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Politica ed economia

Riforma della Costituzione Italiana 2016: TESTO COMPLETO del Referendum

Costituzione ItalianaAvevo già pubblicato alcune considerazioni e un cortometraggio sul Referendum Costituzionale 2016.

Per coloro che volessero cimentarsi nella lettura di ciò che effettivamente andremo a votare, provvedo a riportare, in questo nuovo articolo, il testo completo della riforma costituzionale, con a fianco il testo della Costituzione Italiana attualmente vigore, al link seguente:

Riforma Costituzione 2016 - Testo completo.pdf

L'Università Telematica Internazionale Uninettuno ha organizzato un incontro pubblico a Roma, il 9 novembre 2016, per discutere di tale riforma (qui la locandina). Il prof. Beniamino Caravita di Toritto, ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico, e il prof. Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, illustreranno le ragioni del sì e del no e, soprattutto, risponderanno alle domande dei presenti e degli studenti, che potranno seguire l’incontro anche in streaming su www.uninettunouniversity.net e potranno interagire via Twitter e email.

Antecedentemente all'incontro, ho inviato ai due professori il messaggio seguente, che desidero condividere anche con i miei lettori, con l'auspicio di contribuire ad una riflessione e presa di consapevolezza delle tematiche del referendum:

«Egregi Professori,
esprimo le mie considerazioni di comune cittadino, fermo restando che sono pronto ad accogliere opinioni diverse dalle mie. Vi ringrazio per l'incontro pubblico che avete organizzato, sperando che mi aiuti a chiarirmi le idee.
La mia opinione è che il nuovo testo proposto sia troppo complesso per essere compreso nelle sue molteplici conseguenze da un comune cittadino come me, senza una specifica formazione in giurisprudenza. In alcune parti, è persino al limite dell'intelligibilità (come ad esempio nella nuova formulazione dell'art. 70). Al di là della comprensione letterale del testo, comunque difficile, credo che una vera comprensione del referendum proposto richieda una conoscenza degli effetti congiunti del nuovo testo con le altri fonti del diritto.
Ho serie perplessità sulla nuova formulazione dell'art. 67, che conferma l'inesistenza del vincolo di mandato: una vera riforma che possa portare a un modo migliore di fare politica, secondo me, dovrebbe introdurre l'obbligo del vincolo di mandato, in modo che le promesse elettorali non siano più soltanto parole vuote. Per le stesse ragioni di trasparenza della condotta dei cittadini eletti, e per l'abolizione di protezioni che non fanno bene alla gestione dello Stato, secondo me sarebbe stato opportuno riscrivere l'art. 68.
L'art. 70, come precedentemente accennato, oltre ad essere poco comprensibile, pare complicare di molto le cose piuttosto che semplificarle. Sarebbe da tenere presente che, quando c'è stata la volontà politica di fare in fretta ad approvare nuove leggi, questo è stato possibile persino nel giro di pochi giorni, ma non necessariamente ciò ha portato a leggi buone (la fretta è cattiva consigliera, se poi è abbinata ad un eccesso di potere di una sola parte politica è pure peggio). Di contro, leggi che hanno richiesto discussioni tra camera e senato durate mesi e mesi, possono aver prodotto risultati migliori. Se lo scopo del nuovo assetto di Camera e Senato è quello di accelerare l'iter legislativo, non mi pare che questo implichi un vantaggio per la democrazia (in cui le discussioni e il dialogo dovrebbero essere la normalità).
L'introduzione di una discussione obbligatoria delle proposte di legge di iniziativa popolare e dell'esistenza di referendum propositivi, a mio avviso, almeno a livello teorico, sarebbe positiva. Rimango però perplesso del sostanziale boicottaggio dei referendum e delle proposte di legge di iniziativa popolare a cui finora abbiamo assistito, che mi lascia supporre che cambiando la costituzione non cambi nulla, perché il problema è verosimilmente altrove.
Tirando le somme, il mio giudizio sulla riforma costituzionale proposta è di estrema perplessità, perché non mi pare che introduca vantaggi per noi cittadini.
Sul discorso di ridurre i costi della politica, considerato uno degli scopi della riforma, credo che questo sia ottenibile semplicemente riducendo in maniera significativa gli stipendi, ma come ha dimostrato la recente bocciatura della proposta di legge per dimezzare gli stipendi dei parlamentari, è evidente che non c'è una volontà politica largamente condivisa al riguardo, né con questa costituzione né con una sua eventuale variazione.
Tristemente perplesso è anche il mio giudizio su come finora è stata applicata impropriamente la costituzione, ad es. infrangendo ripetutamente i dettami dell'art. 11, in virtù di una limitazione di sovranità che di fatto sta portando l'Italia sulla strada della guerra.»

