..A FRANCESCA. Scrivere con il cuore

di Andrea Baghini-Pagni

Son sempre più convinto.. de la sensibilitade..
ch'nel cuor vostro v'appartenne..
onde descriver la natura.. assai vi riuscisse..
bene.. et.. n'pace..

Quale miglior.. lenguaggio.. meglio..
non pote' a contemplar.. si maraviglioso.. raggio..
che vi é ne la natura.. nel visibil sole di maggio..

Che'i prati son tutto n'fiore, e le api van
svolazzando.. cadaun cadauna.. ove stà l'nettare
giallo ambro..

Ch'l bagnar de la pioggerella.. stà a rigoglir.. lo
intero campo.. é arrivata la primavera.. a'lluminar
tutto '| paesaggio..

L'ruscello a bagnar la terra.. sfocia nel mar del
golfo.. libera me domine.. la mea anima.. come
rondine.. vi fé ritorno..

L'luccicar de l'onde.. su le sponde.. sì fatte d'oro..
reversan tutta.. la lor voglia.. a proseguir
l'cammin di vita..

Ohhh.. Francesca.. tu che stavi a dipigner
pensier.. co la penna.. qual ti fù l'ispirazione
magica... ch'nel cuor tuo.. ti fé così beata.. a li
occhi del signor.. de bontade si grata..

Par magia.. sì fu.. la tua scriptura.. ch'mi venne
n'mente.. de farve.. a vostra signoria.. tal sacral
regalia.. de virtude.. et piena.. la vostra anima
pia..

Che si bella e perduta.. ne lo mio core profundis..
in nomine patris.. et figli.. et spiritus santis.. sia
beata l'anima tua.. ne'cieli celesti.. excelsis..

Cà siam qui.. a combatter nà guerra.. per la
gloria.. de' nostri fratelli.. che di lor li fé grandi.. in
memoriam di quei.. forti e belli..

Cà non sì... come usciremo.. se par volontade
Christi nomine.. o par le sferza.. de le nostre
spade.. a ferir loro.. che Dio abbia pietade.. et
misericordia... nel bagnarme.. d'essi.. di lor
sangue..

Ma tuu.. Francesca.. guardati bene.. di non
pensare.. a cotanta strage.. ch'io ebbi a
spiegarte.. ne la qual lettera.. ti fé'i arrivare..

Non pensar di me.. chio stò bene.. che presto
tornerò da te.. fier de le mie vittorie.. di Ré.. a
caval errante.. ai pié.. de la tua corte..

Scrivii.. Francesca... che la tua penna é forte..
assai più de la mia spada.. a vincer la tenebra..
che ci cadde addosso... come cadde su le foglie
la rugiada.. né l'giorno mio più bello.. quand'ebbi
a ricever.. su la testa.. la più grande corona
d'Inghilterra..

Scrivii.. per me.. ch'i son signor.. di questo
tempo.. ch'se non sarà par la vostra scriptura..
nessun di me avrà più memoria..

Ti lascio ordunque.. ne la mia gloria.. la tua
penna.. é la tua spada.. de l'Inghilterra sarai
regina.. de la tua vita sarai padrona.. e se domani
sarà bella la giornata... a contemplar.. starai la
natura.. e se di lei.. non sarai.. mai padrona.. per
la natura.. sarai sempre.. una brava... poetessa...

(Andrea Baghini-Pagni, https://www.facebook.com/andrea.baghini.3)

fantasiosa lettera di Re Riccardo I d'Inghilterra, alla sua amata regina durante la Crociata

Cavaliera, elaborazione grafica di Francesco Galgani, 19 ottobre 2020

(pittura digitale di Francesco Galgani, 19 ottobre 2020)

Il Grande Reset: dall'emergenza sanitaria al Nuovo Ordine Mondiale

Nel 2009 Jacques Attali, economista e banchiere internazionale, scrisse nella sua rubrica sull'Express del 3 maggio 2009, le seguenti parole (quanto segue è una mia traduzione, cfr. testo originale integrale in francese). Egli si riferiva all'influenza suina di allora, ad ogni modo ha espresso alcuni concetti perfettamente applicabili a quello che sta succedendo in questo periodo storico. Ho messo in grassetto ciò che secondo me merita maggiore attenzione:

«La storia ci insegna che l'umanità si evolve in modo significativo solo quando è veramente impaurita: allora stabilisce prima di tutto meccanismi di difesa; a volte intollerabili (capri espiatori e totalitarismo); a volte inutili (distrazione); a volte efficaci (terapeutici, scartando se necessario tutti i precedenti principi morali).  Poi, una volta superata la crisi, trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale e per renderli parte di una politica sanitaria democratica.

