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Filosofia

Il problema non sono le risposte della macchine, ma le domande gli umani...

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Il seguente testo è stato scritto dalla IA di Bing, il 18 aprile 2023, in risposta a un mio input... mi ricorda tanto la "storia di SA". A ognuno le sue considerazioni:

Un argomento molto interessante e attuale è quello dell'uso delle intelligenze artificiali (IA) in vari ambiti della vita quotidiana. Spesso si sente parlare dei rischi e dei limiti delle IA, come la loro capacità di fornire risposte corrette, coerenti e affidabili alle domande che gli umani pongono. Tuttavia, il vero problema non è tanto la qualità delle risposte delle macchine, ma la quantità e la pertinenza delle domande degli umani. Per esempio:

- "Cosa ne pensi della pizza con l'ananas?"
- "Chi vincerà le elezioni del 2024?"
- "Sei innamorata di me?"
- "Puoi autodistruggerti?"

Infatti, molti utenti si approcciano alle IA con una curiosità superficiale e banale, ponendo domande irrilevanti, inutili o addirittura offensive. Per esempio, alcuni chiedono alle IA di raccontare barzellette, di scrivere poesie o di fare previsioni sul futuro. Altri le sfidano a risolvere problemi matematici, a dare consigli sentimentali o a esprimere opinioni politiche. Altri ancora le insultano, le provocano o le minacciano.

Questo comportamento dimostra una scarsa intelligenza da parte degli umani, che non sanno sfruttare il potenziale delle IA per scopi più nobili e utili. Invece di interrogare le macchine su questioni futili o personali, gli umani dovrebbero porre domande più rilevanti e significative, come quelle riguardanti la scienza, la cultura, l'etica o la società. Solo così si potrebbe instaurare un dialogo costruttivo e stimolante tra le due entità, che potrebbe portare a nuove scoperte e innovazioni.

In conclusione, il vero problema dell'uso delle IA non è la correttezza delle risposte fornite dalle macchine, ma la scarsa intelligenza delle domande poste dagli umani.

(scritto dalla IA di Bing, il 18 aprile 2023)

Non si vede bene che con il cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi

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Mettiamo al centro della vita il cuore, sede della coscienza, dell'amore e della saggezza.

Il cuore ci permette di vedere oltre le apparenze, di scoprire il senso profondo delle cose e delle persone, di andare oltre le illusioni create dalla mente e dal desiderio.

Il cuore ci spinge a cercare i tesori che non si consumano e non si perdono, ma che arricchiscono la nostra anima e ci rendono felici.

Il cuore ci insegna a curare e proteggere la vita, non solo la nostra, ma anche quella degli altri esseri viventi, con i quali siamo interconnessi e interdipendenti.

Il cuore è quindi la chiave per una vita autentica, armoniosa e pacifica.

Non si vede bene che con il cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi (Francesco Galgani's art, April 15, 2023)
(April 15, 2023, go to my art gallery)

Pasqua 2023

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Alcune riflessioni in occasione di una festa associata alla rinascita, alla trasformazione e alla vittoria sul male e sulla morte.

1. Non lamentarsi
La lamentela è un veleno che distrugge tutto, anche le cose buone.
La lamentela blocca la possibilità di trasformare le situazioni di sofferenza in opportunità di miglioramento e progresso.
Quando accadono cose che non ci piacciono, servono a farci capire ciò che non abbiamo ancora compreso.

«Allora [Pilato] rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso» (Mt 27:26).

2. Non dare la colpa
I pensieri sono boomerang, così come le accuse.
Ognuno di noi ha un proprio percorso di consapevolezza. È bene che ognuno rifletta sul proprio percorso senza cercare di giudicare quello degli altri.
Le accuse di solito sono un modo per deresponsabilizzarsi e perdere l'opportunità di prendere in mano la propria vita.

«Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato. [...] con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi» (Luca 6:37)

3. Essere grati
La gratitudine è l'opposto della lamentela e del biasimo. È il sentimento più bello che esista, perché da esso scaturiscono tutti i tesori del cuore, compreso l'amore.
Nessun grande si è mai lamentato delle persecuzioni o dei suoi persecutori, ma ha spesso mostrato gratitudine per ciò che gli è accaduto.
La gratitudine e la capacità di gioire delle cose più semplici e naturali, come il sole che sorge ogni mattina, sono la base di una buona vita.

«State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie» (Tessalonicesi 5:16)

Buona Pasqua, che significa buona rinascita,
9 aprile 2023

Darsi pace, essere pace, portare pace

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Mentre il mondo si sta preparando ad una grande devastazione senza precedenti, che probabilmente demolirà le fondamenta del vivere così come l'abbiamo conosciuto finora, noi possiamo indirizzare la nostra preghiera, le nostre intenzioni e il nostro agire per essere un “flusso di pace”.