La NATO ci sta trascinando verso la guerra - NO GUERRA, NO NATO!

NATO LEGAL TERRORISMVedi anche: Verso la Pace... tra pessimismo e ottimismo

Nota: la fotografia qui a destra ha fatto il giro della Rete, ma non so dove sia stata scattata né in quale occasione. L'ho scelta per stimolare una riflessione, ma assolutamente fuori da ogni logica di dividere il mondo in "buoni" e "cattivi", non è questa la mia intenzione. Siamo tutti esseri umani e abbiamo tutti paura della violenza: questo è ciò che ci accomuna, al di là della nazione, della cultura o dell'etnia.

In un mio precedente articolo, avevo pubblicato la poesia-denuncia "La patologia della democrazia", con alcune importanti noti in calce: vorrei invitarvi a rileggerla nuovamente, grazie.

In tale poesia invitavo ad un urgente cambio di governo: mi riferivo innanzitutto al governo dei nostri cuori, delle nostre anime, perché il cambiamento della società richiede innanzitutto la trasformazione interiore di chi ne fa parte. Il primo amore a cui mi riferivo nella poesia è quello delle nostri madri, simbolo di vita e di protezione della vita. Tutto ciò, però, non significa chiudere gli occhi a che cosa stanno facendo le istituzioni nazionali e internazionali, anzi, servono più che mai cittadini consapevoli per tenere sotto controllo i potenti e avere la saggezza di capire chi merita il nostro sostegno e chi no.

La situazione attuale è molto grave, ci sono tutti i segnali che ci stiamo avviando ad una guerra devastante. Avevo già denunciato che da quest'anno sono aumentate significativamente le spese militari e l'acquisto di nuove armi. Più in dettaglio, sul sito "No Guerra No NATO", in cui è presente una petizione online per uscire dalla NATO, leggiamo:

«L’Italia, facendo parte della Nato, deve destinare alla spesa militare in media 52 milioni di euro al giorno secondo i dati ufficiali della stessa Nato, cifra in realtà superiore che l’Istituto Internazionale di Stoccolma per la Ricerca sulla Pace quantifica in 72 milioni di euro al giorno.
Secondo gli impegni assunti dal governo nel quadro dell’Alleanza, la spesa militare italiana dovrà essere portata a oltre 100 milioni di euro al giorno.
È un colossale esborso di denaro pubblico, sottratto alle spese sociali, per un’alleanza la cui strategia non è difensiva, come essa proclama, ma offensiva.»

Queste informazioni sembrano confermate da altri fonti: chi vuole approfondire, può farsi autonomamente una ricerca in Rete. Secondo quello che ho letto, ci stiamo preparando ad una guerra contro la Russia. In un articolo de Il Sole 24 Ore di maggio 2016, leggiamo che: «l’Assemblea parlamentare della Nato ha invitato gli alleati a prepararsi a una risposta alla «potenziale minaccia» della Russia nei confronti di uno dei Paesi membri».

Basta cercare in Rete gli articoli contenente le parole "guerra" e "NATO" per scoprire che da più parti viene annunciata come imminente e inevitabile una guerra tra Europa e Russia. A me tutto ciò sembra una diabolica propaganda mediatica a favore di una nuova guerra. La guerra è e rimane un grave crimine e deve essere assolutamente evitata: chi ritiene che sia una cosa giusta, o è un mostro o è stupido (o entrambe le cose).

