Il circolo vizioso dell'intelligenza artificiale

articolo di Giulio Ripa

L’intelligenza artificiale (IA) generativa è solo un sofisticato sistema computazionale di calcolo statistico. Per questo nella rete tutto deve essere riducibile ad un dato calcolabile ed archiviabile per poter essere codificato e analizzato dall’intelligenza artificiale.
Si parla di realtà aumentata grazie all’utilizzo della IA, piuttosto è una riduzione della realtà, un flusso di dati senz’anima che lascia fuori l’incalcolabile o l’invisibile come l’imprevisto dell’umano, la soggettività, l’eros, l’inconscio, i processi relazionali, l’affettività, la spiritualità, il mistero della vita.
E’ un limite fondamentale dell'IA la sua incapacità di comprendere veramente le emozioni e le esperienze umane, la complessità della vita.
L'intelligenza artificiale è destinata nel tempo solo ad accelerare decisioni ed intenzioni, ormai prodotte da un pensiero non più umano ma artificiale.

Per approfondire meglio, chiediamoci che cosa è l’intelligenza?
Intelligenza deriva da intelligĕre formato dal verbo legĕre, "cogliere, raccogliere, leggere, legare" con la preposizione intus, "dentro".
L'intelligenza, quindi, è letteralmente la capacità di capire in profondità.
Nella mente si compenetrano due modalità di funzionamento nel processo cognitivo:
- Il sistema non razionale S1 detto anche esperienziale, opera in un modo pre-conscio ed in accordo con le regole euristiche, è concreto, associativo, intuitivo, pragmatico, rapido, automatico, olistico, non verbale e strettamente connesso con le emozioni; inoltre, apprende direttamente dall’esperienza vissuta. La rappresentazione della conoscenza dipende essenzialmente da questo sistema S1.
- Il  sistema razionale S2 detto anche logico è inferenziale, opera in accordo con ciò che una persona ha appreso dalle regole di ragionamento trasmesse culturalmente, è conscio, relativamente lento, verbale, analitico, sequenziale, astratto, ipotetico-deduttivo.
La mente funziona con l'interazione tra il sistema S1 (che “se la cava bene” con la complessità) ed il sistema S2 (che risolve i problemi logico-matematici).

L’IA generativa sostituendosi al sistema razionale dell'uomo automatizza il lavoro concettuale di tipo logico-deduttivo cercando, con una potenza di calcolo senza precedenti, delle correlazioni fra una massa abnorme di dati.
D’altra parte l’IA esclude la componente non razionale che si sovrappone nel processo cognitivo dell’uomo a quella razionale. L’IA è senza cuore.

I contenuti automatici generati dalle intelligenze artificiali stanno dando vita a un circolo vizioso che sta rivoluzionando la rete, seppellendo i contenuti creati dagli esseri umani sotto una marea di contenuti artificiali prodotti dai (ro)bot e dalle IA che interagiscono tra loro nella rete: macchine che apprendono e si addestrano con altre macchine, in una spirale comunicativa dove l’intervento dell’uomo è sempre più marginale, ridotto a semplice utente privo di ogni creatività. L’intelligenza artificiale è il nuovo oracolo della rete dove le risposte ottenute sono sempre di più i dati di ingresso di altre macchine “pensanti”, un circolo vizioso senza fine.

Secondo McLuhan "il medium è il messaggio": il mezzo tecnologico, in questo caso l’IA, determina i caratteri strutturali della comunicazione che produce effetti pervasivi sull'immaginario collettivo indipendentemente dai contenuti dell'informazione di volta in volta veicolata.
Ogni tecnologia crea nuove tensioni e nuovi bisogni negli esseri umani che l'hanno generata.
Il nuovo bisogno e la nuova risposta tecnologica nascono dal fatto che ci siamo impadroniti della tecnologia già esistente: è un processo ininterrotto.
Qualunque sia l’uso dell’IA, quando una nuova tecnologia penetra in un ambiente sociale non può cessare di permearlo fin quando non ha saturato ogni istituzione.

Lo stesso Leopardi affermava con pessimismo, molto tempo prima, che “Non gli uomini ma le macchine trattano le cose umane e fanno le opere della vita.”

Cosa è possibile fare per non essere travolti dal pensiero artificiale?

