Religione e Scienza vs Coscienza
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Da una parte abbiamo religione e scienza, che all’incirca si equivalgono, e dall’altra la coscienza.
Religione e scienza ubbidiscono alle stesse leggi. A livello organizzativo e di logiche di potere, sono guidate dai soldi. A livello individuale, offrono una risposta al bisogno di credere a qualcosa più grande di sé e che abbia maggior valore della propria vita. Religione e scienza sono come grandi fiumi, ciascuno con il proprio percorso, caratteristiche, e rivoli vari, che alla fine giungono tutti nel grande mare dell’ubbidienza a qualcosa di esterno a sé. Tutto ciò, ovviamente, vale solo per i veri credenti. Gli altri praticanti si limitano a traghettare questi fiumi per ciò che al loro ego separativo fa comodo.
Poi c’è la coscienza, che per sua natura è allergica a qualsiasi tipo di proselitismo religioso, scientifico, politico o di altro genere. E’ refrattaria alle fiamme di chi vive per il bene altrui. Dal punto di vista della coscienza, chi fa le cose per aiutare gli altri e per salvare il mondo di solito fa solo danni. Queste persone pronte ad immolarsi per una causa, in fondo in fondo, vorrebbero che gli altri fossero guidati dallo stesso pensiero, uguale per tutti. Anche quando il proselitismo riguarda ciò su cui la coscienza è d’accordo, lei se ne sta lontana. La coscienza, infatti, ubbidisce solo a se stessa e non ha bisogno di giustificarsi, né di cercare il plauso. Fa il suo percorso, che è proprio il suo. Non segue la corrente di un fiume, qualunque esso sia.
(31 luglio 2022)
C’è un limite oltre il quale la sopportazione cessa di essere virtù
tratto dal "Trattato di Anatomia Emozionale", dagli studi di Melanio Da Colìa
www.trattatodianatomiaemozionale.it/patologie/
È la malattia degli arcaici dell’inconscio, qualcosa di terribile da accettare. Crea una condizione di disgusto e ripugnanza per presa di coscienza di una verità immonda che sollecita corrosivamente il livello di sopportazione e tolleranza, tanto da far accapponare la pelle.
Il soggetto, ingerito l’anfibio, accusa un senso di ribrezzo e repulsione alchemica ed epidermica a causa della secernazione di bufotenina, molecola endogena allucinogena, derivato del DMT, presente nel fluido cerebrospinale dell’animale, aggredendo il cuore e il sistema nervoso del predatore: Noi. Dalla parte ventrale del rospo, invece, viene emesso un altro veleno, incolore, viscido, dall’odore pungente e dall’azione paralizzante, che produce un sottile strato schiumoso di rabbia colore biancastra.
L’ingollamento irreversibile e obbligatorio, il cosiddetto Boccone Amaro, provoca ansia, panico, distorsioni del colore, arrossamento della pelle, difficoltà respiratorie e lesioni al livello di sopportazione.
Alcuni studiosi templari ritengono che le unghie del Rospo, deglutite per ingollamento imposto per lunghi periodi, perseguono ruvidamente nelle viscere, soprattutto fegato ed intestino, l’azione di “cercare a fondo”, graffiando e raspando (“ruspus”, da cui il nome Rospo) fino alla lesione irreparabile dell’apparato digerente e degli stimoli vitali, compromettendo così le attività basilari quali sogno, poesia, libertà intellettuale, gioco.
Ecco alcuni rimedi:
Per la natura sintomatica della patologia, il rimedio più naturale e antico è Sputare il Rospo. Questa pratica “ammatte” dopo aver trattenuto nell’esofago molecole di bufotossine ristagnanti a causa di timore, scrupolo o pudore reverenziale. Liberati da questi tre elementi di contenimento, irrompe un conato verbale che spiattella considerazioni e detestazione con grande enfasi ed eccessi, provocando l’espulsione del rospo in maniera coatta e liberando la gola e le vie respiratorie. Questo rimedio può portare a contrasti, liti o scontri in generale, anche irreversibili.