Proprio pochi giorni fa, sul blog di Beppe Grillo è stato pubblicato il messaggio "No ai soldati italiani al confine con la Russia #IoVoglioLaPace":

«Nell'Italia a sovranità zero di Renzi e del suo tutor Napolitano il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, può permettersi di venire a Roma per annunciare in un'intervista, lui al posto del governo, l'invio di un contingente di soldati italiani al confine con la Russia nel 2018. Solo dopo mezz'ora Pinotti e Gentiloni hanno confermato la notizia che i nostri militari saranno 150 e verranno dispiegati in Lettonia. Questa azione è sconsiderata, è contro gli interessi nazionali, espone gli italiani a un pericolo mortale ed è stata intrapresa senza consultare i cittadini. L'Italia non ci guadagna nulla e ci perde tantissimo. In termini di sicurezza nazionale questa missione rischia di esporre il nostro Paese al dramma della guerra. Ci riporta indietro di trent'anni ed alza nuovi muri con la Russia, che per noi è un partner strategico e un interlocutore per la stabilizzazione del Medio Oriente.
Con la follia delle sanzioni abbiamo perso in due anni 3,6 miliardi di euro: l'export italiano verso la federazione russa, infatti, è passato dai 10,7 miliardi del 2013 ai 7,1 miliardi di euro del 2015 (-34%). Lombardia (-1,18 miliardi), Emilia Romagna (-771 milioni) e Veneto (-688,2 milioni) sono le regioni che con il blocco alle vendite hanno subito gli effetti negativi più pesanti. Una mazzata pesantissima per un Paese che ha 10 milioni di poveri.
Adesso vogliono schierare i nostri uomini per provocare i russi e trascinarci nell'assurdità della guerra. Un altro fronte, oltre a quelli già aperti in Iraq, in Afghanistan, in Libia con i disastri che hanno creato. Renzi e Napolitano chinano la testa, ma l'invio di 150 uomini in Lettonia è inaccettabile. Chi pensa il contrario o non sa quello che fa o se ne frega degli italiani per altri interessi: delle due l'una. La Russia è un partner essenziale, non un nemico.
I cittadini vogliono pace e prosperità, questo governo di pavidi ci trascina verso la guerra e il disastro economico.
Nessun soldato italiano con il MoVimento 5 Stelle al governo sarà inviato al confine con la Russia, ma nel frattempo nessuno ha il diritto di giocare con la nostra pelle: #IoVoglioLaPace. Facciamoci sentire!
»

Io, come poeta e come blogger, non ho altro da aggiungere. Forse quei miei versi dove dico "ma un nuovo governo / d'urgenza servirebbe" andrebbero seriamente considerati... ma prima di tutto, servirebbero cittadini consapevoli. Seguono tre video, tutti sottotitolati in italiano, che consiglio di guardare con molta attenzione e su cui riflettere:

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Francesco Galgani,
17 ottobre 2016

Riforma della Costituzione Italiana: il popolo è chiamato ad esprimersi...

E se si votasse sulla Costituzione familiare? Ecco il cortometraggio sui risvolti della riforma

Il cortometraggio seguente, prodotto da Pietro Adami (fonte), fa capire i risvolti dell'attuale riforma costituzionale, traslandola in un'ipotetica "costituzione familiare":

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Riforma della Costituzione ItalianaDov’è oggi la sovranità, quella sovranità che l’art. 1 della Costituzione pone nel popolo e che l’art. 11 autorizza bensì a “limitare”, ma precisando le condizioni (la pace e la giustizia tra le Nazioni, e non le tante guerre e vendite di armi a cui l'Italia partecipa, con 50 milioni di euro di spesa giornaliera) e vietando che sia dismessa e trasferita presso poteri opachi e irresponsabili? È superfluo ripetere quello che da tutte le parti si riconosce: per molte ragioni, il popolo sovrano è stato spodestato.

Se manca la sovranità, cioè la libertà di decidere da noi della nostra libertà, quella che chiamiamo costituzione non più è tale. Sarà, al più, uno strumento di governo di cui chi è al potere si serve finché è utile e che si mette da parte quando non serve più.