Oltre ad essere un ricordo degli antichi filosofi la domanda “Conosci te stesso?” può diventare una modalità di resistenza all'intelligenza artificiale.
Siamo in un tempo apocalittico, un tempo di svelamento di una catastrofe in corso ma anche una possibilità di svoltare nel senso giusto della storia  grazie alla testimonianza di uomini con spirito libero.

Tutte le tecnologie sono protesi che amplificano le capacità dell'uomo.
L’IA in particolare aumenta l'intelligenza cognitiva ma riduce quella emotiva.
La conseguenza di ciò è l'effetto avverso dell’intelligenza artificiale che porta sempre ad una minore capacità di creare buone relazioni umane, anzi diventa sempre più difficili sostenerle senza una intermediazione digitale.
Di converso più relazioni umane portano ad allargare il campo dell'emozioni ed a diminuire l'importanza dell'IA nella vita dell'uomo.
Allora è necessario arrivare alla conoscenza grazie all’esperienza diretta che aumenta le relazioni tra gli uomini ed avere come riferimento culturale le tradizioni sapienziali. Leggere i classici per iniziare un percorso spirituale, perché lo spirito libero è l'unica cosa che non ha nulla a che fare con l'IA.
Concludendo posso dire che l'IA ha ormai pervaso la nostra società ma lo spirito libero, le relazioni amorevoli e le domande esistenziali possono diventare un antidoto a questo flagello. E' una possibilità che l'uomo di solito non sceglie ma, è l'unica che c’è. Restiamo umani.

(Giulio Ripa, 6 maggio 2024)

Nel labirinto dei destini, alla ricerca dei pattern universali

Nell'inarrestabile danza dell'umanità, le azioni umane si confondono, si mescolano e si trasformano, plasmate dalle correnti mutevoli della storia, delle relazioni, della società, della tecnologia, dell'età e della cultura. Eppure, dietro questa varietà, si celano pattern intramontabili, schemi che sussistono indipendentemente dalle sfumature del contesto. Sebbene l'essenza umana sia in definitiva imprevedibile nella sua complessità, spesso segue traiettorie prevedibili e comprensibili. Nelle scienze antropologiche, con la parola pattern intendiamo un sistema consolidato di convinzioni, comportamenti e valori comune a tutti i membri di un determinato gruppo.

Ogni individuo, pur percependosi come unico, porta con sé un mosaico di modelli universali che si ripetono, con leggere variazioni, tra coloro che condividono un simile livello evolutivo, di consapevolezza o di prove karmiche. Tutto ciò, tra l'altro, getta nuova luce sulla psicologia predittiva basata su statistiche, su test standardizzati e sui big data, ma su ciò preferisco non dilungarmi in questa occasione.

Quello che intuisco è che noi, prima di reincarnarci, cioè prima di discendere nuovamente in questo teatrino virtuale costruito appositamente per metterci alla prova, abbiamo un'idea abbastanza chiara del da farsi e di quali esperienze abbiamo bisogno di fare, per motivi che possono riguardare la nostra evoluzione o la risoluzione di problemi, cioè di nodi karmici, condivisi con altre anime. Potremmo anche aver preso accordi prima di rientrare nella sofferenza del mondo materiale. E' una sfida ragguardevole, poiché, per crescere attraverso le prove karmiche, dobbiamo dimenticare la natura illusoria di questo mondo e perdere la memoria delle nostre scelte e delle loro conseguenze, affinché l'esperienza sia autentica. Dobbiamo anche dimenticare che in questa realtà illusoria, transitoria, trasognata e per certi versi allucinata, le nostre intenzioni e le nostre scelte sono costantemente sotto osservazione, come animali in un laboratorio, e che per tutto c'è una conseguenza.

Solo immersi nell'illusione della nostra esperienza terrena, privi del ricordo della nostra vera natura e delle nostre intenzioni preesistenti, possiamo affrontare le prove con coraggio e autenticità. Solo così, ad esempio, un ricco può comprendere veramente la vita di un povero, diventando realmente povero e dimenticando la sua ricchezza. Similmente, ciò vale per tutti noi quando ci reincarniamo.

Tantissime anime hanno problemi evolutivi simili e step simili da superare. Anche se non ce ne accorgiamo, siamo in tantissimi a fare esperienze che, seppur ciascuna diversa dall'altra, hanno un pattern comune.

