In questo blog ho trattato più volte di alimentazione da molteplici punti di vista. Ormai, come individui e come specie, non ci rimane più molto tempo per fare l'unica scelta sensata per salvare sia noi stessi, sia l'intero pianeta, da un'apocalisse certa dovuta alle nostre abitudini alimentari. Non possiamo aspettare vent'anni... o cambiamo abitudini scegliendo una dieta non-violenta e compassionevole, astenendoci dalle brute barbarie a cui la nostra società ci ha abituati, o periamo. Come già segnalato dal documentario "Cowspiracy", l'alimentazione onnivora occidentale sta distruggendo l'unica Terra che abbiamo, a causa di un impatto ambientale insostenibile, devastante e folle, peggiore di quello causato da tutte le altre attività umane messe insieme (sfruttamento dei combustibili fossili compreso); a ciò andrebbero aggiunte le molte malattie conseguenti al consumo di animali e loro derivati, compresi tumori, come segnalato dal documentario "Un equilibrio delicato". Non c'è giustificazione, e tutto questo ha un prezzo altissimo da pagare: stiamo barattando il nostro futuro e creando sofferenza e morte senza fine... in cambio di cosa, della nostra complicità con un sistema criminale?
Se mangi carne, pesce, latte, uova o derivati perché ti piacciono, pensi davvero che appagare la tua lingua vale più della tua vita e di quella di tutti noi? Se non l'hai ancora visto, ti consiglio di vedere il documentario in calce, dura 30 minuti e affronta la questione da molteplici punti di vista: inizia con un'intervista ad uno chef di un famoso ristorante, proseguendo poi con una nota atleta, una mamma vegan, una nutrizionista, una deputata, un direttore e un consulente di un'azienda agricola senza animali, ambientalisti, una ricercatrice, un autore e poeta. Tutti spiegano, con dati interessanti ed esempi personali, come la scelta vegan sia vincente da tutti i punti di vista e come da essa dipenda il nostro futuro. Chi è vegan non si priva di nulla, ma ha anzi tanto da guadagnare.
Ricordo ai miei lettori l'esistenza di Famiglia Veg, già segnalata in questo blog nell'articolo "Bambini vegan in aumento, ma professionisti non aggiornati", costituita da professionisti competenti in nutrizione a base vegetale, con particolare attenzione alle mamme in dolce attesa e ai bambini e con ambulatori in molte parti d'Italia (la rete si sta espandendo), e il video "Bambini Vegani Meravigliosi", nato dal desiderio di mostrare una realtà in contrasto con l'informazione distorta che ultimamente è circolata, basata non su dati di fatto, ma sulla voglia di pettegolezzi e di "scandali".
«Così come abbiamo cercato di porre fine al razzismo e al sessismo, possiamo anche provare a far finire lo specismo.
Gustarsi un'alimentazione a base vegetale e uno stile di vita vegan sono la protesta fondamentale contro lo sfruttamento animale. Significa agire ogni giorno per ridurre la sofferenza animale e la morte, attraverso la diminuzione della domanda di tutti i prodotti animali.
Non mi piace guardare i documentari sulla crudeltà verso gli animali, ma se li guardiamo, assieme possiamo fare la differenza. Possiamo essere più efficaci sapendo cosa accade, possiamo far cambiare le cose.
Con tutte le informazioni disponibili sulla compassione, sulla nostra salute, sull'ambiente, l'inquinamento delle acque, il sostegno ai paesi in via di sviluppo, la sicurezza alimentare, l'aumento della popolazione, la sostenibilità, la foresta pluviale... quando la gente chiede: "Perché sei vegan?", la domanda forse dovrebbe essere: "Perché tu non lo sei?!"»
(tratto dal documentario qui sotto riportato)
Sotto il documentario seguente, intitolato "Facciamo il collegamento", ho inserito due articoli di Marina Berati, tratti da AgireOra.org.
