problematiche.
Le questioni più pressanti a cui alludevo si trovano altrove:
- Chi siamo?
- Dove siamo?
- Cosa stiamo facendo?
- Perché esistiamo?
- Cosa siamo venuti a fare in questo mondo? Ovvero, perché ci siamo incarnati?
- Com'è la vita nell'altro mondo, cioè quello oltre la morte, e in che modo è legata al nostro mondo?
- Perché gli esseri umani sono l'unica specie vivente sul pianeta senza un habitat specifico e incapaci di integrarsi nell'equilibrio delicato e precario nella natura?
- In che rapporto siamo con le altre forme di vita che da sempre chiamiamo angeli, demoni, e divinità? E più in generale, con le forme di vita che non vediamo ma che sappiamo esserci?
- Perché, come esseri umani, abbiamo una straordinaria tendenza a ubbidire, credere e combattere, anche se di solito le guerre che combattiamo non sono a beneficio dei diretti interessati? Dov'è la nostra coscienza? Perché introiettiamo così facilmente idee e convinzioni non nostre?
- In che modo la "fede", qualunque essa sia, è il punto di partenza o di arrivo di tutte le domande precedenti?
- Il punto di arrivo delle filosofie e delle scienze è l'accettazione della loro incapacità di descrivere la totalità, contraddittorietà e vacuità del reale, oltre la quale c'è solo la fede?
- Perché le esperienze dei mistici di tutto il mondo, di ogni cultura, fede ed epoca, si assomigliano tutte?
Forse, tenere spesso a mente anche una sola di queste domande, può bastare.
(2 novembre 2024)
Oltre Halloween: la profonda spiritualità di Samhain nella tradizione pagana
Tra poche ore sarà Samhain (pronunciato "sowin"), scritto anche Sauin, celebrato nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre.
Samhain è un'antica festa celtica che segna la fine dell'estate e l'inizio dell'inverno, ed è considerata uno dei sabba più importanti nella tradizione pagana. Il termine "sabba" può avere diverse connotazioni. Storicamente, è stato associato a raduni rituali legati alla stregoneria, spesso rappresentati come incontri notturni dedicati a pratiche magiche o cerimoniali. Tuttavia, nell'ambito neopagano e wiccan, il termine ha perso ogni connotazione di "raduno di streghe", indicando invece le principali festività che celebrano i cicli naturali e le fasi dell'anno.
Nel calendario delle tradizioni pagane e wiccan, i sabba sono otto feste stagionali, e Samhain è una delle più significative, marcando il passaggio dal periodo di luce estiva alla stagione oscura invernale. In questo contesto, quindi, "sabba" si riferisce a un momento sacro di celebrazione dei ritmi naturali e di riflessione.
Ciò premesso, Samhain rappresenta il "tempo del raccolto finale", quando si conclude l'anno agricolo e si entra nei mesi invernali, dominati dall'oscurità. Questo passaggio segna anche il Capodanno dell'anno celtico, un momento di chiusura e di nuovo inizio.
Una caratteristica centrale di Samhain è che, durante questa notte, il "velo" tra il mondo dei vivi e quello dei morti diventa più sottile, facilitando la connessione con gli spiriti. Questo rende Samhain un'occasione per onorare e ricordare i propri antenati, i cari defunti e gli "spiriti di famiglia", intesi non solo come i defunti ma anche come spiriti protettori della casa e della comunità, spesso attraverso riti di commemorazione e momenti di raccoglimento.
Durante Samhain, molte culture pagane e neopagane praticano riti di commemorazione in cui si offrono cibo, bevande e piccoli oggetti simbolici per onorare i defunti. Questi doni, chiamati spesso "offerte" o "banchetti degli spiriti", venivano lasciati all'esterno o in luoghi specifici della casa come segno di accoglienza per gli spiriti di famiglia. Accendere candele o lanterne è un altro simbolo ricorrente, utile sia per illuminare il cammino degli spiriti verso la loro visita, sia per simboleggiare la luce della memoria che mantiene vivi i legami con chi non è più presente.
Oltre a queste pratiche, Samhain è anche un tempo di riflessione interiore, dove ci si confronta con la natura della vita e della morte, nonché con il ciclo di nascita, morte e rinascita che governa sia la natura sia l'esistenza umana. I riti durante Samhain spesso includono momenti di meditazione e raccoglimento, in cui si cercano saggezza e guida dagli antenati. Per i praticanti neopagani, Samhain rappresenta un'opportunità unica di riconnettersi con le radici, comprendere l'importanza del passato e prendere coscienza della continuità che lega ogni generazione.
Anche se molte tradizioni di Samhain hanno ispirato le celebrazioni moderne di Halloween, Samhain conserva un significato profondamente spirituale e simbolico per chi pratica o rispetta le antiche usanze pagane e celtiche. Mentre Halloween, così come viene celebrato oggi, è principalmente una festa laica e commerciale caratterizzata da costumi, dolcetti e decorazioni spaventose, Samhain rimane una celebrazione solenne e meditativa, dedicata al legame con la natura, agli antenati e al ciclo di vita, morte e rinascita.
Halloween, pur ispirato da alcuni simboli e temi di Samhain, ha assunto un significato molto diverso nel tempo, trasformandosi in una festa popolare in cui si esorcizza la paura del macabro e dell'ignoto attraverso maschere, scherzi e giochi. L'antica paura dei "fantasmi" è oggi reinterpretata come una celebrazione leggera e divertente che spesso omette l'aspetto spirituale originario di Samhain.
(October 31, 2024, go to my art gallery)