Collaborazionismo autolesivo umano nell’aderire a verità assolute

L’essere umano, a livello di specie, è fondamentalmente collaborazionista rispetto ai poteri “esterni”, cioè disumani o non umani, che lo opprimono. Si tratta di una forma di collaborazione solitamente percepita come funzionale alla propria sopravvivenza, persino giudicata come “giusta”, anche di fronte alle peggiori ostentazioni di prevaricazione, oppressione, gusto nell’infliggere patimenti atroci e fini a se stessi, distruzione della bellezza, della vita, dell’amore. In altre parole, l’essere umano è abituato ad obbedire, e non è escluso che questa attitudine non sia soltanto culturale, ma anche codificata nel DNA.

Le dittature e i genocidi del passato ne sono una delle più palesi dimostrazioni, così come lo è l’attuale situazione a livello mondiale. La specie umana si dimostra pronta a qualunque tipo di vessazione, con una pazienza pressoché senza limiti e senza dignità, senza neanche un accenno di anelo di libertà, quando incontra un potere violento percepito come superiore e legittimato tramite la paura, il senso di impotenza e la violenza (sentimenti particolarmente inculcati oggi tramite la televisione).

Per queste ragioni, la storia dell’umanità, in quanto specie facilmente addomesticabile e già da millenni addomesticata (da chi?), è stata fortemente turbata, e continua ad esserlo, da interferenze che hanno caratteristiche non umane o disumane. Le persone, tra di loro, costruiscono spesso modelli relazionali basati sulla violenza appresa, che è l’aspetto complementare dell’incapacità appresa di amare.
In base al principio che tutto è in collegamento con tutto, è però evidente che questa interferenza non può essere unilaterale e che essa durerà soltanto finché la maggioranza degli esseri umani sentirà il bisogno di padroni, di protettori, di esseri esterni a sé in cui riporre la propria fiducia. Nel momento in cui una persona comincia a rendersi conto di essere creatrice attiva e principale del proprio mondo, non si affida più a poteri esterni ma ricerca il proprio potere interno; la stessa cosa vale per l’umanità nel suo complesso.

La continua accettazione dell’inaccettabile, attraverso i millenni e fino ad oggi, avviene grazie a dogmi (di cui quello più recente è il “covid”, in passato quello dominante era “dio”), cioè verità assolute e sovente rivelate (e persino “dimostrate”), che servono a creare una rappresentazione della realtà funzionale agli scopi del potere, scopi solitamente alieni e alienanti rispetto alle reali necessità umane. Chi asserisce queste cose, anche laddove esista la formale libertà di pensiero e di espressione, solitamente non viene compreso e, laddove le sue affermazioni siano di disturbo, viene appeso in croce: questo vale soprattutto per i personaggi potenzialmente influenti. Eventi recenti hanno dimostrato che anche in Italia l’atto di pensare e di esternare qualcosa di diverso rispetto a quanto è comunemente noto è punito con varie forme di ricatto, che arrivano anche alla reclusione in ospedali psichiatrici, in cui vengono commessi indicibili abusi; nel resto del mondo, purtroppo va anche peggio. Gli esempi in tal senso e attuali sono continui, quelli del passato troppi per essere contati.

I dogmi, o verità assolute, tanto cari alle religioni, alle parti incancrenite della scienza e della politica, al pensiero popolare dominante, spesso espressione del pensiero “unico” inoculato tramite il “main stream” e dalle sue controparti (la cosiddetta “controinformazione”), rafforzato o direzionato dai “filter bubble” dei social, sono basati su una creazione di realtà in cui non è ammessa la compresenza degli opposti e la loro contemporanea verità e legittimità di esistere. Si tratta di una visione/costruzione della realtà che tiene conto solo di quegli aspetti che sono coerenti ai dogmi stessi e che trova fondamento nei tre principi aristotelici di non contraddizione, di identità e del terzo escluso, che hanno senso soltanto all’interno di un sistema isolato (che di per sé è un’astrazione utile, ma mai reale). Nel momento in cui passiamo da un sistema isolato a un sistema più verosimile, in cui tutto è connesso a tutto e in cui vige l’interdipendenza e la mutevolezza istante dopo istante di tutti i fenomeni, ovvero in cui non esista un sistema di riferimento ovunque valido, ne segue che i principi fondanti diventano il principio di contraddizione, di interdipendenza e di compresenza degli opposti. In altri termini, ogni cosa esiste perché esiste il suo opposto ed è in relazione con esso, inoltre ciò che è vero è al contempo anche falso, in quanto verità e falsità non sono mai caratteristiche stabili e indipendenti, almeno per due motivi: per prima cosa, non esiste qualcosa che non sia identificato e identificabile dalle relazioni con ciò che è diverso da sé (nulla esiste di per sé), secondariamente la verità o falsità di un concetto sono in relazione al sistema di riferimento. Così come cambiando gli assiomi cambia la matematica, così cambiando quella parte della dualità dell’esistente che è assunta come vera cambiano di conseguenza tutti i valori di verità e falsità. Poiché ciò che esiste è sempre duale, in quanto identificato quantomeno dal suo opposto, ed è in continuo cambiamento, in quanto interdipendente con tutto l’esistente, ne segue che la sua verità e falsità sono in funzione del sistema di riferimento in un dato istante, quindi mutevoli e compresenti.