Secondo gli studi mitologici della dott.ssa Ecate, figura psicopompa figlia dell’emerito Dr. Zeus, dea esperta di magia e specialista in demoni malvagi, il Rospo è l’aspetto infero della rana, dove le valenze acquatiche e lunari cedono il passo alla palude melmosa delle streghe. Per debellarli prescrive riti espiatori, divinizzati con sortilegi, pozioni, azioni e contraddizioni psicomagiche, che esorcizzano i batteri e i demoni del Rospo.
In epoca recente, con la riscoperta degli psichedelici in medicina, è stato rivalutato il potenziale terapeutico del DMT, in particolare nella forma ludica psichedelica omeopatica, nota come Ayahuasca, contro la depressione da indigestione da Rospo.
Assimilando le bufotossine per via ludica, si impermea una corteccia temporale di strafottenza resistente al deglutimento imposto, alterando la valvola percettiva dell’individuo con conseguente rialzo dei valori del tasso di sopportazione e il riequilibrio dell’asse di tolleranza.
The antidote for war - L'antidoto per la guerra
The only antidote for war is not to justify it. This never means, under any circumstances, pursuing armed "self-defense." This might sound like cowardice, and indeed, when our conscience genuflects to the conscience of others, it is. Instead, it is called "dignified non-violence" when we are willing to give up our container, that is, our body, to not give up our conscience. It also means putting ourselves in the shoes of those who suffer war: the damages are so many and so long-lasting that no "self-defense" can ever justify them.
L'unico antidoto per la guerra è non giustificarla. Questo significa non perseguire mai, in nessuna circostanza, una "legittima difesa" armata. Potrebbe sembrare vigliaccheria e in effetti, quando la nostra coscienza si genuflette alla coscienza altrui, lo è. Si chiama invece "dignitosa non-violenza" quando siamo disposti a rinunciare al nostro contenitore, cioè al nostro corpo, pur di non rinunciare alla nostra coscienza. Significa anche mettersi nei panni di chi subisce la guerra: i danni sono così tanti e duraturi che nessuna "legittima difesa" potrà mai giustificarli.
(May 22, 2022, go to my art gallery)
Il bene non ha bisogno di combattere contro il male
Una celebre frase asserisce che: «Non sarai punito per la tua rabbia, sarai punito dalla tua rabbia».
Parimenti, ciascuno di noi non sarà punito per la menzogna, l'avidità, la collera, la stupidità o per qualsiasi altro abbrutimento morale e comportamentale, casomai punirà se stesso o se stessa con tali bassezze, fino a quando non sceglierà un'altra esistenza più virtuosa, fatta di pace, benessere, armonia. Chi è in pace con se stesso, non ha bisogno di dimostrare niente a nessuno, né di giustificare scelte che altri non capiranno.
Coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano e che umiliano sono ovunque. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno, dalla voglia di dare ordini o suggerimenti per sentirsi superiori, e dal loro ipocrita sadomasochismo alimentato dal gusto dell'infliggere sofferenza, li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l'autorità, l'abilità o l'intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo o la povera donna qualunque.
Certo, il raffronto con quello che ho scritto e con quanto di orrendo è accaduto dal 2020 in poi, ovvero con la sostituzione dello stato di diritto con lo stato di imbecillità, sarebbe facile e immediato, ma... in realtà è così da sempre. L'unica differenza è che negli ultimi anni gli artigli del male si sono fatti molto più affilati e mortali. Tant'è che molti si augurano davvero una pace totale, anzi, tombale, come conseguenza dell'attuale guerra.
Però... un'altra e migliore possibilità c'è. La creatività della nostra anima, che non ubbidisce a regole, che è libera di essere se stessa e quindi anche di disobbedire quando lo ritiene giusto, è l'unica che può salvarci. Di contro, l’ubbidienza a regole, tanto cara a qualsiasi forma di potere, porta alla propria distruzione. In termini pratici, maggiore è l'asservimento dell'essere umano a un potere esterno e maggiore sarà la sua distruzione. Potere e amore sono l'uno l'opposto dell'altro.