La prassi è lì a dimostrare che proprio questo è stato l’atteggiamento sfacciatamente strumentale degli ultimi anni: la Costituzione non è stata sopra, ma sotto la politica e perciò è stata forzata e disattesa innumerevoli volte nel silenzio compiacente della politica, della stampa, della scienza costituzionale. Ora, la riforma non è altro che la codificazione di questa perdita di sovranità.

Suggerisco ai miei lettori una lettura di: "La patologia della democrazia".


Perché votare “No”?

Se la riforma dovesse essere approvata, gli spazi democratici verrebbero limitati. Si concentrerebbe maggior potere nelle mani del governo italiano, riducendo il ruolo del parlamento e limitando il pluralismo attraverso una legge elettorale che garantirebbe una maggioranza assoluta al partito col maggior numero di voti. 

Inoltre la riforma ridurrebbe il potere delle regioni, ostacolando le autonomie locali. 

Vista ancor più ampiamente, la riforma sarebbe un’altra espressione dell’attuale richiesta della UE di avere governi nazionali affidabili che possano applicare decisioni tecnocratiche senza il disturbo di un’opposizione politica e del dissenso organizzato. La “governabilità" a tutti i costi, in altre parole. Vedremmo sicuramente una crescita della retorica del tipo “Non ci sono alternative”, che ha caratterizzato la posizione dell’Unione e dei suoi stati dalla crisi del 2008. 

Si veda anche il mio precedente articolo: "A proposito di referendum ed elezioni politiche".

Francesco Galgani,
scritto inizialmente il 23 settembre 2016, aggiornato il 20 ottobre 2016

(In questa brevissima riflessione di sono servito di parole liberamente tratte da un documento di Gustavo Zagrebelsky e da un comunicato del Diem25; la vignetta è stata pubblicata su "Il Vernacoliere" di agosto/settembre 2016)

La patologia della democrazia

La patologia della democrazia

Fra tanti inutili fuchi
se ne cerca il peggiore,
l'unico col pungiglione
e pure un po' coglione,

pronto a comandare
nuove spese militari,
a godimento di quei maiali
psicopatici e brutali,

dal cervello bacato,
nei soldi imprigionato,
che son ladri di vita,
d'anima aberrita:

questa è la follia
d'un'ottusa democrazia,
smarrita nel ragionamento,
egoista nel sentimento,

che si lascia abbindolare,
e facilmente soggiogare,
da fin troppe carogne
abili nel parlare.

I signori della guerra
dominano il mondo,
ma a loro non mi piego,
c'è altro nel mio profondo!

Dove vogliamo andare?
Chi vogliamo a comandare?

Per un grande miglioramento
pochissimo basterebbe, (1)
ma un nuovo governo
d'urgenza servirebbe: (2a,b)

è tempo d'una rivoluzione
che parta dal Cuore,
che ritorni alle origini
del primo vero Amore!

E' tempo d'inchinarci
a chi vive le dolci attese,
riverendo le mamme,
sagge ma indifese,

fin troppo disprezzate,
eppur sempre degne
d'essere ascoltate:

per nessun sortilegio
si farebbero ingannare
da chi i bimbi ferisce
o fa ammazzare.

(Francesco Galgani, 9 settembre 2016)
https://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/608-la-patologia-della-democrazia

Note:

Referendum Brexit: un esempio delle conseguenze sociali e politiche della bolla-filtro (filter bubble) dei social network, dei motori di ricerca, dei giornali e altri spazi online

In questa pagina vedremo come Facebook e gli altri social minino alle fondamenta della democrazia, influendo persino sul destino storico di una nazione, con specifico riferimento al referendum del 23 giugno 2016 sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione Europea (Brexit). Prima, però, vorrei iniziare con questa citazione:

«Pensavamo che la segretezza fosse forse il peggior nemico della democrazia e fino  a quando non c'erano repressioni o censura, potevamo credere che le persone prendessero delle decisioni ragionate che mantenessero le nostre società libere, ma negli ultimi anni abbiamo imparato che le tecniche di disinformazione e depistaggio sono diventate cosí sofisticate che, anche in una società aperta, un flusso di informazioni sapientemente guidato puó sopraffare la verità, anche se la verità è la fuori, incensurata, quietamente disponibile per tutti coloro che sanno trovarla».
(Daniel Dennett)

