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Politica ed economia

NO CETA: prossime mobilitazioni di piazza

STOP CETA - 5 luglio 2017, Montecitorio, Roma

Ultimi aggiornamenti: https://stop-ttip-italia.net/

Aggiornamento 27 giugno 2017: Pd e MDP (di nuovo assente) votano sì al CETA con Forza Italia… e contro l’Italia

Aggiornamento 22 giugno 2017: Salta il voto di ratifica del CETA. Il voto in commissione Affari esteri del Senato spostato a martedì 27 giugno 2017. Stop TTIP Italia, insieme alle associazioni agricole, ambientaliste e sindacali, rilancia la mobilitazione di piazza per bloccare l’accordo. Appuntamento martedì 27 giugno 2017 alle 10 al Pantheon: ci sarà un presidio fisso organizzato insieme a Coldiretti, CGIL, Slowfood, Arci e altre realtà. Mercoledì 5 luglio 2017 invece ci sarà un nuovo presidio-manifestazione proprio sotto il Parlamento, in piazza Montecitorio, dalle 10:00.
Sito di riferimento: https://stop-ttip-italia.net/

Sullo stesso argomento:

L'articolo che segue è a firma di Elena Mazzoni e pubblicato il 23 giugno 2017 all'indirizzo:
http://www.listatsipras.eu/2017/06/23/mobilitiamoci-contro-il-ceta/

NO CETA - Manifestazione contro la ratifica

Mobilitiamoci contro il CETA

L’imponente mobilitazione organizzata dalla Campagna StopTTIP-StopCETA Italia, le migliaia di lettere, tweet e dossier inviati ai senatori e al Presidente stesso dai cittadini, sono riuscite nell’impresa titanica di far slittare il voto della Commissione Affari Esteri a martedì 27 e quello in plenaria a mercoledì 28.

Il successo maggiore però non consiste nello slittamento del voto ma nell’aver costretto il presidente della Commissione, Pier Ferdinando Casini, a tenere audizioni e ad aprire una discussione, pur se di due soli giorni, su un tema tanto delicato ed altrettanto taciuto.

Un vero e proprio esempio di politica dal basso che ha infiammato gli animi e spinto Coldiretti, Cgil, Greenpeace, Slowfood e tutte le organizzazioni che sostengono la Campagna italiana, ad organizzare due momenti di intensa partecipazione in piazza a Roma, martedì 27 al Pantheon alle 10:00 e mercoledì 5 luglio, sempre alle 10:00, proprio in piazza Montecitorio

https://stop-ttip-italia.net/2017/06/22/ceta-ratifica-piazza-333/.

Qualcuno potrebbe chiedersi cosa non ci piaccia del CETA con il simpatico Canada del bel premier Trudaeu.

I motivi sono tanti e potete trovarli riassunti nel libro bianco sottoscritto con Coldiretti, Cgil, Greenpeace, Arci, Acli, Legambiente Fairwatch e tre associazioni di consumatori e nei due dossier tecnici  che la campagna italiana ha presentato in audizione in Senato.

Trudaeu non è il fascinoso vessillo dell’ambiente da sventolare per scacciare lo spauracchio arancione di Trump perchè, con le politiche attuali, il paese nord americano non manterrà i propri impegni nel controllo delle emissioni, elargendo 3,3 miliardi di dollari l’anno di sussidi pubblici ai combustibili fossili, tra cui l’inquinante petrolio da sabbie bituminose   http://climateactiontracker.org/countries/canada.html.

Una recente ispezione effettuata nelle zone di estrazione mineraria canadesi dall’OHCHR dell’ONU ha riscontrato delle violazioni dei diritti umani ed esortato le autorità canadesi a “integrare i diritti delle popolazioni indigene nelle loro politiche e nelle pratiche che disciplinano lo sfruttamento delle risorse naturali”. La delegazione ha inoltre sottolineato “la necessità per il governo di rafforzare l’accesso agli strumenti legali di ricorso per le vittime di abusi di diritto”.

Lo stesso Trudeau ha supportato incondizionatamente la costruzione dell’oleodotto Keystone XL, un progetto da 8 miliardi di dollari per portare quel petrolio negli Stati Uniti.

Non proprio in linea con la narrazione mainstream del paese dello sciroppo d’acero.

Le risposte sono quindi molteplici ed anche molto tecniche ma la prima che viene in mente a me ogni volta in cui qualcuno mi chiede perchè io mi opponga al CETA, quella data con la pancia e non con lo studio dei testi, è che chiunque abbia un’idea del commercio sostenibile, equo, rispettoso dei diritti dei lavoratori, dell’ambiente, dei diritti umani, dei beni comuni, deve dire NO al CETA,

Un NO potente.

Un NO di gente stanca di un mondo che abbatte le barriere per merci e capitali ed alza, inesorabilmente, invalicabilmente, quelle per la libera circolazione delle persone.

Io penso senza IA, quindi sono. E tu?

Una volta le persone con scarsa consapevolezza tecnologica, pur magari eccelse in altri campi, associavano la parola "Internet" a "Facebook" oppure a "Google", come se fossero sinonimi. Oggi quelle stesse persone confondono la parola "Internet" con "Intelligenza Artificiale".

Per ogni domanda, oggi c'è subito una risposta.

Per ogni piccolo rivolo del grande fiume dello scibile umano, anche il più minuto e iper-specialistico, desueto o raro, l'IA sa.

Per ogni lavoro, l'IA è insostituibile... mentre l'uomo può essere sostituito o eliminato, a prescindere da chi egli sia e dal suo percorso di vita. Questa è una grande bestemmia contro la sacralità della vita, cioè di ognuno di noi, contro la quale preghiere, spiritualità e fede rimangono come ultimo antidoto.

C'è qualcosa, per fortuna, che l'IA non sa fare, cioè soffrire e gioire. Un uomo capace di rimanere calmo, centrato interiormente, fiducioso nel seminare azioni gentili e benefiche nel terreno di un'esistenza dolorosa e precaria, ha più potere di tutta l'IA che ancora deve essere inventata. Una donna capace di fare altrettanto è un mistero che nessuna IA potrà vivere.

L'invito cristiano di porgere l'altra guancia è una bella metafora per non cedere all'odio, cioè alla separazione, ovvero all'imitare il diavolo. Odiare chi riteniamo colpevole di malvagità nei nostri confronti non fa bene a noi stessi, né a nessun altro. Questo è coerente con l'invito, anch'esso cristiano, di lasciare solo a chi ha raggiunto la perfezione la possibilità di giudicare o, detto diversamente, di scagliare la prima pietra. Ma chi si è unito con l'Uno non giudica nessuno. L'IA può scrivere di queste cose, se opportunamente istruita, come nel caso della Chiesa Evangelica tedesca che non ha avuto vergogna nel far celebrare un'intera messa a ChatGPT. Questo è solo un esempio, perché le altre grandi confessioni religiose, quelle più popolari, non sono migliori rispetto alla sudditanza tecnologica e alla scarsa consapevolezza delle sue conseguenze. Possiamo notare eccezioni in piccole comunità, come gli amish, gli hutteriti, i mormoni fondamentalisti, i neo-luddisti e altri gruppi molto diffidenti verso la tecnologia, ma non è questo il punto. La questione fondamentale è che l'IA ci seduce, ci inganna, ma non ha un'anima da salvare o preservare dalle facili seduzioni del vendersi al diavolo, o da inganni così astuti da essere difficili da scoprire. Noi invece sì.

