Parlare di uomini e donne, accoglienza, presenza e sostegno è più importante che contare i morti
Lettura suggerita: Parlare di uomini e donne è più importante che contare i morti
(pittura digitale di Francesco Galgani, 6 febbraio 2021)
Epidemia di solitudine e di sfiducia?
La solitudine è l'unica malattia di cui l'anima può ammalarsi? Mi riferisco a questa frase: «[...] Può sembrare assurda quanto mai incredibile questa affermazione ma anima soffre di una malattia vera e propria. L’unica malattia che affligge o che può affliggere anima è la solitudine. [...]» (fonte)
Solitudine e sfiducia vanno insieme e lasciano tutte le porte aperte ai peggiori demoni?
Come si guarisce dalla solitudine?
Vorrei riportare la notizia seguente senza ulteriori commenti. Al massimo, suggerisco di confrontarla con:
- Solitudine e contesti virtuali
- L'Era della Persuasione Tecnologica ed Educazione all'Uso della Tecnologia
- L'era della simulazione ovvero l'oscuro desiderio di essere sempre connessi
fonte: LaStampa.it, 4 febbraio 2021, prima pagina
Giovani, “sei adolescenti su dieci vittime di bullismo o cyberbullismo”. Le ragazze terrorizzate dal Revenge porn
L’indagine di «Terre des Hommes»: il 93% dei giovani fra 13 e 23 anni si sente solo, e con l’emergenza Covid la percentuale è cresciuta
ROMA. Il 61% dei giovani afferma di essere vittima di bullismo o di cyberbullismo, e il 68% di esserne stato testimone. Sei adolescenti su 10 dichiarano inoltre di non sentirsi al sicuro online: per le ragazze, in particolare, l'incubo maggiore è il Revenge porn (52,16%). Bullismo o cyberbullismo sono considerati in questo momento per gli adolescenti la minaccia più temuta dopo droghe e violenze sessuali. Nell'anno del Covid-19, inoltre, il 93% degli adolescenti afferma di sentirsi solo, con un aumento del 10% rispetto al 2019.
E’ la fotografia tracciata dll'Osservatorio Indifesa 2020 di «Terre des hommes» e «Scuolazoo», diffusi in vista della Giornata Internazionale contro il Bullismo (in programma domenica 7 febbraio) e del Safer Internet Day. L'aumento della solitudine è ancora più significativo - viene fatto notare nel rapporto - se si pensa che la percentuale di chi ha indicato di provare solitudine «molto spesso» è passata dal 33% a quello che viene definito un «drammatico 48%».
I dati sono stati raccolti grazie alle risposte date da 6.000 adolescenti dai 13 ai 23 anni di tutta Italia. Ragazzi e ragazze esprimono sofferenza per episodi di violenza psicologica subita da parte di coetanei (42,23%) e in particolare il 44,57% delle ragazze segnala il forte disagio provato dal ricevere commenti non graditi di carattere sessuale online. Dall'altro lato l'8,02% delle ragazze ammette di aver compiuto atti di bullismo, o cyberbullismo, percentuale che cresce fino al 14,76% tra i ragazzi.
Tra i partecipanti alla rilevazione 6 su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro online. Sono le ragazze ad avere più paura, soprattutto sui social media e sulle app per incontri, lo conferma il 61,36% di loro. Tra i rischi maggiori sia i maschi sia le femmine pongono al primo posto il cyberbullismo (66,34%). A seguire, per i maschi, spaventa la perdita della propria privacy (49,32%), poi il Revenge porn (41,63%), quindi il rischio di adescamento da parte di malintenzionati (39,20%), lo stalking (36,56%) e le molestie online (33,78%). Dopo il cyberbullismo, l'incubo maggiore per le ragazze è il Revenge porn (52,16%) insieme al rischio di subire molestie online (51,24%) l'adescamento da parte di malintenzionati (49,03%) e la perdita della propria privacy (44,73%).
Un adolescente su 3 conferma di aver visto circolare foto intime sue, o di amici, sui social network. Quasi tutte le ragazze (95,17%) sostengono che vedere le proprie foto/video hot circolare senza il proprio consenso online, o su cellulari altrui è grave quanto subire una violenza fisica. La percentuale scende leggermente per i ragazzi (89,76%). Persistono, anche se minoritari, vecchi pregiudizi da sconfiggere: il 15,21% dei ragazzi etichetta come «ragazza facile» quella che decide di condividere foto o video a sfondo sessuale con il/la partner. Mentre per le ragazze questo è vero per l'8,39% dei casi.
«Questi dati – afferma Paolo Ferrara, direttore generale di “Terre des Hommes” – destano allarme e ci dicono come gli effetti della pandemia e i drastici cambiamenti che questi hanno portato nella vita dei ragazzi siano già oggi drammatici. L'isolamento sociale, la didattica a distanza e la perdita della socialità stanno provocando una profonda solitudine e demotivazione ma anche ansia, rabbia e paura».