Per chi sa non cosa sia la "bolla filtro". o "gabbia di filtri" ("filter bubble"), nel paragrafo seguente riporto una citazione di parte della sez. 1.5.1 di "L'Era della Persuasione Tecnologia ed Educazione all'Uso della Tecnologia", integrato con alcune note; i riferimenti bibliografici sono reperibili sul testo originario (liberamente consultabile). Segue poi un articolo Tom Steinberg del 27 giugno 2016, intitolato "Defined by the Filter Bubble" e tradotto per Megachip a cura di Giampiero Obiso.

Morti di Stato

Morti di Stato

Il mio pensiero
a gente amata,
offesa e umiliata,
ormai al peggio abituata.

Lo scontro frontale
non è stato un incidente,
ma l'esempio evidente
d'un'abbandono incosciente:

le croci sulle strade,
i treni a manovella,
gli aerei non si fermano...
a chi ci s'appella??!

A un governo giusto,
coscienzioso e solerte,
che dà tanto a parole,
ma al Sud quasi niente?

Io voglio credere
in un cambiamento,
voglio credere nel buono
che ognuno ha dentro:

è questione di giustizia,
di dire la verità,
di farci valere
con piena dignità.

Questo gioco deve finire,
è il tempo di reagire.

(Francesco Galgani, 13 luglio 2016, poesia scritta dopo la tragedia ferroviaria a Bari del 12 luglio 2016)
https://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/595-morti-di-stato

Quando succedono fatti gravi, ciascuno ha spesso qualcosa di dire, in molti si improvvisano "esperti", dimenticando però di ascoltare, di informarsi con calma e, se possibile, di darsi da fare. Ascoltare con compassione la sofferenza delle persone coinvolte, a cui va anche il mio cordoglio, sarebbe già molto. Io, come poeta, posso vergar versi e dire quel che io stesso ho visto e vissuto: da una parte una rete di trasporti pericolosa e inadeguata, dall'altra l'assenza di un Ministro dei Trasporti e di un Capo del Governo a cui ho inviato anche un petizione firmata da 1420 persone, ma senza mai ricevere alcuna risposta. Ho scritto tante poesie-denuncia e, in alcune circostanze, le ho inviate anche ad alcuni membri del Governo, sempre rivolgendomi al loro cuore: io penso che ciascuno di noi, come cittadino, abbia il dovere morale di agire al meglio delle sue possibilità per un mondo migliore. Come scrisse Daisaku Ikeda: «La democrazia non adempirà la sua missione a meno che gli individui si alzino con maggiore informazione e coinvolgimento e, uniti, lottino in favore della giustizia, controllando le attività dei potenti».

Il titolo e il senso di questa poesia-denuncia sono meglio chiariti da un paio di articoli:
"Non è stato un incidente": http://www.beppegrillo.it/2016/07/non_e_stato_un_incidente.html
"Investimenti pubblici, il clamoroso caso ferrovie: 98,8% di fondi al Nord. Al Meridione solo le briciole": http://www.ilmattino.it/economia/investimenti_nord_ferrovie-662116.html

Secondo me l'Arte dovrebbe sempre porsi anche degli scopi sociali.
Grazie a tutti.

Incidente ferroviario sulla linea Andria-Corato del 12 luglio 2016

Lo straniero non è il nemico, ma il lievito critico, necessario, per far crescere la società

Nel video in calce, è riportato l'intervento "Cibo, l'arcano del dono", del prof. Marino Niola, antropologo della contemporaneità, del 27 maggio 2012, in occasione di "Pistoia, Dialoghi sull'Uomo". Egli, partendo da miti e leggende di diversi popoli, espone una riflessione antropologica bellissima e profonda, utile per riflettere su noi stessi, sulla nostra società e sul nostro modo di pensare e di agire.

