Una carezza può salvare la vita, la tecnomediazione no
Abbiamo letto una notizia che ci ha toccato il cuore:
«Sedicenne si uccide dopo sondaggio su Instagram - La maggioranza dei follower le ha consigliato di farlo»
La notizia, di per sé, fa rabbrividire. Ma ancora di più fa rabbrividire il livello di persuasione e pervasività raggiunto da questi social media. «[…] Oggi i comportamenti dell’essere umano sono condizionati dalla tecnologia della “iperconnessione” (tutto e tutti connessi in Rete sempre), che è sia persuasiva, cioè in grado di influenzare, se non addirittura determinare, idee e comportamenti, sia pervasiva, nel senso che tende a diffondersi in modo penetrante, così da prevalere e dominare nelle vite individuali, nelle relazioni sociali, nel lavoro, nell’economia e nella politica […]» (tratto da “L'Era della Persuasione Tecnologica ed Educazione all'Uso della Tecnologia”).
Quando si tratta di vita e di morte, l'intermediazione digitale può fare solo danni. Più in generale, comunicare online nella situazione attuale è solo dannoso, se nessuno più ascolta l'altro. E per ascoltare l'altro ci vuole affetto. E l'affettività non nasce da una migliore tecnologia. In un rapporto a tu per tu, certe dinamiche distruttive, aggressive e violente difficilmente accadrebbero con la stessa facilità con cui accadono nei mondi virtuali, falsamente percepiti come reali.
Forse una carezza avrebbe salvato la vita alla sedicenne. E questo gesto di affetto reale non è nelle possibilità della tecnologia. «[…] quel “nutrimento affettivo” di cui ha un gran bisogno l’essere umano non può essere mediato da alcuna tecnologia (computer, telefono o altro) […] La vita è imprevedibile, incerta, complessa, la tecnologia si propone di semplificarla, ma in tale semplificazione può portar via quanto di più umano ci sia; maggiore è l’allontanamento dalla natura, maggiore sarà la devitalizzazione dell’essere umano. La tecnologia “ruba” energia, tempo, possibilità alle relazioni umane. […]» (tratto da Solitudine e Contesti Virtuali).
La tecnologia di fronte alla sacralità della vita è impotente oppure dannosa. Il mistero della vita non può essere svelato dalla tecnologia.
La vita, nonostante tutte le sue fragilità, deve prevalere sulle illusioni tecnologiche. Confondere la vita tra il reale e il virtuale non porta ad una vita migliore.
La vita è la vita. Il mistero della vita va accettato e rispettato così come è.
La meraviglia della vita che ci è stata data deve permanere nella propria condizione esistenziale, qualunque essa sia.
«Ah, straziante meravigliosa bellezza del creato» (Pasolini)
Giulio Ripa e Francesco Galgani,
18 maggio 2019
Insieme adesso
Giudicar la differenza
è non saper Amare,
come insegna la scuola
e ogni telegiornale.
Deridere il diverso
è bestemmia alla vita,
è negar possibilità,
penosamente sfuggita,
di ripulire il Cuore
dalle tristi passioni,
per gioire insieme
di nuove occasioni
nel crear qualcosa
che ancora non sappiamo,
scoprendo cose nuove
che neppure sogniamo!
Ma altro è il sentire
in cui è facile cadere,
coi signori della guerra
ovunque al potere:
divisi ci vogliono,
nell’Ego arroccati,
riverenti Narciso,
e come lui annegati...
Di schiavi e padroni
questa è l’economia,
che funziona ancor meglio
nella falsa ipocrisia
che preferisce l’austerità
a un po’ di solidarietà,
cantando menzogne
che distruggon la società.
Nell’abisso dei desideri
cade il nuovo liberista,
“mors tua vita mea”,
complotta il nazionalista:
questo germe infettivo
sempre respiriamo,
è la pandemia
di questo mondo insano,
creato sul racconto,
falso ma creduto,
che sommando gli egoismi
il benessere è benvenuto.
No Fratello,
non mi faccio ingannare,
tu hai più valore
di tutto ‘sto ciarpame!
Uomini illuminati,
che la deriva han capito,
scrissero il Testo
a cui il mio Cuor s’è unito:
mamma Costituzione,
nostra guida e alleata,
sei sacra in ogni parola
così come sei nata.
Fratello mio,
sommiamo i talenti,
così che diversità
siano arricchenti:
insieme possiam crescere,
sviluppandoci umanamente,
forti di coraggio,
felici pienamente.
Grazie!
(Francesco Galgani, 28 febbraio 2019)
Un degno rappresentante...
Un degno rappresentante di chi veramente Ama la vita e sue Creature. Grazie!
Fortuna o sfortuna... vedremo!
Fortuna o sfortuna... vedremo!
Cerchiamo di relazionarci con gli aspetti positivi di noi stessi e degli altri.
Fonte del video seguente: https://www.youtube.com/watch?v=uK8i89rii7M
curato da: https://ngalso.org/it/
Nel video, dopo un breve canto di alcuni minuti, Michel Rinpoche (maestro buddista) espone le sue riflessioni e i suoi consigli sul tema della lamentela, della critica e del giudizio. Al termine, conclude con mezz'ora di meditazione guidata.