Alcune riflessioni in occasione di una festa associata alla rinascita, alla trasformazione e alla vittoria sul male e sulla morte.
1. Non lamentarsi
La lamentela è un veleno che distrugge tutto, anche le cose buone.
La lamentela blocca la possibilità di trasformare le situazioni di sofferenza in opportunità di miglioramento e progresso.
Quando accadono cose che non ci piacciono, servono a farci capire ciò che non abbiamo ancora compreso.
«Allora [Pilato] rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso» (Mt 27:26).
2. Non dare la colpa
I pensieri sono boomerang, così come le accuse.
Ognuno di noi ha un proprio percorso di consapevolezza. È bene che ognuno rifletta sul proprio percorso senza cercare di giudicare quello degli altri.
Le accuse di solito sono un modo per deresponsabilizzarsi e perdere l'opportunità di prendere in mano la propria vita.
«Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato. [...] con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi» (Luca 6:37)
3. Essere grati
La gratitudine è l'opposto della lamentela e del biasimo. È il sentimento più bello che esista, perché da esso scaturiscono tutti i tesori del cuore, compreso l'amore.
Nessun grande si è mai lamentato delle persecuzioni o dei suoi persecutori, ma ha spesso mostrato gratitudine per ciò che gli è accaduto.
La gratitudine e la capacità di gioire delle cose più semplici e naturali, come il sole che sorge ogni mattina, sono la base di una buona vita.
«State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie» (Tessalonicesi 5:16)
Buona Pasqua, che significa buona rinascita,
9 aprile 2023