Le persone con simili livelli di evoluzione si attraggono reciprocamente, come magneti che si allineano. Allo stesso modo, siamo attratti da coloro che sono necessari e complementari per le nostre prove, come vittime e carnefici in un intricato gioco dell'esistenza. E mentre affrontiamo il labirinto della vita, reincontriamo coloro con cui abbiamo fatto accordi prima di reincarnarci, o con cui abbiamo lasciato questioni in sospeso in altre esperienze terrene o di altri mondi.

Tutto l'universo segue dei modelli ben precisi, dei pattern di base sempre uguali. Da come sono disposti i pianeti e le stelle in cielo, a come sono disposti i nostri oggetti quotidiani e i personaggi nelle opere d'arte, i modelli sono sempre gli stessi. Il microcosmo e il macrocosmo sono costruiti con gli stessi mattoncini, con gli stessi pattern. E così vale anche per i nostri pensieri, le nostre parole e i nostri comportamenti, anche se difficilmente ce ne accorgiamo. Piuttosto, intuiamo correttamente ciò che nessuno ci ha detto o che intenzionalmente ci è taciuto quando, a livello inconscio, riconosciamo un modello.

Anche quando ci sentiamo soli o realmente siamo da soli, tanti altri stanno facendo un'esperienza sovrapponibile alla nostra per scopo evolutivo e per modalità.

Al termine di questo travagliato e a volte disperato viaggio terreno, giungerà il momento di ricordare la nostra vera natura, di riflettere sulle sfide superate e sui nodi ancora da sciogliere. Prepareremo il terreno per le nostre nuove avventure, concordando o scegliendo il nostro prossimo passo, a seconda del livello di consapevolezza raggiunto e anche di com'è andata o come sta andando a coloro con cui abbiamo prove in comune o legami profondi. Oppure, se siamo rimasti confusi, se ancora non abbiamo capito chi siamo, se ci siamo persi o se la nostra consapevolezza scarseggia, ci faremo imporre da qualcun altro il nostro prossimo passo... esattamente come avviene sulla Terra a chi si lascia manovrare da altri.

Infine, arriverà il momento di comprendere che tanto questo mondo quanto l'altro non sono più reali della magia di un prestigiatore, nessuno dei due è meno vacuo dell'altro. Come una goccia si fonde nell'oceano per ritornare ad essere parte di un'unica immensità, così noi cesseremo di essere noi stessi per fonderci di nuovo nell'unico tutto esistente.

(4 maggio 2024)

Tecnologia e Potere: il new deal delle armi (Giorgio Bianchi)

Nell'edizione del 30 aprile 2024 di TeleRagione, il notiziario mattutino di VisioneTV, il fotogiornalista, documentarista e filmmaker Giorgio Bianchi ha esplorato una vasta gamma di temi al confine tra tecnologia, politica e società globale. La puntata ha preso il via con una riflessione sulla crescente influenza della tecnologia nei conflitti moderni, ispirata da un articolo dell'Huffington Post che mette in luce la profonda interconnessione tra i colossi del Big Tech e il settore militare.

Se dovessi fare un'estrema sintesi, direi che Occidente e Oriente si stanno entrambi muovendo a passi da gigante verso il trionfo dell'intelligenza artificiale sull'uomo e l'annientamento di tutte le libertà di base. Le nuove tecnologie civili, come il 5G, hanno tutte quante, in realtà, finalità militari e di sorveglianza. Questo, almeno, è il progetto.

Giorgio Bianchi ha evidenziato il ruolo della tecnologia durante la pandemia di coronavirus, vista come un periodo di sperimentazione per implementare cambiamenti sociali radicali. Bianchi ha messo in luce come l'avanzamento delle tecnologie, in particolare quelle legate all'intelligenza artificiale, stia ridefinendo le regole, spingendo le società occidentali verso un futuro in cui la sorveglianza di massa sia pienamente legalizzata e il fondamento delle società stesse. In ciò rientra anche la sostituzione dei contanti e delle carte di credito con wallet digitali nello smartphone, l'uso esteso del 5G, la telemedicina, la didattica a distanza e, più in generale, l'intermediazione della tecnologia nei rapporti umani.

