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Solo il senso del "noi" può salvarci?

Ciò che è destinato a durare a lungo è gratuito e nasce dal senso di appartenenza a qualcosa di più grande delle nostre singole esistenze, a quel “noi” che, in senso lato, può indicare non solo una comunità e i suoi valori, ma con essi anche la natura e il creato in generale. Un “noi” che più si allarga e si approfondisce, vedendo nella relazione delicata e precaria con l’altro il fondamento della propria esistenza, e più si radica nel senso di rispetto e di sacralità della vita, anch’essa delicata e precaria. Solo all’interno di questa visione possiamo “donarci” spontaneamente e gioiosamente a qualcosa di più grande, pur con sacrifici e sofferenze, e compiere azioni meritorie per poi presto dimenticarle. Questa è la direzione della creazione e della vita. Ed è anche la direzione della verità, il cui emblema è bonum diffusivum sui.

Ciò che è destinato a durare poco ha un costo in quanto è esso stesso merce di scambio, seppure a volte contrabbandata come apparente dono, falso nei suoi presupposti perché maggiore è il beneficio ricevuto e maggiore sarà il prezzo o la servitù con cui ricambiarlo. Con i finti regali ci si può comprare il mondo intero, un mondo, però, dove la parola “noi” è pervertita nel suo significato, indicando al massimo un comitato d’affari fatto di tanti “io” in guerra contro tutti. Le alleanze sono sempre apparenti, e tutto si basa su rapporti di forza, manipolazione, ricatti, doppi e tripli giochi, violenza e anche molto di peggio. Questa è la direzione della distruzione e della morte. Ed è anche la direzione della costante menzogna, il cui emblema è mors tua vita mea.

Creazione e distruzione, vita e morte, coesistono, giacché l’una richiede la presenza dell’altra, in un “equilibrio di opposti” che è il fondamento della realtà.

Oggi, però, non possiamo certo parlare di equilibrio. Le forze distruttive sembrano ormai aver preso il sopravvento a livello mondiale e in ogni ambito della società e delle vite personali, eppure, più che biasimarle, forse dovremmo renderci conto che sono “necessarie” per il nostro percorso di crescita, altrimenti non ci troveremmo nella situazione attuale. Nulla, infatti, avviene per caso o, detto diversamente, la vita è intelligente: per ogni foglia che danza al vento, vi è un soffio divino e creatore che la guida. Ciò che invece non è assolutamente né necessario né utile è allearci con le forze distruttive, che pur essendo molto suadenti e convincenti, finirebbero solo con l’annientarci.

Il nostro libero arbitrio e la nostra consapevolezza sono chiamate in causa ogni volta che possiamo scegliere tra le forze opposte di creazione e distruzione, di vita e morte, di verità e menzogna. Non potremo raccogliere qualcosa di diverso rispetto a ciò che stiamo seminando.

Con questo sguardo, la drammatica situazione mondiale, più che essere motivo di legittima paura, andrebbe più propriamente presa come un luogo e un tempo provvisori in cui possiamo fare delle scelte. E ogni scelta è un seme. Finita la semina, cioè dopo che saremo morti, potremmo anche accorgerci che tutto è stato come un sogno, seppur tremendamente reale, ma le scelte fatte verranno con noi, nessuno potrà cancellarcele, e il seguito dipenderà da esse.

(30 gennaio 2024)

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