L'antidoto

L'antidoto

Parole senza lume
d'una mente annebbiata,

dei suoi stessi sogni
da paure trafugata,

incapace di gioire
di gioie lodevoli,

incapace d'apprezzare
sforzi meritevoli.

Possedere non è Amare,
è solo avvelenare

d'un veleno amaro
un frutto prezioso e raro.

Gratitudine e fiducia
sono il vero antidoto

affinché ogni dipendenza
divenga d'Amor appartenenza.

Quando l'Anima è pronta
a cambiar direzione,
la vita già lo è,
e saggia sarà l'azione.

Grazie

(Francesco Galgani, 21 marzo 2018, www.galgani.it)

In questa poesia tento di esprimere il passaggio interiore da una "incapacità appresa di amare" ad uno stato di amore, passaggio radicale e rivoluzionario che provoca grandi effetti sia interiori sia esteriori.

Gli esseri umani sono dotati di una naturale capacità di amare, così come sono dotati di una naturale capacità di muoversi, camminare, vedere, ascoltare, parlare. Ogni capacità ha però bisogno di essere esercitata. Ha bisogno del contesto adatto, ove siano disponibili esempi e modelli da imitare.
Tutti i problemi umani sono varianti di un unico tema: l’incapacità appresa di amare.

Paradossalmente, più cerchiamo di renderci degni d’amore, più creiamo le circostanze per allontanare l’amore dalla nostra vita.
La via è la meta. La via che porta all’amore è la pratica dell’amore stesso. Amore senza presupposti, senza condizioni da soddisfare.

Nella nostra cultura siamo abituati a pensare che per essere felici ci debba essere qualche motivo, delle determinate condizioni altrimenti è la normalità essere un po’ tristi: in realtà, quando siamo in contatto con le qualità dell'Essere (amore, benevolenza, gratitudine, compassione, sentirci parte di un tutto, ecc.), la felicità è la naturale conseguenza del fatto di essere vivi.

Siamo abituati a porre condizioni all'amore, ma questo è un modo di pensare e di relazionarci che ci rende incapaci di amare. In realtà, abbiamo un diritto intrinseco ad essere amati.

Quando un bisogno fondamentale (come quello di amore incondizionato) non viene soddisfatto (incontra un ostacolo) non è che si estingue, ma si perverte (cioè cambia direzione) e si trasforma nel proliferare dei desideri.

Chi pratica gli inquinanti della mente non ama, né sé né gli altri. Praticando danze distruttive, tutti ne pagano il prezzo. Nuovi semi di infelicità vengono sparsi nel mondo.

Amare è favorire la propria e l’altrui crescita spirituale.

Per approfondimenti: Incapacità d’amare, di Mauro Scardovelli
http://www.mauroscardovelli.com/PNL/Consapevolezza_di_se/Amare_(incapacita_di).html

Francesco Galgani,
21 marzo 2018

Corso per genitori: "Bambini vegan - La nutrizione ottimale"

Il corso si terrà a Milano, domenica 25 marzo 2018, ore 14-18, c/o Associazione SpazioPin, Viale Monte Santo 5 (adiacente a Piazza della Repubblica, a pochi minuti a piedi dalla Stazione Centrale).

Entro il 15 marzo 2018 è possibile ottenere uno sconto per l'iscrizione.

Tutti i dettagli sul contenuto del corso, sui costi e sulle modalità di iscrizione sono alla pagina:
https://www.scienzavegetariana.it/mail/news-corso-genitori-milano-2018-03.html

Suggerisco a tutti coloro che sono interessati a questo tipo di informazioni e/o di corsi di iscriversi alla newsletter della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, che sovente rende noti via e-mail questo tipo di corsi, oltre a tante altre informazioni relative al mondo vegan.