Successivamente, l'attenzione si è spostata sull'impiego di queste tecnologie nelle zone di conflitto, come l'Ucraina e Gaza, trasformate in veri e propri laboratori a cielo aperto per testare nuove armi finanziate dal Pentagono. Il dibattito ha incluso anche la Russia, il cui sviluppo di armi e tecnologie è percepito come una minaccia equivalente a quella della NATO, illustrando come i conflitti moderni siano sempre più caratterizzati da una competizione tecnologica.

Giorgio Bianchi ha poi rivolto una critica alla Silicon Valley per il suo apparente progressismo, che nasconde un profondo legame con l'industria della difesa. Ha messo in luce come figure come Peter Thiel, fondatore di PayPal e investitore iniziale di Facebook, abbiano contribuito a modellare un'industria che, nonostante le apparenze liberiste e progressiviste, supporta in realtà gli interessi di un complesso militare-industriale di sorveglianza e controllo.

La puntata ha anche esplorato la sfida della Cina alla supremazia tecnologica americana, avanzando in tecnologie come l'intelligenza artificiale e il riconoscimento facciale. Bianchi ha discusso come gli Stati Uniti siano impegnati in una corsa contro il tempo per mantenere il proprio vantaggio strategico, evidenziando come la guerra tecnologica tra Cina e USA influenzi la geopolitica globale e le alleanze internazionali.

Attraverso un'analisi dettagliata e discussioni approfondite, questa puntata di TeleRagione ha evidenziato come la tecnologia non sia solamente uno strumento di "progresso" (o di "regresso", a seconda dei punti di vista), ma anche un potente agente di potere, controllo e oppressione, sottolineando l'importanza di una vigilanza costante e di un dialogo aperto su queste tematiche cruciali per il futuro della società globale.

Invito i miei lettori alla visione dell'intera puntata, che va molto più in là di questa mia sintetica introduzione.

fonte: https://www.youtube.com/watch?v=xPy-_AwnmYM

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Previsioni per il futuro?

Gli eventi meno probabili e, soprattutto, meno pensati, sono quelli più probabili, quindi non c'è possibilità di previsione.
Per grandi cambiamenti può bastare un evento inatteso a cui nessuno sta pensando e che potrebbe coglierci tutti alla sprovvista.
L'importante è mantenere il cuore allenato alla pace e alla serenità interiore, in modo che, anche se dovesse accadere il peggio, la nostra anima sia pronta.

Dobbiamo anche renderci conto che il destino dell'uomo non dipende solo da ciò che conosciamo, ma da molto, molto di più.
La vita è illusoria, è un sogno, e anche il "libero arbitrio" è perlopiù illusorio. Poco dipende da noi, o forse nulla.

I nostri pensieri, le nostre scelte, le nostre parole, sono realmente "nostre" o sono ciò che nasce dall'interazione, visto che nulla esiste di per sé? La vita è relazione e non c'è nulla al di fuori della relazione, quindi non c'è nulla che sia realmente nostro. Neanche il nostro destino o la nostra mente.

I folli piani dei padroni universali, umani e non umani, saranno costretti a scontrarsi con volontà e decisioni ben più in alto delle loro misere ambizioni di dominio totale e di distruzione.

L'Apocalisse di Giovanni descrive la creazione di un nuovo cielo e una nuova terra (Apocalisse 21-22), dove regneranno pace e giustizia senza più dolore né sofferenza. Troviamo questo concetto, che funge da archetipo di speranza e rinnovamento, anche in altre culture. Per esempio, nel Ragnarok della mitologia norrena si assiste a una battaglia finale seguita dalla rinascita del mondo, mentre nella mitologia indù la fine del Kali Yuga (l'era più oscura, cioè la nostra) prelude a un'era di giustizia e verità. Analogamente, nello zoroastrismo, la fine dei tempi vede la vittoria definitiva del bene sul male, un tema condiviso anche da varie mitologie mesoamericane, come quella dei Maya. Queste narrazioni apocalittiche, pur variando nei dettagli, riflettono una visione universale di catastrofe e successiva redenzione.

Tutto andrà come deve andare, non dobbiamo preoccuparci di nulla, se non di fare costante pulizia delle nostre anime e allenamento delle nostre virtù fondamentali che vanno verso l'armonia e la coesistenza.

(27 aprile 2024)

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