You are here

La domanda giusta: «Cui prodest?», «A chi giova?»

Dovremmo chiederci a chi giovano le informazioni che riceviamo. Perché vengono messe in luce certe notizie e trascurate altre? E perché si preferisce una determinata interpretazione della realtà rispetto ad altre?

Non è mai prudente accettare acriticamente ogni parola che ci viene trasmessa, indipendentemente dalla fonte. Sia i giornali che la televisione, insieme ai principali social network, fungono da strumenti per i potenti, diffondendo una narrativa specifica e idee particolari. Ma anche la cosiddetta controinformazione o informazione "libera" può veicolare visioni del mondo non necessariamente migliori.

Inoltre, dove si trova una parte di verità, c'è anche una parte di menzogna, e viceversa. Le informazioni raramente, per non dire mai, sono completamente veritiere o completamente false. Per complicare ulteriormente la situazione, i proiettili informativi di verità parziali o menzogne parziali che ci vengono sparati contro possono celare tranelli complessi da intuire e svelare. Ad esempio, una menzogna può essere usata per mascherarne un'altra, così che, una volta scoperta la prima, si possa cadere ingenuamente nella seconda. Oppure, focalizzare l'attenzione su una questione specifica può servire a distoglierci da altre più rilevanti. Ancora, l'uso di un linguaggio divisivo mira solo a provocare conflitti tra di noi, facilitando il sadismo degli oppressori.

La scelta delle parole non è mai casuale, in quanto la nostra percezione della realtà è delimitata dal nostro vocabolario. Ogni nuovo concetto genera una nuova realtà, e l'inversione di significato delle parole, pratica tanto cara ai manipolatori del dibattito pubblico, distorce la nostra percezione delle cose e persino di noi stessi. Ogni termine proibito o imposto dai dominatori del discorso plasma la nostra realtà a loro vantaggio.

Ogni semplificazione è una forma di inganno. Qualsiasi narrazione che spieghi con coerenza e chiarezza dall'inizio alla fine come stanno le cose è nemica della realtà, perché il mondo in cui ci troviamo non è mai semplice, coerente o univoco. Elementi contrapposti coesistono sempre e si sovrappongono. Interpretazioni diverse della realtà, che sembrano escludersi a vicenda, sono tutte altrettanto valide, poiché ciascuna coglie un aspetto diverso, ignorando il suo opposto. La realtà è intrinsecamente contraddittoria.

Quando affermo che non dovremmo credere ciecamente a ogni parola, intendo suggerire che l'approccio più prudente potrebbe essere quello di mantenere una sana dose di scetticismo, ricordando che non esistono fatti assoluti, ma solo interpretazioni. Come reazione consapevole alle informazioni che riceviamo, lasciamo che il seme del dubbio, sintetizzato dalla domanda «Cui prodest?», «A chi giova?», germogli dentro di noi. In tal modo, nessuna narrazione semplificatrice che divide il mondo in buoni e cattivi, giusto e sbagliato, vero e falso, troverà facile presa su di noi. Potremmo anche scoprire che i presunti "buoni" e "cattivi" stanno semplicemente recitando un ruolo prestabilito all'interno di un teatro infernale costruito a nostro danno.

(7 gennaio 2024)

Classificazione: