Tecniche di manipolazione mentale (a cui tutti siamo sottoposti)
In sintesi: Oggi la manipolazione mentale è divenuta una tecnologia e una scienza, nella quale si investono molti più denari che in tutti gli altri campi della psicologia. Non solo, la manipolazione è essenziale e strutturale nella vita quotidiana del mondo in cui viviamo. In questo articolo, tratto dal libro "Neuroschiavi: manuale scientifico di autodifesa", viene posta attenzione all'uso pervasivamente manipolatorio degli organi di informazione (televisione in primis), della scuola, delle neuroscienze, della pubblicità, dei supermercati, delle dipendenze chimiche, ecc.. Il quadro che ne emerge aiuta ad acquisire consapevolezza sul mondo mediatico e pericolosamente manipolatorio in cui ciascuno di noi è inserito.
Quanto segue è tratto dal libro: "Neuroschiavi: manuale scientifico di autodifesa” di Marco Della Luna e Paolo Cioni, Macro Edizioni (fonte disinformazione.it)
Cercare di spiegare cosa sono e come vengono praticate le cosiddette “tecniche di manipolazione mentale”, in una società quasi completamente controllata e manipolata come la nostra, non è compito facile. Per fortuna il libro scritto dall’avvocato e psicologo Marco Della Luna assieme al neuropsichiatra Paolo Cioni ci viene in aiuto.
Affermare che la nostra società - com’è strutturata - è una vera e propria gabbia mentale, fa subito aizzare i paladini e i difensori dei diritti civili, che sbandierando ai quattro venti termini come “libertà” e “democrazia”, cercano immediatamente di tranquillizzarci tutti, soprattutto le loro coscienze. Forse non capiscono. Forse fanno finta di non capire, che parole bellissime come “libertà” e “democrazia” primo non significano granché e secondo vengono sfruttate e amplificate proprio dall’establishment economico-finanziaria (cioè i veri e propri Burattinai), proprio per dare a noi l’illusione di non essere in gabbia.
Conflitti e preoccupazioni accorciano la vita, mentre amicizie vere, relazioni sane, amore per gli animali e per la natura l'allungano
Il fatto che conflitti e preoccupazioni accorciano la vita, mentre amicizie vere, relazioni sane, amore per gli animali e per la natura l'allungano, è facile da capire. Diverse ricerche scientifiche, citate negli articoli seguenti, confermano questa semplice verità. Non siamo fatti per vivere da soli o in conflitto, né per allontanarci dalla natura. Vivere soli accorcia la vita: ciò vale sia per coloro che vivono male la propria solitudine, sia per chi imbocca la solitudine come scelta e apparentemente è felice di stare per i fatti propri.
Riflessioni sull'Amore
La vita è una commedia scritta da un sadico, che gli uomini, tra l'altro, recitano molto male!
In questo manicomio a cielo aperto,
siamo attori ignari di noi stessi,
inconsapevoli del nostro recitare.
Nei rari casi d'un incontro fortunato
tra follie belle e compatibili,
ci doniamo un rapporto di follia
e diciamo: "Questo è Amore!"
(Francesco Galgani, 13 luglio 2016)
https://www.galgani.it/poesie/index.php/poesie/596
Che cos'è l'Amore, quello con la "A" maiuscola, sentimento tanto nobile, ma sovente inquinato, nelle comuni esperienze quotidiane, da moti interiori che sono tutt'altro che amorevoli?
Domanda difficile. Tiziano Terzani, in un documentario a lui dedicato, disse: «L'amore è una forma di schiavitù stupenda... è come un elefante che si lega ad un palo con un filo di seta. Questo è il legame: un filo di seta... lo si può rompere in ogni momento... ma proprio quel filo ti tiene legato...». Parole belle, e poetiche... ma cosa può rompere questo filo? In un mondo che corre di fretta, senza mai fermarsi a riflettere, in una società liquida che non riesce a prendere forma e in cui i legami si disgregano con grande facilità, osservo che cosa non è amore: non è uno scambio utilitaristico, con un calcolo del tipo "do a te tanto quanto tu dai a me", non è una ricerca di conferme e di sicurezze, non è un aggrapparsi né servirsi dell'altro, e, soprattutto, non è stupidità, sebbene, come disse il Merovingio nel film Matrix Revolutions: «È sorprendente quanto il modello comportamentale dell'amore sia simile a quello della demenza».
