Risorse di felicità umana
Come disse il sociologo Zygmunt Bauman, ci sono enormi risorse di felicità umana che non vengono sfruttate: le relazioni, le famiglie, i quartieri, le comunità, il significato della vita... e invece cosa stiamo facendo?
Il nostro reale bisogno dovrebbe essere di prenderci cura dei nostri cari e di intessere autentiche e profonde relazioni umane... ma oggi le persone danno molta più importanza al loro smartphone che alle persone a loro vicine. Dovremmo riprendere un cammino realmente umano, un cammino fatto di reciproci ascolto, comprensione, valorizzazione.
Oggi le persone sono più devote a Facebook, Whatsapp, Instagram, Twitter e simili, di quanto lo fossero gli antichi per gli dèi e le forze sovrannaturali... però i social non sono buoni, nemmeno quando vengono usati a fin di bene, visto che ormai sono diventati uno strumento per reprimere sul nascere l'esercizio delle libertà democratiche (anche nei paesi cosiddetti democratici).
Suggerisco di guardare questo video con attenzione, dopodiché sarà ancora più chiaro il senso della poesia in calce.
Senza volto
Nelle illusioni
d'un tempo cronofagico,
tinto d'isolamento
in un continuo fluire,
andiamo e veniamo
senza un incontro vero,
senza mai approfondire
i perché del nostro divenire.
Nella densa foschia
ci muoviamo,
ci sfioriamo,
a volte persino amiamo,
ma il capo è mascherato,
verso terra inclinato,
e nel volto che davvero abbiamo
non ci guardiamo.
(Francesco Galgani, 26 ottobre 2016)
Cyberbullismo
Vedi anche:
Cyberbullismo - Lettura e premiazione poesia
(di Francesco Galgani, Cipressino D'Oro 2018)
Cyberbullismo
Non fu la tecnologia,
che gioie porta via,
a infliggermi il dolore
d'un pugnale nel cuore...
Non fu quel mortal video,
tra mostri condiviso,
a tagliarmi le vene
tra atroci pene...
Fu quel branco
che troppo m'ha deriso
senza mai capire
cosa avessi in viso,
fu quel silenzio
d'un'agonia celata
che m'inflisse la croce
d'esser sempre sbagliata.
Nel togliere il disturbo,
per sempre scomparendo,
mai avrei immaginato
quel che stava avvenendo:
quando il cuore si fermò,
la Luce m'incontrò,
avvolgendomi d'un calore
che sapeva d'Amore,
mostrandomi i vostri cuori
e la guerra che li logora...
se prima li avessi visti,
sarei tra i vivi ancora.
Ora sento la sofferenza
che tutto il mondo consuma,
è un fuoco che divampa
di creatura in creatura:
vorrei far qualcosa,
ma ora tocca a voi
gettare acqua pura
su tutta questa arsura.
Se ancor vorreste
potermi incontrare,
imparate quell'Amor
che sposa il Rispettare,
e che con Pace interiore
sa Dialogare:
ogni volta che accarezzerete
un fiore con Amore,
io sarò quel fiore...
ed entrerò
nel vostro Cuore.
(Francesco Galgani, 22 ottobre 2016)
https://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/634-cyberbullismo
Verso la Pace... tra pessimo e ottimismo
Mi è già capitato più volte di essere etichettato come “pessimista” da parte di alcuni miei lettori, a cui evidentemente non sono riuscito a trasmettere il senso e le intenzioni del mio scrivere. In effetti, per “entrare” in molti miei articoli e nelle mie poesie, servono tempo ed interesse, ed una prima lettura potrebbe non bastare.
Riflettendo su queste cose, una persona cara mi ha chiesto se mi considero un “realista”: non è nemmeno questa la mia posizione, per almeno due motivi. Il primo è che di solito sono proprio i pessimisti a considerare se stessi come realisti. Il secondo è che non esiste un'unica realtà, ma tante realtà: nessuno possiede la realtà, ma al massimo può riuscire a vedere una parte di essa, come esemplificato dalla parabola buddista dei ciechi e dell'elefante (per chi non la conosce, la riporto in calce).