In alternativa, potremmo tentare di non guardare soltanto una parte della dualità e cercare invece di comprenderla nella sua totalità, con tutte le sfumature. Millenni di logica aristotelica hanno reso questo compito particolarmente arduo, ma non impossibile.

La liberazione dalle briglie dell’addomesticamento al pensiero funzionale ad un potere esterno, e disfunzionale al nostro comune interesse di vivere in una società armoniosa, inizia dal rigettare l’assolutismo dei concetti di vero e di falso, mettendo in continua discussione i nostri stessi pensieri.

Quando accadono cose che non ci piacciono, esse possono metterci in evidenza qualcosa che ancora non abbiamo capito (se lo vogliamo). La stessa cosa può valere per l’incontro con ciò che contraddice le nostre presunte certezze.

Ciò che ho fin qui scritto è vero, è falso, è in parte vero e in parte falso, non è né vero né falso. Ha contemporaneamente tutte queste caratteristiche ed ha inoltre una grossa pecca: per osservare la realtà, sono costretto ad astrarmi da essa, come se io non ne facessi parte. Questo è un mio grosso limite che, probabilmente, condivido con te che hai avuto la pazienza di leggere fino a qui.

Francesco Galgani,
26 marzo 2021

Surrealtà della notizia: obbligo di tampone anale

Obbligo di tampone anale

A chi non ci crede, suggerisco di leggere qui:
https://www.iltempo.it/esteri/2021/03/04/news/cina-tamponi-anali-obbligatori-stranieri-covid-proteste-giappone-stati-uniti-26421406/

A chi invece ci crede, gli assicuro che è un mio fotomontaggio.

A chi crede alla notizia riportata su "Il Tempo" e anche alla prima pagina del "Corriere della Sera" qui riportata, gli assicuro che è vicino alla verità.

A chi non crede né alla notizia de "Il Tempo", né a questa qui riportata, faccio notare che entrambe si riferiscono ad una realtà immaginata, surreale, allucinatoria, in una sola parola falsa, quindi anche queste notizie sono false.

In sintesi, la notizia è contemporaneamente vera e falsa, difficilmente potrebbe essere "solo vera" o "solo falsa".

Francesco Galgani,
22 marzo 2021

Vaccini = Gigantesca catastrofe per l'umanità (traduzione integrale lettera di Geert Vanden Bossche, virologo ed esperto di vaccini)

In sintesi, il cuore della questione è che, come riportato nella lettera seguente:

«[...] diventa sempre più difficile immaginare come le conseguenze dell'esteso ed errato intervento umano in questa pandemia non stiano per spazzare via gran parte della nostra popolazione umana. Si potrebbero pensare solo poche altre strategie per raggiungere lo stesso livello di efficienza nel trasformare un virus relativamente innocuo in un'arma biologica di distruzione di massa. [...]»

Appunto, sto affermando la stessa cosa sin dal primo lockdown, ho affermato più e più volte, già a metà 2020, che è stato fatto tutto il possibile per massimizzare il danno di un virus relativamente innocuo, avevo già scritto con un anno di anticipo in questo blog che i vaccini avrebbero procurato una catastrofe. Lascio la parola ad una voce più autorevole e competente in materia della mia, fermo restando che non sposo in pieno la lettera, in quanto l'autore propone una soluzione finale che è agli antipodi di quella che più olisticamente e a tutto tondo proporrei io (che riguarderebbe stile di vita, ritmo sonno/veglia, alimentazione, stile di pensiero, sicurezza e stabilità emotiva, affettiva e lavorativa, relazioni sociali e familiari, relazioni intime e sessualità, sistema economico, emozioni e sentimenti prevalenti, meditazione, spiritualità, qualità della fede e delle credenze, un completo ripensamento dell'approccio contemporaneo alla salute e alla malattia, riflessioni sul senso della vita e della morte, ecc.). Insomma, un problema complesso, che mette in evidenza tutte le debolezze e le paure dell'essere umano, non può essere risolto in maniera semplice, serve un ripensamento profondo nel modo di vedere le cose, ovvero serve un salto di consapevolezza per affrontare ciò che lo smarrimento esistenziale dell'essere umano contemporaneo non riesce ad affrontare. A volte, invece di rincorrere il nuovo, converrebbe fermarsi e guardare con attenzione ciò che la saggezza dell'antichità ci ha lasciato. Secondo me, sarebbe anche utile tenere a mente che quando accadono cose che non ci piacciono, esse sono utili per mostrarci qualcosa che non abbiamo capito.