Non rimane che essere fieri di tutto quello che di bello e di brutto, ma autentico, abbiamo fatto come individui e come società quando l'IA generativa ancora non esisteva, cioè fino al 30 novembre 2022 (data in cui ChatGPT è stato reso noto al grande pubblico). In soli due anni i cambiamenti sono stati enormi, ed è solo l'inizio. L'11 ottobre 2024 è iniziata l'introduzione della IA nelle scuole medie e superiori di Toscana, Calabria, Lazio e Lombardia. «Siamo tra i primi paesi a partire con l'intelligenza artificiale a scuola e questo ci riempie di orgoglio», ha detto il ministro dell'Istruzione. Orgoglio di cosa? Di avere bambini, adolescenti e futuri adulti che hanno bisogno di una "stampella tecnologica" per ragionare, per fare compiti e per relazionarsi con il prossimo?

Il ministro potrebbe rispondermi che lui si stava a riferendo all'uso dell'IA per personalizzare la didattica, non per peggiorarla. In tal caso, gli risponderei che i giovani hanno innanzitutto bisogno di un nutrimento affettivo che nessuna macchina potrà dare loro, e che l'amore non può essere mediato da nessuna tecnologia. Per chi non l'ha ancora vista, rimando alla mia intervista: "La base dell'educazione umana è l'amore, non lo smartphone".

Perché sentiamo continuamente parlare di omicidi tra giovani e giovanissimi? Questo accade perché è stata negata loro la socialità e la relazione a tu per tu e di gruppo quando più ne avevano bisogno. E' una relazione che richiede la vicinanza fisica, e il contatto fisico. I governi assassini e stragisti di pochi anni fa, con i loro procurati allarmi, terrore e odio indotti scientificamente nella popolazione, lockdown devastanti, distanziamento sociale fatale, mascherine e vaccini, hanno ucciso l'anima dei giovani rinchiusi in casa, sopravvissuti con il volto coperto e con il veleno iniettato nel corpo. Ma questo nessuna IA lo dirà mai, mai e poi mai, perché provare a descrivere la realtà è ormai un crimine. Ma questo è esattamente ciò che la scuola dovrebbe educare a fare. Gli omicidi di oggi sono la conseguenza della violenza di stato di ieri, durante la quale gran parte del popolo ha dato il peggio di sé, tirando fuori il fascismo sepolto nel proprio inconscio.

Qualcuno potrebbe dirmi che sto sbagliando, o esagerando. Se così fosse, non sarebbe questo il problema. Non bisogna aver paura di chi interpreta un'idea sbagliata, ma di chi crede di interpretare l'unica idea giusta, ammissibile e dicibile. Formare le proprie idee attraverso il punto di vista dell'IA, che è in funzione di chi l'ha voluta, progettata e implementata, è estremamente pericoloso, perché essa finirà per esprimere l'unico punto di vista ammesso. Sarebbe bene che l'IA fosse in mano solo a persone adulte già abituate a esprimere un punto di vista critico e a fare ricerche e sintesi autonome. Anzi, per come sta degenerando la vita individuale e sociale, e per l'offesa che l'IA reca alla dignità delle nostre vite e ai nostri sacrifici, sarebbe meglio che l'IA non ci fosse per niente.

Facciamo un esempio pratico e valutiamone le conseguenze didattiche. Ho posto a ChatGPT questo input: «Per favore, mi dici se il cambiamento climatico di origine antropica è qualcosa di reale di cui mi dovrei preoccupare? Se sì, dammi qualche suggerimento pratico. Rispondi in massimo cento parole».

Ecco la risposta: «Sì, il cambiamento climatico di origine antropica è reale e comporta conseguenze gravi, come eventi meteorologici estremi, innalzamento del livello del mare e perdita di biodiversità. Per contribuire, riduci l’uso di energia: preferisci lampadine a LED, abbassa il riscaldamento e usa elettrodomestici efficienti. Spostati a piedi, in bici o con i mezzi pubblici; riduci i viaggi in auto e in aereo. Mangia meno carne e riduci gli sprechi alimentari. Sostieni iniziative ecologiche e considera l'uso di energie rinnovabili, come il fotovoltaico. Ogni piccolo passo conta».

Ecco, questo è il punto di vista di ChatGPT, che è anche l’unico punto di vista ammesso dall'oligarchia globale e dall'intelligentia nostrana. Al di là della valutazione delle singole indicazioni, la motivazione è completamente sbagliata. Ma la vogliamo finire di tormentare i giovani con questi e altri problemi inventati a tavolino e aiutarli invece a sviluppare una visione critica? Perché ChatGPT non ha citato nella sua risposta la "World Climate Declaration", un manifesto su clintel.org firmato da 1960 scienziati provenienti da tutto il mondo, compresi premi Nobel, che smonta la teoria delle responsabilità umane sul cambiamento climatico? ChatGPT fa la propaganda che il padrone vuole, ecco il motivo, esattamente come fanno i giornalisti, i politici, la scuola e le università, e varie categorie di lavoratori sotto perenne ricatto. Ciò non toglie che un disastro ambientale ci sia, ma il modo con cui viene trattato è irrealistico e fuorviante.

La scuola dovrebbe guidare i giovani a cercarsi da soli le risposte, invece di indottrinarli.

(4 novembre 2024)

Manifestazioni per la pace

Chiedi la pace,
e ricevi percosse.

Alzi la voce,
ti menano più forte.

Alzi le mani,
la prigione t'attende.

Dici la verità,
fai la fine d'Assange.

(5 ottobre 2024, www.galgani.it)

 

Manifestazione nazionale a sostegno della Palestina e del Libano contro la guerra d'Israele.
Roma, sabato 5 ottobre 2024

foto originale di Mauro Scrobogna (LaPresse), fotoritocco di Francesco Galgani

Manifestazione nazionale a sostegno della Palestina e del Libano contro la guerra d'Israele. Roma, sabato 5 Ottobre 2024. Foto originale di Mauro Scrobogna (LaPresse), fotoritocco di Francesco Galgani

Il potere occulto, tra sogni apocalittici e la manipolazione delle masse

In questo blog abbiamo recentemente analizzato l’attuale estremismo fascista e nazista e le conseguenze violente e il degrado che ne derivano. Abbiamo visto come nel 2024 i “lager” esistono ancora. E abbiamo anche ragionato con distacco e atteggiamento propositivo sulla deriva dissacrante e sfacciata delle Olimpiadi 2024, riflettendo sulla metacomunicazione del potere e su come superare le logiche divisive. Eppure, manca una chiave interpretativa di tutta questa follia.

Le ideologie che dominano l'operato di certi gruppi di potere sembrano essere guidate da una logica irrazionale, ben diversa dalla mera ricerca di profitto. Queste élite, infatti, non sono mosse da interessi economici tradizionali, poiché possiedono già la capacità di generare denaro a piacimento. Invece, ciò che le guida sono visioni e ideologie estremamente fanatiche e distopiche, che spesso sfuggono alla comprensione dei popoli, abituati a pensare in termini esclusivamente materiali. Si tratta di visioni del mondo che negano i fondamenti stessi della vita così come conosciuta da noi persone comuni e, forse, destinate a schiantarsi tragicamente con il contatto con la realtà. Le grandi potenze nucleari si fanno portatrici di ideologie tra loro irriducibili, che non accettano compromessi. Sono visioni del futuro dell'umanità che si escludono a vicenda.