Da questo punto di vista, il bene non è in guerra contro il male. Piuttosto, il bene è semplicemente se stesso. Il male, invece, è destinato ad autodistruggersi proprio in conseguenza di se stesso. Ne segue che la vittoria del bene sul male alla fine dei tempi, espressa da varie tradizioni, non è un auspicio, ma una certezza.
(16 maggio 2022)
Oltre la dualità
Teologi e Alieni, Religioni e UFO: due pesi e due misure (Mauro Biglino)
fonte: https://www.youtube.com/watch?v=llckstQZqHU
Riferimenti sitografici
- Briefing del presidente Reagan
- Articolo con le dichiarazioni del Generale israeliano comparso su tabloid israeliano
- Articoli vari sulle dichiarazioni del Generale israeliano
- Former space security chief: Trump is aware of aliens
- Mankind has made contact with an alien 'Galactic Federation' but it has been kept secret because 'humanity isn't ready', former head of Israel's space security program claims
- Gli alieni esistono, c'è accordo con Usa e Trump sa tutto
- L’ex direttore dell’Agenzia spaziale israeliana: “Siamo in contatto con gli alieni. Trump è informato”
- Pagine che mettono in dubbio le affermazioni del Generale israeliano
La saggezza della stupidità di non fare la guerra
La condizione naturale dell’essere umano, quando è in armonia con se stesso e con la vita, è quella di non capire nulla.
In quei rari momenti in cui crediamo di aver chiaramente capito qualcosa, stiamo davvero dimostrando di non aver capito niente.
Nell’ambiguità e incertezza della vita, tutti gli opposti coesistono e sono il relazione tra di loro. Il principio di contraddizione, di interdipendenza e di compresenza degli opposti ci impone di diffidare della nostra visione del mondo. Quando abbiamo idee chiare su qualcosa, su qualsiasi cosa, significa che indossiamo il paraocchi d’una verità di comodo.
Sapere di non sapere significa accettare che viviamo di illusioni, nel senso che nulla è come sembra. Le illusioni ci servono per vivere. La vera realtà o natura profonda della vita è al di fuori della nostra comprensione e possibilità di indagine, non abbiamo neanche le parole per poterla descrivere.
Eppure, facciamo le guerre, desiderando la morte del nemico. Ma chi è il nemico?
La liberazione dalle briglie dell’addomesticamento al pensiero funzionale ad un potere esterno, e disfunzionale al nostro comune interesse di vivere in una società armoniosa, inizia dal rigettare l’assolutismo dei concetti di vero e di falso, mettendo in continua discussione i nostri stessi pensieri e le nostre “ombre”. Secondo Jung, l’ombra è la somma delle caratteristiche personali riprovevoli che l’individuo desidera rimuovere o nascondere agli altri e a se stesso. Ci illudiamo di non avere ombra, ma se c’è luce c’è anche ombra.
Quando accadono cose che non ci piacciono, possono metterci in evidenza qualcosa che ancora non abbiamo capito (se lo vogliamo). La stessa cosa può valere per l’incontro con ciò che contraddice le nostre presunte certezze.
Il mondo non ha bisogno di persone intelligenti e sicure di sé. Piuttosto, ha tanto bisogno di stupidi idioti consapevoli della propria stupidità e delle proprie ombre, giacché sono gli unici ad accettare la vita così com’è, senza essere in guerra con il mondo intero. Ma persone così sono rare e, peraltro, sono le uniche a non aver bisogno di pavoneggiarsi in un’apparente realtà fatta di immagini fasulle. Al contrario, gli stupidi inconsapevoli della propria stupidità o, per dirla diversamente, che si sentono intelligenti e furbi, sono ovunque.
