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Pillole di Psicologia - Darsi dei limiti = Darsi pace?

In questa piccola pillola di Psicologia, vorrei dedicare alcune parole riguardo al fatto che “darsi dei limiti” significa anche “darsi pace”.

In realtà nessuno di noi sa realmente quali siano i propri limiti in senso assoluto, in base al principio che “tutto sembra impossibile finché non viene realizzato”. Non è una questione di porsi dei limiti per non affrontare con coraggio le sfide e le opportunità della vita, è invece questione di darsi interiormente il permesso adulto e consapevole di “essere ok” così come siamo. Quando c’è una profonda accoglienza di noi stessi così come siamo, allora possiamo anche tirare fuori – con saggezza – il coraggio di fare ciò che sentiamo giusto e adeguato in base alle circostanze. Ciò richiede un atteggiamento fondamentalmente non giudicante e fiducioso nella vita.

Un importante atto di coraggio è anche quello di riconoscere l’esistenza di un limite, qualunque esso sia. Questo limite è ciò che ci rende umani e la pace sta proprio nell’accogliere con gratitudine la vita così com’è, con quello che siamo e per quello che abbiamo.

Darsi un limite significa, quindi, non solo darsi il permesso di “essere ok” così come siamo, ma anche il permesso di “essere felici e a proprio agio” nel qui ed ora (guardando al mondo come a un regalo gradito piuttosto che rifiutarlo come se fosse un inferno). Questi due sono i permessi fondamentali. Quando l’“Io adulto” sa darsi questi permessi, probabilmente è già abbastanza maturo da concedersi anche altri permessi, tra cui:

- discernere autonomamente, valutare, fare scelte;
- percepirsi e darsi credito come “grande e autonomo” e, al tempo stesso, “essere visto”, cioè riconosciuto e rispettato dagli interlocutori;
- darsi le proprie regole e costruire la propria etica, al di là delle regole apprese da bambini e delle pressioni sociali che ci accompagnano per tutta la vita;
- ribellarsi (possibilmente con intelligenza e saggezza) a ciò che è percepito come ingiusto o comunque non adeguato o rispettoso di sé;
- poter sbagliare, poter cambiare idee, stile di vita, comportamenti;
- potersi realizzare;
- poter dire di “no”;
- poter continuare a crescere e a svilupparsi per tutta la vita;
- potersi riposare;
- eccetera.

Se l’“Io” è davvero adulto e maturo, riconosce questi permessi anche alle altre persone e al contempo considera l’interazione con “l’altro diverso da sé” come fondamentale per la propria crescita e per un continuo cambiamento e arricchimento che non vuole bloccare.

Con queste premesse, chi sa darsi dei limiti davvero semina pace interiore e coesistenza pacifica e armoniosa.

Il più grande nemico di tutto ciò è un sentimento di fondo di “non sentirsi ok”, tale sentimento è un demone che ha comunque anche una funzione positiva. Il suo scopo, infatti, è quello di metterci continuamente di fronte alla scelta di credere alle critiche dell’oscurità giudicante o a quella di aver fede nella propria scintilla divina. Tale demone svolge una funzione positiva se la scelta è quella di amarci.

(22 luglio 2021)

Un suggerimento di lettura: “Io sono ok, tu sei ok – Guida all’Analisi Transazionale”, di Thomas A. Harris, editore BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2013 (traduzione e riedizione del saggio originale pubblicato negli Stati Uniti nel 1969).

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