Per dirla in altri termini, secondo me non è possibile avere successo nell'affrontare un problema con lo stesso livello di consapevolezza che lo ha generato.

Quanto segue è la mia traduzione integrale della lettera aperta pubblicata da Geert Vanden Bossche il 6 marzo 2021, all'indirizzo: https://twitter.com/GVDBossche/status/1368232172872732675

Ho cercato di fare in modo che la traduzione sia la più fedele possibile al testo originale, ma errare humanum est, quindi chi vuole può leggersi il testo originale in inglese, di cui a questo link ho messo una copia.

Francesco Galgani,
17 marzo 2021


Brevi informazioni sull'autore della lettera:

Geert Vanden Bossche ha conseguito il DVM presso la Facoltà di Veterinaria di Ghent e il PhD in Virologia presso l’Università di Hohenheim, Stoccarda. Dopo la sua formazione post-dottorato in Virologia, Immunologia e Biologia Molecolare presso la Libera Università di Berlino e l’Università di Hohenheim (Germania), ha ricevuto la Venia Legendi e successivamente ha ricoperto incarichi di facoltà a contratto presso l’Università di Hohenheim (Germania), l’Università di Leuven (Belgio) e la Facoltà europea di igiene ambientale presso l’Università di Ghent (Belgio). È quindi passato all’industria dei vaccini per ricoprire vari ruoli senior nello sviluppo di vaccini sia precoci che tardivi (GSK, Novartis, Solvay). Nel 2008 è entrato a far parte della Bill & Melinda Gates Foundation di Seattle per ricoprire il ruolo di Senior Program Officer in Vaccine Discovery for Global Health. Inoltre, ha anche fondato UNIVAC LLC, una società di vaccini start-up, e ha coordinato il programma per il vaccino contro l’Ebola per conto di GAVI. Attualmente è il capo dell’Ufficio per lo sviluppo dei vaccini presso il Centro tedesco per la ricerca sulle infezioni (DZIF) in Germania. È certificato in Virologia e Microbiologia, autore di oltre 30 pubblicazioni e inventore di una domanda di brevetto per vaccini universali. Ha presentato argomenti relativi ai vaccini e agli adiuvanti in numerosi congressi internazionali.


Geert Vanden Bossche, DMV, PhD, virologo indipendente ed esperto di vaccini, precedentemente impiegato presso GAVI e The Bill & Melinda Gates Foundaton.

A tutte le autorità, scienziati ed esperti di tutto il mondo, a cui questo riguarda: l'intera popolazione mondiale.

Sono tutto tranne che un antivaxer. Come scienziato di solito non mi appello a nessuna piattaforma di questo tipo per prendere posizione su argomenti legati ai vaccini. Come virologo ed esperto di vaccini, faccio un'eccezione solo quando le autorità sanitarie permettono che i vaccini siano somministrati in modi che minacciano la salute pubblica, soprattutto quando l'evidenza scientifica viene ignorata. L'attuale situazione estremamente critica mi costringe a diffondere questo appello di emergenza. Poiché la portata senza precedenti dell'intervento umano nella pandemia Covid-19 rischia ora di sfociare in una catastrofe globale senza pari, questo appello non potrà mai suonare abbastanza forte e deciso.

Come detto, non sono contro la vaccinazione. Al contrario, posso assicurarvi che ognuno degli attuali vaccini è stato progettato, sviluppato e prodotto da scienziati brillanti e competenti. Tuttavia, questo tipo di vaccini profilattici sono completamente inappropriati, e persino altamente pericolosi, quando vengono usati in campagne di vaccinazione di massa durante una pandemia virale. Vaccinologi, scienziati e clinici sono accecati dagli effetti positivi a breve termine nei brevetti individuali, ma non sembrano preoccuparsi delle conseguenze disastrose per la salute globale. A meno che non venga scientificamente dimostrato che mi sbaglio, è difficile capire come gli attuali interventi umani impediranno alle varianti circolanti di trasformarsi in un mostro selvaggio.