Spegniti, spegniti, breve candela!
La vita è un'ombra che cammina,
accanto al profilo apparente in rete,
abbagliato dalla luce delle sue immagini virtuali,
un povero attore
si agita e si pavoneggia per la sua ora sulla scena digitale
e poi non si è più visto.
E' un racconto
detto da un idiota, pieno di rumore e furore
che non significa nulla.
(tratto da “All'ombra delle immagini”, di Giulio Ripa)
Comunque… stiamo calmi e sereni… e, soprattutto, caro lettore o lettrice, non prendere troppo seriamente quello che ho scritto. Anche questa è un’illusione.
(3 maggio 2022)
Completa accettazione, ovvero darsi pace
Le cose che accadono, accadono perché devono accadere, che noi lo vogliamo o no.
Da questo punto di vista, il mondo e i fatti della vita vanno bene così come sono, sono giusti così come sono, non c’è nulla da cambiare.
Il massimo che possiamo fare, è progredire nella consapevolezza e darci una direzione, seguendo la nostra coscienza volta per volta.
Anche perché, l’unica alternativa sarebbe quella di ubbidire alla coscienza di qualcun altro, il che non sarebbe né rispettoso per noi stessi né etico.
E nel darci una direzione, però, cerchiamo di non prenderci troppo sul serio, giacché questo universo non è più reale, concreto e solido dei nostri sogni della notte.
La vera natura di tutti i fenomeni non può essere né compresa, né indagata, quindi… cerchiamo di non litigare e di non fare la guerra. Il pianeta è uno e c’è posto per tutti.
(29 aprile 2022)
Le parole formano la realtà
Coloro che, come me, hanno una sensibilità linguistica, coscienziale e filosofica, ritengono che le parole “formino la realtà”. In modo più pragmatico, i politici e gli altri specialisti di marketing (cioè di menzogne) ritengono che una scelta accurata delle parole serva a formare una certa “immagine di realtà”. Sono concezioni simili, ma con una differenza profonda.
Nel primo caso, le parole “formano la realtà” nel senso che, essendo la vera natura di tutto l’esistente non indagabile, non descrivibile e al di fuori dello spazio e del tempo, ciò che ci appare come reale (compreso il nostro corpo e le altre persone) non è altro che una creazione illusoria della nostra mente individuale e delle sue interazioni con la mente collettiva. A sua volta, la mente crea categorie, enti, narrazioni, giudizi e, in generale, tutto ciò che fa parte della nostra esistenza, in base alle parole. Cambiando le parole, quindi, cambia anche la realtà esperita. Estremizzando, la logica conseguenza di queste premesse è che ciascuno di noi, in interazione con gli altri, crea l’intero universo. E’ evidente, però, che un universo così costruito è tanto solido e reale quanto i nostri sogni della notte.
La prospettiva del venditore di menzogne e dell’esperto di propaganda è molto più semplice: il mondo ci appare in un certo modo non perché è in quel modo, ma perché noi “lo interpretiamo” e “lo capiamo” in un certo modo. In questo caso l’esistenza di una realtà oggettiva non è messa in discussione, semplicemente non interessa. L’intento infatti è quello, tramite la comunicazione pervasiva e persuasiva, di indurre quante più persone possibili a raffigurarsi il mondo in una maniera utile all’azienda o al padrone di turno. In questo contesto, le parole agiscono come una sorta di stregoneria o di incantesimo, capaci non solo di indurci ad una rappresentazione della realtà diversa dalla realtà oggettiva (che in questo caso si presume esistente), ma addirittura nettamente contrapposta ad essa.
Oggi sempre più persone socialmente rilevanti usano le parole per indurre un'ingestibile dissonanza cognitiva (o bipensiero), funzionale all'istupidimento e all'asservimento ad una autorità superiore, umana o “non umana” che sia.
