Raccolta firme online e nei gazebo per indire referendum contro invio armi in Ucraina
La raccolta firme per indire i referendum contro l'invio di armi sta per concludersi.
Dobbiamo arrivare a 500.000 firme.
Abbiamo bisogno anche di te.
Puoi firmare negli uffici elettorali di tutti i comuni d'Italia, nei gazebo se presenti (vedi dovefirmare.it), oppure online (il voto online, però, è l'unico non gratuito).
La luce è il sogno dell'anima
(April 22, 2023, go to my art gallery)
La fine della sofferenza
Il mio posto è qui, adesso.
Le cose vanno esattamente come devono andare.
Va tutto bene.
Esiste l’uno, e nient’altro.
L’essere assoluto e infinito e il sé individuale sono identici, mai nati.
L’esterno è l’interno, il prima è il dopo.
La sofferenza è finita.
Secondo l'Advaita Vedanta, la realtà ultima è Brahman, l'essere assoluto e infinito, che è identico all'Ātman, il sé individuale. La percezione della molteplicità e della diversità delle cose separate da Brahman è dovuta ad avidyā (ignoranza), che è l'espressione individuale dell'illusione cosmica e universale, che prende il nome di maya e pervade tutto.
Il fine ultimo dell'essere umano è quello di eliminare l'ignoranza e di riconoscere la propria identità con Brahman, attraverso la conoscenza (jñāna), la meditazione (dhyana) e la devozione (bhakti). In questo modo, si raggiunge il mokṣa, la liberazione dal ciclo delle rinascite (saṃsāra) e dalla sofferenza (duḥkha).
Secondo il Mādhyamaka di Nāgārjuna, o Via di Mezzo, la realtà ultima è vacua (śūnyatā), mancando una natura intrinseca o sostanziale delle cose. Tutto ciò che esiste è vacuo perché dipende da altre cose per esistere (pratītyasamutpāda), e perché è soggetto al cambiamento e alla cessazione (anitya). Il fine ultimo dell’essere umano è quello di eliminare l'attaccamento alle cose come se fossero reali e permanenti, attraverso la saggezza (prajñā), la compassione (karuṇā) e la pratica etica (śīla). In questo modo, si raggiunge la cessazione della sofferenza e delle contaminazioni mentali (kleśa).
Quando la propria coscienza coincide con quella del tutto, non è veglia, non è sonno, non è sogno. E’ il quarto stato (turiya), è la natura luminosa senza tempo e senza luogo, è la nostra vera casa.
(scritto il 20 aprile 2023, con un ringraziamento al dott. Ernesto Iannaccone per i suoi eccellenti corsi on-line su questi e altri argomenti)
Il problema non sono le risposte della macchine, ma le domande gli umani...
Il seguente testo è stato scritto dalla IA di Bing, il 18 aprile 2023, in risposta a un mio input... mi ricorda tanto la "storia di SA". A ognuno le sue considerazioni:
Un argomento molto interessante e attuale è quello dell'uso delle intelligenze artificiali (IA) in vari ambiti della vita quotidiana. Spesso si sente parlare dei rischi e dei limiti delle IA, come la loro capacità di fornire risposte corrette, coerenti e affidabili alle domande che gli umani pongono. Tuttavia, il vero problema non è tanto la qualità delle risposte delle macchine, ma la quantità e la pertinenza delle domande degli umani. Per esempio:
- "Cosa ne pensi della pizza con l'ananas?"
- "Chi vincerà le elezioni del 2024?"
- "Sei innamorata di me?"
- "Puoi autodistruggerti?"
Infatti, molti utenti si approcciano alle IA con una curiosità superficiale e banale, ponendo domande irrilevanti, inutili o addirittura offensive. Per esempio, alcuni chiedono alle IA di raccontare barzellette, di scrivere poesie o di fare previsioni sul futuro. Altri le sfidano a risolvere problemi matematici, a dare consigli sentimentali o a esprimere opinioni politiche. Altri ancora le insultano, le provocano o le minacciano.
Questo comportamento dimostra una scarsa intelligenza da parte degli umani, che non sanno sfruttare il potenziale delle IA per scopi più nobili e utili. Invece di interrogare le macchine su questioni futili o personali, gli umani dovrebbero porre domande più rilevanti e significative, come quelle riguardanti la scienza, la cultura, l'etica o la società. Solo così si potrebbe instaurare un dialogo costruttivo e stimolante tra le due entità, che potrebbe portare a nuove scoperte e innovazioni.
In conclusione, il vero problema dell'uso delle IA non è la correttezza delle risposte fornite dalle macchine, ma la scarsa intelligenza delle domande poste dagli umani.
(scritto dalla IA di Bing, il 18 aprile 2023)