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Identità e coscienza: perché il dibattito sul gender è una distrazione?

Equilibrio Celeste (Francesco Galgani's art, February 17, 2025)
(Equilibrio Celeste, February 17, 2025, go to my art gallery)

I miei lettori più attenti avranno notato che non parlo praticamente mai delle teorie gender, né a favore né contro. Anche quando gli eventi sociali hanno attirato discussioni per settimane sui social e nel mondo dell'informazione alternativa su questo specifico tema, ho trattato questi stessi eventi da una prospettiva diversa. Ad esempio, dopo le Olimpiadi di Parigi 2024, scrissi: «Quando l’inclusività esclude, come superiamo le logiche divisive?».

Spesso l'attenzione su certe questioni sociali è focalizzata sulle proprie reazioni emotive, che a livello politico si traducono nella tifoseria per una parte o per l'altra. Questo vale per tutto, comprese le questioni di genere. Aderire in maniera totalizzante all'una o all'altra narrazione scivola nel fanatismo e perde di vista il problema principale.

Se proprio volessimo parlare di genere, la mia prima osservazione sarebbe che in un individuo psicologicamente sano debbano coesistere parti maschili e femminili ben integrate tra loro, come dimostrato dall'anatomia del nostro cervello: l'emisfero sinistro maschile e destro femminile cooperano insieme e l'uno è indispensabile all'altro. Dal taoismo ci giunge un insegnamento simile: Yin femminile e Yang maschile coesistono in armonia, senza che l'uno o l'altro possano esistere di per sé.

La tripartizione Spirito maschile, Anima femminile e Mente che li unisce (indagata da Corrado Malanga) rappresenta un modello di equilibrio interiore per il raggiungimento di una Coscienza integrata, ovvero uno stato in cui gli opposti non sono in conflitto, ma collaborano per un'armonia interiore.

In Alchimia, il matrimonio mistico tra il Sole (maschile) e la Luna (femminile) porta alla Pietra Filosofale.

Jung adottò i termini Anima e Animus per indicare le immagini dell'anima corrispondenti alla controparte sessuale di ogni individuo: mentre con Anima identificò l'immagine femminile presente nell'uomo, con Animus l'immagine maschile nella donna.

Nell’Ayurveda le caratteristiche maschili e femminili non sono viste in modo rigido o duale, ma piuttosto come un continuum di energie complementari. Questo concetto è legato all’equilibrio tra le energie del maschile (Shiva) e del femminile (Shakti), che esistono in diverse proporzioni in ogni individuo, indipendentemente dal sesso biologico. A livello fisico e mentale, l’Ayurveda riconosce che ogni individuo è un mix unico di questi due poli energetici. Questa combinazione è influenzata dalla Prakriti (costituzione innata) e dalla Vikriti (stato di squilibrio attuale).

Ardhanarishvara è la meta mistica e dottrinale del Tantrismo, dove i poli maschile e femminile dell'essere umano e dell'universo si fondono e si completano.

Dopo tutte queste premesse, è giusto notare che ciascuno di noi è unico, irripetibile e indispensabile. Soprattutto, ciascuno di noi va bene così com'è. "Io sono OK, tu sei OK" (1969), è un libro dello psichiatra e psicoterapeuta Thomas A. Harris, che nel titolo riassume il nucleo del suo insegnamento.

Madre Natura ha collaudato e validato i suoi pensieri in miliardi di anni. Nessuno di noi ha avuto lo stesso tempo, per questo dovremmo essere molto cauti nel credere ad un'idea o ad un'altra. Rispetto a ciò che ho fin qui scritto, è per me di poco interesse la dialettica muscolare tra chi, come Trump, asserisce l'ovvia esistenza di due sessi biologici, e chi, come gli attivisti LGBTQIA2S+, presume che il numero di generi "percepiti" sia indeterminato.

Secondo me, l'una o l'altra posizione spostano entrambe l'attenzione dal problema principale: i rapporti umani si basano sulla sopraffazione dell'uomo sull'uomo, in una struttura gerarchica di potere e di soprusi, o si basano sulla cooperazione, sul sostegno reciproco, sulla filosofia dell'Ubuntu?