Correndo contro il tempo, sto completando il mio manoscritto scientifico, la cui pubblicazione, purtroppo, rischia di arrivare troppo tardi, data la minaccia sempre crescente di varianti altamente infettive in rapida diffusione. Questo è il motivo per cui ho deciso di pubblicare già su LinkedIn un riassunto delle mie scoperte e il mio discorso al recente Vaccine Summit in Ohio. Lunedì scorso, ho fornito alle organizzazioni sanitarie internazionali, tra cui l'OMS, la mia analisi dell'attuale pandemia basata su intuizioni scientificamente informate sulla biologia immunitaria del Covid-19. Dato il livello di emergenza, li ho esortati a considerare le mie preoccupazioni e ad avviare un dibattito sulle conseguenze dannose di un'ulteriore "fuga immunitaria virale". Per coloro che non sono esperti in questo campo, allego qui sotto una versione più accessibile e comprensibile della scienza dietro questo insidioso fenomeno.

Anche se non c'è tempo da perdere, finora non ho ricevuto alcun feedback. Esperti e politici sono rimasti in silenzio, mentre ovviamente sono ancora desiderosi di parlare di allentamento delle regole di prevenzione delle infezioni e di "libertà primaverile". Le mie affermazioni non si basano su nient'altro che la scienza. Esse possono essere contraddette solo dalla scienza. Mentre uno può a malapena fare delle affermazioni scientifiche errate senza essere criticato dai suoi pari, sembra che l'élite di scienziati che attualmente consiglia i nostri leader mondiali preferisca rimanere in silenzio. Prove scientifiche sufficienti sono state portate sul tavolo. Sfortunatamente, rimangono intoccate da coloro che hanno il potere di agire. Per quanto tempo si può ignorare il problema quando c'è attualmente una prova massiccia che la fuga immunitaria virale sta minacciando l'umanità? Possiamo difficilmente dire che non lo sapevamo - o che non siamo stati avvertiti.

In questa lettera straziante ho messo in gioco tutta la mia reputazione e credibilità. Mi aspetto da voi, guardiani dell'umanità, almeno lo stesso. È della massima urgenza. Aprite il dibattito. Con tutti i mezzi: invertite la tendenza!

EMERGENZA DI SALUTE PUBBLICA DI PORTATA INTERNAZIONALE

Perché la vaccinazione di massa in mezzo a una pandemia crea un mostro incontenibile

La domanda chiave è: perché nessuno sembra preoccuparsi della fuga immunitaria virale? Lasciatemi provare a spiegarlo con un fenomeno più facilmente comprensibile: la resistenza antimicrobica. Si può facilmente estrapolare questo flagello alla resistenza ai nostri "antibiotici antivirali" autoprodotti. Infatti, gli anticorpi (Abs) prodotti dal nostro sistema immunitario possono essere considerati antibiotici antivirali autoprodotti, indipendentemente dal fatto che facciano parte del nostro sistema immunitario innato (i cosiddetti Abs "naturali") o che siano suscitati in risposta a patogeni specifici (risultanti nei cosiddetti Abs "acquisiti"). Gli Abs naturali non sono germe-specifici mentre gli Abs acquisiti sono specificamente diretti al patogeno invasore. Alla nascita, il nostro sistema immunitario innato è "inesperto" ma ben consolidato. Ci protegge da una moltitudine di agenti patogeni, impedendo così che questi patogeni causino malattie. Poiché il sistema immunitario innato non può ricordare gli agenti patogeni che ha incontrato (l'immunità innata non ha la cosiddetta 'memoria immunologica'), possiamo continuare a fare affidamento su di esso solo a condizione di tenerlo 'allenato' abbastanza bene. L'allenamento si ottiene con l'esposizione regolare a una miriade di agenti ambientali, compresi gli agenti patogeni. Tuttavia, invecchiando, ci troveremo sempre più spesso ad affrontare situazioni in cui la nostra immunità innata (spesso chiamata "la prima linea di difesa immunitaria") non è abbastanza forte da fermare l'agente patogeno al portale d'ingresso (per lo più barriere mucosali come gli epiteli respiratori o intestinali). Quando questo accade, il sistema immunitario deve affidarsi a effettori più specializzati del nostro sistema immunitario (cioè, Abs e cellule T specifiche per l'antigene) per combattere l'agente patogeno. Così, mentre cresciamo, montiamo sempre di più l'immunità specifica per l'agente patogeno, compresi gli Abs altamente specifici. Poiché questi hanno un'affinità più forte per l'agente patogeno (per esempio, il virus) e possono raggiungere alte concentrazioni, possono facilmente superare i nostri Abs naturali per legarsi all'agente patogeno/virus. È proprio questo tipo di Abs altamente specifici e ad alta affinità che gli attuali vaccini Covid-19 stanno inducendo. Naturalmente, il nobile scopo di questi Abs è quello di proteggerci dal Covid-19. Quindi, perché allora dovrebbe esserci una grande preoccupazione usando questi vaccini per combattere il Covid-19?