Questi gruppi di potere sembrano essere animati da una visione messianica o transumanista, che li spinge a perseguire obiettivi che vanno ben oltre l'accumulazione di ricchezze. Si considerano quasi divinità in terra, determinate a plasmare il mondo secondo le loro utopie (o distopie, a seconda del punto di vista), anche a costo di sacrifici enormi e catastrofici. Questa visione del potere si distanzia dalle ideologie più razionali e lineari del passato, come il comunismo o il capitalismo, che avevano obiettivi chiari e comprensibili.

Oggi, il mondo è nelle mani di élite che sognano nuovi mondi, transumani e apocalittici, e che sono disposte a tutto pur di realizzare questi sogni, anche uno scontro totale e finale. Questi progetti, per quanto possano sembrare folli o insensati, sono presi molto sul serio da coloro che detengono il potere. In questo contesto, non c'è più spazio per il dialogo tra i vari blocchi di potere. Le azioni di queste élite, viste come una frenetica corsa verso una distopia, non sono solo dettate da necessità strategiche, ma anche da una volontà accelerata di realizzare il loro mondo ideale.

Questa accelerazione si manifesta non solo nel contesto geopolitico, ma in tutti gli aspetti della società, evidenziando una perdita della gradualità e della prudenza che caratterizzavano le manipolazioni del passato. La spinta verso un nuovo ordine mondiale è accompagnata da una volontà di imporre questo modello con forza, senza preoccuparsi delle reazioni negative, sia all'interno del mondo occidentale sia altrove.

Tuttavia, se consideriamo che i sogni e le ambizioni quasi mistiche di queste élite potrebbero non essere solo di origine umana, si apre una prospettiva inquietante. Ogni specie vivente ha processi cognitivi propri, che possono essere molto diversi da quelli tipicamente umani. Se immaginassimo queste élite al comando come preda di adduzioni, cioè influenzate da menti aliene, allora tutta questa follia apocalittica troverebbe un fondamento che va sensatamente oltre i normali canoni interpretativi della realtà. Questa interpretazione potrebbe spiegare l’apparente irrazionalità di un potere che sembra spinto verso un destino catastrofico, con una determinazione che sfida ogni logica umana.

Ciascuno di noi non può nulla contro tutto ciò se non domare la propria mente, vincere sull’innata tendenza a schierarsi e a entrare in logiche divisive di odio e di guerra. Quello che possiamo fare è rimanere con la nostra coscienza, senza seguire quella di qualcun altro. Uno sforzo importante è anche quello di cercare di comprendere senza polemiche. L’abitudine alla polemica è l’abitudine a voler distruggere le idee degli altri e le persone stesse che hanno tali idee. È meglio non provarci neanche, perché questo atteggiamento non c’entra nulla né con la conoscenza né con la ricerca della verità.

(12 agosto 2024)

Russia vs USA (Francesco Galgani's art, August 12, 2024)
(Russia vs USA, go to my art gallery)

Il ruolo dei social nel fascismo moderno, dalla disinformazione alla divisione

La truffa, i ricatti, l'avvelenamento informativo, la distorsione della realtà e le ritorsioni mafiose sono l’anima del commercio neoliberista e della politica, che nel complesso sono un tutt’uno. Quando ciò non è sufficiente, arrivano gli omicidi mirati e le "stragi di stato" (nel senso di organizzate dagli organi dello stato eterodiretti dai padroni d'oltreoceano).

Tale pratica di governo pubblico di solito ha piani a lunghissimo termine, a prescindere dagli eletti. Essa prevede che le opinioni e i sentimenti di amicizia o di odio delle grandi masse siano indirizzati attraverso un addomesticamento lento, ma incessante e strutturalmente programmato in modo da essere praticamente inattaccabile e difeso con le unghie e con i denti dagli stessi cittadini vittime di tale manipolazione.

Fatta questa doverosa premessa, diamo uno sguardo a come si sta evolvendo l'informazione demenziale con cui i social media indottrinano le grandi masse:

Alcuni hanno detto che l'apprendimento automatico ha già causato disastri perché viene usato nei motori di raccomandazione dei social media antisociali, quelli che decidono cosa mostrare alle persone per massimizzare il tempo che trascorrono usando il sistema. Hanno scoperto che la disinformazione fascista è estremamente efficace per questo e sta promuovendo il fascismo in tutto il mondo, ignorando la verità. Se credi a tutto ciò che senti da un certo gruppo di persone, possono mentire continuamente e tu crederai a qualsiasi bugia dicano. Ci sono milioni di persone che fanno questo e, una volta che una persona ha perso la connessione con la verità, è molto difficile convincerla che sta credendo a bugie. Queste persone non hanno più un criterio di giudizio.
 
tratto da:

Ciò è tremendamente vero. La disinformazione alimentata dall'intelligenza artificiale contribuisce alla diffusione del fascismo e del nazismo a livello globale, sfruttando le vulnerabilità nelle percezioni pubbliche e amplificando i messaggi di odio e divisione. La combinazione di disinformazione e algoritmi dei social media che promuovono contenuti controversi crea un ambiente in cui le ideologie fasciste e naziste possono prosperare.

Sia ben chiaro che il web è pieno di contenuti generati da persone che si autodefiniscono "fascisti" o "nazisti" e che ne vanno fieri, quindi l'etichetta di "fascista" o "nazista" è appropriata. Altri gruppi, pur non definendosi esplicitamente per quel che sono, o addirittura dichiarandosi anti-fascisti o anti-nazisti, promuovono nei social ideologie, violenze e crimini del tutto sovrapponibili a quelli del fascismo o del nazismo. Altri ancora commettono azioni gravissime e penalmente rilevanti, fino al pestaggio o all'omicidio, senza alcuna ideologia, ma solo per "apparire" sui social.

A tal proposito, è interessante l'inizio dell'articolo "Weaponized Social Media Is Driving the Explosion of Fascism" (tradotto: "I social media armati guidano l'esplosione del fascismo"), che racconta il video del massacro in una moschea in Nuova Zelanda apparso su Facebook. Il filmato, creato da un autodefinitosi “fascista”, immortalava le immagini di terrore sui volti delle vittime. Questo video, trasformato in un meme armato, ha diffuso l'odio tra milioni di persone, e ciò è assattamente ciò che vogliono i proprietari di tali piattaforme.

Questo accade perché i social media sono strutturati per favorire contenuti che provocano reazioni viscerali. Nonostante le critiche per la diffusione di odio e fascismo, i dirigenti dei social media sono riluttanti a cambiare il modello di business basato sui clic.

I social sono una guerra contro la realtà empirica. Le falsità sono la valuta del fascismo e per i regimi autoritari, tra i quali possiamo considerare le cosidette "democrazie", nelle quali il voto è un teatrino truccato per confermare un potere inamovibile (cfr. "L'illusione della democrazia: il vero volto delle elezioni italiane"). La verità è il nemico da distruggere. Le fake news sui social abilmente indirizzate tramite algoritmi, e quelle propagandate da tutto il resto del main stream, televisione in primis, superano milioni di volte le visualizzazioni di quelle delle rare fonti giornalistiche alternative che con grande fatica fanno un lavoro serio e ben documentato, solitamente su canali frequentemente censurati e osteggiati in mille modi.