Parafrasando George Orwell, sento di poter affermare con ragionevole sicurezza che la ripetizione e l'interiorizzazione delle parole “ricevute dall'alto” (cioè da scuola, genitori, gruppo di pari, televisione, pubblicità, social, capo di stato, psicologo, amante, essere trascendente o alieno, ecc.), può persino portarci a:
- credere fermamente di dire verità sacrosante mentre pronunciamo le menzogne più artefatte;
- ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullano a vicenda;
- fare uso della logica contro la logica per far fronte alla contraddittorietà delle nostre opinioni;
- rinnegare la morale proprio nell’atto di rivendicarla;
- credere che la democrazia sia impossibile e nello stesso tempo vedere nel “Partito” l’unico suo garante;
- dimenticare tutto ciò che è “necessario” dimenticare, ma, all’occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo.
Ecco la sottigliezza estrema nell'uso delle parole: essere pienamente consapevoli nell’indurre l’inconsapevolezza e diventare poi inconsapevoli della pratica ipnotica che abbiamo appena messo in atto. Se questa si potesse chiamare “arte”, allora dovremmo dire che il mondo è pieno di artisti.
Detto ciò, ti propongo un esercizio di consapevolezza: fai attenzione alle parole che usi, a ciò che dai per scontato e alle implicazioni di quel che affermi. Proviamo insieme a scegliere parole che aiutino sia noi stessi sia i nostri cari a vivere meglio. Possiamo farlo, visto che siamo “creatori di realtà”. Così magari, invece di affondare nelle sabbie mobili del bipensiero, potremmo scegliere parole più consapevoli, più empatiche, più compassionevoli e il più possibile non ambigue.
(28 aprile 2022)
L'universalità dell'essere umano in una canzone (Иванушки Int. - Тополиный пух)
Mentre il mondo è in guerra, stamani ho ascoltato "Иванушки Int. - Тополиный пух". Nell'estate del 1998, il video musicale di questa canzone, qui sopra riportato, è stato ampiamente trasmesso sui canali televisivi russi. Nello stesso anno, la canzone raggiunse la vetta delle classifiche radiofoniche russe. Nel 2020, è stato il brano più ascoltato della band su Spotify e Apple Music.
Secondo me, le immagini sono armoniche. I movimenti dei giovani sembrano danze, danno un senso di libertà e di gioventù.
La musica è fluida, ha la giusta carica di energia, in un connubio di forza e dolcezza, senza essere aggressiva.
Il testo è poetico, dai significati molteplici.
"Stai toccando la tempesta con il palmo della tua mano" e "tu voli via come un uccello spensierato nel cielo" sembrano frasi contraddittorie, eppure la vita è proprio questa. È il giusto distacco dalle cose che accadono e la capacità di gioire in ogni situazione, e di continuare a sognare.
È una canzone di giovani, per i giovani.
"Comprendi che un primo bacio - Non è ancora amore, è solo la legge degli opposti."
Di solito noi adulti non pensiamo più al primo bacio, ma finché il cuore rimane giovane, beh... allora quello è un evento fondamentale, pari alla nascita o a qualsiasi altro "rito di passaggio".
"Dove trovare una piccola porta della felicità"
"C'è così poca felicità in questa vita..."
Oltre al primo bacio, questa canzone tocca un altro tema esistenziale, quello della sofferenza e della ricerca eterna della felicità.
Verso la fine della canzone, ritroviamo le contraddizioni della vita nell'ossimoro "estate nevosa".
Bellissima la conclusione "E l'amore è venuto da te".
Anche questa è una visione giovanile, giacché mentre il giovane cerca l'amore che venga da lui o da lei, l'adulto sa che lui stesso o lei stessa è amore. Questo è particolarmente vero per chi è diventato padre o madre.
Questa canzone in russo ci ricorda l'universalità dell'essere umano, con le sue gioie, dolori e sogni in ogni luogo del mondo.
In questo modo, coloro che oggi sono additati come nemici, in cuor nostro scopriamo essere uguali a noi.
(26 aprile 2022)