Francesco Galgani,
10 marzo 2018

La vita comincia a finire quando non riusciamo più a dire le cose importanti

Quanto segue è un estratto dell'articolo "Non detto", di Mauro Scardovelli:
http://www.mauroscardovelli.com/PNL/Consapevolezza_di_se/Non_detto.html

Tale estratto contiene anche un suggerimento :)

«[...] Non dire, non dire tutto, trattenersi, rinviare, avere paura di manifestarsi pienamente, dire di sì quando non si è del tutto convinti: è un tema che riguarda solo me?

Certe persone ne sembrano immuni: parlano senza peli sulla lingua. Si fanno strada, ottengono rispetto, ma spesso offendono o feriscono gli altri. Ma questo non è dire le cose, è sgomitare, è usare violenza. E poi, siamo sicuri che dicano davvero le cose importanti?

Se guardiamo in profondità, il problema non è dire o non dire. Ci sono circostanza in cui non dire è senz’altro la cosa migliore. Altre volte, se si vuol essere efficaci, occorre scegliere i tempi giusti, gli argomenti che hanno presa sull’interlocutore. Non basta dire ciò che ci passa per la mente. No, il problema non è dire o non dire o come dire. Il vero problema è la paura.

Se siamo spaventati, la nostra parola non è sincera. Non siamo sinceri nel dire si o no. Non siamo veri e integri neppure con noi stessi. Se siamo spaventati, se ci sentiamo come imputati di fronte ad un tribunale, cercheremo di pensare e dire ciò che può convincere la giuria ad assolverci. La verità passa in secondo piano.

Se siamo spaventati, non siamo in grado di amare: dobbiamo troppo badare a noi stessi per prenderci cura di altri. Se non amiamo, perdiamo contatto dalla corrente vitale che ci attraversa. Perdiamo forze, ci indeboliamo.

Oggi, grazie a tanti aiuti ricevuti, ho compreso più da vicino il problema della paura, da dove viene, perché rimane e ristagna nelle nostre viscere e nel nostro cuore. E come si fa a superarla.

Proprio in questi giorni sto rileggendo Krishnamurti, La ricerca della felicità. Krishnamurti si rivolge ai giovani delle scuole, e più volte parla delle influenze e del condizionamento, a cui tutti siamo esposti, che fa appassire la nostra creatività e capacità di amare. Siamo condizionati ad aver paura, ad essere schiavi di idee non nostre. Siamo condizionati a sentirci inadeguati, insufficienti, in colpa, quindi a non essere noi stessi, ma a cercare di diventare qualcosa d’altro.

Le parole di Krishnamurti sono come la via dell’acqua che scorre. Sono pulite e cristalline, perché libere da ogni soggezione ad autorità: filosofica, politica, religiosa. Ci invitano a diventare consapevoli dei condizionamenti, che non sono solo famigliari, ma attraversano tutta la nostra cultura, nei suoi presupposti più profondi. Ci invitano a riflettere con la nostra testa, a smettere di dipendere e cercare fuori la soluzione.

La vita comincia a finire quando non riusciamo più a dire le cose importanti… Se questo è vero, allora la nostra vita comincia a finire quando siamo ancora molto giovani, spesso già da bambini. Assumiamo un ruolo, un’identità che non è vera identità, ma identificazione, e recitiamo quel ruolo, quel personaggio nel teatro dell’esistenza.

E la nostra anima dove finisce? Dove finisce la nostra forza, vitalità, capacità di amare?

Possiamo risvegliarci da un sogno che non è il nostro? Possiamo vivere in modo pieno, totale, istante per istante, invece che dispiaciuti per il passato e preoccupati per il futuro? Possiamo vivere immersi nel presente, con tutto il nostro essere, in contatto con ciò che c’è, consapevoli della straordinaria bellezza che ci circonda?

Sì, è ovvio che possiamo. Come un gatto può fare il gatto ed essere un gatto, così noi possiamo essere chi veramente siamo: liberi e creatori.

