Cosa è successo?
Dal 2020 in poi, abbiamo avuto un’esplosione di politiche totalitarie nel mondo occidentale, tutte accomunate dal voler sostituire i diritti naturali con premi e punizioni, o con permessi concessi temporaneamente sulla base dell’osservanza di certi comportamenti.
Parallelamente, l’impostazione filosofica del neoliberismo, basata sulla guerra dell’uomo contro l’uomo per primeggiare, si è accompagnata all’imposizione di un pensiero unico intriso di fondamentalismo scientista, con la complicità della quasi totalità del sistema giornalistico, scolastico, accademico, e sanitario.
L’area del dissenso
La grave involuzione dei sistemi occidentali cosiddetti “democratici” in cachistocrazie basate sui crediti sociali, ovvero la sostituzione dello stato di diritto con sistemi a punti in base ai comportamenti, ha generato un eterogeneo fronte del dissenso, che nei tre anni di psico-info-pandemia è stato completamente fallimentare. Abbiamo visto in Italia la definitiva sconfitta delle istanze dei cosiddetti “non allineati” con le elezioni del 25 settembre 2022, in cui nessun partito anti-sistema ha superato la soglia di sbarramento. Le numerose proteste con valore simbolico importante, come quelle dei portuali di Trieste o il Freedom Convoy canadese, non solo non hanno avuto alcuna efficacia, ma sono state affrontate con preoccupanti metodi repressivi che hanno suscitato sgomento in tutto il mondo.
Quali sono le tre principali urgenze?
1. Imparare dagli errori.
2. Imparare dagli errori.
3. Imparare dagli errori.
L'autocritica è fondamentale per il nostro progresso. In un momento in cui l'Italia si trova coinvolta in una guerra che non la riguarda, in cui a livello europeo si dibatte sul green-pass globale, e in cui i sostenitori dell'Agenda 2030 del WEF progettano di imporci le loro visioni, noi, come area del dissenso, quale ruolo stiamo svolgendo? Quale contributo stiamo dando alle iniziative comuni più urgenti? Non mi riferisco solo ai referendum su sanità e invio armi. Siamo già a un punto in cui basta condividere un link “sgradito” su Whatsapp e altri social o sistemi di messaggistica per rischiare di perdere l'account, figuriamoci cosa potrebbe succedere dal 25 agosto 2023, quando entrerà in vigore il Digital Services Act, che imporrà a tutta Europa una serie di obblighi per i fornitori di servizi digitali. Tra questi, ci sarà anche quello di segnalare tempestivamente alle autorità se “sarà probabilmente commesso un reato”. A me questo ricorda lo “psicoreato” di George Orwell.
Qual è il principale errore da non ripetere?
È importante che ci concentriamo sulle nostre comuni priorità, senza lasciarci distrarre da questioni marginali, irrilevanti o facilmente smontabili. Non dovremmo cercare di imporre la nostra visione delle cose, ma focalizzarci sul fatto che la libertà di pensiero e di scelta è un valore politico fondamentale da difendere ad ogni costo.
È altrettanto importante che ci rispettiamo reciprocamente, senza cadere in atteggiamenti personalistici o egoistici. Siamo consapevoli che il contesto sociale e culturale in cui viviamo ci spinge a competere, cioè a fare la guerra confrontandoci in modo aggressivo, ma noi possiamo scegliere di relazionarci in modo diverso, più collaborativo e solidale.
Come facciamo a vincere?
La vittoria non si misura con l’annientamento dei nemici. Se così fosse, giusto per fare un esempio, l’attuale conflitto Nato-Russia, combattuto principalmente sul territorio ucraino, potrebbe risolversi soltanto con il genocidio di una delle due parti o di entrambe. Ma questa non sarebbe vittoria, ovviamente.
Voler prevalere sugli altri non è mai vittoria. Questa è una logica distruttiva che porta solo a tragedie.
L’unica possibile vittoria sta nell’equilibrio e nel sentirsi parte di qualcosa di più grande. Ciò vale in qualsiasi circostanza. Proviamo a ripartire da questo principio.
Inoltre, ricordiamoci che il “nemico” mette sempre fratello contro fratello, sorella contro sorella, cittadino contro cittadino, marito contro moglie, civile contro carabiniere, figli contro genitori, e così via, spaccando ogni volta la società in due parti e mostrificando una delle due. E’ un inganno, stiamo attenti.
(7 giugno 2023)