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Il ruolo dei social nel fascismo moderno, dalla disinformazione alla divisione

La truffa, i ricatti, l'avvelenamento informativo, la distorsione della realtà e le ritorsioni mafiose sono l’anima del commercio neoliberista e della politica, che nel complesso sono un tutt’uno. Quando ciò non è sufficiente, arrivano gli omicidi mirati e le "stragi di stato" (nel senso di organizzate dagli organi dello stato eterodiretti dai padroni d'oltreoceano).

Tale pratica di governo pubblico di solito ha piani a lunghissimo termine, a prescindere dagli eletti. Essa prevede che le opinioni e i sentimenti di amicizia o di odio delle grandi masse siano indirizzati attraverso un addomesticamento lento, ma incessante e strutturalmente programmato in modo da essere praticamente inattaccabile e difeso con le unghie e con i denti dagli stessi cittadini vittime di tale manipolazione.

Fatta questa doverosa premessa, diamo uno sguardo a come si sta evolvendo l'informazione demenziale con cui i social media indottrinano le grandi masse:

Alcuni hanno detto che l'apprendimento automatico ha già causato disastri perché viene usato nei motori di raccomandazione dei social media antisociali, quelli che decidono cosa mostrare alle persone per massimizzare il tempo che trascorrono usando il sistema. Hanno scoperto che la disinformazione fascista è estremamente efficace per questo e sta promuovendo il fascismo in tutto il mondo, ignorando la verità. Se credi a tutto ciò che senti da un certo gruppo di persone, possono mentire continuamente e tu crederai a qualsiasi bugia dicano. Ci sono milioni di persone che fanno questo e, una volta che una persona ha perso la connessione con la verità, è molto difficile convincerla che sta credendo a bugie. Queste persone non hanno più un criterio di giudizio.
 
tratto da:

Ciò è tremendamente vero. La disinformazione alimentata dall'intelligenza artificiale contribuisce alla diffusione del fascismo e del nazismo a livello globale, sfruttando le vulnerabilità nelle percezioni pubbliche e amplificando i messaggi di odio e divisione. La combinazione di disinformazione e algoritmi dei social media che promuovono contenuti controversi crea un ambiente in cui le ideologie fasciste e naziste possono prosperare.

Sia ben chiaro che il web è pieno di contenuti generati da persone che si autodefiniscono "fascisti" o "nazisti" e che ne vanno fieri, quindi l'etichetta di "fascista" o "nazista" è appropriata. Altri gruppi, pur non definendosi esplicitamente per quel che sono, o addirittura dichiarandosi anti-fascisti o anti-nazisti, promuovono nei social ideologie, violenze e crimini del tutto sovrapponibili a quelli del fascismo o del nazismo. Altri ancora commettono azioni gravissime e penalmente rilevanti, fino al pestaggio o all'omicidio, senza alcuna ideologia, ma solo per "apparire" sui social.

A tal proposito, è interessante l'inizio dell'articolo "Weaponized Social Media Is Driving the Explosion of Fascism" (tradotto: "I social media armati guidano l'esplosione del fascismo"), che racconta il video del massacro in una moschea in Nuova Zelanda apparso su Facebook. Il filmato, creato da un autodefinitosi “fascista”, immortalava le immagini di terrore sui volti delle vittime. Questo video, trasformato in un meme armato, ha diffuso l'odio tra milioni di persone, e ciò è assattamente ciò che vogliono i proprietari di tali piattaforme.

Questo accade perché i social media sono strutturati per favorire contenuti che provocano reazioni viscerali. Nonostante le critiche per la diffusione di odio e fascismo, i dirigenti dei social media sono riluttanti a cambiare il modello di business basato sui clic.

I social sono una guerra contro la realtà empirica. Le falsità sono la valuta del fascismo e per i regimi autoritari, tra i quali possiamo considerare le cosidette "democrazie", nelle quali il voto è un teatrino truccato per confermare un potere inamovibile (cfr. "L'illusione della democrazia: il vero volto delle elezioni italiane"). La verità è il nemico da distruggere. Le fake news sui social abilmente indirizzate tramite algoritmi, e quelle propagandate da tutto il resto del main stream, televisione in primis, superano milioni di volte le visualizzazioni di quelle delle rare fonti giornalistiche alternative che con grande fatica fanno un lavoro serio e ben documentato, solitamente su canali frequentemente censurati e osteggiati in mille modi.

Senza una realtà condivisa, il dialogo democratico cede il posto alla rabbia e al linguaggio del fascismo. L'abbiamo già sperimentato tante volte, e continuiamo a viverlo. Proprio per questa ragione, i "padroni universali" che controllano i grandi canali di informazione sono abilissimi nel dividere le persone in buoni e cattivi, dove i sedicenti "buoni" sono incoraggiati a odiare e a far del male ai presunti "cattivi", ovvero coloro che mettono in dubbio la narrativa ufficiale. Chiunque abbia un po' di senno farà molta fatica a capire cosa significhi "buono" o "cattivo" in questo caso, oppure "bene" e "male", etichette sovente strumentalizzate a scopo politico e di manipolazione.

L'intelligenza artificiale aumenta la velocità, la scala e la personalizzazione delle campagne di disinformazione, grazie alla creazione di contenuti falsi altamente persuasivi e realistici, oppure rendendo assai più visibili contenuti di odio o crimini reali. Queste capacità consentono di automatizzare la diffusione di informazioni di odio, false o autentiche che siano, rendendo queste campagne pervasive e praticamente impossibili da contrastare. La televisione e i giornali rilanciano poi questi contenuti, spostando ciò di cui discutono le persone nella direzione voluta dai "padroni" (cfr. "AGENDA SETTING - Usare la tv per mettere fratello contro fratello: combattere gli uni contro gli altri per motivi che le lobby decidono).

(7 agosto 2024)

Il ruolo dei social nel fascismo moderno, dalla disinformazione alla divisione (Francesco Galgani's art, August 7, 2024)
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