I limiti umani della conoscenza e della comprensione, tra scienza, religione e agnosticismo

I paragrafi seguenti, che sono tratti dal libro "Felicità in questo mondo - Un percorso alla scoperta del Buddismo e della Soka Gakkai" (IBISG ed., 2006), offrono uno spunto per riflettere sui limiti che noi tutti abbiamo nella conoscenza e nella comprensione dei fatti della vita, siano essi dimostrabili o non dimostrabili, indagabili o non indagabili:

Riconosci la tua ombra se vuoi esplorare i confini della tua anima (di Umberto Galimberti)

L'ombra e l'anima

Articolo di Umberto Galimberti, pubblicato su Repubblica, il 19 giugno 2007 (fonte)

Quest’anno Topolino, quello famoso dei fumetti di Walt Disney, non è più quel simpatico personaggio che, con il suo cuore buono e la sua mente astuta, risolve tutti i problemi. Quest’anno Walt Disney, con la nuova serie, lo prevede anche cattivo, antipatico, dispettoso.

Ottima scelta, perché insegna ai bambini che cos’è la propria ombra con cui, prima o poi, dovranno fare i conti. Infatti, l’aspetto più diseducativo di tutte le favole e di tutti i fumetti per bambini è quello di presentare il protagonista buono e senza ombre, mentre tutti gli altri sono umbratili e cattivi. Identificandosi con il protagonista buono, i bambini imparano a proiettare fuori di loro, sugli altri, la cattiveria che c’è anche dentro di loro, dividendo così il mondo in due: buoni sono loro, come Topolino, e cattivi gli altri. Questa separazione del bene dal male, che le favole, e non solo, pericolosamente alimentano, origina dalle religioni che identificano Dio col bene e il male col diavolo. E siccome le religioni sono il fondamento delle culture, va a finire che ogni cultura identifica sé col bene e guarda le altre con sospetto, diffidenza, quando non con odio, fino a identificare, con una propaganda alimentata ai massimi livelli, i diversi “imperi del male”.

Che cosa si studia oggi nelle facoltà di Psicologia? (di Umberto Galimberti)

Quanto segue è un articolo di Umberto Galimberti, pubblicato su Repubblica.it, il 4 gennaio 2000 (fonte)

Cari ragazzi studenti dell'anima

Ci sono alcuni saperi che, chissà perché, tendono ad essere emarginati, tenuti accuratamente nascosti, non insegnati e in ogni caso non incrementati, a differenza di altri la cui attinenza con l'oggetto è tutta da dimostrare, così come è da dimostrare la loro validità scientifica. Sto parlando delle scienze psicologiche e di quelle psichiatriche che vanno sempre più attestandosi sul versante biologico-naturalistico e sempre meno sul versante propriamente umano, anche se l'uomo continua ad essere l'oggetto specifico della loro competenza.

Tullio De Mauro: le competenze linguistiche degli italiani (video)

Nel breve video in calce (di cui è disponibile la trascrizione integrale), Tullio De Mauro, celebre linguista italiano, si basa su ricerche internazionali per dimostrare la grave carenza di qualità nella formazione erogata dalla scuola e dall'università italiana. Egli evidenzia anche le conseguenze economiche negative della generalizzata incompetenza linguistica, auspicando un serio impegno della classe dirigente a ripensare in modo radicale il funzionamento di certi segmenti della scuola e dell’università. L'Italia ha un serio problema culturale.

Si veda anche il mio precedente articolo "Pedagogia nell'era digitale - I perché del bisogno d'un cambiamento radicale e profondo della scuola", nel quale avevo citato gli stessi dati presi in esame da De Mauro.

Francesco Galgani,
9 febbraio 2015

Tullio De Mauro - Gli italiani sono un popolo di analfabeti (funzionali)

 

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