Cominciamo da subito, da un piccolo passo a portata di tutti. Un foglio bianco, una penna: cominciamo a scrivere ciò che non abbiamo detto in questi giorni, e che sarebbe stato importante dire. Manteniamo vigile l’attenzione su questo tema: lasciamo che questa pratica diventi un’abitudine. Al posto della vecchia: di non dire o dire a metà o dire male. [...]»

Articolo completo: http://www.mauroscardovelli.com/PNL/Consapevolezza_di_se/Non_detto.html

Aruba Cloud VPS - Allargare disco LVM, istruzioni [AGGIORNATO]

Problema generale: questa versione aggiornata dell'articolo propone due soluzioni per un unico problema, ovvero allargare lo spazio su un disco LVM (ovvero ripartizionarlo), accessibile soltanto tramite SSH, su cui gira Linux e alla seguenti condizioni: la partizione logica LVM non può essere smontata (perché su di essa gira il server), né può essere smontata alcuna delle partizioni fisiche che fanno parte dell'LVM.

Caso d'uso specifico: Sebbene Aruba Cloud, nel pannello di amministrazione dei Cloud Server Smart, permetta di fare un upgrade del server, passando ad esempio da Aruba Cloud Server Smart SMALL (20GB) ad Aruba Cloud Server Smart MEDIUM (40GB) o tagli più grandi come LARGE (80GB) o EXTRA LARGE (160GB), non fornisce però alcuna modalità automatica per ridimensionare il disco in modo sicuro. Più precisamente, facendo un upgrade del server, viene aumentato lo spazio disponibile su disco ma non vengono modificate le partizioni preesistenti.

Può Aruba ripartizionare il disco LVM in modo da usare tutto lo spazio disponibile, evitando di obbligare noi sviluppatori o sistemisti a fare a mano tale operazione, con tutti i rischi conseguenti? Ho fatto esplicitamente ad Aruba questa domanda. Ecco la poco incoraggiante risposta: «Possiamo procedere all'espansione del disco (LVM) qualora le condizioni del server lo consentano. Non possiamo garantire che l'intervento sia risolutivo. Verranno calcolate Euro 100,00 che includono le prime 2 ore. Nel caso in cui l'intervento dovesse protrarsi oltre verranno calcolate ulteriori Euro 50,00 per ogni ora aggiuntiva.»

Stando così le cose, e dopo aver dedicato ore e ore a leggermi documentazione disponibile in Rete, ho trovato due strade per affrontare e risolvere il problema di allargare il disco LVM al massimo spazio disponibile su disco.

Disclaimer: Ho provato le due soluzioni seguenti, a mio rischio e pericolo, su un mio server Aruba VPS su cui gira Ubuntu Linux 14.04. Tali passaggi, nel mio caso, hanno funzionato alla grande senza alcun problema. Presumo che gli stessi passaggi funzionino anche con altre distribuzioni Linux, ad ogni modo è tua responsabilità avere un backup integrale del tuo server, nel caso in cui qualcosa vada storto (magari, per ulteriore prudenza, fatti anche uno snapshot del server dal pannello di Aruba e un backup della tabella delle partizioni). Considera che è sufficiente un solo comando sbagliato per perdere tutti i dati. Io non posso garantire in alcun modo che ciò che ha funzionato a me possa funzionare anche a te, quindi stai attento e prima di impartire ogni comando assicurati di aver capito cosa stai facendo.

Le due strade percorribili per allargare il disco LVM senza smontare alcuna delle partizioni esistenti:

  • la più sicura è aggiungere una nuova partizione fisica primaria (se il numero massimo di partizioni primarie non è già stato raggiunto);
  • la più rischiosa (ma necessaria se non è possibile aggiungere ulteriori partizioni) è "sostituire" con fdisk l'ultima partizione fisica con un'altra che ha le stesse caratteristiche e lo stesso punto di inizio, ma dimensione diversa (ovviamente senza toccare i dati).

Vediamo in dettaglio queste due soluzioni.

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