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Fare la propria parte per cambiare il mondo

Di solito le persone non cambiano se stesse di una virgola in base alle informazioni ricevute, ma adattano la propria visione della realtà in base alle comodità immediate, alle necessità contingenti, alle mode e ad altri stimoli endogeni ed esogeni.

Noi siamo inseriti in una società che vuole solo ed esclusivamente consumatori stupidi, ignari delle conseguenze del proprio agire. Tutto il mondo mediatico e della ricerca scientifica è asservito a tale logica, fatte salve rare eccezioni.

Il mio blog e il mio agire sono un piccolo tentativo di andare oltre tale logica perversa. Alcune mie scelte estremistiche non sono facilmente comprensibili nella loro profondità (alimentazione vegana, uso esclusivo del software libero, rifiuto dell'uso della telefonia mobile e dei social network, e tante altre...), ma da un'attenta lettura degli articoli che pubblico è evidente una logica di fondo, coerente e riflessiva, che ha come finalità ultima sia il benessere individuale, sia quello sociale.

Siamo nell'era della tecnologia e della scienza asservite al marketing, alla politica, al far soldi, alla guerra... in poche parole, asservita a ledere la dignità della vita. Anche le tecnologie più apparentemente innocue e diffuse nascondono pericolose insidie, dagli smartphone (che in un futuro sempre più vicino saranno lo strumento di dominio totale, insieme ai social network, su ogni singola persona, oltre che fonte di tumori e di soppressione di molte libertà grazie a tecnologie sempre più proprietarie e chiuse), agli OGM (organismi generatori di malattie e di povertà, come insegna la cosiddetta "economia dei suicidi" della Monsanto in India), a mille altre diavolerie piccole e grandi in nome del progresso scientifico (la storia di Hans U. Hertel e della ricerca sui forni a microonde ha insegnato qualcosa?). Il futuro di Internet, strappato dai suoi fondamenti originali di libera condivisione in nome del business di poche multinazionali, è tutt'altro che roseo: cosa succederebbe se la connettività a Internet fosse fornita da chi ha un esplicito interesse economico a fare in modo che i contenuti e i servizi che transitano tramite Internet siano i propri? Ci credereste ancora alla neutralità della Rete? E' esattamente quello che sta per accadere: mi riferisco a Google e al progetto di quattromila satelliti per erogare connettività a Internet (magari controllando ancora di più tutto e tutti, viste le collaborazioni tra Google e NSA). E cosa dire dei beacons, associati agli smartphone, in grado di controllare con la massima precisione ogni nostro spostamento anche in ambienti chiusi, che associati agli smartphone e ai big data permettono di sapere vita, morte e miracoli di ogni persona, sorvegliandola costantemente? «But the spread of beacon technology to public spaces could turn any city into a giant matrix of hidden commercialization — and vastly deepen the network of surveillance that has already grown out of technologies ranging from security cameras to cell phone towers». Presto i beacons saranno anche nei supermercati italiani.

Quanto ho scritto fin qui son solo esempi, non entro nel merito dell'orrore dei droni militari e di ogni altra tecnologia utilizzata per uccidere, nonché di quanto di vergognoso è stato fatto all'umanità in quest'ultimo secolo. Oggi si parla tanto di terrorismo: la mia impressione è che più panico e paura viene creata, maggiormente le persone saranno disposte a rinunciare ai propri diritti in nome di una presunta e falsa maggiore sicurezza (a tal proposito, si veda "Terrorismo = Occasione politica per togliere diritti e sorvegliare ogni singolo cittadino?"). Il discorso sarebbe molto lungo e molto più ampio rispetto ai piccoli esempi che ho fatto.

Ma tutto dipende da noi. Le nostre scelte possono cambiare il destino nostro, della nazione e anche dell'intera umanità.

Io da solo non posso salvare il mondo dai suoi disastri, ma se non facessi alcun tentativo in tal senso, anche con piccole ma significative scelte quotidiane che richiedono una grande forza di volontà, mi renderei colpevole di aver sprecato la mia vita. Uno spot televisivo ideato da un sociologo brasiliano si apre con le immagini di un vasto incendio nella foresta. I grandi animali, i giaguari, le scimmie e altri scappano davanti al fronte del fuoco, ma a un certo punto si vede un minuscolo colibrì che va nella direzione opposta, con il suo beccuccio pieno d’acqua. I grandi animali gli dicono: "Dove corri, c’è l’incendio, scappa via", ma lui risponde: "Io faccio la mia parte". L'idea è proprio questa: fare la propria parte, che non è scritta in alcun posto, ma è la capacità di cogliere quello che la vita ci propone e rispondere. Non ci dobbiamo far paralizzare dal fatto che la realtà è troppo grande per poter essere cambiata.

Buona vita,
Francesco Galgani,
22 gennaio 2015

 

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