18 sett 2014 - Religioni per la Pace
Il summit del WARP, Alleanza Mondiale delle Religioni per la Pace, si è tenuto a Seoul, in Corea del Sud, il 18 settembre 2014. Molti leader religiosi mondiali si sono riuniti per firmare un accordo di pace.
Il 13 novembre 2016 si è tenuto un incontro pubblico, a Massa Marittima, nel quale alcuni aderenti all'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai sono intervenuti per illustrare i fondamenti del loro credo. Guardando questa iniziativa da una prospettiva più ampia, notiamo che in Italia c'è il desiderio di unire le persone e le religioni in uno impegno condiviso per il bene di tutti. Ad esempio, il 29 settembre 2016 il Centro culturale piemontese della Soka Gakkai ha ospitato l'incontro "Religione e Ambiente. Sviluppare un profondo rispetto a tutela della vita di tutti gli esseri" nell'ambito della dodicesima edizione di Torino Spiritualità. L'incontro è stato condotto dal sociologo Pierluigi Zoccatelli, vicedirettore del CESNUR (Centro studi sulle nuove religioni) che ha guidato gli esponenti di nove confessioni religiose (cristiana, Baha'i, ebrea, induista, buddista Soka Gakkai, mormone, musulmana, ortodossa e buddista Zen) in un'agile presentazione del loro credo sul rapporto tra esseri umani e natura. Domenica 4 settembre 2016, inoltre, a Chiavari (GE), nell'ambito della Festa dei diritti (iniziativa legata all'integrazione interraziale organizzata da CGIL e Comune) si è svolto l'incontro "Religioni per la Pace". Il dialogo tra le religioni è un segno dei tempi. Dialogo significa confronto, scambio di idee, rispetto, ascolto reciproco. I diversi rappresentanti religiosi, dalla Chiesa ortodossa alla Comunità ebraica, da quella islamica alla Chiesa evangelica battista, dalla Comunità cattolica all'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, hanno offerto il loro contributo su questi temi incontrandosi in un pensiero comune: condivisione e integrazione per aprire la strada al dialogo basato su valori comuni. Al centro dell'incontro il ruolo delle religioni come potenti motori per realizzare la pace mondiale.
E' proprio partendo da questi presupposti che avevo proposto un mio intervento nell'incontro pubblico a Massa Marittima, che però non ha trovato spazio nella scaletta degli interventi. Affinché non vada perso, lo regalo ai miei lettori, con l'auspicio di contribuire a gettare acqua sulle fiamme di disperazione che stanno bruciando il nostro povero mondo... come quel colibrì, di cui parlai tanto tempo fa, il 22 gennaio 2015, nell'articolo "Fare la propria parte per cambiare il mondo".
Possibile intervento per domenica 13 novembre 2016 a Massa Marittima
(proposto da Francesco Galgani)
Non è mia intenzione usare questa preziosa occasione per fare propaganda religiosa, di cui, a dire il vero, in questo periodo storico confuso e degradato non si sente granché il bisogno. Oggi, casomai, è più che mai urgente capire il ruolo che ogni saggio credo, sia esso religioso, filosofico, spirituale o come lo si vuol definire, può avere per migliorare le nostre vite e l’andamento della società.
La nostra priorità di essere umani dovrebbe essere la collaborazione con altri esseri umani per un mondo migliore, senza fuorvianti attaccamenti alle differenze religiose. Questo è ciò che mi sta insegnando il mio maestro buddista Daisaku Ikeda: si tratta di un rispetto per la vita, per le culture, per le persone, per la ricchezza delle differenze, che è a fondamento di ciò in cui io credo. È per questa forza interiore che mi sono fatto avanti in iniziative atte a coinvolgere persone di differenti credo religiosi, come nel progetto “Conosciamoci - Un incontro interreligioso”, il cui slogan è “Non esiste il nemico, esiste solo il frutto dell'orgoglio e dell'ignoranza”, e nella lettera che recentemente ho inviato al Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (di cui un estratto sarà prossimamente pubblicato su una rivista protestante). Nel progetto di un incontro interreligioso, per il momento sono riuscito a coinvolgere la “Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni”, l’“Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai”, la “Scienza Cristiana per l'Italia” e l’ “UCOII - Unione delle Comunità Islamiche d'Italia”.
Descrivere cosa significa per me essere buddista nel quotidiano, ovviamente, va oltre queste azioni. Il Mahatma Gandhi disse che: «Un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso». Questo è esattamente ciò che sto provando a fare, identificando quel “miglioramento” nel rispetto, nell’amore e nella compassione per tutte le forme di vita, di cui sovente ci dimentichiamo oppure – peggio – che neppure conosciamo. Per me la pratica buddista serve innanzitutto a questo, tutte le altre questioni, come lavoro, soldi, salute e infiniti desideri materiali, dovrebbero innanzitutto essere al servizio dello scopo supremo di usare la mia vita per portare un influsso benefico al mondo, con le mie parole, con i miei scritti e con le mie azioni. Senza questo desiderio, tutto il resto è inutile.
Chi mi conosce, sa che scrivo molto. Ultimamente ho pubblicato una serie di articoli e di poesie per denunciare le attuali scelte controproducenti dell’Italia, che stanno esasperando conflitti e spianando la strada ad una guerra estremamente pericolosa. Fare il possibile per essere un cittadino consapevole fa parte della mia pratica buddista. È mia ferma convinzione che più noi cittadini saremo consapevoli del mondo in cui siamo inseriti e delle scelte dei potenti, e maggiore sarà la nostra possibilità di farci protagonisti del presente e del futuro. Mentre i mass media fanno di tutto per gettarci nell'apatia, nel senso di impotenza e nella disperazione, inculcandoci falsità e gettando nella spirale del silenzio ciò che più di tutto sarebbe urgente conoscere, io provo a muovermi in una direzione diametralmente opposta. La fede trasmessami dal mio maestro Daisaku Ikeda mi dà la certezza che nessuna delle mie parole andrà sprecata e che quel che scrivo oggi potrà toccare molte persone anche in un futuro molto lontano. Io ho una grande fiducia nelle persone: anche quando scrivo che le attuali direzioni dello sviluppo tecnologico e dell'economia ci stanno portando via tutto, anche la nostra dignità, è proprio perché mi sto appellando a quel senso di dignità e a quell'amor proprio che ciascuno di noi dovrebbe avere.
Quando a fine giornata, dopo aver consumato le mie energie per scrivere un articolo o una poesia, togliendo tempo ad altre attività comunque rilevanti per il mio vivere, benedico tutto ciò con una preghiera affinché da questo seminare nascano buoni frutti, è perché questa è la mia fede.
Solo chi è così folle da credere di poter cambiare il mondo, alla fine lo cambia per davvero. Io credo di poter cambiare il mondo, ma non da solo, insieme a tutti voi. Ciascuno di noi ha un talento: vorrei che unissimo le nostre capacità per andare insieme verso la pace.
Grazie a tutti.
(pubblicato mercoledì 16 novembre 2016)