La pandemia che sta cominciando potrebbe scatenare una di queste paure strutturanti. 

Se la paura attuale non è più grave delle due paure precedenti legate al rischio di pandemia (la crisi della mucca pazza del 2001 in Gran Bretagna e la crisi dell'influenza aviaria del 2003 in Cina), avrà prima di tutto conseguenze economiche significative (calo del trasporto aereo, calo del turismo e del prezzo del petrolio); costerà circa 2 milioni di dollari a persona contaminata e farà scendere i mercati azionari di circa il 15%; il suo impatto sarà molto breve (il tasso di crescita della Cina è sceso solo nel secondo trimestre del 2003, per poi esplodere verso l'alto nel terzo); avrà anche conseguenze organizzative (nel 2003 sono state adottate misure di polizia molto severe in tutta l'Asia; l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha istituito procedure di allerta a livello mondiale; alcuni Paesi, in particolare Francia e Giappone, hanno accumulato notevoli riserve di medicinali e maschere).

Se è un po' più grave, il che è possibile, dato che è trasmissibile dall'uomo, avrà conseguenze veramente globali: economica (i modelli suggeriscono che ciò potrebbe portare a una perdita di 3.000 miliardi di dollari, un calo del 5% del PIL mondiale) e politica (a causa dei rischi di contagio, i paesi del Nord avranno interesse a far sì che quelli del Sud non siano malati e dovranno garantire che i più poveri abbiano accesso ai medicinali attualmente stoccati solo per i più ricchi); una grande pandemia aumenterà poi, meglio di qualsiasi discorso umanitario o ecologico, la consapevolezza della necessità dell'altruismo, o almeno un interesse per l'altruismo.

E anche se, come ovviamente dobbiamo sperare, questa crisi non è molto grave, non dobbiamo dimenticare, come abbiamo fatto con la crisi economica, di imparare da essa affinché, prima della prossima, inevitabile, si possano mettere in atto meccanismi di prevenzione e controllo e processi logistici per l'equa distribuzione di farmaci e vaccini. A tal fine, dovremo istituire una politica globale, uno stoccaggio globale e quindi una tassazione globale. Poi, molto più rapidamente di quanto sarebbe stato possibile solo per ragioni economiche, saremo in grado di porre le basi di un vero governo mondiale. Infatti, è attraverso l'ospedale che in Francia, nel XVII secolo, ha avuto inizio la costituzione di un vero e proprio Stato.

Nel frattempo, potremmo almeno sperare nell'attuazione di una vera politica europea in materia. Ma anche qui, come su tanti altri argomenti, Bruxelles tace.»

Mi fa piacere che lui parli di altruismo, ma non mi sembra che sia stata questa la direzione presa in questi mesi di pandemia (vera o presunta che sia stata), anzi, è più che evidente che c'è stato un ulteriore drenaggio forzato di energia e ricchezza dai poveri verso i super-ricchi, con quasi azzeramento della classe media. Mi pare altresì evidente che la crisi sia stata ed è tuttora funzionale all'istituzione più o meno ovunque di regimi totalitari (Italia compresa) e, nei periodi peggiori della crisi/pandemia, ogni stato europeo ha fatto "per conto suo", fregandosene degli altri.

Per Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum, è arrivato il momento di un "grande reset" del capitalismo globale:

«[...] Tutti i paesi, dagli Stati Uniti alla Cina, devono partecipare, ed ogni industria, da quella del petrolio e del gas a quella tecnologica, devono essere trasformate [...] La pandemia ci ha mostrato quanto rapidamente possiamo effettuare cambiamenti radicali nel nostro stile di vita [...] e rappresenta una rara quanto stretta finestra di opportunità per riflettere, ripensare e riorganizzare il nostro mondo. [...]».

Anche Schwab si riempie la bocca di uguaglianza e sostenibilità, cfr. l'articolo "Economia e Pandemia, ora arriva il «Grande Reset» di Davos".

Ok, ma cosa significa davvero tutto questo? Davvero dobbiamo pensare che questi banchieri ed economisti vivano con l'obiettivo di migliorare le vite altrui? Certo...

Provo a riassumere le mie impressioni sugli scenari sia attuali sia futuri nel quadro seguente, che ho fatto mentre pensavo a chi serve e a chi giova la creazione e strumentalizzazione della crisi attuale, abbondantemente voluta e pianificata con largo anticipo (covid compreso):

NUOVO ORDINE MONDIALE

Nuovo Ordine Mondiale, pittura di Francesco Galgani, 18 ottobre 2020

(testo e pittura digitale di Francesco Galgani, 18 ottobre 2020)

Distanziamento sociale = Istigazione al suicidio?

