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Condivido quindi sono: rappresentare le emozioni o viverle?

I share therefore I am - Condivido quindi sono

Suggerisco uno sguardo alle mie slides su Solitudini e Contesti Virtuali, in particolare a quella intitolata: «Da "cogito ergo sum" a "communico ergo sum"».

Come ho scritto nella pagina di discussione delle slides, “Il nuovo modo di essere: “Condivido quindi sono”. Usiamo la tecnologia per definire noi stessi condividendo pensieri e sensazioni persino nel momento in cui li stiamo provando”. E' proprio così, siamo diventati abilissimi nel condividere le emozioni tramite la tecnomediazione... di contro, siamo meno abili nel viverle.

Essere passati da “Cogito ergo sum” a “Communico ergo sum” è un cambiamento paradigmatico forte... che può portare anche a cose assurde come quella ironicamente (ma non troppo) mostrata nella vignetta seguente, cioè la condivisione online, in tempo reale, di un'esperienza intima.

Credete che sia veramente fuori dal mondo una cosa del genere? Rispondo con un esempio altrettanto assurdo, ma reale: esistono applicazioni per smartphone, collegabili a un cardiofrequenzimetro, che mettono automaticamente su Facebook il tipo di allenamento fisico che una persona sta seguendo, il regime alimentare e, appunto, anche i battiti cardiaci durante l'allenamento. Se la strada è questa, allora la vignetta seguente è più reale di quel che sembri, purtroppo.

Vignetta umoristica: un uomo e una donna stanno facendo sesso, lui scrive su Facebook che sta facendo l'amore e lei clicca su Mi Piace

Francesco Galgani,
4 settembre 2014

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