Persecuzioni
Persecuzioni
Cammino tra le fiamme,
dolore e distruzione
ovunque dimostrano
l’umana ottusità,
incapace d'amare,
e di abbandonare
le durezze del cuore
che ci hanno devastato.
Il fuoco mi avvolge,
ma non mi brucio,
sento il caldo rovente
ma intrepido continuo,
passo dopo passo,
daimoku dopo daimoku,
perché ogni respiro
è gioia d’esser vivo.
Tempi difficili,
a lungo profetizzati,
son maestri severi,
sicuri e spietati,
come falce sul grano,
carestia per l’opulenza,
decapitazione per tracotanza,
disperazione per l’ignoranza.
Nella grande e giusta mattanza,
tutto arde,
mi credono morto,
ma son sempre qui.
(Francesco Galgani, 5 ottobre 2020, www.galgani.it)
Luci d'Amore
Luci d’Amore
La mia luce s’irradia,
più lontano che può,
ma tu non la vedi...
neanche io ti scorgo.
So che ci sei,
la mia preghiera ti chiama,
ma non so dove,
né il tuo nome.
Il seme è già piantato,
ma prima che sia fiore
pian piano germoglierà
un nuovo Amore,
quando le nostre luci
si intrecceranno
e colme di Amore
nuova Vita ci daranno.
(poesia e pittura digitale di Francesco Galgani, 4 ottobre 2020, www.galgani.it)
Dopo gli inganni
Dopo gli inganni
Vale la pena di vivere
e di sorridere
anche solo per vedere
le nuvole rosa del mattino...
(Francesco Galgani, 4 ottobre 2020, www.galgani.it)
Pittura digitale fatta da me stamani, in abbinamento alla poesia. Ovviamente devo ringraziare madre-Natura per le sue nuvole, io le ho solo ritratte...
Colori del mattino
Colori del mattino
La vita è bella
perché colorata,
più toni ci metti
più è variegata,
per ogni persona
un colore diverso,
per ogni passione
un sacro tempo,
che ringrazio del vissuto
unico e prezioso,
che è il mio tesoro
in questo arcobaleno.
Grazie!
(Francesco Galgani, 29 settembre 2020, www.galgani.it)
Ho scattato la foto qui a destra il 2 agosto 2020, nel centro storico di Caricati (CS), in occasione di una galleria d'arte all'interno dell'evento «"MEMORIE VISIVE NEL BORGO" Riviviamo le nostre tradizioni». Non ho avuto l'accortezza di segnarmi né il nome della pittrice (che ho incontrato in quell'occasione), né il nome del quadro, anche perché non avrei immaginato, a due mesi di distanza, di ritrovare "per caso" (ma il caso non esiste...) la foto di questa pittura che mi ha particolarmente impressionato allora, e continua a impressionarmi oggi, per la grazia dei colori, delle forme, della femminilità. Ho scelto di abbinare la foto a questa poesia proprio per i colori e la bellezza. Se potessi scegliere io un titolo per questa pittura, mi piacerebbe "Donna colorata".
Il pensiero omologato e la dipendenza emotiva nell'era tecnologica
Testamento
Nella spinata solitudine
cerco un perché,
frugo su Instagram,
ma Amore non c’è.
Disperata è il mio nome,
troppo stanco il mio respiro,
ma prima che sia l’ultimo
un saluto qui vi scrivo.
Schifosa vanità
nel vostro postare,
ha virale attenzione
ma è vuota e immorale:
a tutto serve,
fuorché all’essenziale,
il cuore mi trafigge,
di sangue grondare.
Se tormenti condivido,
neanche un like,
se faccio foto belle,
manco uno smile.
Più profondo è il pensiero,
più lo disprezzate,
più penosa l’esistenza,
più mi violentate.
Lacrime amare
in questo mio scrivere
solo il cielo comprende,
ma perché devo vivere?!
Amore e Compassione,
solo queste basterebbero,
con un po’ di comprensione
il mondo cambierebbero...
ma il sondaggio è chiaro,
esser qui non mi serve,
la mia fine ha deciso
senza se né riserve.
Tutti a sghignazzarmi,
solo Dio vede e sa,
forse ci rivedremo
in un migliore aldilà,
dove smartphone non c’è,
dove Internet mai è stato,
dove ognuno è ok
senza esser giudicato,
dove contano l’Anima,
e pure il talento,
dove un “Ti Amo”
non è polvere al vento.
Addio.
(Francesco Galgani, 7 marzo 2020, www.galgani.it, scritto in memoria della sedicenne malese morta suicida a seguito di un sondaggio su Instagram in cui ha chiesto se doveva vivere o morire)
Covid (poesia)
Covid
Umanità folle,
stupida,
senza discernimento,
chi ha paura
è già morto dentro,
chi vuole il terrore
non ha pentimento,
ma una triste lapide
sopra il suo tormento,
con su scritto:
«Incapace di vivere,
morto scontento».