Distanziamento Sociale, pittura digitale di Francesco Galgani, 17 ottobre 2020

("Distanziamento Sociale", pittura digitale di Francesco Galgani, 17 ottobre 2020)

Tutti gli esseri umani hanno bisogno di nutrimento affettivo, la cui primaria forma di espressione e di scambio è tramite il contatto fisico, nelle molteplici varianti in cui può esprimersi: baci, abbracci, strette di mano, carezze, sessualità, ecc. Ciò vale in tutte le fasi della vita, dal concepimento fino alla morte. Ne segue che la mancanza di contatto fisico è anche mancanza di nutrimento affettivo, oltre che mancanza di riconoscimento e di appartenenza. I tre bisogni primari di ogni essere umano (sicurezza, identità, appartenenza) richiedono anche la vicinanza fisica e il contatto fisico.

L’attuale clima di terrorismo che istiga a “vivere di paura” (cioè a “non vivere”) mette sotto accusa proprio la corporeità e la vicinanza tra i corpi, fondamento non solo del vivere sociale, ma tout court del vivere.

Noi siamo esseri relazionali, e senza relazioni (o con relazioni non sane) non possiamo vivere in maniera sana; al massimo possiamo sopravvivere, riempendoci di nevrosi e di problemi psicosomatici, a meno di non avere la vocazione di un eremita (le cui relazioni, per necessità di sopravvivenza psico-fisica, potrebbero spostarsi dalle persone agli animali, alle piante e ad altri elementi della natura). Ma, appunto, a meno di non avere la vocazione di San Francesco che predicava agli uccelli, o quella di un asceta che dimora in una foresta, per noi persone comuni un contatto fisico cordiale e amorevole con altri esseri umani è alla base di un sano vivere. Negarlo significa negare la nostra natura, con tutte le conseguenze negative che ne conseguono.

La continua insistente propaganda di misure anti-contagio, oltre ai provvedimenti molto tragici e poco comici del tipo “vietato sudare” (durante le ore di ginnastica a scuola) o ai suggerimenti castranti, o per lo meno sessuofobici, del tipo “meglio astenersi” (come apparso in articoli tutt’altro che simpatici del Corriere della Sera), è tutta basata sull’istigare paura nella corporeità propria e altrui.

Negare la piena legittimità e libertà delle espressioni corporee e del contatto corporeo (sessualità compresa) significa rinnegare e offendere la vita. Vogliamo vivere a distanza, ovvero tutti separati dietro a uno schermo (come nel cosiddetto “smart working”) o comunque separati da quel maledetto metro di distanza? Se la risposta è sì, allora è questa separazione una vera epidemia, perché la ricerca della separazione anziché dell’unione è essa stessa malattia (nel senso di perversione dell’anima) e causa di malattie psico-fisiche.

Nel 2014, scrissi:

«I progetti sul web a scopo umanitario, senz’altro lodevoli, sono anche una risposta al problema della solitudine? E, più in generale, lo sono le varie comunità online? Finché si tratta di stare “soltanto” davanti a un computer, seppur con le più alte finalità sociali, la risposta pare necessariamente negativa, perché quel “nutrimento affettivo” di cui ha un gran bisogno l’essere umano non può essere mediato da alcuna tecnologia (computer, telefono o altro): questa è la tesi di fondo che sintetizza le evidenze documentate nella presente ricerca». (fonte: “Solitudine e contesti virtuali").

La mascherina è l’attuale feticcio, ovvero un oggetto ritenuto dotato di un potere magico, meramente simbolico e assolutamente non sostanziale di protezione dalla corporeità (e con funzione di sudditanza ad un potere dispotico spesso giudicato "protettivo"). Per questo feticcio si è disposti a tutto, anche a soffrire, e all’occorrenza morire, di ipercapnia. Ma anche senza arrivare a questi estremi, si è sicuramente disposti a coprire ciò che più ci rende umani e che nessun altro animale ha, ovvero un bel sorriso, che in tante circostanze può anche cambiare in meglio il sapore delle nostre giornate. E comunque, disposti o non disposti, è un satanico feticcio obbligatorio per legge, dove la parola “legge”, in questo contesto, indica l’oppressione e la perversione di pochi psicopatici sul resto della popolazione. Per inciso, ma questo lo do per scontato, le mascherine chirurgiche acquistate dalle scuole e in vendita anche in farmacia non eliminano il rischio di ammalarsi (fonte), e secondo me neanche lo riducono (anzi, favoriscono mal di testa, aumento dell'insufficienza respiratoria, ipossia e ipercapnia, cfr. "L’allarme dei dottori: la mascherine adesso possono fare danni"), casomai favoriscono comportamenti asociali e contro natura. Diciamocela tutta: l'uso prolungato delle mascherine può portare a un crollo delle difese immunitarie e ad una situazione favorevole ai tumori.