Piuttosto, mi ritengo un instancabile e inguaribile “ottimista”, perché credo fermamente che con i miei scritti sto contribuendo alla costruzione di un futuro migliore per tutti. Anche quando critico, anche quando lo faccio aspramente e con toni severi, in cuor mio c'è sempre l'intenzione di suscitare una reazione propulsiva verso un cambiamento interiore, che parta dalla consapevolezza delle tematiche oggetto delle mie denunce: è mia ferma convinzione che più noi cittadini saremo consapevoli del mondo in cui siamo inseriti e delle scelte dei potenti, e maggiore sarà la nostra possibilità di farci protagonisti del presente e del futuro. Mentre i mass media fanno di tutto per gettarci nell'apatia, nel senso di impotenza e nella disperazione, inculcandoci falsità e gettando nella spirale del silenzio ciò che più di tutto sarebbe urgente conoscere, io provo a muovermi in una direzione diametralmente opposta. La Fede trasmessami dal mio maestro Daisaku Ikeda mi dà la certezza che nessuna delle mie parole andrà sprecata e che quel che scrivo oggi potrà toccare molte persone anche in un futuro molto lontano. Io ho una grande fiducia nelle persone: anche quando scrivo che le attuali direzioni dello sviluppo tecnologico e dell'economia ci stanno portando via tutto, anche la nostra dignità, è proprio perché mi sto appellando a quel senso di dignità e a quell'amor proprio che ciascuno di noi dovrebbe avere.
Nei miei articoli, spesso invito ad attente riflessioni. E lo faccio anche adesso: quando denuncio qualcosa, è sempre finalizzato ad indicare, più o meno esplicitamente, una strada da percorrere.
E se a fine giornata, dopo aver consumato le mie energie per scrivere un articolo o una poesia, togliendo tempo ad altre attività comunque rilevanti per il mio vivere, benedico tutto ciò con una preghiera affinché da questo seminare nascano buoni frutti, è perché questa è la mia Fede.
Solo chi è così folle da credere di poter cambiare il mondo, alla fine lo cambia per davvero. Io credo di poter cambiare il mondo, ma non da solo, insieme a tutti voi. Ciascuno di noi ha un talento: vorrei che unissimo le nostre capacità per andare insieme verso la Pace.
Francesco Galgani,
18 ottobre 2016
Buddismo e Società n.92 - maggio giugno 2002
http://www.sgi-italia.org/riviste/bs/InternaTesto.php?A=162&R=1&C=92
Speciale Fiabe buddiste
I ciechi e l'elefante
La NATO ci sta trascinando verso la guerra - NO GUERRA, NO NATO!
Vedi anche: Verso la Pace... tra pessimismo e ottimismo
Nota: la fotografia qui a destra ha fatto il giro della Rete, ma non so dove sia stata scattata né in quale occasione. L'ho scelta per stimolare una riflessione, ma assolutamente fuori da ogni logica di dividere il mondo in "buoni" e "cattivi", non è questa la mia intenzione. Siamo tutti esseri umani e abbiamo tutti paura della violenza: questo è ciò che ci accomuna, al di là della nazione, della cultura o dell'etnia.
In un mio precedente articolo, avevo pubblicato la poesia-denuncia "La patologia della democrazia", con alcune importanti noti in calce: vorrei invitarvi a rileggerla nuovamente, grazie.
In tale poesia invitavo ad un urgente cambio di governo: mi riferivo innanzitutto al governo dei nostri cuori, delle nostre anime, perché il cambiamento della società richiede innanzitutto la trasformazione interiore di chi ne fa parte. Il primo amore a cui mi riferivo nella poesia è quello delle nostri madri, simbolo di vita e di protezione della vita. Tutto ciò, però, non significa chiudere gli occhi a che cosa stanno facendo le istituzioni nazionali e internazionali, anzi, servono più che mai cittadini consapevoli per tenere sotto controllo i potenti e avere la saggezza di capire chi merita il nostro sostegno e chi no.
La situazione attuale è molto grave, ci sono tutti i segnali che ci stiamo avviando ad una guerra devastante. Avevo già denunciato che da quest'anno sono aumentate significativamente le spese militari e l'acquisto di nuove armi. Più in dettaglio, sul sito "No Guerra No NATO", in cui è presente una petizione online per uscire dalla NATO, leggiamo:
«L’Italia, facendo parte della Nato, deve destinare alla spesa militare in media 52 milioni di euro al giorno secondo i dati ufficiali della stessa Nato, cifra in realtà superiore che l’Istituto Internazionale di Stoccolma per la Ricerca sulla Pace quantifica in 72 milioni di euro al giorno.
