AVO Cariati fa donazioni grazie al 5 per mille

Tra le varie attività dell'A.V.O. (Assocazione Volontari Ospedalieri) di Cariati (CS), quest'anno, in occasione di una Festa di Pasqua organizzata dall'A.V.O. di Cariati per gli ospiti del C.A.P.T. (Centro di Assistenza Primaria Territoriale) "Vittorio Cosentino" di Cariati (foto in basso), ci sono stati l'acquisto e la donazione di un forno a microonde e di una bilancia pesapersona, come richiesto e concordato con il responsabile della RSAM (Residenza Sanitaria Assistita Medicalizzata). Questa e altre attività dell'A.V.O. di Cariati sono possibili anche grazie alle donazioni ricevute, tra cui il 5 per mille. Questo mese verranno organizzati anche corsi di formazione per nuovi volontari. La pagina Facebook dell'A.V.O. di Cariati è al link seguente: https://it-it.facebook.com/avo.cariati/

Francesco Galgani, 18 aprile 2019

AVO Cariati Festa Pasqua 2019

Tra Ragione e Religione (di Giulio Ripa)

tratto da: https://archiviodigiulioripa.sytes.net/#/home/tra-ragione-e-religione

"Un uomo in grado di incarnare un senso di nostalgia del possibile, nostalgia di ciò che ancora non è stato ma potrebbe essere, capace di trascendere la realtà, realizzando così diversi possibili modi di essere uomo."
 

La debolezza umana è il risultato di un’assurda condizione esistenziale che l’uomo fa fatica ad accettare per vivere in modo consapevole e cosciente.

L'individuo si sente solo con se stesso rispetto alla fragilità della vita.

Ha bisogno dell'affetto degli altri per riempire un vuoto, un'assenza che dà smarrimento ed angoscia.

Tutti quanti abbiamo bisogno di una presenza dell’Altro.

La presenza significa dunque esserci come persone dotate di senso della vita. Ciò che ci mantiene in vita è la consapevolezza di essere vivi e presenti a qualcuno.

Se viene meno il senso della vita, la “crisi dell’esserci” porta a non essere presenti a se stesso, inducendo l'uomo a credere ad una presenza di un altro che è altrove, al di là della natura stessa, una presenza religiosa che però lo lega alla tradizione e quindi alla vita stessa, ridandogli senso e certezza.

Il rito aiuta l'uomo a sopportare una sorta di "crisi della presenza" che esso avverte di fronte alla natura, sentendo minacciata la propria stessa vita.

I comportamenti stereotipati dei riti offrono rassicuranti modelli da seguire.

Tutto questo ha creato l’idea di Dio. Il Dio è la presenza dell’altro e di un altrove.

La religione ha dunque un'origine antropologica: l'uomo avverte la propria insicurezza e cerca la salvezza in un essere personale, infinito, immortale e beato, cioè in Dio che non è altro che l'oggettivazione ideale dell'essenza dell'uomo che in Dio rispecchia se stesso.

La religione è appunto l'oggettivazione dei bisogni e delle aspirazioni dell'uomo.

Basterebbe farsi alcune domande per confermare l’origine umana di Dio:

- Se Dio ha creato l’uomo, allora chi ha creato Dio?

- Se l’uomo è ad immagine di Dio che l’ha creato, perché Dio aveva il bisogno di un riflesso di se stesso? Non è un caso che questo stesso bisogno è anche umano?

D’altra parte però la vita resta un mistero che nessuno spiegazione razionale è riuscita a risolvere. Per cui tutto quanto scritto finora in questo testo perde di forza di convinzione.

Inoltre l’uomo razionale oramai va riconosciuto che è solo un altro mito.

Nella realtà l’uomo vive di sentimenti ed emozioni, e di altri aspetti irrazionali che interagiscono con la sua logica razionale.

Il saper umano non è solo alimentato dalla conoscenza della realtà ma anche dal credere di conoscere una certa realtà.

Vogliamo credere che siamo razionali, ma la ragione si rivela essere il modo in cui - a fatto compiuto - razionalizziamo ciò che le nostre emozioni già vogliono credere.

L'agire umano dipende da una irrazionalità insita nell'uomo che affiora ogni volta che la ragione cede il passo a tutta una serie di comportamenti che non sono il frutto di una logica ma di emozioni, istinti, sentimenti giustificati a posteriori, con argomenti che si sforzano di essere razionali nel tentativo di dare a noi stessi un ordine che non esiste.

L'insegnamento fondamentale della vita a cui partecipiamo è comprendere la vita stessa, ovvero sentire realmente cosa significa essere vivi, che è realmente la presenza, la nuda sensazione di esserci.

Il problema è quello di uscire dall'idea dell'individuo che si autodetermina solo in base a criteri razionali: gli individui sono fatti dalle relazioni che intrattengono, dal contesto da cui emergono, dalla tradizione in cui vivono e dalla spiritualità in cui credono.

Di conseguenza il conoscere e il credere sono due facce della stessa medaglia.

La ragione e la religiosità non si escludono a vicenda ma interagiscono tra di loro.

Tra credere in Dio e credere in una società migliore, se uno ci pensa bene, alla fine quello che è importante è che entrambi i soggetti credono in qualcosa. Non è l’oggetto del credere che fa la vera differenza.

E’ impensabile eliminare l’aspetto religioso dalla natura umana, nell’uomo oltre la ragione c’è anche questo senso della spiritualità. Non c’è differenza se è un bisogno o è un credere. Non ha senso chiedersi dell’esistenza di Dio se l’uomo crede in Dio da quando esiste.

Il fragile mistero del sacro non è afferrabile tramite l’intelligenza, non è intelligibile, è contraddizione, ambiguità, è teoricamente qualcosa che si potrebbe definire come l’astensione dal giudizio dinanzi al mistero dell’esistenza.

L’aspetto religioso va salvaguardato perché il mistero della vita ci lega alla sacralità della vita stessa, al rispetto di un tutt’uno di cui l’uomo ne fa parte.

Ed è questo Tutto in Uno (che possiamo chiamare Dio, Natura, Universo, etc) che salva l’uomo dallo spaesamento dell’esserci nel mondo. Un uomo in grado di incarnare un senso di nostalgia del possibile, nostalgia di ciò che ancora non è stato ma potrebbe essere, capace di trascendere la realtà, realizzando così diversi possibili modi di essere uomo.

(Giulio Ripa)

Appello di Francesco Galgani

SperanzaAppello rivolto a chi ha occhi per vedere, orecchie per sentire, cuore per Amare

Cerco persone di buona volontà che, in base alla propria sensibilità, possibilità, creatività, conoscenza di più lingue o qualsiasi talento personale, desiderino dar diffusione alla "Religione dell'Ultima Lotta" (per chi non ne ha letto il testo fondativo, rimando al testo completo e alla breve presentazione).

Lascio la porta aperta a mille possibilità e a sviluppi che, nel momento in cui scrivo queste parole, non posso neanche immaginare.

Grazie,
Francesco Galgani,
14 aprile 2019

[Scienza] Curare cuore e placche aterosclerotiche con dieta vegana

Quanto segue sotto l'immagine, tratto dal sito della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, è corredato di bibliografia di articoli scientifici. Comunque, in sostanza, la dieta strettamente vegetale (vegana) è il primo e più importante e salutare passo per curare e prevenire la malattie cardiovascolari. Ciò è confermato anche da altre fonti. Ad es., l'immagine sottostante, tratta da "The Heart Disease Rates of Meat-Eaters Versus Vegetarians & Vegans. The #1 Killer In The US", è autoesplicativa:

The Most Common Cause Of Death In The US

Fonte dell'articolo seguente: https://www.scienzavegetariana.it/focus/cuore/

Le malattie vascolari legate all'arteriosclerosi sono oggi la principale causa di morte nei Paesi ricchi. In Italia sono responsabili dl 44% dei decessi. Se una parte dei decessi sono acuti (da infarto miocardico acuto-IMA o ictus), la rimanente quota sono la conseguenza di progressione di malattia, che colpisce i sopravissuti dal fatto acuto dopo una vita di bassa qualità, costellata di sofferenze e limitazioni fisiche.

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