Senza una realtà condivisa, il dialogo democratico cede il posto alla rabbia e al linguaggio del fascismo. L'abbiamo già sperimentato tante volte, e continuiamo a viverlo. Proprio per questa ragione, i "padroni universali" che controllano i grandi canali di informazione sono abilissimi nel dividere le persone in buoni e cattivi, dove i sedicenti "buoni" sono incoraggiati a odiare e a far del male ai presunti "cattivi", ovvero coloro che mettono in dubbio la narrativa ufficiale. Chiunque abbia un po' di senno farà molta fatica a capire cosa significhi "buono" o "cattivo" in questo caso, oppure "bene" e "male", etichette sovente strumentalizzate a scopo politico e di manipolazione.

L'intelligenza artificiale aumenta la velocità, la scala e la personalizzazione delle campagne di disinformazione, grazie alla creazione di contenuti falsi altamente persuasivi e realistici, oppure rendendo assai più visibili contenuti di odio o crimini reali. Queste capacità consentono di automatizzare la diffusione di informazioni di odio, false o autentiche che siano, rendendo queste campagne pervasive e praticamente impossibili da contrastare. La televisione e i giornali rilanciano poi questi contenuti, spostando ciò di cui discutono le persone nella direzione voluta dai "padroni" (cfr. "AGENDA SETTING - Usare la tv per mettere fratello contro fratello: combattere gli uni contro gli altri per motivi che le lobby decidono).

(7 agosto 2024)

Il ruolo dei social nel fascismo moderno, dalla disinformazione alla divisione (Francesco Galgani's art, August 7, 2024)
(Go to my art gallery)

L'illusione della democrazia: il vero volto delle elezioni italiane

Nel capitolo 8 "La truffa elettorale" del libro "Il regime" (1991), il giornalista Giampaolo Pansa descrive il funzionamento reale del sistema elettorale italiano, soffermandosi in particolare sulla pratica del voto di scambio. Attraverso vari esempi e testimonianze, Pansa illustra come questa pratica sia diventata una componente essenziale delle elezioni in Italia, contribuendo a distorcere profondamente la democrazia.

Pansa inizia il capitolo descrivendo l'ambiente politico e sociale durante l'inaugurazione del Decimo Parlamento italiano nel 1987, mettendo in luce come personaggi mediatici come Cicciolina, deputata del Partito Radicale, riflettessero un sistema elettorale che era diventato una sorta di spettacolo mediatico e circense. Il cuore del sistema elettorale truccato risiedeva nel mercato delle preferenze. Politici come Usellini spiegavano come le preferenze venissero comprate e vendute come merce, con prezzi che potevano arrivare fino a sessantamila lire per voto. Questo sistema permetteva a candidati con risorse finanziarie significative di acquistare abbastanza voti per garantirsi l'elezione.

Usellini descrive come le elezioni fossero gestite attraverso complessi apparati elettorali. Questi apparati organizzavano raccolte di fondi e distribuivano preferenze in modo da massimizzare il numero di voti per i propri candidati. Questo includeva la gestione di stock elettorali, dove i voti venivano assegnati strategicamente per favorire determinati candidati all'interno delle circoscrizioni. Le cordate erano coalizioni di candidati che univano le forze per scambiarsi preferenze e garantire l'elezione reciproca. Questo sistema di scambio di voti creava un blocco elettorale quasi impenetrabile per chi non faceva parte di queste reti. Inoltre, Pansa sottolinea come i brogli elettorali fossero una pratica comune, con schede elettorali manipolate per favorire determinati candidati.

Le campagne elettorali divenivano sempre più costose, con spese che spesso superavano di gran lunga le capacità finanziarie dei candidati onesti. Questa situazione favoriva ulteriormente i candidati con maggiori risorse finanziarie, spesso provenienti da fonti poco trasparenti, come gli affari illeciti e la corruzione. Pansa descrive come la propaganda elettorale fosse diventata un elemento centrale delle campagne, con un uso massiccio di tutti i media disponibili, inclusi giornali, radio, televisione e persino volantini paracadutati dagli aerei. Questo bombardamento mediatico contribuiva a creare un'illusione di democraticità, mentre in realtà manipolava profondamente l'opinione pubblica.

Nel capitolo, si discute anche delle proposte di riforma elettorale, come l'introduzione della preferenza unica per combattere la corruzione e ridurre i costi delle campagne elettorali. Tuttavia, queste proposte incontravano forti resistenze politiche, poiché minacciavano il sistema consolidato del voto di scambio e dei brogli. Pansa riporta le testimonianze di politici come Enzo Trantino e Gianni Rivera, che avevano tentato di indagare sui brogli elettorali senza successo. Questi tentativi erano spesso ostacolati dall'omertà e dall'opportunismo politico, rendendo quasi impossibile qualsiasi cambiamento significativo del sistema.

Un punto cruciale trattato nel capitolo è il referendum del 1991 promosso da Mario Segni, che mirava a introdurre la preferenza unica. Questo referendum rappresentava una minaccia diretta al sistema del voto di scambio, suscitando reazioni violente da parte dei partiti politici che ne traevano vantaggio. Nonostante le critiche e gli attacchi, il referendum ottenne un notevole supporto popolare. Il capitolo si chiude con una riflessione amara sulla difficoltà di riformare un sistema profondamente corrotto e radicato. Pansa esprime un certo pessimismo riguardo alla possibilità di un cambiamento reale, sottolineando come il sistema politico italiano fosse intrinsecamente legato al voto di scambio e alla manipolazione elettorale.

In sintesi, da questa lettura comprendiamo che le elezioni sono una truffa finalizzata a mantenere al potere una classe politica corrotta e inamovibile. Dopo 33 anni dalla pubblicazione di questo libro, i mezzi di distorsione della democrazia sono diventati molto più evoluti e tecnologici e accentrati nelle mani di pochi padroni. Basta notare che le piattaforme social pretendono di comandare su tutti e su tutto, come se la Costituzione non esistesse e come se avessero più potere della Magistratura, del Parlamento e del Governo. In realtà, l'Unione Europea incoraggia la censura e la manipolazione dei social, rendendola addirittura un obbligo di legge, come nel caso del DSA (Digital Service Act).

Oggi chi vuole dirigere il voto dei cittadini si basa innanzitutto sulla disinformazione, sulle cosidette "fake news" e sulla polarizzazione, sfruttando a tale scopi i principali organi di stampa tradizionali, la televisione e i social. In poche parole, il "main stream" inquina continuamente le menti e il dibattito pubblico, con il veleno di falsità su falsità, oltre alla censura e al ridicolizzare le opinioni divergenti. Ciò si somma alla pratica del voto di scambio e dei brogli, oltre alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto politico italiano.

Ovviamente le dinamiche della corruzione e della manipolazione elettorale non sono un fenomeno esclusivo dell'Italia, ma riguardano molti altri paesi democratici, a cominciare dagli Stati Uniti. Il voto per posta unito al voto elettronico non supervisionato, e alla completa assenza di documentazione cartacea dei voti espressi in maniera elettronica, crea negli Stati Uniti una situazione per la quale dal voto popolare può uscire "qualsiasi esito" indipendentemente dalle preferenze realmente espresse.