Lo straniero, l'estraneo, il diverso, l'Altro... non è il nemico, ma è l'ospite, il fermento, il lievito critico, ma necessario, che fa crescere la società. Accogliere ed essere accolti, ospitare ed essere ospitati, dare e prendere... non sono diversi, ma sono due momenti di una stessa azione. L'alterità fa parte dell'identità. Lo scambio è ambiguo, è contatto ma anche contaminazione: la paura dilagante dell'infezione che viene dall'esterno è lo specchio dell'arida solitudine della nostra società. Il culto della purezza è contro-natura, porta solo su sentieri di sofferenza. Da soli c'è malessere, insieme c'è il benessere.

Buone riflessioni,
Francesco Galgani,
8 luglio 2016

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Bisogno di nuove politiche antifumo e di tutela alla salute (lettera aperta al Ministero della Salute e al Primo Ministro)

Quanto segue è una lettera che ho inviato tramite PEC. Chi lo desidera, può condividerla con chi vuole.

Lettera aperta alla Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute
e in copia al Primo Ministro On. Matteo Renzi

Io, come cittadino, noto con tristezza e sincera preoccupazione che sempre più giovani e giovanissimi, maschi e femmine, fumano e bevono alcolici.
Qualunque politica antifumo, ammesso che sia stata fatta, non ha raggiunto il suo obiettivo, cioè salvare tante vite preziose e, contemporaneamente, ridurre di molto il business delle multinazionali del tabacco e scontrarsi con esse (cosa che diventerà impossibile se sarà approvato il TTIP): se non c'è questa volontà, tutto il resto sarà inutile.
Stesso discorso per le politiche atte a ridurre il consumo di alcolici e per le politiche atte a favorire un'alimentazione preventiva di molte malattie (cioè vegana), politiche che necessariamente implicano una molteplicità di azioni e di investimenti, ma anche uno scontro frontale con chi trae maggior profitto dal commercio di cibi e bevande nocivi alla salute.

Voi cosa desiderate per i vostri figli e per i vostri cari? Tanta salute o tanta malattia? La stessa cosa vale per il resto della popolazione.
Certo che anche voi desideriate un mondo migliore, vi regalo questa poesia, confidando nella vostra umanità:

Piaceri falsi, distruzione vera

A 12 anni la prima sigaretta,
pari a un'inculata
forte e maledetta.

Tra fumo e alcol
poi il tempo se ne andrà,
ma resterà la distruzione
che il folle agire dà.

Dove c'è dipendenza,
e pure incoscienza,
qualcuno s'arricchisce,
ma il tuo Essere perisce.

Tra sigarette,
altre droghe,
birra
e Facebook,

mangi scarti a colazione
e merda a cena,
ti preoccupi per tanto,
ma scordi l'essenziale.

Non ti Ami,
e segui il gruppo:
son piaceri falsi,
ma distruzione vera.

Guardo una gioventù
immemore d'un sano Amare,
incapace di proteggersi,
abituata a disprezzare

se stessa e gli altri,
senza freni d'un buon senso,
trasportata dalla corrente
verso il mare del patimento...

Per un miglior destino
ci vuole Amore vero...

Il Rispetto della Vita
sia il nostro credo!

(Francesco Galgani, 3 luglio 2016)
https://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/593-piaceri-falsi-distruzione-vera

Vi ringrazio per la vostra attenzione,
Francesco Galgani

Unione Europea e solidarietà internazionale: qual è la strada da seguire?

Dopo il saluto della Gran Bretagna all'Unione Europea, dietro cui è evidente il fallimento delle politiche comunitarie volte all’austerità e all’egoismo degli Stati membri, m'è tornata a mente la poesia seguente, che scrissi circa un anno fa:

Popoli d'Europa, sollevatevi!Esperimenti europei su cavie umane

Laboratorio greco
della dittatura finanziaria...
non c'è nulla di più bieco
dell'usura bancaria,

in cui sei caduto,
mentre rantoli morente,
per sperimentar l'aiuto
di chi ha il cuore assente.

Tanti soldi son girati,
ma al popolo nulla è dato,
son solo interessi privati
che Dignità e Rispetto...

hanno violentato!