Fonte: http://www.tvanimalista.info/video/scelta-vegan/facciamo-il-collegamento/
Produttore: https://www.vegansociety.com/, anno 2010
La presa in giro degli allevamenti 'cruelty-free'
di Marina Berati
fonte: http://www.agireora.org/vegan/allevamento-cruelty-free-3028.html
Ho sotto gli occhi un articolo del sito ANSA intitolato "Cruelty free, cresce l'allevamento etico e conquista i consumatori consapevoli" (no, non metto il link, meno si linkano articoli del genere meglio è), che fin dal sottotitolo mette in risalto la contraddizione in termini di "senza crudeltà" e "allevamento". Esso recita: "Con-vivere: uomo, animale, ambiente in una società che (finalmente) cambia".
"Con-vivere"? Chiamiamolo con-morire, piuttosto. Solo che invece chi muore sono solo gli animali, non noi. Non mi risulta che lo scopo dell'allevamento sia quello di far vivere gli animali, ma quello di ucciderli per la vendita in macelleria. E ancora: una società che finalmente cambia? Proprio no, una società che rimane la stessa, basata sulla violenza sugli animali indifesi, uccisi per futili motivi (usare i loro corpi come ingredienti in cucina anziché usarne altri che non comportano la morte di nessuno).
Una presa in giro
Si definiscono cruelty-free o addirittura "allevamenti etici" (ma lo conoscono il significato delle parole, questi individui?), con tanto di "Associazione Allevamento Etico" che chiede donazioni sul proprio sito (sì, arrivano a tanto). Ma si tratta di allevamenti la cui unica differenza con quelli intensivi è un maggior spazio per gli animali, lasciati a pascolo per parte dell'anno, il minor consumo di farmaci e di prodotti chimici, trasporto al macello di breve durata. E ben poco altro.
Quello che non cambia è che l'animale viene usato come un oggetto, viene ucciso, fatto a pezzi e venduto. E questo sarebbe "etico"? E' palese che si tratti di una presa in giro, ma non sono tanto gli allevatori e promotori di questo commercio che prendono in giro i clienti, quanto i clienti che vogliono prendere in giro se stessi e sono grati a chi dà loro la possibilità di mangiare, esattamente come prima, animali ammazzati, ma sentendosi tanto buoni e puri, tanto etici, tanto "senza crudeltà". Far del male con la coscienza pulita, insomma.
Bisogno di ripulirsi la coscienza
Evidentemente questo bisogno esiste, è sentito, se ci sono persone che sono disposte a pagare di più per il loro pezzettino di cadavere nel piatto. Ma queste persone dovrebbero capire che la loro coscienza è sporca tanto quanto prima. Hanno causato la morte di animali che sono del tutto uguali ai nostri cani e gatti di casa: se li trattiamo bene e con rispetto, ma poi li portiamo al macello, li facciamo uccidere, squartare e ce li portiamo allegramente a casa per cucinarli al forno, abbiamo compiuto una bella azione "senza crudeltà"? Ci siamo comportati in modo "etico"? No, certo. Ci siamo comportati in modo orribile. E allo stesso modo, signori, vi state comportando con le mucche, i maiali, le galline, i conigli, le pecore e qualsiasi altro animale voi diate mandato di allevare e ammazzare.
La vostra coscienza rimane sporca, insozzata dal sangue di questi animali.
C'è poi chi lo fa non per una malinteso senso dell'etica, ma solo illudendosi di far bene alla propria salute, o di impattare di meno sull'ambiente: ma bisogna disilludere pure loro, ahimè.
Per quanto riguarda la salute, la presenza di sostanze chimiche e farmaci nelle carne è solo una parte dei problemi: la questione principale è che la carne di qualsiasi animale (pesci inclusi) non è un cibo adatto all'organismo umano e quindi il consumo abituale (per non parlare di quello quotidiano) di tale "ingrediente" aumenta la probabilità dello sviluppo di malattie degenerative, cancro incluso. Non ha alcuna importanza come l'animale sia stato allevato, da questo punto di vista.
