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Epidemia di solitudine e di sfiducia?

La solitudine è l'unica malattia di cui l'anima può ammalarsi? Mi riferisco a questa frase: «[...] Può sembrare assurda quanto mai incredibile questa affermazione ma anima soffre di una malattia vera e propria. L’unica malattia che affligge o che può affliggere anima è la solitudine. [...]» (fonte)
Solitudine e sfiducia vanno insieme e lasciano tutte le porte aperte ai peggiori demoni?
Come si guarisce dalla solitudine?

Vorrei riportare la notizia seguente senza ulteriori commenti. Al massimo, suggerisco di confrontarla con:

fonte: LaStampa.it, 4 febbraio 2021, prima pagina

Giovani, “sei adolescenti su dieci vittime di bullismo o cyberbullismo”. Le ragazze terrorizzate dal Revenge porn

L’indagine di «Terre des Hommes»: il 93% dei giovani fra 13 e 23 anni si sente solo, e con l’emergenza Covid la percentuale è cresciuta

ROMA. Il 61% dei giovani afferma di essere vittima di bullismo o di cyberbullismo, e il 68% di esserne stato testimone. Sei adolescenti su 10 dichiarano inoltre di non sentirsi al sicuro online: per le ragazze, in particolare, l'incubo maggiore è il Revenge porn (52,16%). Bullismo o cyberbullismo sono considerati in questo momento per gli adolescenti la minaccia più temuta dopo droghe e violenze sessuali. Nell'anno del Covid-19, inoltre, il 93% degli adolescenti afferma di sentirsi solo, con un aumento del 10% rispetto al 2019.

E’ la fotografia tracciata dll'Osservatorio Indifesa 2020 di «Terre des hommes» e «Scuolazoo», diffusi in vista della Giornata Internazionale contro il Bullismo (in programma domenica 7 febbraio) e del Safer Internet Day. L'aumento della solitudine è ancora più significativo - viene fatto notare nel rapporto - se si pensa che la percentuale di chi ha indicato di provare solitudine «molto spesso» è passata dal 33% a quello che viene definito un «drammatico 48%».

I dati sono stati raccolti grazie alle risposte date da 6.000 adolescenti dai 13 ai 23 anni di tutta Italia. Ragazzi e ragazze esprimono sofferenza per episodi di violenza psicologica subita da parte di coetanei (42,23%) e in particolare il 44,57% delle ragazze segnala il forte disagio provato dal ricevere commenti non graditi di carattere sessuale online. Dall'altro lato l'8,02% delle ragazze ammette di aver compiuto atti di bullismo, o cyberbullismo, percentuale che cresce fino al 14,76% tra i ragazzi.

Tra i partecipanti alla rilevazione 6 su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro online. Sono le ragazze ad avere più paura, soprattutto sui social media e sulle app per incontri, lo conferma il 61,36% di loro. Tra i rischi maggiori sia i maschi sia le femmine pongono al primo posto il cyberbullismo (66,34%). A seguire, per i maschi, spaventa la perdita della propria privacy (49,32%), poi il Revenge porn (41,63%), quindi il rischio di adescamento da parte di malintenzionati (39,20%), lo stalking (36,56%) e le molestie online (33,78%). Dopo il cyberbullismo, l'incubo maggiore per le ragazze è il Revenge porn (52,16%) insieme al rischio di subire molestie online (51,24%) l'adescamento da parte di malintenzionati (49,03%) e la perdita della propria privacy (44,73%).

Un adolescente su 3 conferma di aver visto circolare foto intime sue, o di amici, sui social network. Quasi tutte le ragazze (95,17%) sostengono che vedere le proprie foto/video hot circolare senza il proprio consenso online, o su cellulari altrui è grave quanto subire una violenza fisica. La percentuale scende leggermente per i ragazzi (89,76%). Persistono, anche se minoritari, vecchi pregiudizi da sconfiggere: il 15,21% dei ragazzi etichetta come «ragazza facile» quella che decide di condividere foto o video a sfondo sessuale con il/la partner. Mentre per le ragazze questo è vero per l'8,39% dei casi.

«Questi dati – afferma Paolo Ferrara, direttore generale di “Terre des Hommes” – destano allarme e ci dicono come gli effetti della pandemia e i drastici cambiamenti che questi hanno portato nella vita dei ragazzi siano già oggi drammatici. L'isolamento sociale, la didattica a distanza e la perdita della socialità stanno provocando una profonda solitudine e demotivazione ma anche ansia, rabbia e paura».

Finalmente – sottolinea Ferrara, riferendosi in particolare al Revenge porn – «la legge n. 69/2019 ha disciplinato questa fattispecie come reato, ma non possiamo abbassare la guardia sugli aspetti educativi: il Revenge porn sottintende il tradimento di un rapporto di fiducia ed è fondamentale ribadire che non possono essere ammessi atteggiamenti ambigui o colpevolizzanti nei confronti delle vittime».

 

 

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