Finalmente – sottolinea Ferrara, riferendosi in particolare al Revenge porn – «la legge n. 69/2019 ha disciplinato questa fattispecie come reato, ma non possiamo abbassare la guardia sugli aspetti educativi: il Revenge porn sottintende il tradimento di un rapporto di fiducia ed è fondamentale ribadire che non possono essere ammessi atteggiamenti ambigui o colpevolizzanti nei confronti delle vittime».
Perché scrivere?
Scrittura creativa
Siamo in un’epoca in cui la produzione di testi (e altri tipi di contenuti) è esplosa. Forse, in questi ultimi anni, abbiamo prodotto più testi che in tutta la restante storia dell’umanità? Se l’ipotesi è verosimile, è altrettanto degna di nota l’essenziale superfluità di tale produzione. Forse tra un millennio saranno ancora studiati i testi dell’antichità, ma quelli dell’attuale contemporaneità lo saranno? Dati questi dubbi, perché scrivere ancora?
Posso parlare per me. La mia risposta più onesta è che quando produco qualcosa di creativo (un articolo, un disegno, una poesia, un pensiero, ecc.) lo faccio perché mi va di farlo e perché mi fa piacere farlo; oserei dire che una coscienza più grande di me si esprime tramite me. Quest’ultima asserzione è come io percepisco me stesso in rapporto all’arte, ma non solo. In almeno uno dei miei scritti esplicito chiaramente che io faccio da “tramite”, mi riferisco alla “Religione dell’ultima lotta”.
Scrivo, comunque, anche per altre ragioni. Una di queste è per conservare una memoria, una traccia, delle cose che studio e su cui rifletto in un certo periodo, pur non sapendo se in futuro potranno tornare utili a me o ad altre persone. Semplicemente evito che finisca presto nel dimenticatoio, o peggio nel nulla, ciò che può ancora continuare ad esistere, almeno finché io continuerò a pagare i miei siti e a manutenerli.
Un’altra mia motivazione primaria nello scrivere è che l’atto della scrittura serve a formare le idee in una modalità più precisa e profonda che senza la scrittura difficilmente sarebbe possibile. In questo senso, l’utilità della scrittura è nel “qui ed ora”.
Ulteriori motivazioni nello scrivere possono riguardare il mio senso di identità. Di sfondo, a volte, c’è l’auspicio che ciò che faccio sia utile per un mondo migliore, ma spesso questo auspicio lascia il posto alla consapevolezza che il mio agire è in conseguenza del mio essere o semplicemente che la creatività è l’unica forma espressiva che a volte ho per esprimere certi sentimenti o emozioni. In tutto questo, scavando, c’è l’incontro con la solitudine, che è il tema del mio quadretto "Senza una grande solitudine nessun lavoro serio è possibile".
E’ ovvio che in questo modo di pormi prevalgono motivazioni emotive. Per dirla più brevemente: la scrittura creativa, e ogni altra forma di arte, nascono da un bisogno interno, a prescindere dal rapporto che poi le altre persone avranno con tale produzione.
(testo e pittura digitale di Francesco Galgani, 28 gennaio 2021)
Cestinare le opinioni?
Amore per le opinioni
Le idee sono i prodotti creativi della nostra mente individuale e collettiva, ma le opinioni... se diventano qualcosa da difendere, o per cui lottare e morire, allora sono una maledizione?
Rientrano tra le opinioni tutte le personali rappresentazioni della realtà (rappresentazioni però sempre parziali e faziose, perché siamo noi a creare la realtà duale in cui ci troviamo), che poi si trasformano in giudizi, pregiudizi, preconcetti, previsioni, classificazioni in buono e cattivo, giusto ed empio, corretto e sbagliato.
Le opinioni possono portarci persino a gioire della sofferenza di chi ha opinioni diverse, o contrapposte, alle nostre, facendoci perdere la nostra comune umanità.
Una santa benedizione può essere quella di cominciare a cestinare le proprie opinioni, lasciando soltanto le idee, che di per sé sono sempre mutevoli e vanno bene finché non diventano opinioni da difendere?
Anni di mie riflessioni e opinioni, scritte in questo blog, mi sono servite per capire che mi conviene non identificarmi nelle mie opinioni, anzi, è più salutare che io mi limiti soltanto a guardarle, lasciandole scorrere come l’acqua mutevole di un fiume e senza attaccarmi ad esse.
Credo che quel che conti veramente è come è indirizzato il nostro cuore e in cosa riponiamo la nostra fede.
(testo e pittura digitale di Francesco Galgani, 28 gennaio 2021)