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Il ruolo del "capitale sociale" nei disastri che colpiscono un intero territorio

Vorrei proporre una riflessione sul concetto di "capitale sociale" e su come esso si traduca nella realtà quotidiana, specialmente quando capitano problemi molto seri. Farò riferimento all'alluvione che ieri ha colpito le Marche e che sicuramente avrà effetti nel lungo periodo, ma ovviamente le stesse considerazioni sono estendibili a eventi analoghi.

Come ha scritto Daisaku Ikeda nella Proposta di Pace 2014, nella sezione "Creazione di valore di persone che lavorano insieme per risolvere problemi":

«Il secondo aspetto della creazione di valore che desidero considerare è come essa porti le persone a unirsi per risolvere i problemi. Nel recente progredire della ricerca sulla natura della resilienza, è diventata più chiara l'importanza di un certo numero di fattori. Zolli e Healy ad esempio descrivono così le loro conclusioni: «Le comunità resilienti spesso si sono basate [...] su reti informali, radicate in una profonda fiducia, per affrontare e sanare il disordine. Gli sforzi intrapresi per imporre la resilienza dall'alto spesso falliscono, ma quando quegli stessi sforzi sono parte integrante delle relazioni che mediano la vita quotidiana delle persone, la resilienza può fiorire».
La difficoltà comunque è la costante erosione del capitale sociale, il tessuto intrecciato delle relazioni umane, perché è questo tessuto che costituisce il luogo necessario per sviluppare reti di rapporti radicati nella fiducia profonda che media l'esistenza quotidiana delle persone. Esso svolge la funzione cruciale di "cuscinetto", senza il quale gli individui risultano direttamente esposti all'impatto delle varie minacce e sfide che la società nel suo insieme si trova ad affrontare. Se manca questo capitale sociale, le persone sono costrette ad affrontare quelle stesse minacce in una condizione di isolamento, che si tratti di un allontanamento dovuto alla disperazione o alla ferrea determinazione di dare priorità al benessere personale.»

(vedi testo integrale in inglese - Traduzione di Cristina Proto, pubblicata su Buddismo e Società 164)

Per inquadrare il concetto nei fatti odierni, riporto qui di seguito un post e relativa risposta scambiati all'interno della comunità studentesca della mia università, e in calce alcune riflessioni di studiosi in merito sul capitale sociale, con links per approfondimenti:

«Stasera sto pensando a tutti coloro che stanno vivendo sulla propria pelle i disastri dell'alluvione odierna: con questo messaggio, provo ad esprimere la mia vicinanza. Ho amici cari a Senigallia, la città più colpita, e ho visto su Internet i vari video che documentano la situazione.

Vorrei condividere un pensiero: per affrontare le sfide e anche le tragedie di questi disastri, la fiducia e la collaborazione tra noi persone comuni sono un grande e insostituibile aiuto. Questi eventi sono un'occasione per tirar fuori la propria umanità e fare qualcosa di importante insieme agli altri. Sono anche un'occasione per tutti per riflettere sull'importanza del capitale sociale, che è il tessuto intrecciato delle relazioni umane.»

Francesco Galgani, 3 maggio 2014

«Carissimo Francesco, condivido il tuo scritto e aggiungo che i fatti odierni come l'alluvione di Marche e altri territori sono momenti che ci portano dritti dritti a dare il significato di VITA e poi di tutti altri significati come libertà, responsabilità sociale, informazione vera ed inoltre una cosa da condividere:
nel momento dei fatti che colpiscono interi territori entra la condivisione, la collaborazione, la rinascita etc etc.
Creare valore equivale a rendersi conto che la vita è da rispettare e quindi tutto il resto è di contorno.
Il fatto di rinascere dopo i disastri o eventi brutti fa di ogni persona soggetto pensante e portatore responsabile di umanità nel territorio in cui vive.
Quando partiremo tutti insieme sicuramente perderà di importanza il potere, il dominare, l'arroganza, l'egoismo, il significato di denaro.
L'importante è la consapevolezza del "tutto dipende da noi" e da ciò che facciamo nel quotidiano.
La vita registra e non può essere paragonata ad un flash documento e proiettato in un qualsiasi social network, anzi la vita è un documento che tiene conto senza documentare ma fa vedere gli effetti in ogni istante della nostra vita

Marta Pecci, 4 maggio 2014


Il capitale sociale

Il capitale sociale si riferisce a quei beni intangibili che hanno valore più di ogni altro nella vita quotidiana delle persone: precisamente, la buona volontà, l'appartenenza ad organizzazioni, la solidarietà e i rapporti sociali tra individui e famiglie che compongono un'unità sociale.
Se una persona entra in contatto con i suoi vicini, e questi a loro volta con altri vicini, si determina un'accumulazione di capitale sociale.
(Judson Hanifan, 1916)

Banfield definisce l’Amoral familism per spiegare il mancato sviluppo del Mezzogiorno italiano.
Secondo l'autore, l'arretratezza economica dell'Italia meridionale era dovuta all'incapacità dei cittadini di agire insieme per il bene comune e, più in generale, per qualsiasi fine che trascendesse l'interesse immediato del proprio nucleo familiare.
(Edward C. Banfield, 1958)

Il capitale sociale è la somma delle risorse, materiali o meno, che ciascun individuo o gruppo sociale ottiene grazie alla partecipazione a una rete di relazioni interpersonali basate su principi di reciprocità e mutuo riconoscimento.
(Pierre Bourdieu, 1980)

Per approfondimenti sul concetto di capitale sociale:
http://w3.uniroma1.it/cecchi/uno.ppt
http://it.wikipedia.org/wiki/Capitale_sociale_%28sociologia%29
http://docenti.unimc.it/docenti/alessia-bertolazzi/2010/sociologia-2010/Capitale%20Sociale.ppt/at_download/file

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