Ebbene, analogamente alle regole che si applicano agli antibiotici antimicrobici classici, è fondamentale che i nostri "antibiotici antivirali" autoprodotti siano resi disponibili in concentrazione sufficiente e siano adattati alle caratteristiche specifiche del nostro nemico. Ecco perché in caso di malattia batterica è fondamentale non solo scegliere il giusto tipo di antibiotico (in base ai risultati di un antibiogramma) ma anche prendere l'antibiotico per un tempo sufficiente (secondo la prescrizione). Se non si rispettano questi requisiti, si rischia di concedere ai microbi la possibilità di sopravvivere e quindi di far crescere la malattia. Un meccanismo molto simile può valere anche per i virus, soprattutto per i virus che possono mutare facilmente e rapidamente (che è, per esempio, il caso dei Coronavirus); quando la pressione esercitata dalla difesa immunitaria dell'esercito (leggi: della popolazione) comincia a minacciare la replicazione e la trasmissione virale, il virus assumerà un altro mantello in modo che non possa più essere facilmente riconosciuto e, quindi, attaccato dal sistema immunitario dell'ospite. Il virus è ora in grado di sfuggire all'immunità (la cosiddetta "fuga immunitaria"). Tuttavia, il virus può contare su questa strategia solo se ha ancora abbastanza spazio per replicarsi. I virus, al contrario della maggior parte dei batteri, devono contare su cellule ospiti vive per replicarsi. Questo è il motivo per cui la comparsa di "mutanti di fuga" non è troppo preoccupante, finché la probabilità che queste varianti trovino rapidamente un altro ospite è abbastanza remota. Tuttavia, questo non è particolarmente il caso durante una pandemia virale! Durante una pandemia, il virus si diffonde in tutto il mondo con molti soggetti che spargono e trasmettono il virus (compresi i "portatori" asintomatici). Più alta è la carica virale, più alta è la probabilità che il virus si imbatta in soggetti che non sono ancora stati infettati o che sono stati infettati ma non hanno sviluppato sintomi. A meno che non siano sufficientemente protetti dalla loro difesa immunitaria innata (attraverso gli Abs naturali), prenderanno la malattia Covid-19 perché non possono contare su altro, cioè gli Abs acquisiti. È stato ampiamente riportato, infatti, che l'aumento degli Abs S (spike)-specifici in persone infettate in modo asintomatico è piuttosto limitato e di breve durata. Inoltre, questi Abs non hanno raggiunto la piena maturità. La combinazione dell'infezione virale su uno sfondo di maturità e concentrazione Ab subottimale permette al virus di selezionare mutazioni che gli permettono di sfuggire alla pressione immunitaria. La selezione di queste mutazioni avviene preferibilmente nella proteina S, poiché questa è la proteina virale responsabile dell'infettività virale. Poiché le mutazioni selezionate dotano il virus di una maggiore capacità infettiva, ora diventa molto più facile per il virus causare gravi malattie nei soggetti infetti. Più persone sviluppano una malattia sintomatica, meglio il virus può assicurare la sua propagazione e perpetuazione (le persone che si ammalano gravemente rilasciano più virus e per un periodo di tempo più lungo rispetto ai soggetti infettati in modo asintomatico). Sfortunatamente, l'aumento di breve durata degli Abs S-specifici è comunque sufficiente a bypassare l'Ab innato/naturale delle persone. Questi vengono messi fuori gioco perché la loro affinità per S è inferiore all'affinità degli Abs S-specifici. Questo per dire che con un tasso crescente di infezione nella popolazione, il numero di soggetti che si infettano mentre sperimentano un aumento momentaneo di Abs specifici per S aumenterà costantemente. Di conseguenza, il numero di soggetti che si infettano mentre sperimentano una diminuzione momentanea della loro immunità innata aumenterà. Di conseguenza, un numero sempre crescente di soggetti diventerà più suscettibile di contrarre una malattia grave invece di mostrare solo sintomi lievi (cioè limitati al tratto respiratorio superiore) o nessun sintomo. Durante una pandemia, soprattutto i giovani saranno colpiti da questa evoluzione poiché i loro Abs naturali non sono ancora ampiamente soppressi da una panoplia di Abs "acquisiti", specifici per l'antigene. Gli Abs naturali, e l'immunità naturale in generale, giocano un ruolo critico nel proteggerci dagli agenti patogeni in quanto costituiscono la nostra prima linea di difesa immunitaria. In contrasto con l'immunità acquisita, le risposte immunitarie innate proteggono contro un ampio spettro di agenti patogeni (quindi non compromettere o sacrificare la tua difesa immunitaria innata!) Poiché gli Abs naturali e le cellule immunitarie innate riconoscono uno spettro diversificato di agenti estranei (cioè non self) (solo alcuni dei quali hanno un potenziale patogeno), è importante, infatti, tenerlo sufficientemente esposto alle sfide ambientali. Mantenendo allenato il sistema immunitario innato (che, purtroppo, non ha memoria!), possiamo resistere molto più facilmente ai germi che hanno un reale potenziale patogeno. Per esempio, è stato riportato e scientificamente provato che l'esposizione ad altri Coronavirus abbastanza innocui che causano un "comune raffreddore" può fornire una protezione, anche se di breve durata, contro il Covid-19 e i suoi fedeli scagnozzi (cioè, le varianti più infettive).