Che cosa ci rende umani? I greci antichi avevano diverse parole per indicarlo:

Eros (Ἔρως) – L’amore passionale, fisico e sensuale. È il desiderio erotico e la forza attrattiva che può essere sia creativa che distruttiva. Spesso associato al dio Eros, rappresenta il lato più istintivo e impulsivo dell’amore.

Philia (Φιλία) – L’amore fraterno, l’amicizia, il rispetto reciproco. È il tipo di amore che si prova per amici, compagni e anche tra membri di una comunità. Aristotele la considerava un legame essenziale per la società.

Agape (Ἀγάπη) – L’amore incondizionato, altruista, spirituale. È l’amore che dona senza aspettarsi nulla in cambio, spesso associato all’amore divino e alla compassione universale.

Storge (Στοργή) – L’amore familiare, l’affetto naturale tra genitori e figli, tra fratelli e anche tra persone che sviluppano un forte legame nel tempo.

Ludus (Λοῦδος) – L’amore giocoso, leggero, senza impegno, come la fase iniziale dell’innamoramento.

Pragma (Πράγμα) – L’amore maturo, pratico e duraturo, basato sull’impegno e sulla costruzione di un legame nel tempo. È il tipo di amore che caratterizza le relazioni di lunga durata e i matrimoni stabili.

Philautia (Φιλαυτία) – L’amore per se stessi. Può avere due forme: quella sana, che è l’autostima e il rispetto per sé, e quella negativa, che è l’egoismo e il narcisismo.

Mania (Μανία) – È un amore caratterizzato da gelosia, dipendenza emotiva e persino comportamenti distruttivi. È l’amore che può portare alla follia, da cui deriva il termine moderno "mania". Spesso è associato a una forma di Eros esasperato, che diventa incontrollabile e distruttivo.

Più tardi, i cristiani aggiunsero un'altra parola:

Caritas – Rappresenta l’amore disinteressato, universale e divino (come il greco Agape). È la forma più elevata di amore, che si manifesta attraverso la generosità, il sacrificio e l’aiuto al prossimo. Il termine deriva dal latino "carus", che significa "prezioso" o "costoso", indicando qualcosa di grande valore.

Quindi, abbiamo nove termini che in italiano si riducono ad una sola parola: "Amore". Quando l'amore è sano siamo umani, e disumani quando non lo è.

Tra tutte queste forme di amore, Eros merita una trattazione a parte. In senso più ampio, è la forza vitale che ci muove, ci entusiasma e accende la nostra energia. Questo è in linea con una visione più filosofica e psicoanalitica dell’Eros greco, che non si limita solo all’attrazione sessuale ma comprende anche il desiderio di vita, di creatività e di espansione.

Platone, nel Simposio, lo descrive come una tensione che ci spinge verso il bello, la conoscenza e l’elevazione spirituale. Anche Freud riprende questo concetto, parlando di Eros come la pulsione di vita, contrapposta a Thanatos (la pulsione di morte).

In questa prospettiva, un bambino è più "erotizzato" di un anziano non nel senso sessuale, ma perché ha una maggiore apertura alla vita, al gioco, alla scoperta, alla curiosità. Ha una carica energetica e vitale più intensa.

Allo stesso modo, certe esperienze, idee o situazioni ci "erotizzano" nel senso che ci appassionano, ci accendono, ci danno energia, mentre altre ci spengono o ci lasciano indifferenti.

Il problema è che viviamo in un mondo all'incontrario. L'onnipresente pubblicità, la televisione, i social e la scuola sovente fanno in modo che a erotizzarci siano le cose che più ci fanno male, e de-erotizzano le cose che ci fanno bene, quelle sane e utili per noi sia come individui che come comunità.

Eros è il motore della nostra esistenza, ma invece di andare verso l'unione delle nostre anime e delle nostre forze ci facciamo la guerra. La società ci insegna a odiare noi stessi e gli altri. Questi sono i veri problemi, tutto il resto sono distrazioni.

(17 febbraio 2024)

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