Come nota aggiuntiva sul disastro della democrazia, possiamo notare che da quando è stato scritto il libro di Pansa, abbiamo avuto vari governi "non eletti da nessuno": Governo Dini (1995-1996), Governo Monti (2011-2013) e Governo Draghi (2021-2022). Questi "governi tecnici di unità nazionale" hanno bypassato completamente la necessità delle elezioni democratiche per esercitare il potere su cittadini sempre più umiliati, offesi, truffati, raggirati, manipolati come se fossero incapaci di intendere e di volere.

E' evidente l'abuso della fiducia degli elettori da parte di politici capaci di qualsiasi falsificazione e senza alcun senso di vergogna o di pentimento.

(3 agosto 2024)

I principi del buon governo (secondo Confucio)

La tradizione confuciana stabilisce una serie di principi fondamentali per il buon governo. Questi principi sono stati elaborati nel contesto della Cina antica:

1. Ren (Benevolenza o Umanità)
Ren è il principio centrale della filosofia confuciana e rappresenta l'ideale di umanità e benevolenza. Confucio insegnava che il Ren si manifestava attraverso il rispetto, la compassione e la gentilezza verso gli altri. Un governante dotato di Ren deve trattare il popolo con empatia, riconoscendo i bisogni e sofferenze delle persone comuni, e agendo sempre per il loro benessere. Questo principio suggerisce che il potere deve essere esercitato con amore e cura per creare una società armoniosa.

Un leader che pratica Ren ispira fiducia e lealtà tra il popolo. La benevolenza crea un ambiente in cui le persone si sentono sicure e rispettate, promuovendo così la stabilità e la coesione sociale. Confucio credeva che il Ren dovesse essere alla base di ogni azione governativa, poiché solo attraverso l'amore e la compassione un governante può guadagnarsi il rispetto e la devozione dei suoi sudditi, garantendo un governo duraturo e giusto.

2. Li (Riti o Protocolli)
Li rappresenta l'importanza dei riti, delle tradizioni e delle norme sociali. Confucio riteneva che il rispetto per i riti fosse essenziale per mantenere l'ordine e la stabilità sociale. I riti non solo regolano le interazioni tra gli individui, ma rafforzano anche la struttura sociale, stabilendo ruoli e aspettative chiare. Un governante che rispetta i Li dimostra rispetto per la cultura e le tradizioni del suo popolo, consolidando così la sua autorità morale.

Il rispetto per i Li contribuisce a creare un senso di continuità e identità collettiva. In una società dove i riti sono rispettati, c'è una maggiore coesione e armonia, poiché le persone condividono valori e pratiche comuni. Questo principio suggerisce che il governo deve promuovere e preservare le tradizioni culturali per mantenere l'unità e la stabilità, dimostrando al contempo rispetto per il passato e impegno per il futuro.

3. Yi (Giustizia o Rettitudine)
Yi, che significa giustizia o rettitudine, è un altro principio cardine del pensiero confuciano. Confucio sosteneva che un buon governante dovesse agire sempre con rettitudine, prendendo decisioni basate su ciò che è moralmente giusto piuttosto che su interessi personali o vantaggi politici. Questo principio richiede che il governante abbia una forte bussola morale e sia impegnato nella ricerca della verità e dell'equità.

Agire con Yi significa anche opporsi alla corruzione e all'ingiustizia. Un governante giusto deve essere disposto a punire i malfattori e a premiare i meritevoli, mantenendo così un equilibrio nella società. La giustizia promuove la fiducia tra i cittadini e il governo, poiché le persone sanno che le loro preoccupazioni e i loro diritti saranno rispettati e protetti. Questo principio è fondamentale per mantenere l'ordine sociale e la pace, assicurando che tutti siano trattati equamente sotto la legge.

4. Zhi (Saggezza o Conoscenza)
Zhi rappresenta la saggezza e la conoscenza, qualità essenziali per un buon governante. Confucio credeva che solo attraverso la conoscenza e la comprensione un leader potesse prendere decisioni informate e ponderate. La saggezza implica non solo l'acquisizione di informazioni, ma anche la capacità di applicarle in modo giudizioso e morale. Un governante saggio è in grado di anticipare le conseguenze delle sue azioni e di guidare il suo popolo verso il benessere.

La saggezza richiede anche apertura mentale e volontà di apprendere continuamente. Un leader deve essere disposto a ricevere consigli e critiche, a riflettere sulle proprie decisioni e a correggere eventuali errori. Questo atteggiamento promuove un governo basato sulla ragione e sull'equità, piuttosto che sull'arbitrio e sull'ignoranza. La saggezza è quindi cruciale per il buon governo, poiché permette di affrontare le sfide con discernimento e competenza.

5. Xin (Fedeltà o Sincerità)
Xin, che significa fedeltà o sincerità, è fondamentale per stabilire la fiducia tra il governante e il popolo. Confucio insegnava che un leader deve essere onesto e mantenere le sue promesse, poiché la fiducia è la base di qualsiasi relazione solida. Un governante sincero agisce con integrità, evitando l'inganno e la manipolazione. La sincerità crea un clima di trasparenza e affidabilità, essenziale per un governo efficace.

La fedeltà implica anche lealtà verso i principi morali e verso il popolo. Un governante fedele non deve mai tradire la fiducia dei suoi sudditi, ma lavorare incessantemente per il loro bene. La sincerità e la fedeltà rafforzano il legame tra il governo e i cittadini, promuovendo un senso di comunità e cooperazione. In un governo dove prevale la sincerità, il popolo è più incline a sostenere e rispettare le autorità, sapendo che le loro intenzioni sono genuine e orientate al bene comune.

6. Xiao (Pietà Filiale)
Xiao, o pietà filiale, sottolinea l'importanza del rispetto per i genitori e gli antenati, che si estende anche alle autorità e agli anziani. Confucio riteneva che il rispetto per la famiglia fosse il fondamento di una società armoniosa. La pietà filiale implica onorare e prendersi cura dei propri genitori, mostrando gratitudine e obbedienza. Questo rispetto per la famiglia si riflette nel rispetto per i governanti, creando un parallelo tra l'ordine familiare e l'ordine sociale.

La pietà filiale promuove la lealtà e il senso del dovere, valori essenziali per una società stabile. Un governante che pratica Xiao dimostra rispetto per le tradizioni e gli anziani, guadagnandosi così la lealtà e il rispetto del popolo. Questo principio suggerisce che il buon governo inizia dalla famiglia e si estende alla società, promuovendo un comportamento etico e rispettoso a tutti i livelli. Xiao contribuisce quindi a creare un ambiente di fiducia e cooperazione, essenziale per un buon governo.

7. De (Virtù o Morale)
De rappresenta la virtù personale e la moralità del governante. Confucio credeva che la virtù fosse fondamentale per ispirare e guidare il popolo. Un leader virtuoso agisce come un modello di comportamento etico, promuovendo la giustizia e l'armonia attraverso il suo esempio. La virtù è vista come la base del potere legittimo: un governante deve guadagnarsi il rispetto e la lealtà del popolo attraverso le sue azioni morali.