In effetti, ripensando a tante cose e guardandomi intorno, mi rendo conto che non avevo idea fino a che punto l'essere umano potesse dar sfogo alla propria stupidità quando cerca compagnia intima o, peggio, quando si innamora: gli esempi, in tal senso, fanno parte della quotidianità, per chi riesce a vederli. Il richiamo della sessualità, in particolare, è un attrattore micidiale, capace di elicitare pensieri e comportamenti assai bizzarri, nel migliore dei casi fantasiosi, ma solitamente controproducenti, anche nelle persone apparentemente più assennate. Queste stesse persone, probabilmente, se potessero rivedere se stesse con il distacco di un estraneo e a distanza di tempo, aborrirebbero il loro agire.
Gli animali si accoppiano e fanno di tutto, anche a costo della vita, per conquistare il territorio e il partner, ovviamente con differenze da specie a specie, ma mentre l'animale selvaggio non può far altro che soggiacere a questi istinti primordiali, necessari al perpetuarsi della vita, l'animale umano può addomesticare se stesso, con consapevolezza dei propri istinti e dei loro perché, affrancandosi così da un agire predeterminato. Questa si chiama libertà, ed è la libertà vera, più importante della libertà politica o di ogni altro tipo di libertà, perché è la condizione minima necessaria per trasformare le sofferenze in occasioni di crescita.
L'amore non è un sentimento sbagliato, anzi, però può condurre su strade infernali di sofferenza incessante. Solo chi ha imparato ad amarsi e a rispettarsi, solo chi sa stare bene con sé, sentendosi già pienamente dotato, dentro di sé, di tutto l'amore che gli occorre, può regalare un vero amore, non contaminato dai veleni della rabbia e del disprezzo, del senso di ingiustizia e di abbandono, della paura della solitudine e del senso di inadeguatezza, di un attaccamento fatto di pretese e di mancanza di rispetto per sé o per gli altri. Chi invece brancola nella solitudine interiore, con un senso di vuoto che cerca di colmare con un amore esterno, probabilmente s'arrischierà in relazioni non sane, forse masochistiche; parimenti per chi usa l'amore come mezzo per bisogni specifici.
Fin qui non ho ancora definito che cos'è l'Amore... e, in effetti, non sono capace di farlo. Dopo queste riflessioni, quel che mi sento di aggiungere è che quel filo di seta, di cui ha parlato Tiziano Terzani, ha senso finché è tenuto con saggezza.
Francesco Galgani,
11 aprile 2016
Imparare a stare con se stessi
La psicologa Sherry Turkle, in un suo famoso talk su Ted, ha spiegato chiaramente che, se non impareremo a stare da soli, saremo sempre più soli. Le sue parole esatte, prese dalla trascrizione in italiano, sono: «[...] Come passiamo dalla connessione all'isolamento? Si finisce isolati se non si coltiva la capacità di essere soli, la capacità di essere separati, di raccogliersi. E' nella solitudine che troviamo noi stessi, così da poter arrivare agli altri e creare un reale attaccamento. Quando non siamo capaci di restare soli, ci rivolgiamo agli altri per sentirci meno ansiosi o per sentirci vivi. Ma quando questo succede, noi non siamo in grado di apprezzarli. È come se li usassimo come parti di ricambio per sostenere il fragile senso del nostro sé. Ci culliamo nel pensiero che essere sempre connessi ci farà sentire meno soli. Ma siamo a rischio, perché la realtà è l'esatto opposto. Se non siamo in grado di stare soli, saremo ancora più soli. Se non insegniamo ai nostri figli a essere soli, non conosceranno altro che la solitudine. [...]»