La soppressione dell'immunità innata, soprattutto nei gruppi di età più giovani, può quindi diventare molto problematica. Non c'è dubbio che la mancanza di esposizione a causa delle severe misure di contenimento attuate fin dall'inizio della pandemia non ha giovato al mantenimento del sistema immunitario innato delle persone. Come se questo non stesse già compromettendo pesantemente la difesa immunitaria innata in questo segmento di popolazione, entra in gioco un'altra forza che aumenterà drammaticamente i tassi di morbilità e mortalità nei gruppi di età più giovani: VACCINAZIONE DI MASSA degli ANZIANI. Più ampiamente la fascia di età più avanzata sarà vaccinata e quindi protetta, più il virus sarà costretto a continuare a causare malattie nelle fasce di età più giovani. Questo sarà possibile solo a condizione che sfugga agli Abs S-specifici che si alzano momentaneamente in soggetti precedentemente infettati in modo asintomatico. Se il virus riesce a farlo, può beneficiare dell'immunità innata (momentaneamente) soppressa, causando così la malattia in un numero crescente di questi soggetti e garantendo la propria propagazione. La selezione di mutazioni mirate nella proteina S è, quindi, la strada da percorrere affinché il virus aumenti la sua infettività nei candidati che sono inclini a contrarre la malattia a causa di una debolezza transitoria della loro difesa immunitaria innata.

Ma nel frattempo, siamo anche di fronte a un enorme problema nelle persone vaccinate, poiché ora sono sempre più confrontate con varianti infettive che mostrano un tipo di proteina S che è sempre più diversa dall'edizione S compresa con il vaccino (l'edizione successiva ha origine dal ceppo originale, molto meno infettivo all'inizio della pandemia). Più le varianti diventano infettive (cioè, come risultato del blocco dell'accesso del virus al segmento vaccinato della popolazione), meno gli Abs vaccinali proteggeranno. Già ora, la mancanza di protezione sta portando allo spargimento e alla trasmissione virale nei destinatari del vaccino che sono esposti a questi ceppi più infettivi (che, tra l'altro, dominano sempre più il campo). Questo è il modo in cui stiamo trasformando i vaccinati in portatori asintomatici che diffondono varianti infettive.

Ad un certo punto, in un probabile futuro molto prossimo, diventerà più redditizio (in termini di 'ritorno sull'investimento di selezione') per il virus aggiungere semplicemente qualche altra mutazione (forse solo una o due) alla proteina S delle varianti virali (già dotate di mutazioni multiple che migliorano l'infettività) nel tentativo di rafforzare ulteriormente il suo legame al recettore (ACE-2) espresso sulla superficie delle cellule epiteliali permissive. Questo permetterà ora alla nuova variante di superare gli Abs vaccinali per il legame al recettore ACE. Questo per dire che in questa fase, ci vorrebbero solo poche mutazioni mirate aggiuntive all'interno del dominio virale di legame al recettore per resistere completamente agli Abs anti-Covid-19 S-specifici, indipendentemente dal fatto che questi ultimi siano suscitati dal vaccino o dall'infezione naturale. A quel punto, il virus sarà, infatti, riuscito a ottenere l'accesso a un enorme serbatoio di soggetti che ora sono diventati altamente suscettibili alla malattia in quanto i loro Abs S-specifici sono ormai diventati inutili in termini di protezione ma riescono ancora a fornire una soppressione di lunga durata della loro immunità innata (cioè, l'infezione naturale, e soprattutto la vaccinazione, suscitano titoli Ab specifici relativamente di lunga durata). Il serbatoio suscettibile comprende sia le persone vaccinate che quelle che sono rimaste con sufficienti Abs specifici S a causa della precedente malattia Covid-19).