Per quanto concerne l'ambiente, infine, gli allevamenti a pascolo non hanno un impatto minore, ma maggiore, perché il terreno occupato aumenta, rispetto agli allevamenti intensivi, mentre non esiste nessun'altra risorse che viene "risparmiata", se non le sostanze chimiche, che però costituiscono solo una piccola parte dell'impatto ambientale degli allevamenti. se di carne se ne consuma meno (perché più costosa), allora sì, si peserà di meno sull'ambiente, ma solo perché se ne consuma di meno, non perché provenga da quel tipo di allevamento.
Meglio smettere di nascondersi dietro un dito...
... e guardare in faccia la realtà: l'unico modo per essere etici, rispettosi degli animali, e al contempo salvaguardare l'ambiente e la nostra salute, consiste nel non consumare per nulla i prodotti animali. Carne, pesce, latticini e uova.
Il resto, è una presa in giro. Auto-inflitta o meno che sia.
E se non c'è nulla di male a prendere in giro se stessi, quando a farne le spese siamo solo noi, così non è quando c'è in gioco anche la vita degli altri. Abbiate l'onestà intellettuale di ammettere che non c'è nulla di etico e di cruelty-free nell'ammazzare esseri senzienti.
Figli vegan: imposizione o educazione?
di Marina Berati
fonte: http://www.agireora.org/vegan/figli-vegan-3029.html
Accade a volte di leggere in qualche articolo il benpensante di turno che lancia i suoi strali contro quei genitori "egoisti e irresponsabili" che, essendo vegan, si permettono di decidere di far seguire un'alimentazione 100% vegetale ai propri figli. L'autore si dichiara in questi casi indignato, se non scandalizzato, che i genitori "impongano" ai propri figli una data alimentazione.
Ben più strano, tuttavia, è quando tali dubbi se li pongono i genitori vegan stessi, arrivando addirittura a conclusioni del tipo: "Per adesso gli do anche cibi di origine animale, poi quando sarà grande sceglierà da solo".
Applichiamo la logica per dimostrare la fallacia di tale conclusione e l'infondatezza di tali dubbi.
Perché mai il bambino dovrebbe decidere da solo cosa mangiare? Non è in grado di farlo, sono i genitori che devono decidere per lui, e questo vale tanto da vegan quanto da onnivori: forse che i genitori onnivori non "impongono" ai bambini una tale alimentazione? Perché chiamarla imposizione solo quando la scelta è quella vegan? E' davvero irrazionale. Si tratta in ogni caso di un'imposizione, se così la vogliamo chiamare, quindi non c'è alcuna differenza tra genitori vegan e onnivori. Ma in realtà, non di imposizione si tratta, ma educazione: è giustissimo che la scelta la compiano i genitori e non i bambini. Spero che nessuno intenda veramente sostenere che un bambino di 6 mesi che deve iniziare lo svezzamento sia in grado di decidere cosa sia giusto per lui mangiare... sia dal punto di vista etico che da quello della sua salute.
Ma anche per i bambini un po' più grandi: possono sapere che un dato cibo gli piace, ma non sono in grado di decidere che sia giusto mangiarlo. Sono i genitori che devono spiegar loro cosa è giusto e perché.
Tranne nel caso di bambini illuminati che capiscono da soli, in una famiglia onnivora, che non è giusto uccidere animali per mangiarli: loro si saranno dimostrati più saggi dei genitori, ed è accaduto più di qualche volta che siano stati loro ad educare i genitori e farli cambiare!
Ai genitori vegan
A quei genitori vegan che decidono di dar da mangiare cibi animali al proprio figlio con l'idea che "quando sarà grande sceglierà da solo" vorrei dare alcuni spunti di riflessione: quando il bambino sarà grande e potrà decidere da solo, potrà fare delle scelte sbagliate, certo, è nella natura delle cose, ma fino a quando non sceglie lui e ogni scelta sta invece a voi, perché imporgli fin dall'inizio delle scelte sbagliate? Questa sì è davvero imposizione!