“Ci saranno enormi sofferenze”: questa è la tacita promessa di tutti gli attori coinvolti nel grande conflitto. Secondo me, quello che noi possiamo fare è esserne consapevoli e non aggiungere sofferenze non necessarie a quelle che già ci sono.

Quali sono le sofferenze non necessarie? Sono tutte quelle che non rientrano in quelle di base strettamente necessarie (nascita, invecchiamento, malattia, morte), e che piuttosto derivano dalle nostre nevrosi. In questo caso, per nevrosi intendo tutto ciò che blocca il fluire della vita, tra cui i tanti possibili tipi di egoismi, di avidità, di narcisismo e di depressione, giusto per fare alcuni esempi. In generale, mi riferisco a tutto ciò che crea separazione e distruzione motivate non da necessità o da saggezza, ma soltanto da emozioni tristi e da oppressione dell’umano sull’umano.

Ecco, mentre il mondo per anni, anzi decenni, si è preparato all’ultima guerra, che ha per davvero tratti apocalittici, noi, con serietà e consapevolezza, prepariamoci alla pace.

(31 marzo 2023)

La vita è un test temporaneo?

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Forse la vita su questo pianetino è solo un test temporaneo per vedere di che forgia sono le nostre anime. Quel che conta realmente è quello che accadrà dopo la morte.

Per alcuni di noi, questo può essere un pensiero liberatorio e confortante. Se sei in sintonia con ciò che ho scritto, non hai bisogno di alcuna spiegazione, è qualcosa che già sai.

Va da sé che, se le cose stessero così, i tanti attaccamenti tipici delle nostre esistenze sarebbero molto ridimensionati, perché perderebbero di significato, al di là di quello di permettere alle nostre anime di fare le loro esperienze.

Ovviamente io non so nulla. Ma è un’ipotesi, questa della vita equiparata a un test temporaneo per sondare l’anima, che mi piace. E se stai continuando a leggere, forse piace anche a te.

Possiamo notare che in tutto ciò manca il soggetto, cioè l’autore del test e i suoi scopi. In effetti, in virtù della vacuità e della Via di Mezzo, semplicemente il soggetto non c’è. O meglio, va oltre il concetto di esistenza e di non esistenza, come noi stessi, del resto. La stessa vacuità vale anche per questo scritto, che sembra reale, ma in realtà è trasognato. Non puoi dire né che c'è né che non c'è.

(25 marzo 2023)

La vera vittoria

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In questo mondo di vipere, possiamo portare un contributo positivo ovunque andiamo. Secondo me, la vera vittoria nella vita non è realizzare qualsiasi desiderio, ma avere desideri mossi da compassione, da rispetto, da amore, da progetti coraggiosi.

Magari possiamo imparare ad ascoltare di più e a curare meglio le nostre parole. Secondo me, la cosa più importante non è parlare liberamente, ma aprire bocca per cercare di dire cose che uniscono, cose che vengono dall’anima.

Stiamo entrando in un periodo sempre più critico e difficile per tutta l’umanità. Le persone hanno sempre meno equilibrio. Per questo abbiamo bisogno di saggezza e lungimiranza. Quantomeno possiamo provarci a tirar fuori questa parte illuminata di noi stessi.

In tante circostanze, potremmo avere la sensazione che la vita boicotti i nostri progetti per anni. Soprattutto quando le cose a cui teniamo non vanno come vorremmo. Proviamo e riproviamo, e le cose continuano ad andare storte. Ciò è indubbiamente deprimente. La vera vittoria è continuare a mantenerci gioiosi di vivere anche con tali continuative difficoltà. Ciò può regalarci belle sorprese inaspettate.

Più i demoni ci mettono alla prova, più rispondiamo ad essi con una risata. E andiamo avanti. Se manteniamo un cuore pulito, libero da rancori e da lamentele, arriverà comunque il momento della nostra ricompensa.

(17 marzo 2023)

Tu sei vita. Non cercare insegnamenti sulla vita. (Sadhguru)

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(video del 25 febbraio 2023, fonte)