Quindi, MISSIONE COMPIUTA per il Covid-19, ma una SITUAZIONE DISASTROSA per tutti i soggetti vaccinati e le persone sieropositive al Covid-19, poiché ora hanno perso entrambe le loro difese immunitarie acquisite e innate contro il Covid-19 (mentre ceppi altamente infettivi sono in circolazione!). Questo è 'un piccolo passo per il virus, una gigantesca catastrofe per l'umanità', che è come dire che avremo montato il virus nella popolazione più giovane fino a un livello tale che ora ci vuole poco sforzo per il Covid-19 per trasformarsi in un virus altamente infettivo che ignora completamente sia il braccio innato del nostro sistema immunitario che quello adattativo/acquisito (indipendentemente dal fatto che l'Abs acquisito sia risultato dalla vaccinazione o dall'infezione naturale). Lo sforzo per il virus sta diventando ancora più trascurabile dato che molti destinatari del vaccino sono ora esposti a varianti virali altamente infettive pur avendo ricevuto solo una singola iniezione del vaccino. Quindi, sono dotati di Abs che non hanno ancora acquisito una funzionalità ottimale. Non c'è bisogno di spiegare che questo non farà altro che aumentare ulteriormente la fuga immunitaria. In pratica, molto presto ci troveremo di fronte a un virus super-infettivo che resiste completamente al nostro meccanismo di difesa più prezioso: Il sistema immunitario umano.

Da tutto quanto sopra, diventa sempre più difficile immaginare come le conseguenze dell'esteso ed errato intervento umano in questa pandemia non stiano per spazzare via gran parte della nostra popolazione umana. Si potrebbero pensare solo poche altre strategie per raggiungere lo stesso livello di efficienza nel trasformare un virus relativamente innocuo in un'arma biologica di distruzione di massa.

Vale certamente anche la pena di menzionare che le mutazioni nella proteina S (cioè, esattamente la stessa proteina che è soggetta alla selezione delle mutazioni di fuga) sono note per permettere ai Coronavirus di attraversare le barriere di specie. Questo per dire che il rischio che la fuga immunitaria mediata dal vaccino possa permettere al virus di saltare in altre specie animali, specialmente negli allevamenti industriali (ad esempio, suini e pollame), non è trascurabile. Queste specie sono già note per ospitare diversi Coronavirus e sono solitamente alloggiate in allevamenti ad alta densità. Come nel caso del virus dell'influenza, queste specie potrebbero fungere da ulteriore serbatoio per il virus SARS-COVID-2.

Poiché gli agenti patogeni si sono co-evoluti con il sistema immunitario dell'ospite, le pandemie naturali di infezioni virali acute autolimitanti sono state modellate in modo tale che il tributo di vite umane non sia superiore a quello strettamente necessario. A causa dell'intervento umano, il corso di questa pandemia è stato profondamente disturbato fin dall'inizio. Misure diffuse e rigorose di prevenzione delle infezioni, combinate con campagne di vaccinazione di massa che utilizzano vaccini inadeguati, porteranno senza dubbio a una situazione in cui la pandemia va sempre più "fuori controllo".

Paradossalmente, l'unico intervento che potrebbe offrire una prospettiva per porre fine a questa pandemia (oltre a lasciare che faccia il suo corso disastroso) è... la VACCINAZIONE. Naturalmente, il tipo di vaccini da utilizzare sarebbe completamente diverso dai vaccini convenzionali in quanto non inducono i soliti sospetti, cioè le cellule B e T, ma le cellule NK. Ci sono, infatti, prove scientifiche convincenti che queste cellule giocano un ruolo chiave nel facilitare l'eliminazione completa del Covid-19 in una fase iniziale dell'infezione in soggetti infettati in modo asintomatico. Le cellule NK fanno parte del braccio cellulare del nostro sistema immunitario innato e, come gli Abs naturali, sono in grado di riconoscere e attaccare un ampio e diversificato spettro di agenti patogeni. C'è una solida base scientifica per supporre che sia possibile 'adescare' le cellule NK in modo che riconoscano e uccidano i Coronavirus in generale (incluse tutte le loro varianti) in una fase iniziale dell'infezione. Le cellule NK sono state sempre più descritte come dotate della capacità di acquisire memoria immunologica. Educando queste cellule in modi che permettono loro di riconoscere e colpire durevolmente le cellule infettate da Coronavirus, il nostro sistema immunitario potrebbe essere perfettamente armato per un attacco mirato all'universo dei Coronavirus prima dell'esposizione. Poiché la difesa immunitaria basata sulle cellule NK fornisce un'immunità sterilizzante e permette una protezione rapida e ad ampio spettro, è ragionevole supporre che sfruttare le nostre cellule immunitarie innate sarà l'unico tipo di intervento umano rimasto per arrestare la pericolosa diffusione delle varianti altamente infettive del Covid-19.