Secondo gli impegni assunti dal governo nel quadro dell’Alleanza, la spesa militare italiana dovrà essere portata a oltre 100 milioni di euro al giorno.
È un colossale esborso di denaro pubblico, sottratto alle spese sociali, per un’alleanza la cui strategia non è difensiva, come essa proclama, ma offensiva.»
Queste informazioni sembrano confermate da altri fonti: chi vuole approfondire, può farsi autonomamente una ricerca in Rete. Secondo quello che ho letto, ci stiamo preparando ad una guerra contro la Russia. In un articolo de Il Sole 24 Ore di maggio 2016, leggiamo che: «l’Assemblea parlamentare della Nato ha invitato gli alleati a prepararsi a una risposta alla «potenziale minaccia» della Russia nei confronti di uno dei Paesi membri».
Basta cercare in Rete gli articoli contenente le parole "guerra" e "NATO" per scoprire che da più parti viene annunciata come imminente e inevitabile una guerra tra Europa e Russia. A me tutto ciò sembra una diabolica propaganda mediatica a favore di una nuova guerra. La guerra è e rimane un grave crimine e deve essere assolutamente evitata: chi ritiene che sia una cosa giusta, o è un mostro o è stupido (o entrambe le cose).
Proprio pochi giorni fa, sul blog di Beppe Grillo è stato pubblicato il messaggio "No ai soldati italiani al confine con la Russia #IoVoglioLaPace":
«Nell'Italia a sovranità zero di Renzi e del suo tutor Napolitano il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, può permettersi di venire a Roma per annunciare in un'intervista, lui al posto del governo, l'invio di un contingente di soldati italiani al confine con la Russia nel 2018. Solo dopo mezz'ora Pinotti e Gentiloni hanno confermato la notizia che i nostri militari saranno 150 e verranno dispiegati in Lettonia. Questa azione è sconsiderata, è contro gli interessi nazionali, espone gli italiani a un pericolo mortale ed è stata intrapresa senza consultare i cittadini. L'Italia non ci guadagna nulla e ci perde tantissimo. In termini di sicurezza nazionale questa missione rischia di esporre il nostro Paese al dramma della guerra. Ci riporta indietro di trent'anni ed alza nuovi muri con la Russia, che per noi è un partner strategico e un interlocutore per la stabilizzazione del Medio Oriente.
Con la follia delle sanzioni abbiamo perso in due anni 3,6 miliardi di euro: l'export italiano verso la federazione russa, infatti, è passato dai 10,7 miliardi del 2013 ai 7,1 miliardi di euro del 2015 (-34%). Lombardia (-1,18 miliardi), Emilia Romagna (-771 milioni) e Veneto (-688,2 milioni) sono le regioni che con il blocco alle vendite hanno subito gli effetti negativi più pesanti. Una mazzata pesantissima per un Paese che ha 10 milioni di poveri.
Adesso vogliono schierare i nostri uomini per provocare i russi e trascinarci nell'assurdità della guerra. Un altro fronte, oltre a quelli già aperti in Iraq, in Afghanistan, in Libia con i disastri che hanno creato. Renzi e Napolitano chinano la testa, ma l'invio di 150 uomini in Lettonia è inaccettabile. Chi pensa il contrario o non sa quello che fa o se ne frega degli italiani per altri interessi: delle due l'una. La Russia è un partner essenziale, non un nemico.
I cittadini vogliono pace e prosperità, questo governo di pavidi ci trascina verso la guerra e il disastro economico.
Nessun soldato italiano con il MoVimento 5 Stelle al governo sarà inviato al confine con la Russia, ma nel frattempo nessuno ha il diritto di giocare con la nostra pelle: #IoVoglioLaPace. Facciamoci sentire!»
Io, come poeta e come blogger, non ho altro da aggiungere. Forse quei miei versi dove dico "ma un nuovo governo / d'urgenza servirebbe" andrebbero seriamente considerati... ma prima di tutto, servirebbero cittadini consapevoli. Seguono tre video, tutti sottotitolati in italiano, che consiglio di guardare con molta attenzione e su cui riflettere:
Francesco Galgani,
17 ottobre 2016