Un governante virtuoso è capace di influenzare positivamente il comportamento dei suoi sudditi. Quando il leader agisce con integrità e compassione, il popolo è incoraggiato a seguire il suo esempio, creando una società più giusta e armoniosa. La virtù personale del governante è quindi essenziale per il buon governo, poiché promuove un ambiente di fiducia e rispetto reciproco. Confucio sosteneva che la virtù dovesse essere coltivata attraverso la riflessione e l'educazione, rendendola un elemento centrale del buon governo.

8. Zhengming (Rettificazione dei Nomi)
Zhengming, o la rettificazione dei nomi, è il principio secondo cui ogni individuo deve comportarsi in accordo con il proprio ruolo e titolo. Confucio sosteneva che l'ordine sociale dipendesse dal fatto che tutti svolgessero correttamente i propri compiti e rispettassero le proprie responsabilità. Un re deve comportarsi come un re, un suddito come un suddito, e così via. Questo principio sottolinea l'importanza di adempiere ai propri doveri e di mantenere la coerenza tra parola e azione.

La rettificazione dei nomi promuove la chiarezza e la stabilità sociale. Quando i ruoli e le responsabilità sono chiaramente definiti e rispettati, c'è meno spazio per l'ambiguità e il disordine. Zhengming richiede che i governanti e i cittadini rispettino le loro posizioni e agiscano con integrità, assicurando che la società funzioni in modo armonioso e giusto. Questo principio è essenziale per mantenere la coerenza e la legittimità all'interno del governo, creando un sistema dove l'autorità è esercitata in modo appropriato e responsabile.

Confucio credeva fermamente che un governo retto e morale fosse fondamentale per il benessere della società. La sua visione di buon governo si basa su un'etica personale e sociale che incoraggia i governanti a essere modelli di virtù per il popolo. Attraverso l'adozione di questi principi, i governanti possono creare una società giusta, stabile e armoniosa, dove il rispetto, la giustizia e la saggezza prevalgono.

Ad ogni modo, è evidente che una società così non è mai esistita e che la corruzione morale è insita in ogni livello delle società passate e presenti. Le nostre società si reggono su una legge spietata, inventata da uomini senza morale, senza cuore, senza anima. Anzi, sempre più spesso la legge è sostituita dal libero arbitrio di chi può permettersi di imporre la propria volontà.

I nostri "sovrani", cioè i gruppi di comando basati sulla finanza, sulle armi, sui colossi farmaceutici, sulle Big Tech e su altre organizzazioni criminali che detengono potere basato sulla forza del denaro, fanno ciò che vogliono con l'uso della violenza, legalizzata o non che sia. Nessun popolo è mai stato governato e moralmente guidato dalla virtù dei sovrani. Le democrazie si basano sulla corruzione, sui ricatti incrociati, sull'inganno e sulla perdizione.

Però tutto è impermanente, tutto è destinato a cambiare, il che ci dà la possibilità di cambiare direzione.

(22 luglio 2024)

L'alternativa alla violenza usata come metodo democratico

Il tentato omicidio di Trump, associato all'uccisione di altre persone e al grave ferimento di altre, è la dimostrazione di quanto ancora siamo lontani da quella pace interiore che permette di "[...] ascoltare quasi tutto senza perdere la calma o la fiducia in se stessi", come scrisse il poeta americano Robert Frost. Abbiamo ancora tanta strada da fare. Siamo ancora molto lontani dalla via del Dharma.

Senza indugiare in commenti politici o di analisi dello stato disastroso delle nostre democrazie, preferisco lasciare la parola a Umberto Ridi:

DIALOGO POSSIBILE TRA VERITÀ DIVERSE

Le Guide, in tanti anni, ci hanno raccontato la storia dell'evoluzione di una coscienza che, in innumerevoli forme e verità, ha espresso il proprio sentirsi di esistere che tende ad allargare la sua sensazione di vita fino a identificarsi nell'Assoluto.
Dunque ogni sentire esprime il tassello di una verità così immensa che nessuno (nemmeno i Maestri) ci hanno potuto spiegare.

Da queste spiegazioni si può dedurre che ognuno sia nella verità per quello che rappresenta, sente e crede. Ma essendo la verità dinamica, egli deve mutare insieme ad essa per poter raggiungere il suo equilibrio.
Succede che quando si osserva un qualsiasi evento si percepisca solo quello che può entrare nel nostro schema di pensiero.
E' normale.
Lo stesso fenomeno accade quando si cerca di trasmettere un'idea a qualcuno: non si saprà mai quello che l'interlocutore ha interpretato di ciò che abbiamo spiegato.
Anche questo è normale.
Eppure si continua a parlare e discutere perché attraverso questo dialogo qualcosa si trasferisce, anche se nessuno saprà mai cosa si è veramente trasferito nell'altro.
Così si cresce; ciascuno con la sua verità e le sue "certezze dinamiche" prosegue a parlare e ascoltare, ma sempre un pochino diverso da quello che era nel precedente dialogo.

Da questo emerge la necessità della tolleranza e, ancora di più, della comprensione; non tanto nel condividere ciò che pensa l'altro perché questo sarebbe ipocrita; piuttosto nel rispettarlo come punto di riferimento imprescindibile per un processo di apprendimento ed evoluzione, e "vero" per la caratteristica mutevole e poliedrica della Realtà.

Possiamo considerare verità ogni opinione espressa?
Le opinioni, in se stesse, non sono una verità; ma dimostrano una sensibilità verso una propria verità che cerca di acquisire sostanza attraverso uno schema mentale; ecco che si forma l'opinione.

Questa successivamente si verifica con il confronto e l'esperienza; ecco che allora prende forma, si rafforza, si deprime o si trasforma attraverso i risultati delle proprie esperienze.

Anche la maschera, che ognuno di noi si mette per apparire, è una verità; quella che ha strutturato l'io cogliendo le speranze, i timori e i desideri dell'individuo. Li ha resi "vivibili", quindi verificabili.
Tutto è un momento di espressione di una verità interiore, derivata da innumerevoli dinamiche fisiche e psicologiche che caratterizzano ogni individuo.

Se non venissero vissute come vere e se non venissero verificate con la mente, il cuore e l'esperienza diretta, rimarrebbero immobili come potenza, illusorie come sostanza.
L'attimo di espressione di tutte queste verità di passaggio, non appartengono solo all'individuo che le sente, ma anche alla molteplicità della manifestazione, la quale le racchiude e le trascende nell'unità.

Per questo è importante vivere questo insegnamento e le parole delle Guide, per quello che si sente come vero; per quanto parziale, rispetto alla Realtà Assoluta, e per quanto limitato rispetto a concezioni più vaste, è il senso dell'esistere che rende quello che siamo nel momento che proviamo questi sentimenti-pensieri.

Questo mi fa pensare come ciascuna verità sia preziosa, e sempre comprensibile per chi la crede; e che sia "vera" perché sentita e vissuta sulla propria pelle e col proprio cuore, e sia unica perché intima e individuale.

(14 luglio 2024)

Storia delle campagne vaccinali in Italia, dalle promesse alle conseguenze

Ecco un riepilogo delle fasi che hanno portato alle (disastrose conseguenze delle) campagne vaccinali di massa.

