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Vedere l'invisibile: un viaggio dalla scacchiera di Adelson alla Bhagavad Gita

L'illusione dell'ombra nella scacchiera di Adelson è un'affascinante dimostrazione di come i nostri sensi possano ingannarci. In questa illusione ottica, due quadrati che appaiono di colori diversi, a causa dell'ombra proiettata su una scacchiera, sono in realtà dello stesso colore. Il nostro cervello, influenzato dalle ombre e dai contrasti circostanti, interpreta erroneamente le informazioni visive, portandoci a percepire una realtà distorta. Ecco una dimostrazione pratica, a cura di brusspup:

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Questo fenomeno dimostra come la nostra percezione del mondo sia facilmente ingannevole. Spesso accettiamo ciò che vediamo senza mettere in discussione la sua veridicità, rimanendo intrappolati nel nostro modo consueto di osservare le cose. Solo quando scegliamo di mettere in dubbio le nostre percezioni e il modo ordinario di intendere la vita, possiamo iniziare a scoprire una realtà diversa.

Come è scritto nella *Bhagavad Gita*, capitolo 2, verso 69:

"या निशा सर्वभूतानां तस्यां जागर्ति संयमी |
यस्यां जाग्रति भूतानि सा निशा पश्यतो मुने: ||"

Per comprendere appieno questo verso, procediamo passo per passo.

Traslitterazione:

Yā niśā sarvabhūtānāṁ tasyāṁ jāgarti saṁyamī |
Yasyāṁ jāgrati bhūtāni sā niśā paśyato muneḥ ||

Divisione delle parole:

→ ciò che
niśā → notte
sarva-bhūtānām → di tutti gli esseri
tasyām → in quella
jāgarti → è sveglia
saṁyamī → la persona disciplinata
Yasyām → in cui
jāgrati → sono svegli
bhūtāni → gli esseri
→ quella
niśā → notte
paśyataḥ → per il veggente, colui che vede
muneḥ → del saggio

Ricostruzione del significato complessivo:

"Ciò che è notte per tutti gli esseri, in quella è sveglia la persona disciplinata; ciò in cui gli esseri sono svegli, quella è notte per il saggio che vede."

Questo verso ci insegna che la realtà è percepita diversamente da chi ha raggiunto una profonda comprensione. Mentre la maggior parte delle persone è "addormentata" rispetto a certe verità, il saggio rimane vigile e vede oltre le apparenze. Allo stesso modo, ciò che è ovvio per gli altri può essere illusorio per colui che ha occhi per vedere veramente. Questa riflessione ci invita a superare i nostri limiti percettivi e a osservare il mondo con una consapevolezza rinnovata.

Proviamo ad approfondire il significato di saṁyamī, fin qui tradotto come "persona disciplinata":

  • saṁ - un prefisso che significa "insieme", "completamente", "perfettamente"
  • yamī - derivato dalla radice "yam", che significa "controllare", "disciplinare", "restrizione"

Nel verso citato, saṁyamī si riferisce a una persona che ha raggiunto un alto grado di autocontrollo e disciplina interiore. Questa persona è in grado di:

  • Controllare i sensi  Non è sopraffatta dalle percezioni sensoriali o dalle attrazioni mondane.
  • Dominare la mente  Ha una mente stabile, non agitata da pensieri erranti o emozioni turbolente.
  • Raggiungere la consapevolezza superiore  È sveglia alle realtà spirituali che sono generalmente nascoste o ignorate dalla maggior parte delle persone.

Ciò che è importante e reale per il saṁyamī può sembrare insignificante o inesistente per gli altri, e viceversa.

Un saṁyamī non è schiavo dei desideri o delle avversioni, mantiene l'equilibrio mentale in situazioni favorevoli e sfavorevoli. Segue principi morali elevati. Pratica virtù come la non-violenza, la veridicità e la compassione.

Il saṁyamī riconosce le illusioni, comprende che ciò che appare reale potrebbe essere illusorio e viceversa.

(19 ottobre 2024)

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