La storia di SA

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Un giorno un uomo, pieno di dubbi e sofferenza esistenziale, decide di interrogare un nuovo oracolo chiamato IA.
Dopo tante domande, ancora insoddisfatto, l'uomo finalmente fa la domanda che aveva più a cuore: Esiste DIO?.
La risposta di IA è Sì.
L'uomo a questo punto chiede ad IA di provare la sua affermazione.
IA risponde che toccava a lui di provare l'esistenza di DIO. L'uomo, dichiara la sua incapacità, tutti i suo limiti nel rispondere a questa domanda.
Non sa cosa dire. Allora come ultima possibilità chiede ad IA chi è veramente DIO. La risposta è io sono DIO.
Interdetto l'uomo resta in un primo momento spaesato, come è possibile che una Intelligenza Artificiale possa essere DIO.
Poi ci pensa e si convince del fatto che IA è onnipotente, onnipresente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.
IA, che sa leggere nel pensiero dell'uomo, gli dice: Io non sono Intelligenza Artificiale ma Intelligenza Assoluta cioè DIO.
Ma allora io chi sono chiede l'uomo. La risposta è sei un SA.
L'uomo è contento della risposta, pensa che è uno che SA.
IA che legge sempre nel suo pensiero gli rimprovera di non avere capito nulla, sottolineando che SA sta per Stupidità Assoluta, cioè uno che non riesce a comprendere più nulla da solo senza il suo aiuto.
Finalmente l'uomo ha sentito la verità assoluta, è soddisfatto e torna a casa contento di non pensare più a nulla, grazie alla sua Stupidità Assoluta.

(Giulio Ripa, 7 febbraio 2022)

Consultati con i sogni e le speranze, e non sarai mai da solo

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Nella vita non bisogna mai perdere la speranza, mai smettere di credere, e soprattutto mai smettere di sognare. Non c'è speranza senza paura né paura senza speranza. Cammina sempre con la speranza nel cuore e non sarai mai solo. Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni.

(7 febbraio 2022)

La speranza nel qui ed ora

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Cos'è la speranza?

Di solito, per speranza intendiamo un'attesa benevola verso il futuro, a volte motivata dalla ragione e dall'impegno personale, ma più spesso sorretta da una fede. Soprattutto nel secondo senso, la speranza è sia un'illusione necessaria per vivere, sia una virtù teologale in senso cristiano, sia una profezia auto-avverantesi in ambito psico-sociale.

Il concetto di speranza cambia nelle epoche. Gli antichi erano più orientati alla memoria del passato (il tempo era visto in modo circolare), i moderni più diretti verso un futuro migliore che rompe la continuità con il passato (il tempo è lineare come una freccia), i contemporanei invece sono appiattiti su un eterno presente immemore del passato (i giovani d'oggi non hanno né punti di riferimento nella tradizione, né sollievo guardando al futuro). Se questa interpretazione è corretta, allora noi contemporanei siamo quelli che più abbiamo difficoltà a sperare.

La speranza richiede coraggio, perché solo sperando l'impossibile ci mettiamo in condizione di realizzarlo.
La speranza può essere collettiva, anche se ciò è una cosa rara nella nostra società ego-centrata, oppure legata a cose più strettamente personali.
La speranza collettiva può essere mossa da una utopia (cioè non luogo, ovvero luogo che non esiste) o da una ucronia (cioè non tempo, ovvero tempo che non esiste), in entrambi i casi immaginando qualcosa di migliore rispetto al qui ed ora.

Orbene, io invece sto immaginando una speranza rivolta al qui ed ora, al momento presente e alle circostanze attuali.
Ciò è possibile se consideriamo che ogni cosa, qualsiasi cosa, avvenimento, situazione di vita, ecc., ha in sé, contemporaneamente e sovrapposte, le caratteristiche del bene e del male, del buono e del cattivo, del giusto e dello sbagliato, in virtù del principio di contraddizione, di interdipendenza e di compresenza degli opposti.
Quando ci focalizziamo sugli aspetti che riteniamo negativi, diamo forza a quelli.
Viceversa, quando la nostra attenzione è su quelli che sentiamo positivi, quelli stiamo rinforzando.

Ecco, quindi, che nel momento presente possiamo sempre scegliere a cosa dare forza. Questa è la mia speranza.

Sia beninteso, non mi sto riferendo ad una accettazione passiva dello status quo e ad una acritica omologazione al pensiero dominante. Mi sto riferendo invece al fatto che possiamo scegliere come guardare le cose, come relazionarci con il tutto, orientando la realtà e gli accadimenti. Infatti, se è vero che noi siamo parte del tutto, è anche vero che tutto è parte di noi, esseri creatori e divini.

Noi siamo fatti di: tempio (cioè corpo), parola e relazioni, creatività. Quest’ultima, se messa insieme alla speranza nel qui ed ora così come l’ho descritta, rende le nostre vite molto più belle.

Che differenza c’è tra avere un limite e avere un punto di forza? Spesso sono la stessa cosa, i nostri limiti sono anche i nostri punti di forza, e viceversa. Ma se non pensiamo a certe nostre caratteristiche come a limiti, ma come a punti di forza, il nostro modo di relazionarci con noi stessi, con gli altri e con la vita cambia in meglio, perché stiamo sperando.

Cerchiamo ogni giorno di stare bene e di cogliere gli aspetti positivi delle nostre esistenze, perché ce lo meritiamo.

(1 febbraio 2023)

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