Sherry Turkle ha pienamente ragione. Chi sa stare da solo, o da sola, chi sa stare con se stesso, o con se stessa, senza percepire alcun senso di incompletezza o di mancanza interiore, scopre due cose importanti: la prima è che si sente veramente bene, la seconda è che ha già tutto dentro :)
La solitudine non è stare da soli, ma sentirsi soli: ci si può sentire soli anche relazionandoci con altre persone, si può stare da soli senza sentire alcuna solitudine.
Francesco Galgani,
3 aprile 2016
Riconosci la tua ombra se vuoi esplorare i confini della tua anima (di Umberto Galimberti)
L'ombra e l'anima
Articolo di Umberto Galimberti, pubblicato su Repubblica, il 19 giugno 2007 (fonte)
Quest’anno Topolino, quello famoso dei fumetti di Walt Disney, non è più quel simpatico personaggio che, con il suo cuore buono e la sua mente astuta, risolve tutti i problemi. Quest’anno Walt Disney, con la nuova serie, lo prevede anche cattivo, antipatico, dispettoso.
Ottima scelta, perché insegna ai bambini che cos’è la propria ombra con cui, prima o poi, dovranno fare i conti. Infatti, l’aspetto più diseducativo di tutte le favole e di tutti i fumetti per bambini è quello di presentare il protagonista buono e senza ombre, mentre tutti gli altri sono umbratili e cattivi. Identificandosi con il protagonista buono, i bambini imparano a proiettare fuori di loro, sugli altri, la cattiveria che c’è anche dentro di loro, dividendo così il mondo in due: buoni sono loro, come Topolino, e cattivi gli altri. Questa separazione del bene dal male, che le favole, e non solo, pericolosamente alimentano, origina dalle religioni che identificano Dio col bene e il male col diavolo. E siccome le religioni sono il fondamento delle culture, va a finire che ogni cultura identifica sé col bene e guarda le altre con sospetto, diffidenza, quando non con odio, fino a identificare, con una propaganda alimentata ai massimi livelli, i diversi “imperi del male”.
Che cosa si studia oggi nelle facoltà di Psicologia? (di Umberto Galimberti)
Quanto segue è un articolo di Umberto Galimberti, pubblicato su Repubblica.it, il 4 gennaio 2000 (fonte)
Cari ragazzi studenti dell'anima
Ci sono alcuni saperi che, chissà perché, tendono ad essere emarginati, tenuti accuratamente nascosti, non insegnati e in ogni caso non incrementati, a differenza di altri la cui attinenza con l'oggetto è tutta da dimostrare, così come è da dimostrare la loro validità scientifica. Sto parlando delle scienze psicologiche e di quelle psichiatriche che vanno sempre più attestandosi sul versante biologico-naturalistico e sempre meno sul versante propriamente umano, anche se l'uomo continua ad essere l'oggetto specifico della loro competenza.
Psicologia della pubblicità: il lavaggio delle menti che crea danni psicologici e sociali
Quanto segue è tratto dal capitolo 5 del libro "Nati per comprare", di Juliet B. Schor, editore Apogeo (fonte: http://www.tecalibri.info/S/SCHOR-JB_nati.htm).
Ritengo che non sia necessario commentare: chi vuol capire l'entità dei danni causati dalla pubblicità, può capire...
Buona e attenta lettura,
Francesco Galgani,
3 ottobre 2015
Lezioni di psicologia umana... grazie ad una macchina
Quanto segue è un articolo del 4 settembre 2015 pubblicato su Zeus News. E' interessante quel che si può imparare sulla psicologia umana... grazie ad una macchina.
Buona lettura,
Francesco Galgani,
15 settembre 2015
Google Car, incidente per eccesso di prudenza
L'auto senza pilota è troppo ligia al Codice della Strada e ''causa'' incidenti per l'imprudenza degli umani.
Smart and stupid
Smart and stupid
Smartphone,
smartbox,
smart tv,
smart auto,
smart card,
smart house,
smart things,
smart city,
...
stupid man.
(Giulio Ripa, 14 set 2015)
Con questo gioco di parole, Giulio Ripa sottolinea che tutte le cose di oggi sono o stanno diventando "smart", un modo di dire abusato che penalizza l'uomo e la sua capacità di ragionare. Ne ho tratto spunto per alcune riflessioni.