(Francesco Galgani, 20 luglio 2015)

Europa delle bancheSotto la poesia, nella relativa pagina su galgani.it, riportai le parole di Joseph Eugene Stiglitz e Paul Krugman, entrambi premi Nobel per l'Economia. Penso che valga la pena di rileggerle, ad un anno di distanza:

Joseph Eugene Stiglitz (premio Nobel per l'Economia), in un'intervista rilasciata alla rivista Time, ha lanciato l’ennesimo appello per la cancellazione del debito di Atene, criticando le politiche di Commissione Ue, Bce e Fmi e affermando che istituzioni e paesi che hanno imposto tagli e austerità alla Grecia «hanno una responsabilità criminale». (fonte)

Paul Krugman (anch'egli premio Nobel per l'Economia), in un articolo sul New York Times, ha scritto: «Non lasciatevi ingannare dalla presunzione che i dirigenti della Troika siano soltanto dei tecnocrati che spiegano agli ignoranti greci cosa va fatto. Questi presunti tecnocrati sono in realtà dei fantasisti che hanno fatto scempio di tutto ciò che è dottrina in macroeconomia, e hanno preso ogni decisione nel modo più erroneo possibile». (fonte)

David Borrelli, al TgLa7 Speciale Brexit di due giorni fa, copresidente del Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia, ha fatto un intervento, riportato in questo video di sei minuti. nel quale ha precisato l'importanza di cambiare l'Europa da dentro, affinché diventi davvero una comunità, e non un'unione di banche e lobby che mette la finanza davanti a tutto, davanti a noi cittadini, ai nostri interessi, ai nostri più basilari diritti, alle vite nostre e di tutto coloro che giungono in Europa cercando una vita migliore.
 

Il mare della morte

Gli immigranti sono persone in carne e ossa, come noi. Non possiamo rimanere a guardarle annegare. Per dimostrare solidarietà con i rifugiati, nella foto qui riportata vediamo che sull'Acropoli di Atene sono stati esposti questi slogan in greco e in inglese: "L'Unione Europea e la NATO stanno trasformando il Mediterraneo in un mare di morti. Fermare questo crimine ora! Solidarietà e misure di sostegno immediato per i rifugiati".

KKE dall'Acropoli: Solidarietà con i rifugiati, condanna dell'Unione Europea e della NATO

L'Europa attuale non è minimamente democratica e viola le sovranità nazionali

È più che mai necessario cambiare l'attuale Europa, per renderla non soltanto solidale, ma anche democratica. Gli organi decisionali dell'Unione Europea non sono elettivi, come spiegato in questo articolo. Inoltre, a livello dell'Unione Europea, i poteri legislativo ed esecutivo non sono divisi. I ministri nazionali, che a livello nazionale sono autorizzati solamente a proporre e attuare le leggi, approvano le leggi europee. Questo meccanismo consente ai ministri di imporre delle soluzioni che i Parlamenti nazionali non condividono. Inoltre, la Commissione, nominata dal Consiglio e organo esecutivo della UE, ha il diritto di iniziativa legislativa. L’organo legislativo, cioè il Parlamento, finora non dispone del pieno ed esclusivo diritto di iniziativa legislativa. I cittadini, sovrani nella democrazia, non hanno alcuna voce in capitolo sul modo in cui viene scelto il “governo della UE”, cioè la Commissione europea, né diritti di partecipazione diretta.  Come ha detto l'ex Commissario per l'allargamento Gunther Verheugen: “Se la UE dovesse candidarsi per entrare nella UE, non potremmo accettarla. Il suo carattere democratico è semplicemtente insufficiente.
Thomas Benedikter, economista e ricercatore sociale, ha scritto il libro "Più democrazia per l'Europa - La nuova Iniziativa dei cittadini europei e proposte per un‘Unione europea più democratica", disponibile in PDF con licenza Creative Commons Attribution-Non-Commercial-No Derivs 2.5.

Qual è la strada da seguire?

Riflettendo su questo mondo pieno di sfide e di conflitti, dove le buone notizie scarseggiano, Amina J. Mohammed, Consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Piano di sviluppo dopo il 2015, ha sottolineato (in questa intervista) che la chiave per rafforzare l’unità della società internazionale è «trovare ancora un posto per la nostra umanità [...], riappropriarci dei valori che abbiamo perso per strada». Il dialogo è davvero qualcosa che ognuno di noi, in qualsiasi luogo e tempo si trovi, può iniziare per riconquistare la nostra umanità collettiva. La Proposta di Pace 2016 di Daisaku Ikeda, nella quale ho trovato questa riflessione di Amina J. Mohammed, contiene già tutto quello che serve per costruire un'Europa nuova... e per ristrutturare i nostri cuori nella giusta direzione.