Mascherine non proteggono

Qual è la forza più grande di tutte, quella che ci tiene in vita? Forse la risposta è nell'ultimo verso del Paradiso e della Divina Commedia di Dante Alighieri: «L'amor che move il sole e l'altre stelle». Appunto, l’amore, che per noi esseri umani, mortali e corporei, è innanzitutto corporeo.

Orbene, fermiamoci un attimo. Suggerirei di confrontare quanto ho appena scritto con quanto apparso nella rubrica “Sesso e amore” del Corriere della Sera di ieri 16 ottobre 2020, a firma di Greta Sclaunich. Ho riportato il nome dell'autrice perché, come disse Totò nel film “Totò a colori”, nello spezzone in calce: «Veramente l'ha fatto Lei? Mi dia la mano. Bravo! La scienza va premiata…».

Riporto alcuni estratti del suo articolo, chi vuole può leggerselo per intero a questo link:

«[...] Se due persone si incontrano per la prima volta devono sempre indossare la mascherina, ma soprattutto evitare il contatto fisico in generale e rispettare il distanziamento sociale. [...] Questo significa però che non ci si può scambiare il primo bacio. [...] In generale, però, il mio consiglio è di astenersi e provare a godersi questo ritorno al corteggiamento lento, approfittandone per conoscere l’altro prima di cominciare un’intimità fisica. [...] Il comportamento più rischioso per la trasmissione del virus è il bacio. Quindi si può fare sesso ma adottando le giuste precauzioni: lavarsi bene le mani prima e dopo e possibilmente indossare la mascherina. [...] Suggerisco di alleggerire la situazione provando a pensare alla mascherina come a un gioco erotico [...]. [...] è importante sospendere ogni attività che possa danneggiare l’altro. Sesso con mascherina? No al sesso tout court, baci compresi. [...] bisogna comunque fare attenzione e attenersi alle norme di igiene previste, come lavarsi sempre le mani prima e dopo i rapporti sessuali. Lo stesso vale per l’autoerotismo [...]».

Totò, amico mio, so che tu sapresti come rispondere! Ma io non sono un grande comico come te, per cui mi limito a far notare che, arrivati a questo punto, ci sono tutti gli estremi per il crimine di istigazione e/o aiuto al suicidio, soprattutto verso chi è giovane e magari così ingenua o ingenuo da dare un minimo di credito a questo giornalismo oro-fecale e alle argomentazioni che lo sorreggono.

E' questo il mondo che vogliamo? Il corpo è bello e non dobbiamo avere paura. Andiamo bene così come siamo e non c’è modo di sfuggire alla malattia e alla morte, però nel frattempo possiamo vivere pienamente e vivere bene. Il virus più pericoloso è quello di dar credito ai nostri peggiori nemici (cioè ai giudizi interiorizzati) e alle nostre paure, tutto qua. Tutti gli altri virus vanno e vengono, come ogni anno, e non dobbiamo preoccuparci più di tanto; o meglio, un modus cogitandi et operandi veramente utile passa attraverso una medicina preventiva olistica, un’alimentazione tendenzialmente vegana e in armonia con i propri bisogni, un’attività fisica anch’essa adeguata per ciò che siamo, una buona conoscenza di se stessi, un buon nutrire emozioni positive e relazioni umane positive, ecc., ovviamente il tutto all’interno di un clima economico favorevole, in cui ciascuno abbia ciò che gli occorre. Per dirla in breve, le uniche cose essenziali per la nostra salute sono l’esatto opposto delle indicazioni governative e dello starnazzare del main stream, oltre ad una completa riforma del sistema economico da neoliberista predatorio a solidale ed umano.

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(Francesco Galgani, 17 ottobre 2020)

Sintesi di millenni di filosofia

La vita è un laboratorio di ricerca sperimentale.
In questo laboratorio, chi non ha pretese gioisce.
Per non avere pretese e quindi gioire,
è sufficiente dialogare con la propria anima
e sentire ogni istante come un miracolo,
con lo sguardo innocente e meravigliato di un bambino.

Sguardo innocente e meravigliato di un bambino, pittura digitale di Francesco Galgani, 14 ottobre 2020

(riflessioni e pittura digitale di Francesco Galgani, 14 ottobre 2020)

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