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Essere se stessi nel cammino spirituale: restare connessi alle proprie origini

[...] Ai tempi del Buddha i brahmani, i sacerdoti induisti, predicavano che dopo la morte sarebbero andati in paradiso per dimorare in eterno con Brahma, il Dio universale.

Un giorno un brahmano chiese al Buddha: «Cosa posso fare per assicurarmi che dopo la morte sarò insieme a Brahma?» Il Buddha rispose: «Poiché Brahma è la fonte dell’amore, per poter dimorare con lui devi praticare i Brahmavihara: amore, compassione, gioia ed equanimità». Vihara significa rifugio o dimora. Amore in sanscrito è maitri; in pali, metta. Compassione è karuna in entrambe le lingue. Gioia è mudita. Equanimità è upekśa in sanscrito e upekkha in pali. I Brahmavihara sono i quattro elementi costitutivi del vero amore. Sono detti “incommensurabili” perché se li pratichi crescono dentro di te ogni giorno di più, fino a comprendere il mondo intero. Tu sei più felice, e lo sono anche tutti quelli che ti circondano.

Il Buddha rispettava il desiderio che ha ognuno di praticare la propria fede, quindi diede al brahmano una risposta che lo spingeva in quella direzione. Se ti piace la meditazione seduta, pratica la meditazione seduta; se ti piace la meditazione camminata, pratica la meditazione camminata; ma conserva le tue radici, siano esse ebraiche, cristiane o musulmane. È questo il modo corretto per tramandare lo spirito del Buddha; non puoi essere felice se hai perso il collegamento con le tue radici.

Scrive Nagarjuna, filosofo buddhista del secondo secolo dopo Cristo:

Praticare l’incommensurabile stato mentale dell’Amore estingue la rabbia nel cuore degli esseri viventi. Praticare l’incommensurabile stato mentale della Compassione estingue tutti i crucci e le ansie nel cuore degli esseri viventi. Praticare l’incommensurabile stato mentale della Gioia estingue la tristezza e il grigiore nel cuore degli esseri viventi. Praticare l’incommensurabile stato mentale dell’Equanimità estingue la rabbia, l’avversione e l’attaccamento nel cuore degli esseri viventi.

Se impariamo modi di praticare l’amore, la compassione, la gioia e l’equanimità, sapremo come guarire le malattie della rabbia, del dispiacere, dell’insicurezza, della tristezza, dell’odio, della solitudine e degli attaccamenti non salutari.

[...]

fonte: Insegnamenti sull'amore, Thich Nhat Hanh, 1997

vedi anche: Esplorando il Dhammapada, libero commentario

(6 aprile 2025)

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