Intercultura

Non c'è più tempo per costruire barriere egoistiche e narcisistiche in base alle razze, alle culture, alle nazionalità. A proposito delle razze umane e degli orgogli nazionalistici, consiglio caldamente una visione di questo video di sei minuti. Non c'è più tempo nemmeno per lasciarsi guidare dalle simpatie o dalle antipatie verso le persone, perché siamo tutti in pericolo: giorno dopo giorno, stiamo distruggendo il nostro mondo e le nostre vite. Domani ci sarà un futuro per tutti noi? Domani avremo ancora acqua, cibo, vestiti e una casa? Domani potremo ancora gioire delle cose che amiamo? È più che mai urgente cambiare direzione se vogliamo salvare questo povero mondo e, con esso, anche noi. Ma per cambiare la direzione autodistruttiva che ha intrapreso la nostra società, prima di tutto dobbiamo cambiare i nostri cuori e dialogare a tu per tu con le altre persone. In poesia:

Culture del mondoPer salvare questo mondo

Ceder denari
per altri aiutare,
in realtà ignari
del loro utilizzare,

è un palliativo
del tutto insufficiente,
non è decisivo,
non aiuta la gente.

Se vuoi contribuire
a un mondo migliore,
lascia il Cuor fiorire
d'una crescita interiore:

se persone vuoi toccare
portando Felicità,
non puoi ristagnare
nelle negatività...

Chi oggi è tale a ieri
nessuno può aiutare,
ma se ti lavi i pensieri
grazie a un vero Amare,

consapevole dei problemi,
dell'impatto del tuo agire,
superando gli attuali schemi
e imparando a progredire,

miracoli puoi fare,
annoverandoti nella schiera
di chi sa lottare
in prodiga maniera.

Il Cuore d'Umanità
che stavi cercando,
l'auspicio di Felicità
che stavi sognando,

la Pace del Perdono
che il Futuro apre,
l'inaspettato dono
che a Te piace:

tutto questo sei Tu!

Portiamo Salvezza
a questo poro mondo,
con te bacio la tristezza
e gioia infondo.

Quanto è grande il tuo Cuore!
Quanto forte il tuo Coraggio!
Diffondi tanto Amore,
la tua Vita sia il messaggio!

(Francesco Galgani, 25 giugno 2016)

Buona Vita,
Francesco Galgani,
26 giugno 2016

La nuova religione tecno-capitalista: tutti connessi in Rete, ovunque e sempre

Stay connected is religionNonostante l'euforia diffusa sulle potenzialità della Rete – che è sempre più mezzo di connessione e sempre meno mezzo di comunicazione e di conoscenza; che è sempre più capitalista e sempre meno libera e anarchica come alle origini, cautela e scetticismo sul valore emancipativo delle tecnologie digitali sembrano più che sensate. "Essere in Rete" non è forse un processo di cattura che impedisce la partecipazione reale alla vita democratica? L'articolo che segue è un'intervista di Paolo Bartolini al Prof. Lelio Demichelis, docente di Sociologia, che analizza il mondo attuale con uno sguardo critico, profondo e multidisplinare, coinvolgendo settori come la sociologia, l'economia, la psicologia, le politiche internazionali, ma anche l'antropologia e altri ancora. La prospettiva offerta concorda con vari scritti presenti in questo blog, tra cui "L'era della persuasione tecnologica" e "L'era della simulazione ovvero l'oscuro desiderio di essere sempre connessi".

Francesco Galgani, 23 maggio 2016

Internet is the religion

Il dio che non voleva morire. Tecnica, Capitalismo e limiti del vivente

Un'intervista a Lelio Demichelis a cura di Paolo Bartolini, fonte: megachip.globalist.it, 13 maggio 2016

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