Qui c'è molta paura, molta.
Momenti di tensione infiniti, e sono sempre più forti.
Molta paura non solo per se stesse, ma anche per i figli, per il lavoro, per il giudizio altrui, per ogni necessità quotidiana.
Se prima si temeva poco, credendo che fosse comunque "gestibile", oggi si teme quel che ancora non si conosce, ma che potrebbe accadere. Non sappiamo cosa può portare.
Non si sa neanche come può andare a finire. Se ogni richiesta di aiuto è bloccata, e ogni sgarro potrebbe diventare un omicidio o quasi, dove stiamo andando? Cosa può succedere?
Noi esseri umani, quando ci muoviamo con la paura, andiamo sempre in una direzione sbagliata, soprattutto in una direzione violenta. E' la danza di vittima e carnefice, anzi, il sabba di chi ci odia, con noi al centro.
La "strategia della paura" è la "strategia dei perdenti" in senso totalizzante. E' la strategia di disgregazione dell'anima e della famiglia. Bisogna riconoscere il nostro "nemico" per quello che è, e aver ben chiaro chi sia. Su questo c'è spesso confusione, anzi, illusione che non ci sia un nemico, ma solo nostri errori.
Ecco un prontuario per provare a riconoscere le frasi "esteriori" del nemico:
- Non sai fare niente.
- Tu non vali niente.
- Non sei abbastanza sensibile, non hai affetto, non mi capisci.
- Perdo la pazienza perché ti amo.
- Non succederà più.
- Sei tu il problema.
- Guarda cosa mi hai fatto fare.
- Vergognati.
- Di' che sei caduta dalle scale.
- Mi perdoni?
- Ti insegno io a stare al mondo.
- Non lo farò più.
- Sei cretina.
- E' successo solo una volta.
- Sei tu che mi porti a fare questo.
- Con le buone non capisci.
- Sei volgare.
- Sei tu che mi hai raggirato.
- Ti inventi le cose, non è vero niente.
Certo, dipende dal contesto il senso e il peso di ogni frase, ma il significato complessivo è chiaro.
Il vero problema, però, non sono queste frasi "esteriori", cioè pronunciate da chi si sente di poter gestire la vita altrui, ma le frasi "interiori". Se dentro di noi, la nostra voce "interiore" ci muove accuse simili, è come aver ingerito un veleno.
Questo veleno può essere recente o, come spesso accade, venire da assai lontano, dalla fanciullezza in poi. E' l'ora di iniziare a disintossicarsi. E di parlare con chi ha orecchie e cuore per ascoltare.
Non dobbiamo seguire la strategia del nemico, che è quella della paura.
Se un essere umano è adulto e comprende, ma non sa controllare se stesso e agisce causando danno, non va assecondato. E nemmeno ascoltato, perché costruisce le sue narrazioni con una fantasia assurda, abile nel capovolgere la realtà.
La lingua batte sul tamburo, ma le voci sono quelle diffuse dal nemico.
Se altri si fanno facilmente ingannare, anzi, "vogliono" essere ingannati perché a loro piace credere così, allora... sono liberi di andarsene per la loro strada, con il loro lavaggio del cervello senza fatti, senza evidenze, senza nulla. Sono solo cattiverie.
Amore e verità stanno insieme. Chi ti ama, non crede alle cattive voci.
E' l'ora di sostituire la strategia della paura con quella del coraggio e della saggezza.
E' inutile elemosinare amore dove non c'è, questo crea solo danni su danni.
Vai oltre.
Nota finale: migliorare certe situazioni non richiede solo coraggio, ma anche dolore e conoscenza. Avvocati, assistenti sociali, psicoterapeuti, medici e altre figure professionali solitamente hanno una visione più ampia e più esperienza di chi si trova in mezzo ai problemi. Chi non chiede, non sa. Chi non cerca, non trova.
(29 dicembre 2024)