Troppo addotti (*)
per intendere e volere,
nel mondo parallelo
in cui mente crede,
nel silenzio dell'anima,
nel vuoto dello spirito,
nel vilipendio di coscienza,
nell'eterna nescienza.
Torniamo al reale,
grazie!
(Francesco Galgani, 26 agosto 2020, www.galgani.it)
(*) "addotto" è qui usato come neologismo basato sull'inglese "abducted", con specifiche accezioni non ancora riconosciute nei vocabolari italiani, ma già presenti in alcune pubblicazioni specialistiche. Qui mi sto riferendo al possesso di parte della mente umana (e quindi dei pensieri, delle parole e dei comportamenti) da parte di entità esterne aliene incorporee (tra le quali il Lux), con conseguenti comportamenti e stili di pensiero pari ad una psicosi, tra i cui sintomi principali: senso continuo di solitudine (ovvero affettività mancante), paura di abbandono, paura generalizzata non basata su una minaccia concreta, continua autocritica verso di sé e al contempo bisogno acritico di rispettare le regole, senso di inferiorità, di colpa, di inadeguatezza, di fallimento esistenziale, ciclotimia e/o depressione cronica, con possibili idee suicidarie. Il Lux in particolare utilizza gli istinti di colpa della sua vittima per assoggettarla in una violenza mentale continua che dura tutta la vita. Oggi alcuni psicologi hanno iniziato ad integrare la pratica clinica con le conoscenze metodologiche maturate negli studi di abduction. Cfr.: "Meccanismi psicotici nell'adduzione" e "Dopo il lockdown... lezioni di vita dal covid coronavirus?".
Codice
Codice
Vivo di codice,
tra gli algoritmi figliati,
i linguaggi hackerati,
i pensieri compilati.
Nella serata calma,
al termine di una guerra
di script benefici,
di pace m’immergo:
pochi sanno,
solo io li so,
gioie e dolori che può dare
un codice da creare.
(Francesco Galgani, 14 giugno 2020, www.galgani.it)
Smarrimento
Smarrimento
Chi nel cibo,
chi nel gioco,
chi nel sesso,
chi nel vuoto,
chi nei social,
chi nel vino,
chi si fuma,
chi già dà... l'ultimo addio.
Chi prova a immolarsi
per una causa visibile,
chi cerca Dio
nel nulla invisibile.
Chi lucida l'ego
fiero del suo agire,
chi lo loda,
in uno stupido perire.
C'è chi soffre,
chi si dispera,
chi schifa gli altri,
chi odia sé,
chi muore d'ansia,
chi di tumore,
chi di nulla,
chissà perché...
Tutti a cercare,
e a sperare,
chissà dove,
chissà come,
sembriamo un'orchestra
senza direttore,
abbiamo governi
senz'anima interiore.
Nel folle caos
d'un grande smarrimento,
fonte di conflitti
e di pervertimento,
c'è chi prova
a far da maestro,
incapace persino
di provvedere a se stesso,
come Cristo,
servito e riverito
dai soldi di pie donne
forse non cristiane,
ma con lui fino alla fine,
sotto la croce,
quando tutti gli altri
si dileguarono...
Anania e Saffira
vi rivedo ancora
in ogni persona
devota a un ideale.
(Francesco Galgani, 11 giugno 2020, www.galgani.it)
Cfr. Marco capitolo 15, 40-41, Luca capitolo 8, 2-3, Atti degli Apostoli capitolo 5, 1-11
La Mascherata
La Mascherata
All'ombra della mascherina
camminiamo attenti a distanziare
altre mascherine silenziose
che incontriamo per strada.
Mascherina egoista o altruista
mascherina obbligata o desiderata
mascherina comprata o gratuita
mascherina ostentata o subita.
Una pantomima di un ballo in maschera
dove si guarda e si è guardati
nascondendo il terrore di morire
colpa di un invisibile nemico.
Nello spettacolo mascherato
di una vita senza vita
fine di un carnevale cominciato
inizio di una quaresima senza fine.
Mascherina bavaglio di libertà
ipocrisia di un dispositivo di sicurezza
di persone che sicure non sono
vittime di una assurda omologazione.
Messinscena di una ridicola mascherata
per coprire inefficienza e cattiva sanità
mascherina ultimo feticcio
di una apparente vita che non si sa.
(Giulio Ripa, 14 aprile 2020)
Quarantena
Ed ecco la quarantena,
ma inizialmente per me per poco sembra cambiare,
sempre a casa devo stare.
Questa volta la mia libertà però mi vedo negare,
neppur a far asparagi posso più andare!
Casa e lavoro ancor più dovrò fare...
Il telefono adesso par l’unico modo per comunicare,
ciò mi infastidisce,
ma non c’è altro modo per Fare.
Confortante però è il paesaggio esterno che ogni giorno in meglio sembra cambiare,
ogni cellula vivente infatti con gli Occhi par toccare!
Alla mia famiglia sento di dover tornare,
probabilmente la pandemia era da incontrare.
(Alessandro Pacenti, 9 aprile 2020)