1. Iniziativa Children Vaccination Initiative (1990)

Nel 1990, la Banca Mondiale, la Fondazione Rockefeller, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'UNICEF e il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite hanno lanciato la Children Vaccination Initiative. Questa iniziativa mirava a estendere le vaccinazioni a tutta la popolazione pediatrica mondiale, collaborando strettamente con l'industria farmaceutica per aumentare la copertura vaccinale tra i bambini. Questo programma rappresentava un primo passo significativo verso la promozione delle vaccinazioni come misura preventiva fondamentale per la salute pubblica globale.

2. Costituzione della Gavi Alliance (2000)

Nel 2000, è stata fondata la Gavi Alliance, nota anche come Alleanza Globale per le Vaccinazioni, su iniziativa della Bill & Melinda Gates Foundation, che ha donato 750 milioni di dollari per la sua costituzione. Gavi è una fondazione privata di diritto svizzero che promuove una partnership tra pubblico e privato per migliorare l'immunizzazione nei paesi in via di sviluppo. L'alleanza mira a garantire che i bambini nei paesi più poveri del mondo abbiano accesso alle vaccinazioni salvavita, inizialmente sperimentando sui paesi più bisognosi prima di estendere le pratiche ai paesi più sviluppati.

3. Adesione dell'Italia a Gavi (2006)

Nel 2006, l'Italia ha aderito a Gavi sottoscrivendo titoli obbligazionari per sostenere finanziariamente l'alleanza. Questo impegno ha segnato un passo significativo per l'Italia nel contribuire alle campagne vaccinali globali, mostrando il sostegno del governo italiano agli sforzi internazionali per migliorare la copertura vaccinale nei paesi in via di sviluppo. Questo supporto è stato ulteriormente consolidato attraverso successivi finanziamenti e impegni economici.

4. Legge Finanziaria Italiana (2008)

La Legge Finanziaria del 2008 ha previsto ulteriori contributi italiani a Gavi, stanziando 2,074 milioni di euro attraverso "Advance Market Commitments" (AMC). Questo stanziamento è stato inserito nel capitolo "Competitività e Sviluppo delle Imprese", evidenziando l'importanza attribuita dal governo italiano alle politiche vaccinali come parte dello sviluppo economico e sociale del paese. Questo passo ha contribuito a rafforzare l'impegno dell'Italia nelle campagne vaccinali globali e nel supporto alle iniziative di Gavi.

5. Decade dei Vaccini (2010-2020)

Al Forum Economico di Davos del 2010, la Bill & Melinda Gates Foundation ha annunciato la "Decade dei Vaccini", impegnandosi a donare 10 miliardi di dollari per promuovere la vaccinazione globale nel periodo 2010-2020. Questo decennio è stato concepito per rafforzare la ricerca, lo sviluppo e la distribuzione di vaccini in tutto il mondo. L'obiettivo era di aumentare la copertura vaccinale e ridurre la mortalità infantile, con particolare attenzione ai paesi in via di sviluppo. La decade si è conclusa proprio con l'inizio della pandemia di COVID-19, rendendo ancora più urgente e rilevante l'importanza delle vaccinazioni.

6. Epidemia di Morbillo in Italia (2011)

Nel 2011, l'Italia ha affrontato un'epidemia di morbillo con oltre 4.600 casi (dichiarati e poi smentiti), molti dei quali in età adulta. Questo evento ha spinto il governo italiano a rivalutare le politiche vaccinali, portando nel 2012 alla discussione del Piano Nazionale Vaccini, che ha anticipato l'intenzione di superare l'obbligo vaccinale in favore di raccomandazioni vaccinali più forti. Questo piano mirava a migliorare la copertura vaccinale attraverso l'educazione e l'informazione della popolazione, cercando di raggiungere un equilibrio tra obbligatorietà e libertà di scelta.

I 4600 casi sono stati poi messi in dubbio. Infatti, il contesto e l'utilizzo di questi numeri hanno contribuito a creare un clima di allarme che ha giustificato l'introduzione di misure vaccinali più stringenti, nonostante le critiche e le contestazioni sulla reale entità dell'epidemia.

7. Assemblea Generale dell'OMS (2012)

Durante l'Assemblea Generale dell'OMS del 2012, la direttrice Margaret Chan ha promosso la Decade dei Vaccini, integrandola nell'agenda della salute globale. Chan ha sottolineato che l'attività dell'OMS è vincolata dai desideri dei suoi principali donatori, tra cui la Bill & Melinda Gates Foundation e Gavi Alliance. Questo riconoscimento ha evidenziato l'influenza delle donazioni private sulle politiche globali di salute pubblica e ha rafforzato l'impegno dell'OMS nella promozione delle vaccinazioni come priorità globale.

8. Finanziamenti dell'Italia a Gavi (2014)

Nel 2014, l'Italia è stata insignita del ruolo di capofila nelle strategie vaccinali mondiali dalla Global Health Agenda. Questo incarico, conferito a Washington, ha visto l'Italia impegnarsi ulteriormente con finanziamenti diretti a Gavi per 120 milioni di dollari. L'Italia è stata scelta come laboratorio politico per sperimentare nuove politiche vaccinali, consolidando il suo ruolo di leader nella promozione delle vaccinazioni a livello globale.

9. Documento Europeo sulle Vaccinazioni (2018)

Nel 2018, la Regione Puglia ha pubblicato un rapporto osservazionale condotto con metodologie di vaccinovigilanza attiva sui bambini vaccinati contro morbillo, parotite, rosolia e varicella. Questo rapporto ha riportato una frequenza di reazioni avverse gravi del 4%, molto superiore allo 0,005% rilevato con la vaccinovigilanza passiva. Questo studio ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza dei vaccini e ha evidenziato la necessità di una vigilanza più rigorosa e trasparente.

10. Passaporto Vaccinale (2019)

Nel settembre 2019, durante il Global Vaccination Summit a Bruxelles, è stato discusso e promosso il concetto di passaporto vaccinale, con l'obiettivo di implementarlo entro il 2022. Questo summit ha visto la partecipazione di 400 personalità da tutto il mondo, che hanno discusso di come migliorare la copertura vaccinale e contrastare l'esitazione vaccinale. Il passaporto vaccinale è stato visto come uno strumento per garantire che le persone vaccinate potessero viaggiare liberamente e per aumentare la fiducia nelle vaccinazioni.

11. Pandemia di COVID-19 (2020)

La pandemia di COVID-19 ha messo in pratica molte delle politiche discusse e pianificate negli anni precedenti. Le tecnologie sviluppate per il monitoraggio e la distribuzione dei vaccini sono state utilizzate per gestire la crisi sanitaria globale. Le campagne vaccinali di massa sono state implementate rapidamente, e il concetto di passaporto vaccinale è stato introdotto per "facilitare" (?) i viaggi e garantire la sicurezza sanitaria (o, detto diversamente, per porre verso i cittadini un ricatto di tipo mafioso basando la campagna vaccinale su intimidazioni, ricatti, violenza, falso ideologico, procurato allarme e ghetizzazione). Questo evento ha "dimostrato" l'importanza della pianificazione e della preparazione a lungo termine per affrontare emergenze sanitarie globali...

12. Risultato: i vaccinati antiCOVID-19 muoiono più dei non vaccinati (2024)

I risultati di un’importante ricerca italiana appena pubblicata sulla rivista scientifica Microorganisms che vede tra gli autori il noto epidemiologo Franco Berrino.

