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Il futuro della televisione? Cambiare modello comunicativo o perire

«Il futuro della televisione? Cambiare modello comunicativo o perire»: con queste semplici parole, sintetizzo il mio pensiero.

A tal proposito, segnalo l'intervento del Rettore di Uninettuno Prof.ssa Maria Amata Garito, per il convegno “La convenzione RAI 2016: un nuovo patto con gli italiani”. Il Convegno che si è recentemente svolto nel Salone degli Arazzi della sede RAI di Viale Mazzini a Roma, è stato coordinato dal Prof. Gianpiero Gamaleri e ha visto anche la partecipazione tra gli altri del Presidente RAI Anna Maria Tarantola, il Prof. Beniamino Caravita di Toritto ed il Prof. Antonio Catricalà:

Un equilibrio delicato - Videodocumentario

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Io penso che la Prof.ssa Garito abbia fatto benissimo a inviare un messaggio chiaro e diretto ai dirigenti Rai: molti aspetti del suo discorso concordano con una mia concezione del problema della televisione italiana che, secondo me, (forse) riesce ancora a soddisfare un target d'utenza dai cinquant'anni in su, ma si dimostra del tutto inadeguata per sia per la mia generazione (io ho 31 anni) sia per i più giovani. Nel fare questo discorso, non mi sto basando su statistiche precise come quelle che la Prof.ssa Garito ha citato, però non credo di sbagliarmi troppo.

A conferma dei dati riportati nell'intervento, vorrei sottolineare la dinamica con la quale la mia famiglia l'ha seguito con attenzione: nel canale Facebook di Uninettuno, un paio di giorni fa, è stato segnalato il video in questione, pochi minuti dopo ho letto tale segnalazione nella community studentesca (in cui la pagina Facebook dell'università è integrata), ho scaricato il video da Youtube, l'ho messo in una chiavina usb e l'ho guardato con la mia famiglia su un maxischermo che ho in casa. Questa è l'unica maniera intelligente con cui attualmente riesco a concepire l'uso del televisore, ovvero con la visione di contenuti scelti con attenzione e senza pubblicità, mentre quanto è attualmente propinato sia dalla Rai sia dagli altri canali solitamente ha la mia disapprovazione sia nei contenuti sia nel modo in cui gli stessi vengono veicolati. La mia opinione è che vengono spese ingenti e vistosamente eccessive risorse per trasmissioni di poco o nullo valore, per poi lasciare le briciole per tutto ciò che riguarda la cultura, l'educazione e lo sviluppo di cittadini consapevoli e realmente informati.

La mia posizione con la televisione è chiara e netta da anni: se dipendesse solo da me, a casa mia starebbe sempre spenta. Quando ho vissuto da solo e lontano dalla mia famiglia, per due anni in casa non avevo nemmeno il televisore, successivamente ne acquistai uno solo ed esclusivamente per collegarlo al computer e per vedere film su DVD.

Ad ogni modo, diversamente sia dai miei coetanei sia dai più giovani, non sono mai stato un grande frequentatore di Youtube e, diversamente dalla massa della gente, ho preso consapevolezza di tutta una serie di problematiche connesse ai social network più popolari, frutto anche di studio e di ricerche che ho documentato nella mia tesi di laurea, tali per cui già da molto tempo ho scelto di non avere un account né su Facebook né su Twitter. La mia è una posizione molto critica e radicale, che ho già argomentato in altri post.

Francesco Galgani,
22 maggio 2014

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