Maggiore è la nostra consapevolezza degli affari di questo mondo, e maggiore è la nostra capacità di intuirne le direzioni future. Purtroppo, uno sguardo profondo alle complessità internazionali, unito alla palese inadeguatezza e corruzione morale di certe leadership, può portarci a intravedere scenari catastrofici con un certo grado di fatalismo. Da questa prospettiva, la nostra amara sorte è quella di legittimi profeti di sventura.
Tra l’altro, anche mettendo da parte i continui sforzi militari in preparazione dell’Armageddon, riconducendo tale follia, per nostra tranquillità psicologica, più ad un’atavica memoria che a un’imminente realtà, non possiamo esimerci dal notare che il panorama dell'innovazione tecnologica sembra inesorabilmente condurci a un dominio sull'individuo e sulla società sempre più pervasivo. Il controllo totalitario mascherato da progresso scientifico è già una realtà. Senza bisogno di ricorrere agli orizzonti più futuribili, immaginiamo una legge dello Stato che spegne i telefonini ai cittadini “più refrattari al progresso scientifico” (Nigeria, febbraio 2024), che li priva del lavoro e dei contatti sociali (Italia, agosto 2021), che ne espropria il conto corrente (Canada, febbraio 2022) e che ne sospende qualsiasi diritto di base (Pianeta Terra, 2020). Più precisamente, l’esercizio dei propri diritti è sempre più vincolato al possesso e uso di una determinata tecnologia controllata da terzi, rendendoci così sempre più ricattabili, all’interno di uno scenario apocalittico quantomeno imprevedibile.
Tuttavia, una scintilla di speranza risiede proprio nell'imprevedibilità intrinseca alla vita, al cosiddetto fenomeno del "cigno nero". Tale teoria, coniata dallo scrittore Nassim Nicholas Taleb, si riferisce ad eventi di grande impatto, imprevedibili e rari, che, una volta verificatisi, vengono razionalizzati a posteriori come se fossero prevedibili. I cigni neri sfuggono ai modelli convenzionali e alle aspettative, sfidando la nostra comprensione e le nostre previsioni, introducendo variabili che possono alterare radicalmente il corso degli eventi.
Per illustrare il concetto, consideriamo l'eruzione del Laki nel 1783-1784. Questo cataclisma vulcanico in Islanda provocò una serie di conseguenze climatiche, ambientali e sociali devastanti, influenzando significativamente l'intero emisfero settentrionale. Le temperature calarono drasticamente per anni, compromettendo i raccolti e portando a carestie e malattie. Questo evento climatico estremo e assolutamente imprevedibile contribuì a innescare cambiamenti socio-politici rilevanti, tra cui la Rivoluzione Francese.
Immaginiamo cosa potrebbe succedere oggi se il Laki eruttasse di nuovo, mettendo fuori uso gran parte della tecnologia odierna e obbligando anche gli stati più arroganti e crudeli ad una condizione di bisogno. Magari un tale evento indurrebbe persino i più dissennati tra i nostri leader a riconsiderare le loro posizioni.
(4 febbraio 2024)
(February 4, 2024, go to my art gallery)