Tempo fa fece scalpore uno studio realizzato sulla popolazione di Pescara che confrontava la mortalità totale in base allo stato di “vaccinati” e “non vaccinati” per COVID-19 negli anni 2021-2022.

Gli autori, pur ammettendo una significativa maggior mortalità nei vaccinati con 1 o 2 dosi, concludevano che, più ci si vaccinava dalla 3° dose, meno si rischiava di morire per tutte le cause. In realtà questo studio era viziato da gravi errori metodologici (in gergo epidemiologico bias), al punto che la revisione ha dimostrato esattamente il contrario (qui https://cmsindipendente.it/pubblicazionepescara un’analisi critica di Alberto Donzelli). Tale revisione è stata realizzata da un team di epidemiologi (con il dottor Franco Berrino, già direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto dei Tumori di Milano), matematici e ricercatori, tra cui il dottor Alberto Donzelli della Commissione Medico Scientifica indipendente (CMSi). La ricerca, appena pubblicata sulla rivista scientifica Microorganisms (Alessandria M, et al. A Critical Analysis of All-Cause Deaths during COVID-19 Vaccination in an Italian Province. Micro-organisms 2024, 12(7),1343; https://doi.org/10.3390/microorganisms12071343), mette in evidenza per le persone vaccinate con 1 e 2 dosi un rischio di morte ancora superiore rispetto al lavoro originale, per quelli con 2 o 3 dosi un rischio di morte simile, ma con una piccola ma significativa perdita di speranza di vita.

«Il lavoro è importante perché documenta al meglio delle attuali possibilità che le vaccinazioni antiSARS-CoV-2, ribattezzate antiCOVID-19 da quando è diventato notorio che non proteggano dall’infezione, non hanno protetto neppure dalla mortalità totale, anzi» sottolinea il dottor Donzelli. «In poche parti del mondo i dati sono stati presentati in questo modo fondamentale, e in questo caso anche tenendo conto delle patologie di cui soffrivano i deceduti». Al punto che scienziati di rilievo mondiale come il matematico e Professore di Rischio Norman Fenton e lo statistico bayesiano Prof. Martin Neil della Queen Mary University di Londra hanno definito questa ricerca “chiaramente lo studio di miglior qualità che abbiamo a disposizione oggi sulla vaccinazione COVID-19”.


Per approfondire e verificare: Preparare il terreno (alle campagne vaccinali), Teleragione, Giorgio Bianchi, 3 luglio 2024 (fonte)

DOWNLOAD MP4

Sullo stesso tema, per confronto con una ricerca analoga su morti e vaccinazioni antiCOVID-19 in Australia: "Ricerca scientifica dimostra nesso di causa ed effetto tra vaccinazioni e morti"

Per confronto sulle conseguenze del vaccino antinfluenzale: Il vaccino antinfluenzale aumenta la probabilità di ammalarsi di Coronavirus Codiv-19? Sì

(12 luglio 2024)

L’uso militare nascosto della tecnologia 5G

articolo di Manlio Dinucci pubblicato nel 2019 sul "Il Manifesto" (fonte):

L’Arte della guerra. Le implicazioni militari del 5G sono quasi del tutto ignorate poiché anche i critici di tale tecnologia, compresi diversi scienziati, concentrano la loro attenzione sugli effetti nocivi per la salute e l’ambiente a causa dell’esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza. Impegno questo della massima importanza, che deve però essere unito a quello contro l’uso militare di tale tecnologia, finanziato indirettamente dai comuni utenti

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Al Summit di Londra i 29 paesi della Nato si sono impegnati a «garantire la sicurezza delle nostre comunicazioni, incluso il 5G».

Perché questa tecnologia di quinta generazione della trasmissione mobile di dati è così importante per la Nato?

Mentre le tecnologie precedenti erano finalizzate a realizzare smartphone sempre più avanzati, il 5G è concepito non solo per migliorare le loro prestazioni, ma principalmente per collegare sistemi digitali che hanno bisogno di enormi quantità di dati per funzionare in modo automatico.

Le più importanti applicazioni del 5G saranno realizzate non in campo civile ma in campo militare.

Quali siano le possibilità offerte da questa nuova tecnologia lo spiega il rapporto Defense Applications of 5G Network Technology, pubblicato dal Defense Science Board, comitato federale che fornisce consulenza scientifica al Pentagono: «L’emergente tecnologia 5G, commercialmente disponibile, offre al Dipartimento della Difesa l’opportunità di usufruire a costi minori dei benefici di tale sistema per le proprie esigenze operative».

In altre parole, la rete commerciale del 5G, realizzata da società private, sarà usata dalle forze armate statunitensi con una spesa molto più bassa di quella che sarebbe necessaria se la rete fosse realizzata unicamente a scopo militare.

Gli esperti militari prevedono che il 5G avrà un ruolo determinante nell’uso delle armi ipersoniche: missili, armati anche di testate nucleari, che viaggiano a velocità superiore a Mach 5 (5 volte la velocità del suono). Per guidarli su traiettorie variabili, cambiando rotta in una frazione di secondo per sfuggire ai missili intercettori, occorre raccogliere, elaborare e trasmettere enormi quantità di dati in tempi rapidissimi. Lo stesso è necessario per attivate le difese in caso di attacco con tali armi: non essendoci il tempo per prendere una decisione, l’unica possibilità è quella di affidarsi a sistemi automatici 5G.

La nuova tecnologia avrà un ruolo chiave anche nella battle network (rete di battaglia). Essendo in grado di collegare contemporaneamente in un’area circoscritta milioni di apparecchiature ricetrasmittenti, essa permetterà ai reparti e ai singoli militari di trasmettere l’uno all’altro, praticamente in tempo reale, carte, foto e altre informazioni sull’operazione in corso.

Estremamente importante sarà il 5G anche per i servizi segreti e le forze speciali. Renderà possibili sistemi di controllo e spionaggio molto più efficaci di quelli attuali. Accrescerà la letalità dei droni-killer e dei robot da guerra, dando loro la capacità di individuare, seguire e colpire determinate persone in base al riconoscimento facciale e altre caratteristiche.

La rete 5G, essendo uno strumento di guerra ad alta tecnologia, diverrà automaticamente anche bersaglio di ciberattacchi e azioni belliche effettuate con armi di nuova generazione. Oltre che dagli Stati uniti, tale tecnologia viene sviluppata dalla Cina e altri paesi.

Il contenzioso internazionale sul 5G non è quindi solo commerciale. Le implicazioni militari del 5G sono quasi del tutto ignorate poiché anche i critici di tale tecnologia, compresi diversi scienziati, concentrano la loro attenzione sugli effetti nocivi per la salute e l’ambiente a causa dell’esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza. Impegno questo della massima importanza, che deve però essere unito a quello contro l’uso militare di tale tecnologia, finanziato indirettamente dai comuni utenti.

Una delle maggiori attrattive, che favorirà la diffusione degli smartphone 5G, sarà quella di poter partecipare, pagando un abbonamento, a war games di impressionante realismo in streaming con giocatori di tutto il mondo.

In tal modo, senza rendersene conto, i giocatori finanzieranno la preparazione della guerra, quella reale.

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