Ogni essere umano vorrebbe mantenersi in buona salute, o almeno è auspicabile che abbia tale desiderio: salute psico-fisica e alimentazione sono strettamente correlate, ma spesso la ricerca di cibo è mossa più da fattori emotivi, relazionali e culturali che da una seria presa di consapevolezza di cosa comporti mangiare e bere in un certo modo piuttosto che in un altro. In questo blog, nella sezione Salute e Alimentazione, ho già toccato l'argomento da vari punti di vista: in questo articolo vorrei soffermarmi sulla tossicodipendenza creata e perpetuata dal consumo di dolciumi di vario genere, yogurt, gelati, merendine, cioccolata, biscotti, brioche, e un'infinità di altri prodotti contenenti zucchero raffinato (saccarosio) o dolcificanti artificiali (edulcoranti come aspartame, acelsufame K, ciclamato di sodio, saccarina, sorbitolo, maltitolo, mannitolo, isomalto, xilitolo e altri).
Si tratta di una questione dietro cui si celano interessi economici enormi, a scapito della salute delle persone.
Prima di tutto, una definizione: una tossicodipenza (dal greco: toxikon, "veleno") è una condizione caratterizzata dall’incoercibile bisogno di far uso continuato di sostanze psicotrope, cioè che agiscono sulle funzioni psichiche, senza alcun riguardo per il danno che ne deriva (Treccani). Il fatto che lo zucchero raffinato sia un veleno è già stato documentato, in questo blog, nell'articolo "Lo zucchero bianco è un veleno - Documentazione", a cui rimando. Le stesse considerazioni di velenosità sono estendibili a tutti i prodotti ottenuti con farine raffinate, come pane e pizza. Meno noto è che lo zucchero raffinato, presente nella quasi totalità dei dolciumi e in una grandissima varietà di prodotti dell'industria alimentare (persino nel sugo di pomodoro, controllare per credere), ha effetti sul cervello al pari delle droghe pesanti, come la cocaina, causando dipendenza cronica, problemi di astinenza (come nervosismo, ansia, difficoltà di concentrazione, tremori, ecc.) e, ovviamente, danni ingenti a livello di salute della popolazione (come carie, invecchiamento della pelle, obesità, malattie cardio-vascolari, diabete, ipertensione, malattie degenerative e tumori). Uno studio dell'Università di Princeton, nel New Jersey, ha infatti dimostrato che molti "golosi" sono in realtà tossicodipendenti, perché lo zucchero provoca dipendenza, come riportato nel dicembre 2008 da Repubblica e da Il Sole 24 Ore.
Come fa notare Debora Rasio, nutrizionista presso l’ospedale Sant’Andrea di Roma, nel suo articolo "Zucchero, droga legale?": «Lo zucchero è pervasivo, potente, distruttivo. E l'industria fa di tutto per non farcene accorgere. Perché dove lo aggiunge, lei vende di più. Facilmente, perché crea dipendenza. Il desiderio irrefrenabile di volerne ancora. Quando mangiamo lo zucchero o i carboidrati ad alto indice glicemico come la pizza, il riso, le patate e la pasta, il cervello va incontro a delle modificazioni uguali a quelle che si verificano dopo l’assunzione di droghe come la morfina o la cocaina. [...] Noi adulti abbiamo circa 5 grammi di zucchero che circola nel sangue. Dentro una lattina di una bibita gassata ce ne sono approssimativamente 35 grammi. Sette volte il quantitativo totale circolante. Cosa fa il fegato quando vede arrivare questa enormità di carburante? Lo trasforma in grassi. Dei più deleteri. E inizia il ciclo di reazioni avverse prima citate, in una catena straordinariamente lunga di reazioni avverse.»
Esistono rimedi naturali, come preparati erboristici, e indicazioni comportamentali che aiutano a ridurre e a guarire dalla dipendenza da zuccheri e, in generale, a migliorare il metabolismo e a regolare il senso di fame, ma prima di tutto serve la consapevolezza del problema e, se necessario, la forza di volontà di cambiare le proprie abitudini.
Un discorso a parte, ma doveroso, su tutti i dolcificanti artificiali, i cosiddetti "edulcoranti", utilizzati per dare il sapore dolce a bibite e cibi solidi senza apportare calorie, o comunque per apportarne in maniera ridotta: si pensi ad esempio alla Coca Cola Zero, recentemente pubblicizzata e attualmente venduta in Italia, che è dolcificata con ciclamato di sodio, proibito negli Stati Uniti già dal 1969 perché cancerogeno, con acesulfame K e aspartame (anch'essi cancerogeni). Per inciso, Report di Rai 3, il 29 aprile 2012, ha dedicato alla cancerogenità dell'aspartame un intero servizio, ancora visibile a questo link. Gli edulcoranti, quindi, sono tutto fuorché salutari e sono presenti in una grande varietà di prodotti alimentari, erboristici e farmacologici. A questo va aggiunto che gli edulcoranti, come la saccarina, creano dipendenza in maniera più forte della cocaina, come dimostrato da una ricerca del 2007 pubblicata sul Journal of Experimental Psychology: «Our findings clearly demonstrate that intense sweetness can surpass cocaine reward, even in drug-sensitized and -addicted individuals» (fonte).
Completa il quadro che tutto il cosidetto "cibo spazzatura" (hamburger, hot dog, carne grassa, lardo, salsicce, pancetta, formaggi, burro, panna, patatine fritte, bibite, dolciumi, ecc.) crea dipendenza in maniera simile alle droghe, come dimostrato dai ricercatori canadesi della University of Montreal e descritto nell'articolo "Cibo spazzatura dà dipendenza come le droghe".
Anche la cioccolata può creare dipendenza, innescando gli stessi meccanismi di ricompensa prodotti dagli stupefacenti, come descritto in un articolo su Repubblica.
Il mio auspicio è che sempre più persone abbiano il coraggio, la forza e la consapevolezza di mettere in discussione se stesse e le proprie abitudini alimentari, magari facendosi aiutare da un bravo medico.
Francesco Galgani,
26 dicembre 2015