Forse pensate sia giusto far fumare i vostri bambini, perché poi decideranno da soli da grandi se smettere o no? Forse pensate sia giusto insegnare a picchiare i bambini più deboli di loro perché decideranno da grandi se evitare di farlo? Naturalmente no: sarebbe un'aberrazione, tradireste il vostro stesso mandato di educatori dei vostri figli.
Ebbene, dar loro da mangiare carne, pesce, latticini e uova è ancora peggio del mix "fumare più picchiare i compagni di gioco". E' peggio per la loro salute, perché un consumo di tali prodotti è dannoso fin dall'infanzia e pone a rischio di malattie degenerative da adulti, oltre che a vari altri scompensi fin da piccoli. E' peggio dal punto di vista etico, perché gli animali sono i più deboli in assoluto e vengono sistematicamente torturati e ammazzati all'interno di un'industria che ha solo quello come scopo.
E poi, pensate davvero che una volta grandi sceglieranno di essere vegan? Se voi per primi non li educate in questo senso, se implicitamente col vostro comportamento gli state comunicando che la scelta di rispettare gli animali, e quindi di non nutrirsi dei loro corpi, non è giusta... perché dovrebbero scegliere di essere vegan? Se lo faranno, non sarà certo grazie a voi.
E se, nonostante tutto, crescendo diventeranno davvero vegan, pensate che saranno contenti che li abbiate costretti a essere causa di morte per gli animali quando avreste potuto fin da subito evitarglielo? O ritenete piuttosto che, giustamente, vi rinfacceranno il vostro comportamento incoerente?
Pensateci.
Se la scelta vegan avesse aspetti negativi
Certo, se la scelta vegan avesse aspetti negativi, di qualsiasi genere, potrei anche comprendere il dilemma, da un punto di vista meramente teorico. Intendo dire, un genitore, sapendo che tale scelta arreca danno a suo figlio, dovrebbe pesare i pro e i contro.
Ma non è così! E' la "scelta" onnivora (scelta tra virgolette, perché non è quasi mai una scelta, è solo seguire le abitudini e consuetudini senza porsi domande) quella che ha aspetti negativi. Ha solo aspetti negativi. Uccide animali, crea danni alla salute e all'ambiente. Quella vegan ha solo aspetti positivi: evita le crudeltà sugli animali, offre cibi più sani, elimina i cibi animali dannosi, consente di impattare molto di meno sull'ambiente.
E di fronte a tutto questo, chiamiamo "imposizione" quella di decidere di far seguire ai figli una vita vegan, e consideriamo rispettoso della "libertà" dei figli invece l'indurli a seguire la via più dannosa per tutti? Ci rendiamo conto dell'enormità di questo errore?
Sarebbero piuttosto i genitori onnivori che dovrebbero lasciar liberi i propri figli di seguire un'alimentazione vegan (la scelta vera e propria, quella etica, non gliela possono insegnare, non avendola compresa e fatta propria) e poi lasciarli decidere da soli una volta grandi se far del male a se stessi e agli altri iniziando a mangiare animali...
Fate il bene dei vostri figli
Non c'è miglior regalo che possiate fare ai vostri bambini di quello di educarli fin da piccoli a un'alimentazione 100% vegetale, per la loro salute presente e futura. Ma un regalo ancora più bello è quello di insegnare loro l'empatia verso tutti gli esseri senzienti, il senso di giustizia esteso a tutti, non solo alla cerchia degli esseri umani. I bambini possono capire facilmente tutto questo e quando saranno più grandi saranno felici di non aver MAI contribuito a uccidere animali o a far loro del male.
Certo, potranno un domani essere portati sulla cattiva strada, e scegliere di fare del male. Non potremo impedirlo, se non parlando con loro e facendoli ragionare. Sperando ascoltino. Ma di certo è una pessima idea portarli direttamente noi sulla cattiva strada già fin dall'inizio.
Fate questo regalo ai vostri figli. Fateli vivere vegan, da subito.