Se noi, esseri umani, ci impegniamo a perpetuare la nostra specie, non ci resta altra scelta che sradicare queste varianti virali altamente infettive. Questo richiederà, infatti, grandi campagne di vaccinazione. Tuttavia, i vaccini basati sulle cellule NK permetteranno soprattutto di preparare meglio la nostra immunità naturale (memoria!) e di indurre l'immunità di gregge (che è esattamente l'opposto di quello che fanno gli attuali vaccini Covid-19, che trasformano sempre più i destinatari del vaccino in portatori asintomatici che diffondono il virus). Quindi, non c'è più un secondo per cambiare le marce e sostituire gli attuali vaccini killer con vaccini salvavita.

Faccio appello all'OMS e a tutte le parti coinvolte, indipendentemente dalla loro convinzione, per dichiarare immediatamente tale azione come l'UNICA PIÙ IMPORTANTE EMERGENZA DI SALUTE PUBBLICA DI PORTATA INTERNAZIONALE.

Verso un mondo nuovo

Tutto quello che solitamente facciamo nella quotidianità serve a rimandare, spostare o nascondere gli unici veri problemi esistenziali, ovvero il senso della vita e il senso della morte.

Una volta compreso che cos’è la morte (e di conseguenza che cos’è la vita), la paura di morire svanisce, lasciando il posto ad altri tipi di consapevolezze. Una volta compreso che la morte non esiste e che la realtà quotidiana è pura illusione, così come lo è il trascorrere del tempo, una miriade di altri problemi spariscono perché cessa il motivo della loro esistenza.

Ad es., tutto il teatrino del covid, dei vaccini, delle mascherine, dei tamponi, dei lockdown, ecc., è una messa in scena delle nostre paure più recondite, anzi, di un’unica paura, quella di morire. Stesso discorso nel rapporto con tante altre malattie. Ma soltanto chi è senza Anima, o non sa di averla, potrebbe (forse) aver paura di morire (e quindi di vivere); stesso discorso per chi vive nell’incapacità appresa di Amare, tanto diffusa nella nostra epoca.

Piuttosto che riempire le nostri menti di domande infinite, senza risposta e capziose nei presupposti, suggerirei di chiedere alla nostra Anima soltanto due cose, ovvero se siamo esseri eterni e qual è il senso dell’esistenza. Sul fatto di essere eterna, nel senso di esistere fuori dal tempo, Anima non dovrebbe aver dubbi… ma sulla seconda questione, potrebbe essere confusa, se non completamente smarrita, anche a causa della prigionia della solitudine e del distanziamento (sociale, per usare un termine di moda) in cui spesso si ritrova, o crede di ritrovarsi. Ma ognuno si costruisce il mondo e la realtà per come se li rappresenta, quindi anche la solitudine di Anima non è una circostanza di fatto, ma un inganno autoprodotto, che finisce quando Anima decide che deve finire. Senza un chiarimento sul senso dell’esistenza, ogni altra discussione perde di significato e porta a nulla.

Sarebbe anche interessante capire a cosa servono tutti i nostri attaccamenti a ciò con cui identifichiamo noi stessi. Non sto suggerendo che ci sia qualcosa di sbagliato, mi chiedo soltanto se troppo attaccamento alla nostra individualità non sia soltanto causa di inutile sofferenza. Supponiamo che una goccia d’acqua voglia sempre rimanere “goccia”: è evidente che essa non vorrà mai ritornare al grande oceano da cui proviene. Per noi tornare al grande oceano significa morire e voler rimanere goccia significa non voler morire? Ci serve realmente identificarci a spada tratta in quel che crediamo di essere e nei problemi che crediamo di avere?

Il mondo neoliberista, cioè turbo-capitalista, schiavista e predatorio, che abbiamo costruito e che continuiamo a costruire giorno dopo giorno, parte proprio dall’assunto di allontanare il più possibile ogni problema esistenziale profondo, sostituendolo con l’enfasi e il plauso dei nostri lati più deboli, ovvero glorificando le nostre bassezze come virtù, l’immoralità come nuova morale, l’anti-scienza come scienza, i peggiori demoni come angeli custodi, la vergogna per pensieri e atti abietti come motivo di vanto sui social. Il punto di forza dell’attuale sistema economico è proprio nelle nostre debolezze e nelle nostre viltà, che si concretizzano in avidità, desiderio narcisistico-ossessivo di prevalere sugli altri, stupidità autodistruttiva. Proprio quest’ultima sembra eletta a musa ispiratrice dei governi del pianeta e delle scelte dei singoli.

E’ evidente che un mondo così è destinato a finire. Non a caso ho scritto e detto più di una volta che siamo in un periodo terminale, apocalittico. Ma questo non deve essere inteso come un male: un mondo nuovo e migliore è possibile, esso inizia dove finiscono le nostre paure di vivere e di morire.

(Francesco Galgani, 14 marzo 2021)

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